L’Unione Europea intende ridefinire le modalità della direttiva EU261/2004, inquadrando le compensazioni versate in caso di ritardo o di annullamento dei voli. Le compagnie aeree sarebbero le grandi vincitrici, a svantaggio dei consumatori. Sembra che l’informazione sia passata quasi inosservata, ma non per le organizzazioni tedesche dei consumatori e l’Apra (Association of Passenger Rights Advocates) che hanno dato l’allarme.
Attualmente la direttiva prevede un indennizzo forfettario che può andare da 250 a 600 euro, in funzione della distanza percorsa, in caso di ritardo di oltre tre ore rispetto all’orario previsto all’arrivo. Il 30 gennaio scorso, però, la presidenza croata della Ue ha trasmesso alle delegazioni nazionali luna proposta che dovrebbe dettare le linee per le discussioni a venire. Il testo dovrebbe essere ufficialmente presentato nel mese di giugno.
In pratica, i passeggeri non sarebbero più indennizzati in caso di ritardo oltre le tre ore, ma unicamente se questo ritardo supera le cinque ore per un volo di oltre 3.500 km.
Per i voli che coprono una distanza fino a 6mila km, la pratica per l’indennizzo potrà essere avviata solo a partire da un ritardo di 9 ore e, oltre questo caso, la soglia sarà spostata a 12 ore.
Una mossa che ridurrebbe sensibilmente il numero dei casi e che ha un peso specifico importante, considerando che nel 2018 sono stati quasi 16,5 milioni i passeggeri Ue che hanno subito ritardi.
Le associazioni di categoria stanno cercando di sensibilizzare i consumatori e anche i siti specializzati nell’indennizzo dei passeggeri si stanno mobilitando, come AirHelp, che rischierebbe di veder svanire il cuore del suo giro d’affari. Secondo i calcoli di quest’ultima, un 80% circa dei passeggeri vedrebbe sfumare il rimborso.
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Attualmente la direttiva prevede un indennizzo forfettario che può andare da 250 a 600 euro, in funzione della distanza percorsa, in caso di ritardo di oltre tre ore rispetto all’orario previsto all’arrivo. Il 30 gennaio scorso, però, la presidenza croata della Ue ha trasmesso alle delegazioni nazionali luna proposta che dovrebbe dettare le linee per le discussioni a venire. Il testo dovrebbe essere ufficialmente presentato nel mese di giugno.
In pratica, i passeggeri non sarebbero più indennizzati in caso di ritardo oltre le tre ore, ma unicamente se questo ritardo supera le cinque ore per un volo di oltre 3.500 km.
Per i voli che coprono una distanza fino a 6mila km, la pratica per l’indennizzo potrà essere avviata solo a partire da un ritardo di 9 ore e, oltre questo caso, la soglia sarà spostata a 12 ore.
Una mossa che ridurrebbe sensibilmente il numero dei casi e che ha un peso specifico importante, considerando che nel 2018 sono stati quasi 16,5 milioni i passeggeri Ue che hanno subito ritardi.
Le associazioni di categoria stanno cercando di sensibilizzare i consumatori e anche i siti specializzati nell’indennizzo dei passeggeri si stanno mobilitando, come AirHelp, che rischierebbe di veder svanire il cuore del suo giro d’affari. Secondo i calcoli di quest’ultima, un 80% circa dei passeggeri vedrebbe sfumare il rimborso.
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