LE CINQUE MISSIONI A RISCHIO DELLA SEA
ETTORE LIVINI
Una buona notizia e cinque dossier potenzialmente esplosivi. Giuseppe Bonomi e Roberto D´Alessandro – il nuovo (o quasi) tandem al vertice della Sea – iniziano in questi giorni a lavorare con sul tavolo un´agenda decisamente a due facce. Il fatto positivo è lo stato di salute finanziaria del gruppo. Dalla gestione Bencini ereditano un´azienda che fa soldi: nei primi sei mesi del 2006 ha guadagnato 28 milioni (+5%) con Malpensa e Linate che da gennaio a settembre hanno visto aumentare i passeggeri rispettivamente dell´11,5% e dell´8%. Ma le certezze finanziarie del presente non bastano a nascondere le incertezze di un futuro ancora tutto da scrivere e dove i rischi, al momento, sembrano di gran lunga superiori alle opportunità.
Il caso Alitalia. È il tema più delicato. Malpensa senza Alitalia non sta in piedi. Si può favoleggiare di cederne l´uso ad altre compagnie. Di inventare un vettore ad hoc (l´"Alitalia del Nord" l´ha battezzato Roberto Formigoni) per sostituire quello di bandiera. Ma dirlo è un conto, farlo è un altro. Anzi, è praticamente impossibile dicono i tecnici. Una nuova compagnia non si improvvisa sui due piedi. Ed è difficile pensare che un grande aerolinea sia disposta a prendersi il rischio di un investimento così complesso ed ingente. Il futuro, insomma, è uguale al passato: Alitalia. Se fallisce, la Sea fa la stessa fine. Se finisce nelle mani di Air France i rischi per gli scali milanesi sono alti, visto che il vettore francese lavora già su due sali, Parigi e Lione, competitivi con Milano.
strada per il nuovo tandem di vertice è quindi molto stretta. Negoziare cioè una soluzione per Alitalia che non sia la campana a morto per la Sea. Il tempo non è molto visto che il Governo vuol trovare una soluzione per la compagnia entro fine gennaio. E la distribuzione del maxi-dividendo da 200 milioni dei mesi scorsi – anche se non ha squilibrato i conti – rischia di ridurre i margini di flessibilità di gestione di un´eventuale periodo di crisi.
Linate. Secondo problema, strettamente collegato al primo. Il nuovo management dovrà decidere che fare dell´aeroporto, vittima del suo stesso successo che "svuota" i voli intercontinentali da Malpensa. Il sindaco Letizia Moratti, azionista di controllo di Sea, ha già detto di avere delle idee a proposito. Bonomi e D´Alessandro dovranno tradurle in pratica. Una soluzione praticabile potrebbe essere quella di farne un vero City Airport, con frequenti collegamenti navetta con Roma e le capitali del business europeo ma tagliando la possibilità di stivare bagagli a bordo.
I collegamenti. I problemi che ha vissuto Bonomi all´epoca della disastrosa inaugurazione di Malpensa nella sua prima gestione sono ancora tutti lì. La rete di collegamenti stradali e ferroviari dall´aeroporto a Milano è disastrosa. Lunghissimi i 40 minuti impiegati dal Malpensa Express su rotaia. Impraticabili per diverse ore al giorno causa traffico le autostrade in direzione dello scalo. Altro fattore che convince molti passeggeri a partire da Linate per poi imbarcarsi sui voli intercontinentali da altri paesi europei. E, soprattutto, non si intravedono all´orizzonte soluzioni a questi guasti cronici.
La 248. Una sigla dietro cui si nascondono i famigerati (per gli aeroporti) requisiti di sistema, una nuova norma (loro la chiamano salva-Alitalia) che aumenterà gli oneri finanziari a carico dei gestori sgravando i costi per le compagnie. Quantificare l´impatto adesso per Sea è difficile, visto che il Governo non ha ancora approvato i decreti attuativi. Ma di sicuro sarà un colpo basso per la redditività e un problema in più per il management.
L´handling. È la palla al piede dei conti del gruppo: malgrado una drastica dieta, Sea Handling ha perso ancora nei primi sei mesi dell´anno 21 milioni. Il problema? Deve garantire la manutenzione Alitalia, ha una struttura tarata sui picchi d´attività, poco flessibile e con costi del lavoro molto alti rispetto alla media. Ma un nuovo vertice così "politicizzato" difficilmente avrà il polso per affrontare con decisione questo dossier.
"Collegamenti e satellite per Malpensa"
Bonomi: dialogo sulla terza pista
STEFANO ROSSI
Un discorso orientato allo sviluppo del sistema aeroportuale milanese, sottolineando la necessità di spingere su alcuni aspetti, come il terzo satellite di Malpensa e il collegamento con la Milano-Torino grazie alla bretella Malpensa-Boffalora. Maggior cautela, invece, sul delicato tema della terza pista dello scalo: «Si può fare perché la capacità di traffico dell´aeroporto è tra le priorità ma va discussa con tutti, vogliamo dialogare con chi ci circonda».
Giuseppe Bonomi, reinsediato dal sindaco Moratti come presidente della Sea a otto anni dal primo mandato, si è presentato così, ieri, al primo incontro del tavolo della Regione con i sindaci dei Comuni aeroportuali come Ferno, Somma Lombardo, Lonate Pozzolo. Al suo fianco l´assessore al Territorio, il leghista Davide Boni: «Fisseremo riunioni periodiche per esaminare il livello delle infrastrutture. L´ex presidente Bencini? C´era un ottimo rapporto, ma con gli amici è anche più facile».
Il Piano d´area, chiarisce Boni, va rivisto per «aggiornarne insieme tutti gli aspetti, a cominciare dall´impatto ambientale e dalle norme di salvaguardia». Il sindaco di Somma, Guido Colombo dell´Udc, mette un paletto: «Terza pista? Parliamone pure. Ricordiamo però che abbiamo il problema del rumore».
Bonomi ha già iniziato a lavorare: «Ho incontrato l´amministratore delegato D´Alessandro (che ha le deleghe operative più robuste, ndr) e ho trovato un cda compatto. Malpensa va valorizzata e non vedo come Alitalia potrebbe abbandonarla. La compagnia è il nostro maggior cliente, ci auguriamo esca dalla crisi e con il nuovo piano industriale, a gennaio, ne sapremo di più». Il suo nome non era nel bando comunale, è una nomina irregolare? «Un ingresso per cooptazione non è nuovo in Sea, è già successo in passato. D´Alessandro e io siamo già nella pienezza dei poteri».
(La Repubblica - Milano)
CIAO
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