Mi intrometto
Secondo me il problema deve essere estraniato dal contesto aeronautico, ma deve essere piuttosto analizzato dal punto di vista della percezione che "la persona comune" ha del problema.
Non pensiamo ad Alitalia, ma facciamo l'esempio sul mio posto di lavoro, almeno non rischio di fare torto a nessuno o urtare i sentimenti di qualche persona sensibile.
Siamo una azienda di circa 500 dipendenti, ma in realtà facciamo capo ad una azienda molto più grossa, che a sua volta fa capo ad una azienda ancora più grossa
La divisione per la quale lavoro è a diretto contatto con il pubblico, in quanto si classifica come realtà Retail. Questo fa sì che - ogni santo giorno di lavoro - io sia a contatto con il publico, in un certo senso, i nostri passeggeri.
Questi clienti ci giudicano in tanti modi:
- c'è chi è venuto a dirci che non comprerà mai da noi perché siamo di X e facciamo capo a Y
- c'è chi viene a comprare da noi perché apprezza il servizio che offriamo
- c'è chi ci sceglie perché offriamo il prezzo migliore
- c'è chi ci sceglie perché siamo vicini a casa sua
- c'è chi ci ha "provato" ma dice di trovarsi meglio da altre parti
- c'è chi ha abbandonato concorrenti per venire solo più da noi
e così via per altre mille ragioni più o meno razionali o plausibili
Il punto della questione è che noi veniamo costantemente valutati, giorno per giorno, dalla nostra azienda, ma - soprattutto - dai nostri clienti.
Se ad un certo punto i nostri negozi vedessero un costante calo di fatturato per via del fatto che non trattiamo prodotti che la clientela ricerca, si correrebbe ai ripari da parte della struttura sviluppo dell'azienda.
Se ad un certo punto i nostri negozi vedessero un costante calo di fatturato per via del fatto che il servizio offerto non è all'altezza delle aspettative della clientela, si correrebbe ai ripari intervenendo sulla gestione del personale.
In entrambi i casi però il nostro obiettivo (cliente) ha una percezione identica: il servizio offerto non è all'altezza dei competitor. Non importa se per il problema X o Y o Z. Il risultato è che smette di portare il suo business (grande o piccolo da noi) e soprattutto comincia a parlare (male) della nostra azienda.
Restare al passo con i tempi per nessuna attività e facile. Che si vendano pomodori al mercato (tutti vogliono i pachino e io mi ostino a proporre i San Marzano), o computer, o servizi. Tanto meno è facile se il servizio offerto dal front-end è di qualità medio-bassa.
Purtroppo (tornando in argomento) in AZ, la percezione generale è proprio questa. Se interpellate la persona comune - e non voglio intendere mediocre - ha la percezione di una Alitalia allo sfascio. Non si interroga sulle ragioni (e giustamente aggiungo), ma si cura del risultato finale che lui ottiene (o percepisce di ottenere).
Questo non è ovviamente riferibile al singolo dipendente o individuo, ma inevitabilmente si riflette anche su di esso.
Purtroppo di Alitalia si parla spesso in relazione agli assenteismi.
In un'azienda "sana" questo sarebbe INTOLLERABILE.
Di Alitalia si parla spesso di disservizi.
Un'azienda "normale" che avesse uno standard di servizio simile sarebbe già fallita da anni, strangolata dalle regole del mercato che premiano i migliori.
Di Alitalia si parla spesso di problemi sindacali e scioperi
In un'azienda normale, oltre a preservare i diritti dei lavoratori, il sindacato dovrebbe pensare alla buona sorte dell'azienda stessa, perché se questa va con le gambe all'aria, non ci sono poi più i motivi per difendere i diritti di cui sopra
Questa quindi è giustamente l'idea che la persona normale si fa.
Da noi i dipendenti lavorano 6 giorni su 7.
Certi negozi sono aperti dalle 7 alle 23 e quindi è possibile finire in 3 diversi turni.
I negozi stessi chiudono 3 giorni l'anno (25/12, 1/1 e Pasqua).
Capitano "eventi" per i quali si tiene aperto talvolta fino alle 2 del mattino
Capita a volte che un collega sia malato e bisogna fare i salti mortali perché ilnegozio non può stare chiuso o non presidiato
Capita che organizzare i turni di riposo sia un'impresa ciclopica per cercare di far collimare le esigenze di tutti
Quindi, per tirare le somme e non dilungarmi oltre quanto ho già fatto, concludo dicendo ch le problematiche sono spesso comuni a tante diverse realtà. Dappertutto troviamo persone con più voglia di lavorare di altre (anche solo per ambizioni personali). Se però le cose non vanno bisogna prenderne atto e sottoporsi con umiltà al giudizio dei nostri clienti e (laddove possibile, intervenire per quanto nel nostro campo è possibile).
Se poi crediamo che la situazione non sia più di nostro gradimento, beh, ai colleghi che sempre si lamentano dico sempre: nessuno ti obbliga a restare, quella è la porta: vai e cerca miglior fortuna altrove.
Piangersi addosso è inutile.
maclover