Dico la mia.
Siamo arrivati letteralmente alla "resa dei conti" e i conti ovviamente non tornano. Per altri due anni si è voluto avere l' ennesimo "medico pietoso", che nonostante i lamenti non ha inciso sulla piaga. Ora la gangrena è inarrestabile.
Cimoli si era illuso che "Io sì che me ne capisco di trasporto aereo", non era vero e ora anche l' operatività Alitalia è compromessa. Ha indubbiamente fallito la missione, ma la colpa non è sua, Tom Cruise esiste solo a Hollywood.
Gli è stato affidato il compito di fare quello che poteva, o meglio che voleva, con il preciso divieto però di licenziare dipendenti e in genere di prendere misure drastiche. Sono passati altri due anni di quasi quieto vivere definito da noi come "spaccare la schiena ai dipendenti", si è raccontata qualche rosea storiella per raccattare un miliardo di euro in Borsa facendo fessi la UE e il mercato e il problema è di nuovo quello. Solo che non c' è più solo una gamba da tagliare, ce ne sono due e le braccia pure.
Se si guarda in faccia la realtà non si può non notare che il mercato aereo italiano ha tanti pax ma pochi yield, quindi è la terra promessa per chi ha bassi costi. Non offre più alcuno spazio per chi ha costi all' antica, anche perché il mercato biz è minato dal dumping altrui.
L' Italia, fatta eccezione per pochissime rotte, è come una grande Spagna senza però la miniera d' oro dei voli per l' America Latina. Iberia ha capito che il suo futuro come vettore tradizionale è confinato ai voli per Centro e Sud America più i relativi feed su MAD. Che cosa ha fatto? Ha preso atto che Barcellona è territorio low cost e creato Clickair. Qualche giorno di sciopero, che peraltro peserà duramente sui conti 2006, ma alla fine i sindacati si sono adattati e nessun altro ha avuto da ridire.
Di Barcellona in Italia ce ne sono tante. Roma sarà eternamente invasa da turisti, finché i biglietti costan poco. Non ha la clientela premium che può tenere in vita l' hub di una compagnia aerea tradizionale. A Milano e nel Nord c' è più business, ma i vettori stranieri da sempre offrono tariffe biz ben più basse che in patria, non ci sono gli yield di Londra o Parigi. Per Venezia si può fare lo stesso discorso, per Firenze il simmetrico, la pista per alianti limita i pax a vantaggio degli yield, ma è poca cosa.
Nell' aviazione italiana si fanno i soldi, solo che li fanno gli stranieri. Li fanno i mille vettori low cost che riempiono CIA e BGY e PSA. Li fa Lufthansa che ha quello che manca ad Alitalia, il feed di Air Dolomiti. Li fa Air France che si ciuccia i pax Alitalia con i punti MilleMiglia. Gli Italiani privati si arrabattano, la prova è che nessuno di loro esce dal cantuccio protetto di casa, fuori prenderebbero mazzate.
Alitalia resta il monumento alle Partecipazioni Statali del tempo che fu, anno dopo anno perde, perde, perde. Si chiacchiera, si sciopera, si ricapitalizza e non si fa niente. La soluzione probabile ora è venderla a qualcuno senza soldi. La cronaca ci impone di notare che senza capitali non si gestisce nemmeno una gallina dalle uova d' oro come TIM, figuriamoci Alitalia. Probabilmente perderemo altri due o tre anni.