Alitalia: un 2009 migliore delle attese e un 2010 difficile
Le dichiarazioni di Rocco Sabelli, amministratore delegato di Alitalia, circa la chiusura del bilancio 2009 con perdite operative pari a 270 milioni di euro sembrano presupporre un secondo semestre sostanzialmente in pareggio. Questa notizia è confortante per il vettore aereo che invece nei primi mesi di vita aveva sofferto una ripartenza estremamente difficile.Se le perdite operative dovessero essere confermate, il quarto trimestre del 2009 potrebbe essersi chiuso in rosso di circa 15 milioni di euro. In questo caso il 75 per cento delle perdite dell’operatore aereo sarebbero concentrate nel primo trimestre, quando la compagnia scontava ancora gli effetti negativi della vecchia Alitalia.
Il dato riguardante il bilancio è dunque positivo e come giustamente ha ricordato il presidente della compagnia, Roberto Colaninno, qualunque perdita o beneficio del vettore è ormai a carico degli azionisti perché l’azienda è privata.
Su questo punto bisogna fare una precisazione. La dichiarazione del presidente Alitalia è certamente veritiera, ma non è completa; infatti, il vettore italiano può contare su delle regole cambiate rispetto al 2008, quando la compagnia era ancora pubblica. La legge 166 del 2008 ha ristretto la concorrenza sul mercato domestico e questa posizione monopolistica permette ad Alitalia di avere maggiori profitti rispetto ad una situazione concorrenziale.
Alitalia non ha nessuna colpa di questa scelta politica volta a limitare la concorrenza e giustamente sfrutta tutte le opportunità derivanti dalla legge. Certo il Governo in questo modo favorisce una compagnia aerea privata, ma al contempo sfavorisce tutti i passeggeri domestici che potrebbero beneficiare di prezzi meno elevati per i collegamenti in Italia.
Analizzando il lato delle quote di mercato, la situazione di Alitalia è meno positiva. Nel 2010 la compagnia aerea rischia di perdere la leadership italiana, scalzata dalla low cost Ryanair.
Nel 2009 Alitalia ha trasportato secondo fonte AEA circa 21,2 milioni di passeggeri. La quota di mercato è stata del 20,7 per cento, 3 punti percentuali in più del vettore irlandese. Il terzo operatore aereo in Italia è anch’esso un vettore low cost, Easyjet, che ha registrato una market share di circa il 9 per cento.
Rispetto al 2007, quando la vecchia Alitalia ed Airone non si erano ancora fuse, la nuova Alitalia ha trasportato oltre 10 milioni di passeggeri in meno. Il load factor è sceso di 7 punti percentuali al 65,5 per cento, arrivando ai livelli più bassi tra le compagnie aeree europee.
Questo livello meno elevato di load factor è dovuto sia ad una diversa composizione dei segmenti di viaggio (più domestico e meno intercontinentale), sia alle difficoltà della compagnia dovute anche alla crisi internazionale del trasporto aereo.
La compagnia ridimensionata non è affatto un problema e anzi un vantaggio perché permette al vettore di avere maggiore flessibilità. Certo questa minore dimensione cozza con gli obiettivi politici di una grande Alitalia italiana e soprattutto sembra indicare un futuro nella franco-olandese AirFrance-KLM, grande circa 8 volte il vettore italiano in termini di fatturato.
Ma perché i conti della compagnia nel 2009 non sono stati cosi negativi e perché nel 2010 potrebbe essere complicato raggiungere il pareggio?
Oltre ad una maggiore efficienza che la privatizzazione ha permesso di raggiungere all’interno dell’azienda, vi è stato un fattore esterno che ha bilanciato l’andamento negativo del mercato del trasporto aereo. Le scorte di carburante sono state fatte da Alitalia ad inizio 2009, quando il prezzo del petrolio era intorno ai 35 dollari al barile. Con tale prezzo i risparmi rispetto al piano Fenice sono stati oltre mezzo miliardo di euro.
Nel 2010 le scorte effettuate da Alitalia ai prezzi convenienti d’inizio 2009 finiranno e a quel punto la compagnia dovrà riacquistare carburante a dei prezzi doppi. Questo permette di stimare un peggioramento dovuto alla componente rifornimento di oltre 300 milioni di euro, che difficilmente potrà essere totalmente ricoperto dalle maggiori efficienze raggiunte dalla gestione Sabelli.
In definitiva il 2010 vedrà un Alitalia che probabilmente perderà la leadership del mercato italiano, ma con delle perdite operative inferiori al 2010.
Il 2009 è stato difficile, ma è andato meglio del previsto. Il 2010 si preannuncia comunque molto complicato, anche perché non è facile comprendere se vi sarà una ripresa del mercato.
fonte: ChicagoBlog