Situazione AZ dopo il ritiro di CAI


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
allora pilotate e non vogliate mettere becco nei piani industriali :D
Adesso qualcuno risponde che i sindacati dei piloti non l'hanno mai fatto, né hanno mai cogestito l'azienda, e nemmeno hanno mai posto veti su decisioni di esclusiva spettanza del management. Poi qualcuno a ruota attacca con la produttività calcolata non si sa come, scopriamo che è superiore alla media europea e perfino che AZ è sottorganico. A quel punto facciamo un bell'applauso e se serve baciamo la pantofola.

Nel frattempo attendiamo la nazionalizzazione di AZ o che compratori diversi da CAI facciano a botte per la "grande compagnia" senza cui casca il mondo, tanto l'UE non esiste e la cassa da bruciare è senza fine.

:D
 
Adesso qualcuno risponde che i sindacati dei piloti non l'hanno mai fatto, né hanno mai cogestito l'azienda, e nemmeno hanno mai posto veti su decisioni di esclusiva spettanza del management. Poi qualcuno a ruota attacca con la produttività calcolata non si sa come, scopriamo che è superiore alla media europea e perfino che AZ è sottorganico. A quel punto facciamo un bell'applauso e se serve baciamo la pantofola.

Nel frattempo attendiamo la nazionalizzazione di AZ o che compratori diversi da CAI facciano a botte per la "grande compagnia" senza cui casca il mondo, tanto l'UE non esiste e la cassa da bruciare è senza fine.

:D

Mi sa che non risponde nessuno quando non conviene....
 
Adesso qualcuno risponde che i sindacati dei piloti non l'hanno mai fatto, né hanno mai cogestito l'azienda, e nemmeno hanno mai posto veti su decisioni di esclusiva spettanza del management. Poi qualcuno a ruota attacca con la produttività calcolata non si sa come, scopriamo che è superiore alla media europea e perfino che AZ è sottorganico. A quel punto facciamo un bell'applauso e se serve baciamo la pantofola.

Nel frattempo attendiamo la nazionalizzazione di AZ o che compratori diversi da CAI facciano a botte per la "grande compagnia" senza cui casca il mondo, tanto l'UE non esiste e la cassa da bruciare è senza fine.

:D

b747 le colpe del passato dei sindacati ci sono eccome.
ma oggi è diverso,per quanto mi riguarda c'è un attacco ingiustificato contro i naviganti.ed io li e mi difendo.
volete prendere az bella e ripulita?va bene, ci siamo, collaboriamo. ma prendere la gente per il collo no...

poi se vuoi baciare la pantofola...:D

p.s. purtroppo dubito che qualcuno faccia a botte per az,anche se non è detto.ripulita dai debiti potrebbe essere molto interessante per qualcuno SERIO..
 
allora pilotate e non vogliate mettere becco nei piani industriali :D

non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire

hai strumentalizzato (cosa che ti riesce pittosto bene) la mia frase sulla produttività del lavoratore.Rileggila 100 volte,poi rileggi 100 volte quello che hai scritto,se trovi delle connessioni tra i due discorsi (e ti assicuro che sono ben separati) sei meglio di Silvan...
 
non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire

hai strumentalizzato (cosa che ti riesce pittosto bene) la mia frase sulla produttività del lavoratore.Rileggila 100 volte,poi rileggi 100 volte quello che hai scritto,se trovi delle connessioni tra i due discorsi (e ti assicuro che sono ben separati) sei meglio di Silvan...
nn ho strumentalizzato...a ognuno il suo lavoro. Punto!
Il pilota piloti, il manager faccia il manager
 
b747 le colpe del passato dei sindacati ci sono eccome.
ma oggi è diverso,per quanto mi riguarda c'è un attacco ingiustificato contro i naviganti.ed io li e mi difendo.
volete prendere az bella e ripulita?va bene, ci siamo, collaboriamo. ma prendere la gente per il collo no...

poi se vuoi baciare la pantofola...:D

p.s. purtroppo dubito che qualcuno faccia a botte per az,anche se non è detto.ripulita dai debiti potrebbe essere molto interessante per qualcuno SERIO..

smack!

e comunque AZ fa gola,lo dimostra il fatto che 16 "imprenditori" (ahahaha) (uno con la fedina penale più sporca dell'altra,per ricordarvelo :D) infatti se la vogliono cuccare a ZERO,vogliono schiavizzare i dipendenti (non solo i piloti,ma anche personale di terra,meno specializzato del personale navigante in molti settori,sottopagato e stagionale cronico...indi per cui ricattabilissimo-ecco il motivo delle firme-)...di contro vogliono CONTINUARE ad appioppare a VOI i problemi...avete capito bene proprio a VOI cittadini incazzati per aver dato sempre ad AZ...continuerete a dare e Colaccino ringrazia.

OT-Prima al telefono con un amico (non pilota,non av,che non è nulla nel trasporto aereo) abbiamo concordato che domani andiamo da berlusca...offriremo 2 scudi (le vecchie 10 mila lire) a testa...piano aziendale finto,esuberi a go-go....vediamo che ci dice,tanto se ha detto si a quei 16,dirà si anche a noi dato che è un piano equivalente :D - FINE OT
 
comunque 15 "imprenditori",1 lo salvo eccome,è uno che di aerei ci capisce...;) e infatti lo avevano relegato per paura facesse qualcosa di sensato :D
 
già finiti gli argomenti concreti per ribattere?:D

p.s. mi ero dimenticato rumeni e polacchi spero non si arrabbino:D


Non dovevi essere a DXB?
Su dai non ci snobbare..viene anche da noi..
Guarda che di là ci sono i veri nemici del trasporto aereo in questo paese.
Appena hanno cantato: prendete il terno gli italiani gli hanno dato retta ed hanno assaltato i treni.
La cosa non è da poco perchè i tuoi colleghi con la piazzata di FCO sono riusciti nel miracolo di dare appeal a FS: Moretti ringrazia.
d.
 
nicolap (alias gesù cristo perchè tutto dispone) evita tu di dare giudizi (e/o sentenze mooolto azzardate) ai forumisti. Lo hai fatto a me ieri sera lo stai facendo ancora. Ti ricordo che SEI e SIAMO in un forum pubblico. Tu intanto comincia a rispettare il sacrosanto diritto di poter esprimere la propria opinione. Che è cosa ben più importante di tutte le cose che vengono dette.
;)

mi scuso con i moderatori per l'OT... ma "quando ce vuo... ce vuo!"

Hai ragione, chiedo scusa.

Avremmo perso le perle di raffinatezza che hanno seguito.
 
Poichè fino ad oggi si è sentito parlare di nazionalizzazione, ciò sembra ridicolo nel 2008 (tranne che per i regimi comunisti).


un pò come quello che accade nell'ultimo baluardo del comunismo

da Il Giornale

Con il Piano Marshall, l’America aveva ricostruito l’Europa devastata dalla Seconda guerra mondiale. Con una cifra 10 volte superiore alla spesa di allora, l’America prova oggi a cementare le proprie fondamenta economico-finanziario, dove l’acqua della crisi si è infiltrata minacciandone le strutture portanti. Potrebbe infatti costare 1.000 miliardi di dollari, per intenderci la stessa cifra con cui il Fmi ha stimato le perdite globali da subprime, lo sforzo da New Deal del terzo millennio con cui Washington intende mettere fine a una delle pagine più nere della storia Usa.
L’imperativo è estirpare il tumore prima che sia troppo tardi, liberando le banche da tutte le scorie velenose accumulate, proteggendole con un fondo-paracadute. Come quello che servì negli anni ’80 a reagire al catastrofico momento di 1.400 casse di risparmio. A questo primo pilastro, annunciato giovedì sera, ne è stato aggiunto ieri un secondo sotto forma di un altro fondo da 50 miliardi che servirà a sostenere i fondi monetari, sottoposti all’ondata dei riscatti da parte dei risparmiatori. Misure di emergenza dal costo altissimo, a carico delle casse federali e, in definitiva, dei già indebitatissimi americani.
Ma non c’era altra scelta. Anche se l’interventismo statale può apparire eccessivo, considerate la recente nazionalizzazione di Aig e l’aver messo sotto tutela Fannie Mae e Freddie Mac, e cozzare contro i principi del liberismo. «Non c’era scelta»: è questo che George W. Bush ha detto ieri a chiare lettere, sottolineando come la gravità della situazione imponga «azioni senza precedenti. Il rischio di non intervenire in modo deciso in questo momento - ha aggiunto - sarebbe ancora peggiore». Il presidente, spalleggiato ieri da tre «angeli custodi» come il segretario al Tesoro, Henry Paulson, il capo della Fed, Ben Bernanke, e quello della Sec (la Consob Usa), Christopher Cox, ha ammesso che il piano d’intervento federale «pone una notevole quantità di denaro dei contribuenti» in gioco, mostrandosi tuttavia fiducioso sulla possibilità di «poter recuperare la maggior parte dei soldi dei contribuenti».
Se il presidente Usa ha evitato di entrare nel dettaglio dei costi, meno evasivo è stato Paulson, che ha parlato di «centinaia di miliardi di dollari». Ancora più precisa la stima del senatore repubblicano Richard Shelby, numero due della commissione Bancaria: «Credo che costerà almeno 500 miliardi - ha detto Shelby alla Abc -, ma se si guarda a ciò che la Fed ha già fatto e all’estensione dei poteri del Tesoro su Fannie e Freddie credo che si parli di circa 1.000 miliardi». I conti fatti da alcuni analisti sono anche più salati e si spingono fino a 1.200 miliardi: 800 per il maxi-fondo destinato a ripulire i bilanci bancari e altri 400 per assicurare i depositi.
Paulson, ex guru di Wall Street, nonché amico personale di Bush (per lui è «Hank»), è comunque convinto che il piano costerà alle famiglie «meno di altre eventuali alternativa». Solo così, d’altra parte, era possibile dare un segnale forte, di massimo impatto ai mercati finanziari. Le soluzioni caso per caso, come quelle adottate nelle scorse settimane, non bastavano più. La fiducia non tornava. Ecco, quindi, l’idea della bad bank, il cestino in cui raccogliere i rifiuti tossici degli istituti di credito; ecco la ciambella di salvataggio lanciata ai fondi monetari, essenziali per riportare equilibrio sui mercati.
Mosse estreme, da approvare prima che il Congresso vada in vacanza, a fine mese, per la pausa elettorale.
Nel briefing ai parlamentari, giovedì a Capitol Hill, Paulson e Bernanke sono stati brutali: in caso di mancato via libera al provvedimento, le conseguenze saranno agghiaccianti.

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siamo proprio provinciali.. noi ci arrabbiamo per i 300milioni e loro parlano di centinaia di miliardi
 
comunque 15 "imprenditori",1 lo salvo eccome,è uno che di aerei ci capisce...;) e infatti lo avevano relegato per paura facesse qualcosa di sensato :D

Infatti è quello che l'affare lo fa comunque

smack!

e comunque AZ fa gola,lo dimostra il fatto che 16 "imprenditori" (ahahaha) (uno con la fedina penale più sporca dell'altra,per ricordarvelo :D) infatti se la vogliono cuccare a ZERO,vogliono schiavizzare i dipendenti (non solo i piloti,ma anche personale di terra,meno specializzato del personale navigante in molti settori,sottopagato e stagionale cronico...indi per cui ricattabilissimo-ecco il motivo delle firme-)...di contro vogliono CONTINUARE ad appioppare a VOI i problemi...avete capito bene proprio a VOI cittadini incazzati per aver dato sempre ad AZ...continuerete a dare e Colaccino ringrazia.

OT-Prima al telefono con un amico (non pilota,non av,che non è nulla nel trasporto aereo) abbiamo concordato che domani andiamo da berlusca...offriremo 2 scudi (le vecchie 10 mila lire) a testa...piano aziendale finto,esuberi a go-go....vediamo che ci dice,tanto se ha detto si a quei 16,dirà si anche a noi dato che è un piano equivalente :D - FINE OT
se facesse gola ci sarebbero le altre compagnie a scannarsi...invece c'è il deserto...al massimo fa gola il mercato italiano
 
Ultima modifica da un moderatore:
Sono convinto che:

1) La CIGL abbia detto "no" per questioni politiche. Un "si" subito avrebbe dato una vittoria politica a Berlusconi troppo scottante.
2) La CIGL oggi ha il paese contro. Gli italiani hanno capito che saranno loro i colpevoli del grounding.
3) La CIGL ha le altre sigle sindacali contro. E con questo rischia di perdere molto potere, indispensabile nella trattativa dei contratti nazionali.
4) La CIGL si trova in una situazione difficile e rischia molto, situazione che non si può permettere. Tornerà al tavolo e accetterà la porposta prima che sia troppo tardi. Ovviamente tramite una "controproposta" quasi uguale alla proposta dell'ultimatum della CAI, che verrà accettata immediatamente dalla CAI, per non passare come pentiti e salvare la faccia.
 
20/9/2008 (7:34) - REPORTAGE - UNA GIORNATA IN AEREO
E in volo esplode la rabbia
"Meritano di andare a casa"

Viaggio con i (pochi) passeggeri,
la grande fuga dalla compagnia

PIERANGELO SAPEGNO
ROMA

L’8 settembre dell’Alitalia potrebbe anche sembrare un giorno come un altro, se non fosse che per tre volte l’abbiamo sentita urlare dai passeggeri la maledizione che segna questo confine della disperazione. «Dovete fallire», sputavano. E’ bastato un ritardo di 20 minuti. Ma una volta l’abbiamo sentito solo perché l’aereo per Torino delle 14,50 non ha aspettato due ritardatari. E’ lì che uno s’accorge che l’8 settembre è la nostra data, quella che ci fa più uguali degli altri, il giorno dei nostri difetti e delle nostre paure, vittime e carnefici di noi stessi. In fondo, l’assistente Arianna, brunetta, così esile e così timida, stava davanti a questa lunga fila di sportelli completamente vuoti dei check-in del terminal A di Fiumicino, e faceva occhi soavi per sottolineare che lei oggi aveva «una gran fiducia nel futuro. Non so perché. Il clima è cambiato, lo sento».

Mentre Simone Mattioli riceveva i giornalisti dietro un cartello che urlava «Me ne infischio dell’italianità. Vive la France», ed era lì a scrinarsi i capelli con uno strano sorriso: «Ce devono rasa’ se vogliono il fallimento. Devono veni’ qui con l’esercito». Loro sono tutti scesi a lavorare, come l’assistente di volo Cesare Albanese e il pilota Giovanni Montagner, come Antonio Di Vietro e gli altri, ma è uno strano giorno questo, senza tanta gente, senza code agli sportelli, senza gli aerei pieni. Perché non c’è nessuno all’8 settembre dell’Alitalia. Sono tutti scappati. Tutti a casa. Lo si capisce già dal mattino presto, senza luce e senza sonno, ore 6,45 all’aeroporto di Torino, volo per Roma, AZ1412: 25 passeggeri soltanto, su 153 o 160 posti. Quello dopo per Napoli è cancellato.

L’altro per Roma, delle 7 e 10, AZ1414 ha 36 passeggeri. Alle 7,40, volo AZ1410, sempre per Roma, sono pochi di più: 51. Mentre Air One più o meno agli stessi orari fa quasi il pieno, con 120 passeggeri ogni volta, come spiega l’addetto di scalo Gianluca Buccheri: «E’ da una settimana circa che si sono invertiti i numeri. Oggi pomeriggio tutti i nostri voli da Roma non hanno neanche un buco libero». Andar giù su Alitalia, però, è una pacchia. Il sedile del 18C è sporco da far schifo, con una bella macchia d’unto in pieno centro, e se fai tanto di dimenticare un attimo i cioccolatini non li ritrovi più, ma l’aereo è così puntuale che arriva 15 minuti prima a Fiumicino, e Alba Fisarotti e le sue assistenti di volo hanno sempre un sorriso per quei pochi cristi che gli hanno dato fiducia. Perché questo strano e incredibile 8 settembre lascia un pubblico diviso, incerto sul suo destino molto più di quanto non lo siano gli stessi lavoratori dell’Alitalia.

C’è la signora di Milano che risponde timorosa dicendo che lei il biglietto l’ha preso anche con il ritorno fra una settimana, perché le sembra impossibile che possa fallire, non riesce a crederci. Valérie Dupont, della televisione svizzera, è lì che gira da una biglietteria a un check-in e finisce per ricevere sempre le stesse risposte, quasi assurde e quasi tenere, di gente che parla a testa bassa, tristemente fiduciosa, perché come nell’8 settembre del lontanissimo 1943 può succedere di tutto, come in effetti sta per accadere anche adesso, e nessuno ci capirà più niente. Bisogna andare nelle altre biglietterie, piene di gente, ascoltare Daniela, di Bologna, che spiega che a lei non gliene frega niente: «Sono cafoni. Maleducati. Spocchiosi. Non riescono proprio a essere gentili. Sicuramente nelle altre compagnie italiane non è così. Io è da un po’ che volo Air One e sto molto meglio».

O Ernesto, di Vicenza: «Io ho cominciato a votare Lega volando con Alitalia: tutta quella cialtroneria romana da raccomandati del Palazzo la trovavo insopportabile. Il mio voto è andato e venuto. Ma Alitalia no, è sempre rimasta la stessa». Così ti accorgi che in questo gran macello dell’8 settembre c’è qualcosa che da dentro non vedono e continuano a non vedere, un patrimonio dilapidato, perduto negli anni, e anche se l’addetto alla operatività di Fiumicino Simone Mattioli ha tutte le ragioni quando dice che «i lavoratori stanno con i lavoratori, e quella di oggi è una liberazione, perché toglietevi dalla testa che quelli là volevano salvarci», alla fine è il mondo capovolto quello che ti resta nelle mani. Sarà un giorno come gli altri, a Fiumicino, anche se non ci crediamo. L’altoparlante dice: «Alitalia volo 3944 per Milano. Imbarco immediato. Uscita...».

Così. Oppure: «Alitalia volo 1753 in paaa... no». Su un aereo troppo vecchio la condensa fa piovere acqua in testa a un passeggero, su un altro il posto 6C è tutto strappato, e su un altro ancora, come racconta Ines («ma è mica matto? Non metta il mio nome»: oggi si va tutti a casa, è l’8 settembre), non avevano tolto nemmeno le briciole per terra. Solo Valérie Dupont non riesce a capire: «Swissair è fallita. La Sabena è fallita. Succede, nel mondo della concorrenza». Lo chiede anche a Iles Braghetto, parlamentare europeo dell’Udc, che sta aspettando il volo Alitalia per Bologna: «Questo è un dramma. Ma dobbiamo imparare anche noi a stare alle regole». Tutto e il contrario di tutto. E’ proprio l’8 settembre. Facciamo in fretta, ragazzi.
 
siamo proprio provinciali.. noi ci arrabbiamo per i 300milioni e loro parlano di centinaia di miliardi

A parte che il fondo di cui si parla nell'articolo non ha nessuna attinenza con la nazionalizzazione, un conto è salvare due colossi dei mutui come Fannie Mae e Freddy Mac che possono avere serie ripercussioni su tutta l'economia statunitense (e mondiale), un conto è nazionalizzare Alitalia (operazione che non ha alcun senso dal punto di vista economico).
 
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