La nuova AirItaly


Stato
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Uno dei pochissimi piloti/naviganti/atc italiani con un inglese veramente decente.

In 25 anni da passeggero, con comandanti e AAVV italiani ho quasi sempre avuto esperienze come questa:

https://www.youtube.com/watch?v=w5_MXsUrxB0

Son 15 anni che non volo piu' con aerolinee italiane; puo' darsi che alcune cose siano migliorate, lo spero.

Prova a volare con Ryanair e la sua variegata crew, e poi vedi.

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Giusto per alimentare l'OT: è vero che la lingua ufficiale in aviazione civile è l'inglese, ma ciò non significa per forza essere madrelingua britannico. Già un Londinese che va in Texas non ci capisce una fava (e vv); questo per dire che la professionalità di un pilota non la si può giudicare dal lovello di inglese, soprattutto se proveniente da un Paese non anglofono. Per questo motivo l'ICAO si è inventata il cosiddetto English Level che viene assegnato previo esame ed annotato sulla licenza. Il livello va da 1 a 6, stante iil 4 come livello minimo per conseguire l'Atpl (airline transport pilot license).
Se il tuo brevetto è stato rilasciato da un Paese Anglofono, dopo aver frequentato lezioni di volo in quello Stato, avrai un livello 6 assegnato d'ufficio. Altrimenti ci si sottopone ad un esame per conseguire il proprio livello e la cosa buffa di quest'esame è che ci sono delle prove di listening and comprehension con personaggi che ti parlano con accento indiano, scozzese, ispanico ecc. Alle volte potrebbe essere più difficile da ottenere per un Inglese che non ha mai avuto a che fare con accenti bizzarri, piuttosto che per qualcuno abituato a viaggiare e ad adattarsi a questi accenti.
Una volta in Tailandia presi un taxi con un collega che aveva studiato un sacco di anni in UK: lui faceva quello che parlava, visto che il suo inglese era perfetto (non che il mio facesse schifo, ma lui aveva questa mania di protagonismo innata). Fuori dal centro commerciale abbiamo preso il taxi e lui col suo fantastico accento oxfordiano chiese al tassista di portarci al Ramada Hotel e bbls bla...alla terza volta che il tassista lo guardava accigliato, sono intervenuto io: Blis sel, to lamada hotel...annuì e ci portò dove volevamo. La stessa cosa capita quando parli con certi controllori non proprio madrelingua: se stai chiedendo qualcosa al di fuori del classico prua/quota/diretto, meglio adattarsi all'accento loro se non usare la loro lingua direttamente.
Scusate l'OT
 
A metà degli anni Ottanta, un mio amico, ingegnere inglese, pertanto madrelingua, in sede di esame per il conseguimento del brevetto italiano,....incredibile ma vero, fu bocciato all'esame di fonia !!
 
Già un Londinese che va in Texas non ci capisce una fava (e vv)

[OT] Mica deve andare così lontano per non capire una fava: ho portato oggi un paio di colleghi a vedere la mia squadra del cuore (eh sì, the mighty Blackburn Rovers from the North) e, nel pre-partita al pub tra una Thwaites e 'n'altra, faticavano e non poco a comprendere il lingo locale :D [/OT]

G
 
Prova a volare con Ryanair e la sua variegata crew, e poi vedi.

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Ultimo volo Ryan nel 1997 e per principio non ho volato piu' con loro.

Giusto per alimentare l'OT: è vero che la lingua ufficiale in aviazione civile è l'inglese, ma ciò non significa per forza essere madrelingua britannico. Già un Londinese che va in Texas non ci capisce una fava (e vv); questo per dire che la professionalità di un pilota non la si può giudicare dal lovello di inglese, soprattutto se proveniente da un Paese non anglofono. Per questo motivo l'ICAO si è inventata il cosiddetto English Level che viene assegnato previo esame ed annotato sulla licenza. Il livello va da 1 a 6, stante iil 4 come livello minimo per conseguire l'Atpl (airline transport pilot license).
Se il tuo brevetto è stato rilasciato da un Paese Anglofono, dopo aver frequentato lezioni di volo in quello Stato, avrai un livello 6 assegnato d'ufficio. Altrimenti ci si sottopone ad un esame per conseguire il proprio livello e la cosa buffa di quest'esame è che ci sono delle prove di listening and comprehension con personaggi che ti parlano con accento indiano, scozzese, ispanico ecc. Alle volte potrebbe essere più difficile da ottenere per un Inglese che non ha mai avuto a che fare con accenti bizzarri, piuttosto che per qualcuno abituato a viaggiare e ad adattarsi a questi accenti.
Una volta in Tailandia presi un taxi con un collega che aveva studiato un sacco di anni in UK: lui faceva quello che parlava, visto che il suo inglese era perfetto (non che il mio facesse schifo, ma lui aveva questa mania di protagonismo innata). Fuori dal centro commerciale abbiamo preso il taxi e lui col suo fantastico accento oxfordiano chiese al tassista di portarci al Ramada Hotel e bbls bla...alla terza volta che il tassista lo guardava accigliato, sono intervenuto io: Blis sel, to lamada hotel...annuì e ci portò dove volevamo. La stessa cosa capita quando parli con certi controllori non proprio madrelingua: se stai chiedendo qualcosa al di fuori del classico prua/quota/diretto, meglio adattarsi all'accento loro se non usare la loro lingua direttamente.
Scusate l'OT

Ora, perdonate l'ultimo mio intervento OT, mettiamola in un modo diverso, con tutto rispetto parlando, visto che sei pilota di linea: col personale di volo italiano, anni fa ho quasi sempre avuto questa impressione: e cioe' che parlare molto rapidamente e in modo incomprensibile per loro fosse un segno di professionalita', mentre a mio avvisio sarebbe stato molto professionale, sapendo di non avere un inglese oxfordiano, di parlare molto lentamente per farsi comprendere bene. Nessuno si sarebbe mai lagnato del loro inglese con un piccolo sforzo in quella direzione, ma purtroppo, nella mia esperienza, quasi mai fu fatto. Perdonate ancora l'OT, e chiudo.
 
non li giustifica ma penso che a volte bisognerebbe contestualizzare su quanto avviene nel mercato in generale; a volte trovo eccessivo trovare ogni pretesto per dare addosso agli italiani.

Lo so che sto andando clamorosamente OT, pero'...

Non capisco 'ogni pretesto per dare addosso agli italiani', non credo che criticare sia 'dare addosso'. Parlare male l'inglese non e' commettere reato o agire in modo immorale. Tradizionalmente chi parla italiano ha problemi con vocali poco definite o con altri suoni tipici della lingua inglese. Basterebbe insegnarlo meglio e applicarsi un po' di piu'.
 
Lo so che sto andando clamorosamente OT, pero'...

Non capisco 'ogni pretesto per dare addosso agli italiani', non credo che criticare sia 'dare addosso'. Parlare male l'inglese non e' commettere reato o agire in modo immorale. Tradizionalmente chi parla italiano ha problemi con vocali poco definite o con altri suoni tipici della lingua inglese. Basterebbe insegnarlo meglio e applicarsi un po' di piu'.

In ogni caso no ne farei un dramma... siamo in buona compagnia con mezzo mondo...
 
Lo so che sto andando clamorosamente OT, pero'...

Non capisco 'ogni pretesto per dare addosso agli italiani', non credo che criticare sia 'dare addosso'. Parlare male l'inglese non e' commettere reato o agire in modo immorale. Tradizionalmente chi parla italiano ha problemi con vocali poco definite o con altri suoni tipici della lingua inglese. Basterebbe insegnarlo meglio e applicarsi un po' di piu'.

A onor del vero gli Italiani in frequenza, pure con il loro riconoscibilissimo accento, sono diecimila volte più comprensibili di Francesi e Spagnoli. Sui primi poi si potrebbe scrivere un libro.
Non saremo usciti da Oxford e potrà pure dar fastidio la pronuncia maccheronica, ma problemi di fonia generalmente non ne sento (in Europa almeno).
 
riconoscibilissimo accento

Diciamo che, a parte i ‘Nordici’ e forse anche gli Olandesi che, per ‘tradizione’ (*), si sono sempre districati in maniera eccellente con la lingua inglese, gli altri accenti (vedi quelli del centro-est Europa) sono anch’essi ‘riconoscibilissimi’/piuttosto marcati e non credo sia un problema, anzi.

(*) Sui casi di cui sopra, poi, entra in ballo non solo il ceppo linguistico ‘as such’ (che, senz’altro, ‘aiuta’ in termini di fonetica ecc.) ma anche l’elemento ‘culturale’: ricordo quando andavo dai nonni in Belgio (Turnhout, nord del Paese) a passare le vacanze estive, l’inglese (anche tra i più piccoli) era ‘routine’ e si guardava tanta TV in inglese, appunto (cosa ancor più ‘accentuata’ da Breda in poi i.e. dall’altra parte del confine).

G
 
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