Salve ragazzi, ho una domanda che riguarda gli imbarchi Alitalia.
Risulta a qualcuno che in qualche scalo la compagnia abbia adottato dei misuratori bagagli con annessi bilancia all'imbarco???
Per quel che concerne il peso: a Varsavia utilizzano le bilance dell'home carrier (LOT) e sono piuttosto rigidi. In altri scali (LCY, LIN, PSR, FCO, LHR, BEG - tra quelli che frequento maggiormente), non ho mai assistito ad alcun controllo, sia sulle dimensioni che sul peso.
G
Salve a tutti.
Sarò banale, qualunquista e cinico (forse), ma ricordo quando eccellenti compagnie aeree come Sabena e Swissair in Europa, Pan Am e TWA oltreoceano sono fallite tra la fine del secolo scorso e l'inizio del nuovo. E Swissair era un esempio di eccellenza (puntualità, qualità del servizio a terra e in volo, stato degli aerei).
Alitalia avrebbe dovuto fallire 10 anni fa circa per lasciare posto a chi avrebbe potuto fare vero trasporto aereo, svincolato dalla vergognosa politica di questo schifoso paese (vi ricordate il volo Roma FCO - Albenga voluto dal ministro Scaiola, un MD-80 volante due volte al giorno con massimo 10 passeggeri???). Ma l'ipocrisia e il malcostume regnanti hanno tenuto in vita questo ignobile carrozzone, naturalmente con i soldi nostri sprecati da malfattori di amministratori...oltre al danno anche la beffa! Alitalia l'abbiamo sostenuta noi contribuenti da quando ha cominciato la china discendente nei primi anni 2000, abbiamo sostenuto un morto vivente e 12.000 privilegiati del cavolo.
Quindi ben venga il fallimento e nuovi spazi per realtà Italiane veramente competitive, sperando che pezzenti, ladri e incapaci se ne restino a rovinare le proprie realtà.
Blue Panorama: avrebbe le potenzialità per iniziare voli scheduled dai maggiori aeroporti Italiani, ma deve trovare un management serio e capace.
Neos: buona compagnia aerea focalizzata sul leisure, con più investimenti potrebbe aggiudicarsi slots per voli interni facendo (forse) concorrenza a Ryanair perchè usante le sue stesse "armi" (i B737-800WL).
Mistral Air: fuori dai giochi, si è ritagliata una nicchia di voli postali, leisure e religiosi usando B737-300QC, ATR-72 e B737-400
Meridiana: Meridiana è uno sconclusionato carrozzone, piccola brutta copia di Alitalia. Fusioni incomprensibili con Air Italy e Eurofly (che fusioni non sono state perchè all'interno di Meridiana esistono le correnti Air Italy, Eurofly e Meridiana, un pò come il vergognoso PD in politica...), un mostro a tre teste che non si sa dove vuole e soprattutto può andare. Sono stato a svariate conferenze stampa di Meridiana, ho assistito alla presentazione di alcuni libri monografici di Meridiana e della sua flotta del mio grande amico Luca Granella (con successive aspre critiche al management), e vi dico che la confusione regna sovrana. Il principe Aga Khan si è lasciato sfuggire il timone, anche qui preso da incapaci e sciacalli che hanno dilapidato un patrimonio di flotta e soldi per operazioni manageriali sconclusionate. A che pro vendere la flotta A320's di Eurofly per continuare a volare con catorci (anche se meravigliosi) come l'MD-80? Ho volato sul primo MD-80 Meridiana (era Alisarda) a Novembre 2016 durante il suo pensionamento e ritiro a Volandia, e gli MD-80's sono tanto belli quanto superati!
Perchè non fare una politica di reale cambiamento usando aerei come il SSJ-100, o il CS-100 e -300 o il magnifico E-170/190, molto più performanti e utili per le rotte Meridiana, a corto raggio nazionali e corto-medio raggio internazionali?
Fattore X Una compagnia aerea nuova, seria, forte e solida che può agevolamente rimpiazzare la vergogna Alitalia, abbassando i prezzi, rilevando gli aerei con marche I- (e quindi non quelli registrati in Irlanda e che, in caso di fallimento, torneranno ai lessors), con un servizio a terra e di bordo degni dell'eccellenza Italiana e magari creando una branca low cost/leisure competitiva contro giganti come easyJet, Wizz Air, Ryanair e Vueling.
Blue Panorama non ha una lira, non ha potenzialità, non ha niente. Per favore!
Neos è una buona compagnia con meno di dieci aerei in flotta e vorresti che facesse concorrenza a Ryanair? Ma per favore! Neos funziona perché fa quello che sa fare bene nel gruppo Alpitour. Ha ambizioni giuste in funzione del proprio reale potenziale.
Fattore X: vorresti una compagnia che abbassi i prezzi rispetto ad AZ, offra servizio eccellente, con una divisione low cost per fare compagnia a Ryanair e Easyjet? Ma per favore! Non c'è più spazio per un fattore X. Nessuno sarebbe così folle da investire miliardi
sì ma calmati
Straquoto anche le virgole.Blue Panorama non ha una lira, non ha potenzialità, non ha niente. Per favore!
Neos è una buona compagnia con meno di dieci aerei in flotta e vorresti che facesse concorrenza a Ryanair? Ma per favore! Neos funziona perché fa quello che sa fare bene nel gruppo Alpitour. Ha ambizioni giuste in funzione del proprio reale potenziale.
Fattore X: vorresti una compagnia che abbassi i prezzi rispetto ad AZ, offra servizio eccellente, con una divisione low cost per fare compagnia a Ryanair e Easyjet? Ma per favore! Non c'è più spazio per un fattore X. Nessuno sarebbe così folle da investire miliardi - perché ne servono tanti - per metter su una linea aerea a Roma (perché a Milano, finché c'è Linate, un hub carrier non lo andrà a mettere nessuno) puntando sull'eccellenza in un mercato dagli yield bassi e che tu abbasseresti ulteriormente diminuendo i prezzi.
L'Italia è la periferia imprenditoriale del mondo: un'economia soffocata da tasse, burocrazia e diritto del lavoro da medioevo; con una classe imprenditoriale commercialmente molto portata alla piccola e media impresa ma culturalmente incapace di elevare le aziende dalla dimensione familiare e familistica a quella professionale; incapace di creare autentiche economie di scala; incapace di gestire la cassa se non strozzando i fornitori e pagando sempre a babbo morto; incapace di ridurre i costi se non agendo sul costo del lavoro; incapace di finanziare qualsiasi iniziativa economica capital intensive; incapace di investire in tecnologia.
Mancano in Italia tutte le strutture necessarie a creare aziende globali di successo: dal sistema creditizio (sia credito alle aziende che credito al consumo) a quello fiscale, dal diritto del lavoro al mondo della ricerca e dello sviluppo, dal costo dell'energia al rapporto con la Pubblica Amministrazione.
Niente richiede più capitali, più tecnologia e più economie di scala di una linea aerea. Dunque lo ulro: NON ESISTONO I PRESUPPOSTI PER CREARE IN ITALIA UN'AZIENDA DI TRASPORTO AEREO DI SUCCESSO! IL FATTORE X E' IL SOGNO DI UNA TUA NOTTE DI MEZZA ESTATE.
Blue Panorama non ha una lira, non ha potenzialità, non ha niente. Per favore!
Neos è una buona compagnia con meno di dieci aerei in flotta e vorresti che facesse concorrenza a Ryanair? Ma per favore! Neos funziona perché fa quello che sa fare bene nel gruppo Alpitour. Ha ambizioni giuste in funzione del proprio reale potenziale.
Fattore X: vorresti una compagnia che abbassi i prezzi rispetto ad AZ, offra servizio eccellente, con una divisione low cost per fare compagnia a Ryanair e Easyjet? Ma per favore! Non c'è più spazio per un fattore X. Nessuno sarebbe così folle da investire miliardi - perché ne servono tanti - per metter su una linea aerea a Roma (perché a Milano, finché c'è Linate, un hub carrier non lo andrà a mettere nessuno) puntando sull'eccellenza in un mercato dagli yield bassi e che tu abbasseresti ulteriormente diminuendo i prezzi.
L'Italia è la periferia imprenditoriale del mondo: un'economia soffocata da tasse, burocrazia e diritto del lavoro da medioevo; con una classe imprenditoriale commercialmente molto portata alla piccola e media impresa ma culturalmente incapace di elevare le aziende dalla dimensione familiare e familistica a quella professionale; incapace di creare autentiche economie di scala; incapace di gestire la cassa se non strozzando i fornitori e pagando sempre a babbo morto; incapace di ridurre i costi se non agendo sul costo del lavoro; incapace di finanziare qualsiasi iniziativa economica capital intensive; incapace di investire in tecnologia.
Mancano in Italia tutte le strutture necessarie a creare aziende globali di successo: dal sistema creditizio (sia credito alle aziende che credito al consumo) a quello fiscale, dal diritto del lavoro al mondo della ricerca e dello sviluppo, dal costo dell'energia al rapporto con la Pubblica Amministrazione.
Niente richiede più capitali, più tecnologia e più economie di scala di una linea aerea. Dunque lo ulro: NON ESISTONO I PRESUPPOSTI PER CREARE IN ITALIA UN'AZIENDA DI TRASPORTO AEREO DI SUCCESSO! IL FATTORE X E' IL SOGNO DI UNA TUA NOTTE DI MEZZA ESTATE.
Blue Panorama non ha una lira, non ha potenzialità, non ha niente. Per favore!
Neos è una buona compagnia con meno di dieci aerei in flotta e vorresti che facesse concorrenza a Ryanair? Ma per favore! Neos funziona perché fa quello che sa fare bene nel gruppo Alpitour. Ha ambizioni giuste in funzione del proprio reale potenziale.
Fattore X: vorresti una compagnia che abbassi i prezzi rispetto ad AZ, offra servizio eccellente, con una divisione low cost per fare compagnia a Ryanair e Easyjet? Ma per favore! Non c'è più spazio per un fattore X. Nessuno sarebbe così folle da investire miliardi - perché ne servono tanti - per metter su una linea aerea a Roma (perché a Milano, finché c'è Linate, un hub carrier non lo andrà a mettere nessuno) puntando sull'eccellenza in un mercato dagli yield bassi e che tu abbasseresti ulteriormente diminuendo i prezzi.
L'Italia è la periferia imprenditoriale del mondo: un'economia soffocata da tasse, burocrazia e diritto del lavoro da medioevo; con una classe imprenditoriale commercialmente molto portata alla piccola e media impresa ma culturalmente incapace di elevare le aziende dalla dimensione familiare e familistica a quella professionale; incapace di creare autentiche economie di scala; incapace di gestire la cassa se non strozzando i fornitori e pagando sempre a babbo morto; incapace di ridurre i costi se non agendo sul costo del lavoro; incapace di finanziare qualsiasi iniziativa economica capital intensive; incapace di investire in tecnologia.
Mancano in Italia tutte le strutture necessarie a creare aziende globali di successo: dal sistema creditizio (sia credito alle aziende che credito al consumo) a quello fiscale, dal diritto del lavoro al mondo della ricerca e dello sviluppo, dal costo dell'energia al rapporto con la Pubblica Amministrazione.
Niente richiede più capitali, più tecnologia e più economie di scala di una linea aerea. Dunque lo ulro: NON ESISTONO I PRESUPPOSTI PER CREARE IN ITALIA UN'AZIENDA DI TRASPORTO AEREO DI SUCCESSO! IL FATTORE X E' IL SOGNO DI UNA TUA NOTTE DI MEZZA ESTATE.
Il concetto però è di non attribuire a me quanto fatto da AZ.I fatti. Otto anni dopo il Piano Fenice, due anni (?) dopo l'arrivo di EY, l'87% dei pax e' ancora sul nazionale/corto raggio. Piu' aperture di cross-country tipo TRN-CTA...
Per quanto, purtroppo, condivisibile in gran parte, non ritengo che sia del tutto corretto. Sarà pure il paese più imbecille e business unfriendly ma l'Italia è ancora sede di aziende come Ferrari, FCA, Unicredit, STMicroelectronics, Leonardo, di aziende del lusso e di altri: tutte realtà che un loro perché ce l'hanno, magari non a controllo italico ma comunque basate qui. Si può fare con un'azienda di autobus con le ali? Boh, però mi sembra proprio un paradosso che non ci si riesca in un paese come questo - senza voler evocare fattori x o dire il controllo debba essere italiano, anzi tiferei per il no.
E non è certo quella delle linee aeree l'industria che richiede più capitali e tecnologia: sono altri i settori ma, a parte questo, i soldi di solito arrivano se c'è un progetto solido e nello specifico latitiamo da almeno 20 anni (il mistero rimane, per me, quello di Etihad, che pure due spiccioli li ha buttati)
Sto creando una deriva (parzialmente) OT ma me ne frego...
Qualche grande azienda è rimasta in Italia, ma non sono molte: le aziende italiane che sono divenute multinazionali e hanno fatto grandi acquisizioni all'estero sono pochissime, soprattutto in termini relativi al nostro status di ottavo paese del mondo in termini di PIL. Al contrario, le nostre aziende sono arrivate all'appuntamento col ventunesimo secolo senza attitudine sufficiente all'avanzamento tecnologico, con strutture gerarchiche e culturali molto verticali nelle quali tutti pendono dalle labbra del capo. La cultura del capo illuminato che pensa a tutto e risolve tutto con la vision ma spesso senza affidarsi a un gruppo di collaboratori e di analisti professionali non porta lontano nel mondo di oggi.
- Siamo bravissimi nel settore della moda e della filiera gastroalimentare, settori a bassa intensità di capitale e di tecnologia nei quali si campa di manodopera a basso costo e linee di credito (si fa per dire) costruite sui pagamenti a 180 giorni quando va bene.
- FCA (settimo produttore di autoveicoli al mondo) ci fa fare bella figura ma, a guardare bene i numeri, si scopre che l'Italia è il diciannovesimo (19) paese nel mondo per produzione di veicoli. Siamo dietro all'Iran, alla Tailandia, alla Turchia, alla Repubblica Ceca e all'Indonesia.
- La Ferrari è l'azienda più paradigmatica dell'eccellenza italiana: è praticamente un laboratorio artigiano nel quale l'economia di scala non serve. Ottimo prodotto, ma in serie limitate. Noi italiani abbiamo l'arte e l'artigianato nel DNA: per questo siamo bravissimi a fare Ferrari e abbiamo lasciato ai giapponesi, agli americani, ai tedeschi, ai cinesi la produzione di massa.
La mia esperienza nel mondo economico italiano mi ha fatto capire come vi siano anche grandissimi problemi di mentalità: "intanto partiamo, poi si vedrà" è il motto dell'imprenditoria nazionale.
- Servono 100 milioni in tre anni e ne abbiamo solo 20 - come ci organizziamo? Intanto partiamo, poi si vedrà!
- Bisogna aprire una sede a New York per decuplicare il nostro volume d'affari in USA. Serve un General Manager là, dieci anni di esperienza commerciale nel mondo della moda, ma che s'intenda anche di marketing digitale, che sia americano ma che parli bene italiano perché noi l'inglese... quanto costa? Almeno $350K all'anno più bonus. Intanto vediamo cosa troviamo per $200k, poi si vedrà.
- Serve sviluppare o comprare una tecnologia da $50.000 all'anno per gestire al meglio $15.000.000 all'anno di affari - che si fa? Intanto partiamo senza - usiamo un po' di stagisti per fare a mano quel che si può - poi si vedrà. (su questa potrei parlare ad nauseam sul significato di Chief Technology Officer nelle aziende italiane contro resto del mondo: fuori Italia hanno obiettivi di avanzamento tecnologico, automazione di funzioni attualmente in mano a umani, e gestione dei costi; in Italia hanno come unico obiettivo quello di tenere i costi al minimo).
Etihad non investito gran che in Alitalia. Ha portato centinaia di milioni in un'azienda che avrebbe avuto bisogno di miliardi per sconvolgere la flotta, le rotte e la tecnologia. Siamo un paese decotto perché soffochiamo le piccole e medie imprese e gestiamo le grandi aziende come artigiani.
Sto creando una deriva (parzialmente) OT ma me ne frego...
Qualche grande azienda è rimasta in Italia, ma non sono molte: le aziende italiane che sono divenute multinazionali e hanno fatto grandi acquisizioni all'estero sono pochissime, soprattutto in termini relativi al nostro status di ottavo paese del mondo in termini di PIL. Al contrario, le nostre aziende sono arrivate all'appuntamento col ventunesimo secolo senza attitudine sufficiente all'avanzamento tecnologico, con strutture gerarchiche e culturali molto verticali nelle quali tutti pendono dalle labbra del capo. La cultura del capo illuminato che pensa a tutto e risolve tutto con la vision ma spesso senza affidarsi a un gruppo di collaboratori e di analisti professionali non porta lontano nel mondo di oggi.
- Siamo bravissimi nel settore della moda e della filiera gastroalimentare, settori a bassa intensità di capitale e di tecnologia nei quali si campa di manodopera a basso costo e linee di credito (si fa per dire) costruite sui pagamenti a 180 giorni quando va bene.
- FCA (settimo produttore di autoveicoli al mondo) ci fa fare bella figura ma, a guardare bene i numeri, si scopre che l'Italia è il diciannovesimo (19) paese nel mondo per produzione di veicoli. Siamo dietro all'Iran, alla Tailandia, alla Turchia, alla Repubblica Ceca e all'Indonesia.
- La Ferrari è l'azienda più paradigmatica dell'eccellenza italiana: è praticamente un laboratorio artigiano nel quale l'economia di scala non serve. Ottimo prodotto, ma in serie limitate. Noi italiani abbiamo l'arte e l'artigianato nel DNA: per questo siamo bravissimi a fare Ferrari e abbiamo lasciato ai giapponesi, agli americani, ai tedeschi, ai cinesi la produzione di massa.
La mia esperienza nel mondo economico italiano mi ha fatto capire come vi siano anche grandissimi problemi di mentalità: "intanto partiamo, poi si vedrà" è il motto dell'imprenditoria nazionale.
- Servono 100 milioni in tre anni e ne abbiamo solo 20 - come ci organizziamo? Intanto partiamo, poi si vedrà!
- Bisogna aprire una sede a New York per decuplicare il nostro volume d'affari in USA. Serve un General Manager là, dieci anni di esperienza commerciale nel mondo della moda, ma che s'intenda anche di marketing digitale, che sia americano ma che parli bene italiano perché noi l'inglese... quanto costa? Almeno $350K all'anno più bonus. Intanto vediamo cosa troviamo per $200k, poi si vedrà.
- Serve sviluppare o comprare una tecnologia da $50.000 all'anno per gestire al meglio $15.000.000 all'anno di affari - che si fa? Intanto partiamo senza - usiamo un po' di stagisti per fare a mano quel che si può - poi si vedrà. (su questa potrei parlare ad nauseam sul significato di Chief Technology Officer nelle aziende italiane contro resto del mondo: fuori Italia hanno obiettivi di avanzamento tecnologico, automazione di funzioni attualmente in mano a umani, e gestione dei costi; in Italia hanno come unico obiettivo quello di tenere i costi al minimo).
Etihad non investito gran che in Alitalia. Ha portato centinaia di milioni in un'azienda che avrebbe avuto bisogno di miliardi per sconvolgere la flotta, le rotte e la tecnologia. Siamo un paese decotto perché soffochiamo le piccole e medie imprese e gestiamo le grandi aziende come artigiani.
Non è una deriva Ken. Semmai dovrebbe essere una logica premessa verso qualsiasi ipotesi di "rinascita" di AZ, IG o BV.Sto creando una deriva (parzialmente) OT
Il concetto però è di non attribuire a me quanto fatto da AZ.
Altri due problemi di AZ che ho spesso sottolineato e mi sono presa anche tanti improperi è che per investire nel lungo raggio servono soldi e una ristrutturazione che comporta tagli pesanti perché con i costi attuali AZ non va da nessuna parte.