Prodi: «Mancano strade per Malpensa»
Il premier frena sulla Grande Milano, ma promette fondi per il metrò. La Moratti: elementi positivi, aspettiamo i fatti
A Milano serve più coraggio. Meno le serve l'istituzione di un'area metropolitana, qualora si trattasse di «un livello di decisione in più». E le potrebbe servire — ma dopo approfondimenti — la stessa facoltà che è stata concessa a Roma: quella di derogare al patto di stabilità in modo da accendere mutui destinati a metropolitane e tranvie.
Romano Prodi è a Milano — insieme a Pierluigi Bersani e Antonio Di Pietro — per la presentazione della territorial review voluta dalla Provincia e realizzata dall’Ocse sull'area metropolitana milanese. «Ho studiato qui tra il 1957 e il 1961 — ricorda il premier — e lo spirito era quello del "siamo ancora un po’ indietro rispetto a New York, ma ci arriveremo». Ecco, quel che difetta oggi a Milano, secondo Prodi, è «quel tipo di fiducia in ciò che si potrà fare». Insomma, «bisogna buttarsi, perché nelle favole del mondo o si è ricordati per qualcosa o si scompare. E se si è ricordati, si torna naturalmente attrattivi». Al contrario, sotto alla Madonnina oggi manca quella «tribù di immigrati di alto livello, quel terziario internazionale vivo che si trova in altre città europee». E poi c’è l’architettura, che «conta moltissimo. Dopo la torre Velasca, io qui non ho visto altri grandi segni».
In ogni caso il governo ha scelto Milano per l'Expo 2015 («e non Torino. Su questo mi sarei aspettato qualche applauso»), e il premier da «sostenitore doveroso» ne è diventato sostenitore «caloroso». Prodi accenna anche a Malpensa, altro fattore competitivo di cui molto si discute: «Il problema è arrivarci. Se si potesse raggiungere rapidamente in treno da tutta la lombardia, sarebbe già decollata da un pezzo».
Se il padrone di casa, Filippo Penati, è acceso sostenitore dell’istituzione dell’area metropolitana, Prodi appare assai più cauto. Perché se è vero che per «Milano, Roma e Napoli c’è bisogno di un governo diverso», prima è necessario «decidere cosa togliere, perché non accetterò mai un livello di governo in più oltre a Ue, Stato, Regione, Provincia e Comune». Penati, tuttavia, si dice pronto a sciogliere la Provincia. «Poi però — osserva Prodi — si istituisce quella di Monza e io mi chiedo se abbia senso un'area metropolitana senza Monza, Varese, Lecco e gli altri polmoni che formano un territorio che è il cuore dell’intera pianura padana?».
Letizia Moratti ha trovato nelle considerazioni del premier «elementi positivi», che «dovranno essere verificati nella riunione del tavolo per Milano» che si svolgerà a Roma giovedì. In particolare il sindaco si attende l’inserimento in Finanziaria delle nuove metropolitane e la possibilità di una deroga agli europaletti sui mutui per gli investimenti. Mentre Roberto Formigoni ha detto di considerare le parole di Prodi «un impegno». Perché il presidente del consiglio, intervistato da David Parenzo su Telelombardia, ha garantito che le risorse «per le priorità scelte dalla Lombardia ci saranno». Certo, senza «fabbricare soldi falsi per Milano».
Dal centrodestra ha preso tra gli altri la parola il coordinatore degli azzurri lombardi Mariastella Gelmini. Che ha parlato di «Caporetto del centrosinistra lombardo».
Secondo l’onorevole, infatti, «Filippo Penati ha speso 200 mila euro per sentirsi dire da Prodi che quello per cui sta lavorando da mesi non si farà mai», ovvero l’area metropolitana. Le ha risposto il segretario della Quercia Franco Mirabelli: «Prodi ha sottolineato la necessità di una governance di area vasta che non vuol dire, come Penati ha più volte ripetuto, un’istituzione che vada ad aggiungersi a quelle attuali».
Corsera Milano