Qui devo rispondere,
in primis per confutare la bozza del mio profilo psicologico che è lontana anni luce dalla realtà e costituisce un
argumentum ad personam bello e buono che non aggiunge nulla alla discussione,
in secundis per confermare che quanto io dico è vero. In tutte le cose si fanno delle distinzioni, si parla di macchine di serie A e di serie B, di lauree di serie A e di serie B, di cose e servizi di qualità e cose più economiche e meno efficienti. Ebbene, quando si parla dei dati relativi agli aeroporti, non vedo perché non si possa applicare un ragionamento simile: a flussi di passeggeri diversi corrispondono impatti socio-economici diversi e flussi di denaro diversi. Quindi, se un volo della British Airways da LIN a LHR fa 140 passeggeri, dire che "rende di meno" rispetto ad un volo Ryanair da BGY a STN che di pax ne trasporta 189 (tratta molto redditizia, tra l'altro) è semplicemente ridicolo.
Non sto dicendo che i passeggeri FR sono dei poveri pezzenti, figuriamoci: sto attribuendo ai passeggeri low cost e a quelli full service un impatto economico diverso. Inoltre, faccio notare che il già citato VCE, "rivale" se così possiamo definirlo di BGY in classifica, ha vari voli intercontinentali che implicano un tempo di gestione per passeggero decisamente più lungo rispetto a quello richiesto da Ryanair per i suoi collegamenti. Perché non si include questo parametro nelle statistiche?
Infatti non nego la crescita della zona del bergamasco, dico semplicemente che 7.000 posti di lavoro mantenuti ogni anno a Bergamo grazie a Ryanair a me sembrano troppi, anche perché sono tantissimi quelli che arrivano a BGY e prendono l'Orio Shuttle per andare a Milano Centrale, bypassando a tutti gli effetti Bergamo. Non a caso l'aeroporto è "Milan Bergamo".