Dal Corriere della Sera
Venerdi' 6 Marzo 2009
Scortesie in volo
Caro Romano,
facendo il pilota di aerei di linea ho imparato a conoscere le diverse tipologie di passeggeri. Tra tutte, una sola non riesce che raramente a farsi amare: quella dei politici. Sul volo per Verona di qualche giorno fa, pronti a partire in perfetto orario, ci ritroviamo a dover aspettare una passeggera che, dopo un’attesa di 10 minuti si presenta per nulla trafelata: doveva finire una telefonata prima di imbarcarsi. Intanto oltre 120 persone aspettavano. In barba all’unico bagaglio a mano permesso a bordo, la signora ne ha diversi (tutti fuori misura), e quando il Capo cabina chiede gentilmente che l’eccesso venga mandato in stiva, si rifiuta causando ulteriore ritardo. Poi il volo parte e riusciamo a recuperare arrivando a Verona puntuali. Al momento dello sbarco la gentile ed elegante signora impellicciata si catapulta nel nostro abitacolo chiedendo le generalità del comandante.
«Sono la senatrice B., tuona, e scriverò una lettera al presidente di Alitalia».
Ottenuto il biglietto da visita del comandante, la presunta senatrice si allontana definendoci «farabutti».
Inutile sottolineare le espressioni dei passeggeri presenti, assai solidali con noi e disgustati dalla prova di arroganza. Ho alle spalle 18 anni nelle Forze armate, 11 di servizio in Alitalia e mi sento definire farabutto per aver fatto rispettare le leggi anche a un membro del Parlamento!
Roberto Ripamonti,
Venerdi' 6 Marzo 2009
Scortesie in volo
Caro Romano,
facendo il pilota di aerei di linea ho imparato a conoscere le diverse tipologie di passeggeri. Tra tutte, una sola non riesce che raramente a farsi amare: quella dei politici. Sul volo per Verona di qualche giorno fa, pronti a partire in perfetto orario, ci ritroviamo a dover aspettare una passeggera che, dopo un’attesa di 10 minuti si presenta per nulla trafelata: doveva finire una telefonata prima di imbarcarsi. Intanto oltre 120 persone aspettavano. In barba all’unico bagaglio a mano permesso a bordo, la signora ne ha diversi (tutti fuori misura), e quando il Capo cabina chiede gentilmente che l’eccesso venga mandato in stiva, si rifiuta causando ulteriore ritardo. Poi il volo parte e riusciamo a recuperare arrivando a Verona puntuali. Al momento dello sbarco la gentile ed elegante signora impellicciata si catapulta nel nostro abitacolo chiedendo le generalità del comandante.
«Sono la senatrice B., tuona, e scriverò una lettera al presidente di Alitalia».
Ottenuto il biglietto da visita del comandante, la presunta senatrice si allontana definendoci «farabutti».
Inutile sottolineare le espressioni dei passeggeri presenti, assai solidali con noi e disgustati dalla prova di arroganza. Ho alle spalle 18 anni nelle Forze armate, 11 di servizio in Alitalia e mi sento definire farabutto per aver fatto rispettare le leggi anche a un membro del Parlamento!
Roberto Ripamonti,