Senza kerosene, jet sequestrato a Fertilia
OLBIA. Il nubifragio fa chiudere l’aeroporto di Olbia per mezzora. Succede giovedì pomeriggio. I voli in arrivo al Costa Smeralda vengono dirottati ad Alghero. Succede, non è la prima volta: se piove troppo, se c’è nebbia o se c’è vento forte, la prassi è questa. Tra i voli dirottati c’è un Air Italy proveniente da Genova. Atterra a Fertilia, ma il comandante, per via del percorso aggiuntivo, si rende conto che non ha carburante a sufficienza per far rientro a Olbia. Allora chiede di poter fare riformimento, ma ottiene dalla società, la Esso, un secco, inaspettato no. «Non riforniamo le società che non hanno un contratto con noi» è la risposta della compagnia petrolifera. Air Italy è una di queste: non ha base ad Alghero, non fa mai scalo lì, se non per le emergenze, come era appunto il caso di giovedì. Non è una bella situazione. I passeggeri non possono scendere dall’aereo, perché, del resto, l’aereo doveva restare sulla pista di Fertilia solo il tempo necessario a far passare il nubifragio che si è abbattuto su Olbia. Comincia a fare caldo, in tutti i sensi, perché il comandante sta faticando non poco per cercare di far capire alla Esso il problema. «Non possiamo mica stare bloccati qui tutta la vita» è il senso delle suo ragionamento. Perché se la Esso non dà il carburante, l’aereo non può decollare. Un ragionamento ovvio, scontato, ma che non trova accoglienza nella società petrolifera. Alla fine, al comandante, non resta altro che rivolgersi all’Enac, l’ente nazionale sull’aviazione civile. Non è una decisione facile da prendere per Vincenzo Fusco, che è il capo dei due scali. Anche perché un fatto così non era mai successo prima. A una situazione inedita, l’Enac risponde con una decisione inedita, e ovviamente Fusco ordina alla Esso, con una comunicazione formale, di rifornire l’aereo dell’Air Italy: l’unico modo per sbrogliare una situazione kafkiana ma che rischiava di degenarere. Per tenere l’ordine pubblico, la Esso è dunque obbligata a vendere il carburante alla compagnia aerea. Fatto il pieno, Air Italy torna a Olbia, sbarca i passeggeri, imbarca quelli diretti a Genova e si alza in volo.
http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2009/08/29/SZ1SC_SZ104.html
OLBIA. Il nubifragio fa chiudere l’aeroporto di Olbia per mezzora. Succede giovedì pomeriggio. I voli in arrivo al Costa Smeralda vengono dirottati ad Alghero. Succede, non è la prima volta: se piove troppo, se c’è nebbia o se c’è vento forte, la prassi è questa. Tra i voli dirottati c’è un Air Italy proveniente da Genova. Atterra a Fertilia, ma il comandante, per via del percorso aggiuntivo, si rende conto che non ha carburante a sufficienza per far rientro a Olbia. Allora chiede di poter fare riformimento, ma ottiene dalla società, la Esso, un secco, inaspettato no. «Non riforniamo le società che non hanno un contratto con noi» è la risposta della compagnia petrolifera. Air Italy è una di queste: non ha base ad Alghero, non fa mai scalo lì, se non per le emergenze, come era appunto il caso di giovedì. Non è una bella situazione. I passeggeri non possono scendere dall’aereo, perché, del resto, l’aereo doveva restare sulla pista di Fertilia solo il tempo necessario a far passare il nubifragio che si è abbattuto su Olbia. Comincia a fare caldo, in tutti i sensi, perché il comandante sta faticando non poco per cercare di far capire alla Esso il problema. «Non possiamo mica stare bloccati qui tutta la vita» è il senso delle suo ragionamento. Perché se la Esso non dà il carburante, l’aereo non può decollare. Un ragionamento ovvio, scontato, ma che non trova accoglienza nella società petrolifera. Alla fine, al comandante, non resta altro che rivolgersi all’Enac, l’ente nazionale sull’aviazione civile. Non è una decisione facile da prendere per Vincenzo Fusco, che è il capo dei due scali. Anche perché un fatto così non era mai successo prima. A una situazione inedita, l’Enac risponde con una decisione inedita, e ovviamente Fusco ordina alla Esso, con una comunicazione formale, di rifornire l’aereo dell’Air Italy: l’unico modo per sbrogliare una situazione kafkiana ma che rischiava di degenarere. Per tenere l’ordine pubblico, la Esso è dunque obbligata a vendere il carburante alla compagnia aerea. Fatto il pieno, Air Italy torna a Olbia, sbarca i passeggeri, imbarca quelli diretti a Genova e si alza in volo.
http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2009/08/29/SZ1SC_SZ104.html