SEA: Bonomi Presidente e D'Alessando a.d.


Citazione:Messaggio inserito da skyrobbie

Rimpiangere Bencini mi sembra eccessivo...è stato un gatto di marmo per tutto il tempo del suo mandato...[V]

Tra Bonomi e Bencini non c'e' paragone, Bencini colui che con Eanc ed Alitalia comunicava solo a mezzo raccomandate A.R. e che quando si presento' la delegazione Singapore Airl. in visita a MXP non aveva tempo per incontrarli (40 persone)...lassam perder che potrei scriverci un libro...
 
Citazione:Messaggio inserito da skyrobbie

@Gianfranco

si appunto...è stato un uomo ombra....credo non abbia mai rilasciato un intervista in tv degna di nota...e il resto, dimentichiamolo è meglio..[V][V][V]

L'unica intervista e' stata quella all'innaugurazione di EasyJet a Milano, peccato che non comprendeva le domande in inglese....[:308]

Hai un pvt su AZ.
 
La sola cosa che posso affermare è che ,ho avuto l'opportunità personale di constatare nella precedente gestione Bonomi:

1) Il grande affiatamento con Reguzzoni Marco, attuale presidente provincia di Varese e per quanto gli possa concernere, sostenitori di MXP senza se e senza ma.

2) L'allora più totale disponibilità nei confronti delle tamatiche legate al territorio.

Spero che tali caratteristiche si siano mantenute e che possano ben conciliarsi, avendone come finalità un corretto sviluppo di MXP come sistema,a partire dai collegamenti terrestri, e conseguente rivalutazione del trasporto aereo come femomeno Italico. Senza suddittanze verso i vari marpioni stranieri.
[:306][:306][:306]
 
Dopo quelle dichiarazioni sul "fiore all'occhiello" di Linate, sui 9 milioni di pax e altro io francamente tutto il vostro ottimismo non lo condivido affatto...

Spero di sbagliarmi.


PS: stendendo poi anche un pietoso velo sull'ex carcerato, ex sindaco di Portofino, ex amico di Craxi, ecc, ecc...
 
LE CINQUE MISSIONI A RISCHIO DELLA SEA

ETTORE LIVINI
Una buona notizia e cinque dossier potenzialmente esplosivi. Giuseppe Bonomi e Roberto D´Alessandro – il nuovo (o quasi) tandem al vertice della Sea – iniziano in questi giorni a lavorare con sul tavolo un´agenda decisamente a due facce. Il fatto positivo è lo stato di salute finanziaria del gruppo. Dalla gestione Bencini ereditano un´azienda che fa soldi: nei primi sei mesi del 2006 ha guadagnato 28 milioni (+5%) con Malpensa e Linate che da gennaio a settembre hanno visto aumentare i passeggeri rispettivamente dell´11,5% e dell´8%. Ma le certezze finanziarie del presente non bastano a nascondere le incertezze di un futuro ancora tutto da scrivere e dove i rischi, al momento, sembrano di gran lunga superiori alle opportunità.
Il caso Alitalia. È il tema più delicato. Malpensa senza Alitalia non sta in piedi. Si può favoleggiare di cederne l´uso ad altre compagnie. Di inventare un vettore ad hoc (l´"Alitalia del Nord" l´ha battezzato Roberto Formigoni) per sostituire quello di bandiera. Ma dirlo è un conto, farlo è un altro. Anzi, è praticamente impossibile dicono i tecnici. Una nuova compagnia non si improvvisa sui due piedi. Ed è difficile pensare che un grande aerolinea sia disposta a prendersi il rischio di un investimento così complesso ed ingente. Il futuro, insomma, è uguale al passato: Alitalia. Se fallisce, la Sea fa la stessa fine. Se finisce nelle mani di Air France i rischi per gli scali milanesi sono alti, visto che il vettore francese lavora già su due sali, Parigi e Lione, competitivi con Milano.
strada per il nuovo tandem di vertice è quindi molto stretta. Negoziare cioè una soluzione per Alitalia che non sia la campana a morto per la Sea. Il tempo non è molto visto che il Governo vuol trovare una soluzione per la compagnia entro fine gennaio. E la distribuzione del maxi-dividendo da 200 milioni dei mesi scorsi – anche se non ha squilibrato i conti – rischia di ridurre i margini di flessibilità di gestione di un´eventuale periodo di crisi.
Linate. Secondo problema, strettamente collegato al primo. Il nuovo management dovrà decidere che fare dell´aeroporto, vittima del suo stesso successo che "svuota" i voli intercontinentali da Malpensa. Il sindaco Letizia Moratti, azionista di controllo di Sea, ha già detto di avere delle idee a proposito. Bonomi e D´Alessandro dovranno tradurle in pratica. Una soluzione praticabile potrebbe essere quella di farne un vero City Airport, con frequenti collegamenti navetta con Roma e le capitali del business europeo ma tagliando la possibilità di stivare bagagli a bordo.
I collegamenti. I problemi che ha vissuto Bonomi all´epoca della disastrosa inaugurazione di Malpensa nella sua prima gestione sono ancora tutti lì. La rete di collegamenti stradali e ferroviari dall´aeroporto a Milano è disastrosa. Lunghissimi i 40 minuti impiegati dal Malpensa Express su rotaia. Impraticabili per diverse ore al giorno causa traffico le autostrade in direzione dello scalo. Altro fattore che convince molti passeggeri a partire da Linate per poi imbarcarsi sui voli intercontinentali da altri paesi europei. E, soprattutto, non si intravedono all´orizzonte soluzioni a questi guasti cronici.
La 248. Una sigla dietro cui si nascondono i famigerati (per gli aeroporti) requisiti di sistema, una nuova norma (loro la chiamano salva-Alitalia) che aumenterà gli oneri finanziari a carico dei gestori sgravando i costi per le compagnie. Quantificare l´impatto adesso per Sea è difficile, visto che il Governo non ha ancora approvato i decreti attuativi. Ma di sicuro sarà un colpo basso per la redditività e un problema in più per il management.
L´handling. È la palla al piede dei conti del gruppo: malgrado una drastica dieta, Sea Handling ha perso ancora nei primi sei mesi dell´anno 21 milioni. Il problema? Deve garantire la manutenzione Alitalia, ha una struttura tarata sui picchi d´attività, poco flessibile e con costi del lavoro molto alti rispetto alla media. Ma un nuovo vertice così "politicizzato" difficilmente avrà il polso per affrontare con decisione questo dossier.


"Collegamenti e satellite per Malpensa"

Bonomi: dialogo sulla terza pista

STEFANO ROSSI
Un discorso orientato allo sviluppo del sistema aeroportuale milanese, sottolineando la necessità di spingere su alcuni aspetti, come il terzo satellite di Malpensa e il collegamento con la Milano-Torino grazie alla bretella Malpensa-Boffalora. Maggior cautela, invece, sul delicato tema della terza pista dello scalo: «Si può fare perché la capacità di traffico dell´aeroporto è tra le priorità ma va discussa con tutti, vogliamo dialogare con chi ci circonda».
Giuseppe Bonomi, reinsediato dal sindaco Moratti come presidente della Sea a otto anni dal primo mandato, si è presentato così, ieri, al primo incontro del tavolo della Regione con i sindaci dei Comuni aeroportuali come Ferno, Somma Lombardo, Lonate Pozzolo. Al suo fianco l´assessore al Territorio, il leghista Davide Boni: «Fisseremo riunioni periodiche per esaminare il livello delle infrastrutture. L´ex presidente Bencini? C´era un ottimo rapporto, ma con gli amici è anche più facile».
Il Piano d´area, chiarisce Boni, va rivisto per «aggiornarne insieme tutti gli aspetti, a cominciare dall´impatto ambientale e dalle norme di salvaguardia». Il sindaco di Somma, Guido Colombo dell´Udc, mette un paletto: «Terza pista? Parliamone pure. Ricordiamo però che abbiamo il problema del rumore».
Bonomi ha già iniziato a lavorare: «Ho incontrato l´amministratore delegato D´Alessandro (che ha le deleghe operative più robuste, ndr) e ho trovato un cda compatto. Malpensa va valorizzata e non vedo come Alitalia potrebbe abbandonarla. La compagnia è il nostro maggior cliente, ci auguriamo esca dalla crisi e con il nuovo piano industriale, a gennaio, ne sapremo di più». Il suo nome non era nel bando comunale, è una nomina irregolare? «Un ingresso per cooptazione non è nuovo in Sea, è già successo in passato. D´Alessandro e io siamo già nella pienezza dei poteri».

(La Repubblica - Milano)

CIAO
_goa
 
L´AMARCORD

Il manager nominato alla testa della Sea a Milano ventidue anni fa, aveva scosso il porto e la città

I LIBRI BLU

C´era una volta Roberto D´Alessandro e quella speranza di svegliare la Superba

Forse ci vorrebbe davvero qualcuno che inventasse un libro blu del Duemila, per rilanciare il porto e far decollare un aeroporto sempre più in declino. La nomina di D´Alessandro alla testa della società che gestisce gli aeroporti milanesi, ha riacceso vecchie nostalgie per il manager che Craxi "impose" nel lontano 1984 a un porto asfittico e a una città bloccata sulla nomina di San Giorgio, sul successore del presidente filosofo Giuseppe Dagnino, che aveva regnato diciassette anni di fila. Infatti, c´era una volta D´Alessandro, quel genovese, figlio di un generale dei carabinieri, divenuto un manager rampante in giro per l´Italia e per il mondo e scelto da Bettino Craxi in faccia alla città... Il suo arrivo a San Giorgio provocò una vera rivoluzione e non solo nel porto e nei suoi equilibri cristallizzati nel tempo e nello spazio. Ruppe non solo gli assi del potere, ma anche le convenzioni di comunicazione e di immagine, innestando processi rivoluzionari e vere ecatombi di antichi sistemi di organizzazione del lavoro. L´allora presidente dell´Associazione Industriali, il Riccardo Garrone I, si dimise per protesta contro quella nomina calata dall´alto sulla città e che aveva fatto sfiorire una celebre rosa di candidati per quel posto che gli imprenditori avevano offerto ai politici e nella quale comparivano personaggi come Attilio Oliva e Enrico Zanelli. D´Alessandro inaugurò il suo corso con quel vento contrario e nella diffidenza di una classe politica, nella quale proprio il Psi del capo che lo aveva prescelto sembrava il più perplesso. Allora i leader erano veri e propri giganti in piazza Posta Vecchia, Rinaldo Magnani che poi si sarebbe seduto sullo stesso trono del supermanager per completarne il percorso, Delio Meoli, Francesco Fossa e Fulvio Cerofolini, il sindaco che stava per concludere il suo decennio.
Introducendo sulle banchine il principio economico base, che ogni attività ha un costo industriale sul quale vanno misurati i bilanci e i programmi, D´Alessandro incominciò a rivoltare i moli genovesi. Gli effetti principali furono due: la sua immagine divenne la bandiera della trasformazione, attraverso un meccanismo di comunicazione fino ad allora ignoto e tra lui e Paride Batini, il console dei camalli, si creò una rivalità storica che non ha mai avuto paragoni nella Superba e che solo il cardinale principe Giuseppe Siri riuscì alla fine a comporre con quella famosa frase rivolta al presidente del Cap: "Guardi che anche questa gente deve mangiare".
Lo sconquasso in una Genova appena uscita dagli anni di piombo e infilata fino al collo nella fine dell´era industriale matura provocato dai libri blu, sarebbe durato a lungo, anche quando l´effetto sorpresa incominciò a mitigarsi, le contese a inasprirsi, le invidie a raggelarsi e il porto, lentamente, a disincagliarsi. L´amarcord contiene una inevitabile nostalgia. Quel manager, il suo metodo, quel periodo racchiudevano una speranza che oggi, ventidue anni dopo, è molto più difficile da rintracciare.
(f. m.)

(La Repubblica - Genova)

CIAO
_goa
 
Citazione:Messaggio inserito da TW 843

Dopo quelle dichiarazioni sul "fiore all'occhiello" di Linate, sui 9 milioni di pax e altro io francamente tutto il vostro ottimismo non lo condivido affatto...

Spero di sbagliarmi.
...
E' un politico. Non aspettarti che dica quello che pensa ...
Non dirà mai come Presidente SEA: "Ruspe a LIN", anche se queste fossero già in viaggio ...

Spero di NON sbagliarmi. :D:D:D


Quanto all'AD, mi fa piacere trovare conferma che D'Alessadro sia stato colui che ha impostato il rilancio del Porto (mi ricordavo le date ma non i nomi), un successo che ha pochi eguali in Europa e che ha cambiato il volto e il carattere di una città, Genova.

Azioni molto meno drastiche costituirebbero un grosso rilancio della SEA, anche sul piano dell'immagine e dell'innovazione; ora non si capisce se è più addormentata l'azienda o il suo Presidente dimissionato.
 
Citazione:Messaggio inserito da goafan

I problemi che ha vissuto Bonomi all´epoca della disastrosa inaugurazione di Malpensa nella sua prima gestione sono ancora tutti lì.
Che ci siano problemi e ritardi vergognosi su diversi fronti è un fatto, ma che dall'ottobre 1998 non sia migliorato niente è una puttanata bella e buona.

Marco
 
Citazione:Messaggio inserito da Boeing747

Citazione:Messaggio inserito da goafan

I problemi che ha vissuto Bonomi all´epoca della disastrosa inaugurazione di Malpensa nella sua prima gestione sono ancora tutti lì.
Che ci siano problemi e ritardi vergognosi su diversi fronti è un fatto, ma che dall'ottobre 1998 non sia migliorato niente è una puttanata bella e buona.

Marco

Chi tira fuori il refrein dell'innaugurazione vuol dire che gli rode di come sta' andando avanti Malpensa tra mille difficolta' create da terzi....;)
 
L'articolo dipenge abbastanza bene la situazione: si va avanti a tutta birra macinando tassi di crescita stupendi ma con un sistema malato dall'interno e con nubi pessime all'orizzonte!
Solo se si cura si ha una possibilità di sopravvivere.
 
Ridisegnerò i ruoli di Linate e Malpensa» - di Paolo Stefanato -


Il neo presidente della Sea, Giuseppe Bonomi, promette di favorire le vocazioni dei due aeroporti milanesi per valorizzare entrambi

Paolo Stefanato

da Milano

Giuseppe Bonomi si è insediato lunedì alla presidenza della Sea, un ruolo che aveva già ricoperto tra il 1997 e il 1999. Rientra al gestore aeroportuale milanese forte dell'esperienza maturata poi come numero uno dell'Alitalia, proprio nel momento in cui si discute sul futuro della compagnia all'aeroporto di Malpensa e sul dualismo aeroportuale tra Milano e Roma.
Lei per molto tempo ha sostenuto che Malpensa doveva essere un grande aeroporto hub, e cioè di smistamento di passeggeri; poi ha cominciato a parlare di grande aeroporto intercontinentale. Che differenza c'è?
«Lo sviluppo del trasporto aereo ha portato a superare il concetto di hub, che è stato usato molto negli anni Novanta e poi ha perso mordente a causa della crisi dei vettori nel mondo. È diventato, semplicemente, un termine desueto. Comunque, si usi o non si usi il termine hub, Malpensa è nata per dotare un'area importante del Paese di una struttura che garantisse un'accessibilità intercontinentale diretta che non aveva. Oggi è una realtà e occorre la volontà di svilupparla. Il nostro obiettivo finale resta lo stesso, ed è chiaro che il lungo raggio deve essere alimentato dal breve e dal medio».
Si dice sempre che un grande scalo e una grande compagnia di riferimento sono due fattori reciproci.
«Alitalia per la Sea è il primo cliente e seguo con estrema attenzione gli sviluppi della sua crisi. Attendo il nuovo piano industriale e credo che il risanamento ormai non possa prescindere da una partnership industriale
Un accordo con Air France penalizzerebbe Malpensa?
«Sulla carta sì, ma nel Nord Italia l'Alitalia vende il 62% dei suoi biglietti business».
Come vede il dualismo Malpensa-Fiumicino?
«È uno degli effetti della crisi della compagnia; non è alimentato dai gestori ma dai politici, e sconta la debolezza complessiva del sistema italiano del trasporto aereo. Se Alitalia “ripiegasse” su Fiumicino, come vorrebbero alcuni, non riuscirebbe a gestire tutto il traffico intercontinentale. La realtà è che Alitalia non può rinunciare né all'uno né all'altro, e che il sistema deve cercare uno sviluppo armonico».
Linate è il principale concorrente di Malpensa?
«I criteri di ripartizione del traffico hanno limitato lo sviluppo di Malpensa. Ma oggi non ci sono le condizioni e la coesione politica per ipotizzare un nuovo decreto che risolva i problemi. Dovrà farsene carico la Sea, riflettendo sulle vocazioni dei due aeroporti».
Cioè?
«Abbiamo due “opifici”, Linate e Malpensa, diversi tra di loro,che esigono livelli di servizio diversi, e questo rientra nei compiti della Sea. In tempi brevi individueremo delle soluzioni che permetteranno di riequilibrare la natura - non, si badi, i volumi - del traffico».
Come?
«Linate sarà un gioiello orientato al point to point».
La Sea sarà privatizzata?
«La domanda va posta all'azionista. Le posso dire però che ho trovato una società - e ne rendo merito al mio predecessore - che per molti aspetti agisce con trasparenza e
strutture da società quotata».

Da "IL GIORNALE".
 
alcune cose le ha capite:
-Il lungo raggio è importante e deve essere alimentato dal corto e medio
-Linate limita lo sviluppo di MXP
-Sta per arrivare una tranvata
-La coesione politica è sostanzialmente assente

Non ha capito però:
Che se non cambi i volumi di LIN forse ti libererai di quelli che transitano via Parigi partendo da Milano ma senza p2p su MXP il castello di carte crolla.

interessante come la parola hub sia diventata desueta però bisogna alimentare il lungo raggio con il corto e medio!
A me questa definizione sa molto di hub!!! :D
 
Finalmente una parola a favore del galletto dalle uova d'oro elevandolo a "gioiellino" (questo termine non mi e' nuovo...[:301]).

Bonomi ha capito (come d'altronde ho sempre condiviso ed caldamente suggerito da tempo) che su LIN a parte le regole antirumore ed urbanizzazione in arrivo la carta da giocare e' quella del vero city airport per traffico biz aumentando le sinergie con la GA.

Per alcune rotte e per certe compagnie non sara' piu' conveniente atterrare a LIN ed ancor peggio per quei voli in continuita' dato che lo scalo dovra' previlegiare chi parte da Milano e non viceversa.
SEA sino ad ora nella gestione degli slots cosi come sulle tariffe applicate e' stata equa tra i due scali permettendo alle compagnie aeree certi capricci che sicuramente Bonomi non tollera' piu.
 
Citazione:Messaggio inserito da skyrobbie

sono curioso di vedere le eventuali mosse di AP nel caso dovessero essere prese misure limitative su LIN...[:301]

Ap non ha ancora capito che se le chiudono LIN lei da MXP non ha altro che trarne giovamento. Ha un tot di feed gratis e con la AZ attuale in suo share aumenterebbe esponenzialmente in pochi anni. Con una LIN chiusa invece non potrà mai fare polpette di AZ
 
Da varesenews...non ci credo ma a leggere certe cose mi esalto... veramente dei sognatori!!! 20ml con Linate aperto ha ha ha!!!

Per Malpensa Letizia Moratti ha le idee chiare. In un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore il primo cittadino di Milano, maggiore azionista di Sea, la società che gestisce gli scali milanesi, afferma che Malpensa entro il 2010 raddoppierà, aggiungendo 20 milioni di nuovi passeggeri. Ma non solo: aumenterà l’efficienza nel settore trasporti, migliorerà l’accessibilità all’aeroporto, tutto in un quadro di sviluppo funzionale a fare di Milano la capitale dell’innovazione in Italia (l’obiettivo è portare in città l’Expo 2015). Questi progetti sarebbero stati discussi al Tavolo per Milano di lunedì 20 novembre, quando il sottosegretario Letta e il ministro Bianchi hanno affermato, sempre da quanto ha detto la Moratti al Sole 24 Ore, che il Governo ha intenzione di rafforzare i due hub italiani, Malpensa e Fiumicino, razionalizzando il complesso del sistema aeroportuale nazionale.


I 20 milioni in più di passeggeri arriveranno, secondo il sindaco meneghino, dal rafforzamento dei collegamenti ferroviari, portando a Malpensa, via Rho, passeggeri da Genova, Torino, Bologna e Venezia. In tutto ciò dovrebbe essere aumentato il traffico merci, Linate non sarà ridimensionata e Sea, nel giro di un mese, avrà una nuova progettualità strategica proiettata nel futuro: Moratti ha affermato di voler privilegiare il rapporto con il territorio e lo sviluppo del Paese, senza badare solo a fare cassa.

Il progetto potrebbe essere realizzato portando a pieno regime le due attuali piste. Ma una volta raggiunto il livello massimo di espansione, la terza pista tornerà quanto mai attuale. Resta da capire come Sea e il Comune di Milano vorranno rapportarsi con un territorio, quello varesino (e piemontese) fatto di associazioni ambientaliste e dei Comuni del sedime aeroportuale, che ha dimostrato in più circostanze di essere contrario ad uno sviluppo “esagerato” e che non tenga conto delle esigenze di chi gli aerei se li vede, e sente, passare giorno e notte sulla testa.