Situazione AZ dopo il ritiro di CAI


Stato
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Dal CorriereOnline. di poco fa

LA DECISIONE PER RASSICURARE L'UE CHE L'ACQUISTO E' APERTO A TUTTI
Alitalia: lunedì sul sito ci sarà annuncio per trovare offerte per la compagnia
Lo anticipa a «Il Messaggero» il commissario Fantozzi. Martedì verrà replicato su alcuni quotidiani

ROMA - Un annuncio da pubblicare lunedì sul proprio sito web per aprire trovare manifestazioni d'interesse per l'acquisto di Alitalia.

Il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi (LaPresse)Annuncio che sarà replicato poi su 3 quotidiani italiani e uno internazionale martedì prossimo. Lo anticipa il quotidiano «Il Messaggero», citando il commissario della compagnia aerea Augusto Fantozzi, secondo il quale, dopo il ritiro della Cai, nessuno ha finora presentato offerte per rilevare le attività principali di Alitalia.

ANNUNCIO PUBBLICO - Secondo il Messaggero, che pubblica un colloquio con Fantozzi, per l'acquisto delle attività di volo di Alitalia «al momento non è pervenuta assolutamente... alcuna offerta». Alla domanda se davvero nessuna compagnia aerea straniera è interessata a rilevare Alitalia, il commissario ha risposto con un secco «Proprio no... Nessuno si fa avanti. Del resto le offerte si fanno per iscritto e io non ho ricevuto nulla». Di qui la decisione di pubblicare lunedì sul sito web di Alitalia e martedì sulle pagine dei giornali l'annuncio dell'asta pubblica, scrive il quotidiano, per ufficializzare, dice Fantozzi «quello che sto facendo da tempo. L'asta - scrive il giornale - serve per mettere il timbro della trasparenza nelle procedure di vendita e dimostrare alla Ue che le modalità non sono discriminatorie verso nessuno».
Dal ridicolo stiamo arrivando ai massimi comici.

Un annuncio sui quotidiani per comunicare chè? e a chi? Just in case che
la situazione di AZ fosse sfuggita a qualcuno? Ma se lo sanno anche sulla nebulosa di Orione.
Ma anche questa è sicuramente la tipica attitudine italiana del credersi furbo e capace di escogitare ogni cosa per pararsi il fondo.

"Nessuno si fa avanti. Del resto le offerte si fanno per iscritto e io non ho ricevuto nulla"

AF ha avuto la sua due diligence cosiccome CAI e solo dopo mesi di pippe mentali è nata un’offerta. Belin, chi e che offerta dovrebbe inviare a scatola chiusa? Le offerte si fanno (anche) per iscritto dopo che ti sei svociato, che hai impacchettato col fiocco un prodotto per una proposta adeguata, che hai contrattato (win-win) e senza dimenticare che esiste si un’offerta d’acquisto, ma di solito le offerte le fa chi vuole (deve) vendere e la controparte può reagire con una controproposta.

Domanda: sul risultato della ricerca e mappatura fatta (if any) di potenziali acquirenti, a quanti di questi è stata inviata un’offerta di vendita (per iscritto) menzionando tutti i vantaggi immaginabili?

Purtroppo siamo Italiani, nella norma il peggior venditore sulla faccia della terra, atrofizzati nel mondo dei bandi di concorso, dove il cliente (o interessato) viene a cercarmi e se non li legge, peggio per lui.

Comunque io son furbo e con questo gesto, anche se vicino all’estrema unzione, dimostro la massima trasparenza, tanto l’UE ha l’anello al naso.
 
OKOK, mi offro io.
Compro AZ in blocco se mi danno 3 miliardi e carta bianca sul licenziamento immediato di chi mi pare e sulla possibilità di dare un calcione nel bip del sindacalista di turno.
A queste precise condizioni, NON TRATTABILI, acquisto tutta Alitalia personalmente.
 
... e intanto iniziano a darsi da fare all'estero:

Alitalia: debiti in Israele
Posti sotto sequestro conti e beni della compagnia nel Paese
(ANSA) - GERUSALEMME 21 SET - I conti bancari e proprieta' dell'Alitalia in Israele sono stati posti sotto sequestro a causa di un debito di mezzo mln di dollari. Secondo il quotidiano finanziario The Marker, la richiesta di sequestro e' stata fatta dall'ente aeroportuale israeliano dopo l'annuncio del responsabile della gestione commissariale della compagnia in Italia che saranno onorati solo i debiti maturati dal 29 agosto in poi. La direzione dell'Alitalia in Israele afferma di non aver ricevuto alcun avviso.
 
... e intanto iniziano a darsi da fare all'estero:

Alitalia: debiti in Israele
Posti sotto sequestro conti e beni della compagnia nel Paese
(ANSA) - GERUSALEMME 21 SET - I conti bancari e proprieta' dell'Alitalia in Israele sono stati posti sotto sequestro a causa di un debito di mezzo mln di dollari. Secondo il quotidiano finanziario The Marker, la richiesta di sequestro e' stata fatta dall'ente aeroportuale israeliano dopo l'annuncio del responsabile della gestione commissariale della compagnia in Italia che saranno onorati solo i debiti maturati dal 29 agosto in poi. La direzione dell'Alitalia in Israele afferma di non aver ricevuto alcun avviso.

Gli aerei no? :D
 
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Alitalia: debiti in Israele
Posti sotto sequestro conti e beni della compagnia nel Paese
(ANSA) - GERUSALEMME 21 SET - I conti bancari e proprieta' dell'Alitalia in Israele sono stati posti sotto sequestro a causa di un debito di mezzo mln di dollari. Secondo il quotidiano finanziario The Marker, la richiesta di sequestro e' stata fatta dall'ente aeroportuale israeliano dopo l'annuncio del responsabile della gestione commissariale della compagnia in Italia che saranno onorati solo i debiti maturati dal 29 agosto in poi. La direzione dell'Alitalia in Israele afferma di non aver ricevuto alcun avviso.

iniziamo!
 
Ora iniziano ancora a guardarsi in giro?
Ma non avevano detto o CAI o fallimento?

Un'altra cosa che mi lascia stranito è il fatto che tutti sembrano operare per convincere i sindacati ad accettare il piano CAI.

Ma CAI non ha ritirato quell'offerta? A rigor di logica se anche i sindacati accettassero tutto, quel piano non esiste più e nessuno lo offre più.

La logica direbbe questo.
 
ma in realtà ognuno cerca di convincere tutti: i sindacati non firmatari a firmare, e CAI a non tirarsi veramente indietro.
una domanda

se per ipotesi (ammetto ipotesi remotissima) all'annuncio di Fantozzi si presentasse un tizio qualunque che alle condizioni date a CAI compra il carrozzone, che succederebbe? quale sarebbe l'iter? dopotutto, formalmente, la proposta CAI è decaduta (o no? vedi sopra...:D)
 
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Alitalia: debiti in Israele
Posti sotto sequestro conti e beni della compagnia nel Paese
(ANSA) - GERUSALEMME 21 SET - I conti bancari e proprieta' dell'Alitalia in Israele sono stati posti sotto sequestro a causa di un debito di mezzo mln di dollari. Secondo il quotidiano finanziario The Marker, la richiesta di sequestro e' stata fatta dall'ente aeroportuale israeliano dopo l'annuncio del responsabile della gestione commissariale della compagnia in Italia che saranno onorati solo i debiti maturati dal 29 agosto in poi. La direzione dell'Alitalia in Israele afferma di non aver ricevuto alcun avviso.

Da domani verranno sospesi i voli su TLV ?
D.
 
Segnalo l'editoriale del Corriere di oggi, a firma di un gran conoscitore dei sindacati italiani. Una risposta a Scalfari e a tutti quelli che speravano e sperano in proposte perfette in luogo di quelle praticabili di AF e CAI, messi KO già col primo paragrafo:

Da Spinetta a Colaninno: due trattative, stesso film
di DARIO DI VICO

Ma davvero l'arrivo di un compratore straniero risolverebbe per incanto il rebus Alitalia? Di fronte alla clamorosa incapacità dei sindacati di decidere l'avvio di una nuova fase, un'ipotetica trattativa con Lufthansa o Air France risolverebbe d'incanto tutti i problemi? Oppure il sindacalismo italiano sta solo giocando a rimpiattino pur di non rimettere in discussione il consociativismo aereo che governa da decenni la nostra compagnia di bandiera?

Per cercare di rispondere a queste domande varrà la pena ripercorrere il film degli ultimi giorni della trattativa con Cai e raffrontarlo con quanto accadde nell'aprile scorso quando il potenziale acquirente si chiamava Jean-Cyril Spinetta e aveva i galloni di numero uno del potentissimo network Air France-Klm. Partiamo da sabato sera 13 settembre quando al ministero del Lavoro a Roma i tre segretari generali di Cisl, Uil e Ugl (Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Renata Polverini) e il segretario della Filt-Cgil Fabrizio Solari incontrano i rappresentanti della cordata capeggiata da Roberto Colaninno. In una riunione di quelle che in gergo si chiamano «ristrette» si giunge a concordare due documenti distinti, uno che contiene i principi del Piano industriale e l'altro che invece riassume i punti chiave del nuovo contratto di lavoro. I quattro rappresentanti dei grandi sindacati siglano entrambi i documenti e, ormai a notte inoltrata, si danno appuntamento al pomeriggio della domenica per firmarli definitivamente. La riunione inizialmente prevista per le 18 slitta di un'ora e poi ancora di altre tre.

La novità è rappresentata dalla presenza al tavolo del leader della Cgil, Guglielmo Epifani, presenza che gli altri sindacalisti mostrando un certo fiuto giudicano da subito un'incognita. Nel suo intervento Epifani pone alcuni problemi di definizione del contratto e la replica di Colaninno sostanzialmente verte su un unico concetto: vogliamo introdurre in Alitalia i principi del contratto vigente per i dipendenti Air One anche perché quel documento è stato a suo tempo negoziato con i sindacati di categoria aderenti alle confederazioni. La discussione va avanti fino a circa le 2 di notte e la riunione si scioglie con la stesura di un comunicato congiunto. Le quattro confederazioni ribadiscono di essere d'accordo sul Piano industriale e si danno appuntamento a tempi brevissimi per ultimare il lavoro sul contratto. Dopo una nuova riunione condotta per lo più dai tecnici di entrambe le parti, mercoledì 17 il negoziato si sposta a Palazzo Chigi. E' presente il sottosegretario Gianni Letta e per la Cgil torna Solari.

Colaninno apre la riunione con un ampio intervento nel quale spiega la filosofia della sua avventura imprenditoriale. Afferma di credere nell'impresa in cui si è gettato e sostiene anche di non voler entrare in Alitalia «contro i lavoratori». Chiede dunque un clima di cooperazione senza però nessuna alterazione dei ruoli. «Gli imprenditori fanno gli imprenditori e i dipendenti fanno i dipendenti. E questo riguarda anche i piloti che non possono parlare come fossero un'associazione professionale». I guai di Alitalia, chiude Colaninno, derivano anche da una confusione che si è protratta per troppo tempo. Prende la parola il comandante Fabio Berti e ripropone la sua visione della compagnia e del ruolo dei piloti e ciò presta il fianco a una replica di Colaninno. «Il vostro discorso dimostra una filosofia opposta alla mia, non potete pensare di determinare le carriere e se vi ho offerto un contratto da dirigenti è perché comunque considero i dirigenti come dei dipendenti che non si sostituiscono all'imprenditore».

Entra in scena a questo punto Letta che giudica l'intervento di Colaninno come un chiaro appello alla collaborazione tra le parti e rivolto ai rappresentanti delle nove sigle sindacali presenti dice che «ciascuno di voi deve dire se si riconosce o no in questa filosofia e se ha intenzione di firmare entrambi i documenti». Piano industriale e nuovo contratto. Letta fissa anche un termine per questo pronunciamento: entro le 16 dell'indomani giovedì 18, orario e data fissati per l'assemblea di Cai. Dopo Letta chiedono di parlare Bonanni, Polverini e Angeletti che, con accenti diversi, dichiarano di condividere il discorso di Colaninno e confermano il loro sì. Parla anche Solari: «Debbo dire con rammarico che condivido gran parte delle cose dette da Colaninno. Anch'io sono per il rispetto dei ruoli e dei conti aziendali, questa filosofia è anche la nostra». Aggiunge però che in un'azienda di volo è decisivo il coinvolgimento e il consenso dei piloti e conclude così: «Chiedo un ultimo tentativo di riagganciare il negoziato e di coinvolgere chi non ha ancora espresso il suo consenso. Se questo ultimo tentativo non dovesse andare in porto ne prenderò atto ma almeno sarò in pace con la coscienza».

Le parole di Solari vengono apprezzate dai presenti che le giudicano anche come una sostanziale adesione pur mitigata da alcuni distinguo. Prima che la riunione si sciolga Letta prende di nuovo la parola e riepiloga il lavoro fatto. Alcune risposte sono state chiare, altre vanno interpretate, altre sono state negative, «ora invito tutti a formulare una risposta scritta entro le 16 di domani». Lasciato Palazzo Chigi dai partecipanti alla riunione comincia il balletto delle dichiarazioni stampa che in buona sostanza fanno emergere chiaramente i mal di pancia in casa Cgil che si concretizzano con una notizia: giovedì alle 12 Epifani scriverà una lettera a Colaninno nella quale esporrà il punto di vista definitivo della sua confederazione. La lettera arriva alle 13.30 e contiene espressioni giudicate positive: «Le confermo la nostra adesione e la nostra firma all'accordo quadro», «insieme le confermo l'adesione e la firma del contratto per il personale di terra, dove tuttavia le chiedo che venga ripristinata una effettiva invarianza della condizione retributiva dei lavoratori a reddito medio/basso». Epifani prende atto delle disposizioni sul personale di volo e invita Colaninno a riflettere che si tratta di lavoratori non rappresentati dal sindacato confederale e conclude: «A partire dal giorno dopo la conclusione di questa fase continueremo a lavorare perché sia possibile quel consenso sociale più ampio di cui un'azienda di trasporto ha bisogno».

La lettera viene interpretata dagli uomini di Colaninno come un'adesione e lo stesso Letta si sbilancia a dire che «la quarta firma c'è». Ma è in arrivo un colpo di scena: mentre sta iniziando l'assemblea arriva a Colaninno e al governo una seconda lettera firmata da sei sigle (Filt-Cgil, Anpac, Unione Piloti, Anpav, Avia e Sdl) che di fatto chiede la riapertura del negoziato. Il presidente di Cai interpreta la missiva come una controproposta che azzera tutto il lavoro di mediazione svolto. E manda all'aria il negoziato con la Cai e dà il via ai festeggiamenti di piloti ed hostess che salutano il fallimento del piano Fenice come se avessero vinto la Coppa del Mondo. Ma non era successo qualcosa del genere già cinque mesi prima? Il 2 aprile i protagonisti della trattativa per salvare l'Alitalia erano gli stessi rappresentanti sindacali ma dall'altra parte del tavolo c'era un signore arrivato da Parigi per comprare la compagnia italiana e inserirla mel maggior network aereo mondiale.

Ma Spinetta come Colaninno rappresentava una minaccia per il consociativismo aereo e in qualche maniera anche lui andava abbattuto. Basta prendere in mano la «nota unitaria» emanata da Filt Cgil, Anpac, Unione Piloti, Anpav, Avia, Sdl in quell'occasione assieme ai sindacati di categoria della Cisl e della Ugl, per constatare molte analogie. Anche in quel caso il documento stilato dalle sigle sindacali aveva un obiettivo preciso, fermare il negoziato presentando una sorta di contro-piattaforma che qualcuno definì «proposta killer». La tattica di marzo-aprile è stata identica a quella di settembre. Si tratta, si mostrano delle aperture ma al momento giusto arriva il rilancio finalizzato a far scappare a gambe levate il compratore. Ieri Spinetta oggi Colaninno, che posti di fronte all'aut aut sindacale hanno fatto ricorso pressoché alle stesse parole per gettare la spugna («tutto questo contrasta con la mia cultura d'impresa»).

Nel caso Air France l'improvviso cambio di rotta arrivò dopo 15 giorni di negoziato nel corso del quale il sindacato aveva ottenuto molto dai francesi. Per motivare il no allora i piloti arrivarono a dire che per un problema di dignità professionale non potevano andare in Cassa integrazione come tutti gli altri lavoratori. L'azzeramento della trattativa con i transalpini determinò poi le dimissioni dell'amministratore delegato di Alitalia, Maurizio Prato, e fu commentato dall'allora premier Romano Prodi con parole (profetiche) che oggi dovrebbero far riflettere: «I sindacati hanno rotto una trattativa seria, ora se ne devono assumere le responsabilità». Corsi e ricorsi, viene da commentare.
 
Bella segnalazione Boeing747, quando si leggono articoli così
ritorna la speranza che qualcosa possa cambiare in questo nostro Paese che è ancora alle prese con un sindacato rimasto indietro di almeno 25 anni... chiudo qui per non farmi rimuovere il messaggio dall'amministratore.
 
... e intanto iniziano a darsi da fare all'estero:

Alitalia: debiti in Israele
Posti sotto sequestro conti e beni della compagnia nel Paese
(ANSA) - GERUSALEMME 21 SET - I conti bancari e proprieta' dell'Alitalia in Israele sono stati posti sotto sequestro a causa di un debito di mezzo mln di dollari. Secondo il quotidiano finanziario The Marker, la richiesta di sequestro e' stata fatta dall'ente aeroportuale israeliano dopo l'annuncio del responsabile della gestione commissariale della compagnia in Italia che saranno onorati solo i debiti maturati dal 29 agosto in poi. La direzione dell'Alitalia in Israele afferma di non aver ricevuto alcun avviso.

Ecco i primi risultati dei lavoro dei Sindacati (Categoria e CIGL)

Cmq sarei curioso di riferire personalmente sta news agli esultatori folli (tanto per essere educato)... Ah no non serve loro volevano il fallimento! Ora riesulteranno un po che si inizia il percorso verso i sequestri pre fallimento!!!

Vergogna e orrore!
 
Secondo me già dai voli ce partono domani (si capiranno molte cose.
Se è vero che il grounding ci sarà fra 2-3 giorni secondo me qualche intercontinentale domani non partirà
d.
 
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Mi pare di aver letto (tra le tante cose scritte ultimamente) una dichiarazione di Fantozzi in tal senso...ma mi riservo il beneficio del dubbio.

sarebbe il compito di Fantozzi cercare di tenere in vita Az più alungo possibile cercando di vendere al miglior offerente ciò che ne rimane e non ci sono date di scadenza ne limiti al suo mandato
vista la sua passività mi sembra che tra un po da vendere ci sarà ben poco

e cmq l'osso AZ è troppo appetitoso perchè i nostri intrepidi imprenditori della CAI se la facciano sfuggire ,
prevedo , come il mago otelma , riavvicinamenti a breve
 
ROMA (21 settembre) - Il ministro dei trasporti Altero Matteoli non vede alternative alla sigla da parte dei sindacati dell'accordo con Cai per salvare Alitalia, altrimenti «fra qualche giorno metteremo gli aerei di Alitalia a terra come vuole la legge». «L'unica possibilità - sostiene Matteoli in un'intervista al Sole 24 ore - è che tutte le sigle sindacali firmino l'accordo. Ieri, quando ho visto l'adesione dell'Anpav, ho sperato che qualcosa si muovesse, ma oggi non si è mosso niente e il tempo è scaduto». Il governo, spiega il ministro, può tentare di chiamare di nuovo al tavolo la cordata degli imprenditori, ma solo dopo che tutte le sigle avranno firmato l'accordo. «Se da parte sindacale non si capisce cosa è successo e qual'è la situazione tutto è inutile».
 
sarebbe il compito di Fantozzi cercare di tenere in vita Az più alungo possibile cercando di vendere al miglior offerente ciò che ne rimane e non ci sono date di scadenza ne limiti al suo mandato
vista la sua passività mi sembra che tra un po da vendere ci sarà ben poco

e cmq l'osso AZ è troppo appetitoso perchè i nostri intrepidi imprenditori della CAI se la facciano sfuggire ,
prevedo , come il mago otelma , riavvicinamenti a breve

già anpav ha abbassato le orecchie, cgil lo ha fatto oggi....
 
No, a suo tempo un tale, Presidente del Consiglio, Romano Prodi, disse testualmente, dopo la rottura delle trattative AF-AZ: «I sindacati hanno rotto una trattativa seria, ora se ne devono assumere le responsabilità». La fonte è il Corriere di oggi. Spero si smetta di dire che i sindacati non hanno fatto fallire la trattativa con Air France. Con CAI poi è inutile negarlo.

E' ora di chiarire una volta per tutti, di chi è stata la colpa dell'uscita di AF e io ci metto anche voi alcuni di voi che non leggono o fanno finta di non capire

Berlusconi: diremo no ad Air France
Repubblica — 29 marzo 2008 pagina 4 sezione: ECONOMIA

ROMA - Se il centro-destra vincerà le elezioni, con Air France non se ne farà nulla. Alitalia non passerà ai francesi perché l' offerta messa sul piatto da Spinetta è «offensiva» e le condizioni dettate dal manager d' oltralpe sono «irricevibili e inaccettabili». Se a qualcuno fosse rimasto un minimo dubbio sul peso assunto dalla questione Alitalia in campagna elettorale, Silvio Berlusconi, leader del Pdl, ieri ne ha fatto piazza pulita. Il suo discorso è stato molto diretto: «Non vogliamo che Alitalia sparisca o venga assorbita da Air France - ha precisato - lo diciamo chiaro anche agli amici francesi: quando saremo al governo non vorremo concludere una trattativa alle condizioni che abbiamo conosciuto fin qui».


«Uscivamo da una difficile trattativa con Air France», ha dichiarato il segretario dell'Anpac, Fabio Berti. «Berlusconi ci aveva dato delle garanzie e ci avevamo creduto, ora deve intervenire personalmente o tramite il sottosegretario Gianni Letta che ha dimostrato buonsenso. Siamo disposti a fare sacrifici, ma vogliamo vedere un piano serio, un segnale, un'apertura anche piccola. E invece siamo di fronte a una chiusura totale. Non ce lo aspettavamo da questo governo che ha sempre mostrato attenzione per i piloti».

Da finanzaonline.
 
@FL370 che assist...

ALITALIA/ BERLUSCONI: HO EVITATO LA CATASTROFE
Si è interrotta trattativa irricevibile

Roma, 3 apr. (Apcom) - "Ho evitato la catastrofe". Così Silvio
Berlusconi è
tornato sul caso Alitalia e sul fallimento della trattativa con Air
France.
Intervenendo ad una cena elettorale in sostegno della candidatura
di Alfredo
Antoniozzi, Berlusconi ha sottolineato che "la già difficile
situazione
poteva - ha spiegato - farsi più grave. Almeno ho evitato la
catastrofe".
 
Stato
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