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Intervista a Spinetta
«Garanzie a Malpensa ma in Europa nessuno ha due hub»
Se fino a poche settimane fa Jean-Cyril Spinetta restava arroccato a Parigi, aspettando il momento buono per muovere su Alitalia, ora il presidente e amministratore delegato del gruppo Air France-Klm è in Italia. Con sé ha il proprio progetto di rilancio della ex compagnia di bandiera: un'integrazione nel colosso franco-olandese «le cui sinergie all'80% – spiega in un incontro con il Sole 24 Ore – saranno a vantaggio della società italiana». Spinetta, che ricorda il dissesto passato della Air France e il risanamento che l'ha portata a diventare la più grande compagnia aerea del mondo per redditività, intende usare la stessa ricetta di turnaround anche nella Penisola – «non c'è ragione che Alitalia non sia profittevole » – per creare in Europa un colosso franco-italo-olandese in grado di competere con i nuovi concorrenti asiatici.
La strada è impervia. Il manager, nato a Parigi nel '43, sempre che riesca a convincere il Governo italiano, i sindacati, le associazioni imprenditoriali, la Regione Lombardia, la Provincia e il Comune di Milano, deve poi ripresentare il progetto di acquisizione al consiglio d'amministrazione di Air France- Klm e dimostrare che l'integrazione della compagnia romana non comporti distruzione di valore. Ci riuscirà? Lui sembra crederci. E mentre attende di incontrare il presidente del consiglio Romano Prodi – «spero presto» – ieri ha fatto visita al governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Se il progetto di Air France è stato contestato, per Spinetta è importante spiegarne i vantaggi sia per Alitalia sia per l'economia della Penisola.
«Air France-Klm –dice subito il manager – non ha alcuna intenzione di "uccidere" lo scalo di Malpensa, su cui lasceremo tutti i voli a lunga tratta e ad alta profittabilità, così come non intende fare di Alitalia una compagnia regionale. Anzi, sono un po' sorpreso – sottolinea il manager – delle istanze critiche che si sono levate in questi giorni anche perché si ignora che Alitalia debba essere risanata, che è sull'orlo del fallimento ». E poi, domanda il manager, «voi pensate veramente che Air France-Klm voglia fare un investimento così rilevante in Alitalia, salvaguardando il brand e investendo in nuovi aeromobili, per poi uccidere la società? Per farne un vettore locale? » «Ma andiamo! È vero il contrario, vogliamo investire in Alitalia rilanciarla e porre le condizioni perché recuperi quote di mercato».
I dati mostrati da Spinetta «mostrano che Alitalia sulle tratte con elevati margini di contribuzione è infatti particolarmente debole: nel segmento business e rotte a lungo raggio le quote della compagnia in Italia sono di circa il 30%, contro il 60% di Air France in Francia e oltre il 50% di British Airways in Gran Bretagna. In Europa è una situazione unica di debolezza ». Insomma, secondo Spinetta, la portata nazionale della compagnia si realizza con un recupero di efficienza, migliori tariffe, investimenti negli aeromobili e una ripresa delle quote di mercato nel segmento business e nei viaggi intercontinentali. Mentre se non si arresta il declino del vettore, la "dimensione regionale" non sarà certo dettata dalla presenza nell'azionariato di un gruppo estero. «Il nostro obiettivo peraltro è di creare un mercato comune europeo nel settore del trasporto aereo. Air FranceKlm, nata dalla prima integrazione cross border nel settore, vuole creare le condizioni per un'integrazione che crei un leader nel continente».
Certo, resta il fatto che il recupero di efficienza potrebbe essere attuato anche da Air One. «Io non critico i concorrenti - ma posso dire che le criticità presenti in Alitalia richiedono una forte expertise internazionale e la solidità patrimoniale di Air France-Klm». Ma sarà sufficiente la solidità del gruppo parigino? Di fronte ai risultati di conto economico di Alitalia e al suo indebitamento, oltre 1 miliardo di euro, anche Lufthansa ha dovuto abbandonare la partita per non subire un taglio del rating. Ai francesi non succederà lo stesso? «Noi problemi di rating non ne abbiamo, nel senso che Air France non ha mai chiesto a un'agenzia internazionale di misurare il proprio merito di credito, ma la reazione della Borsa nelle ultime quattro sedute, con un rialzo di oltre il 10%, dice che il mercato sta apprezzando l'operazione.Abbiamo un bilancio solido e l'acquisizione di Alitalia, con il suo indebitamento, non mi spaventa».
Ovviamente, benché non ci sia «alcuna ragione per cui Alitalia non produca utili è altrettanto vero che in passato è stato difficile risanarla perché è mancato un obiettivo strategico certo. Noi se vogliamo avere successo dobbiamo avere un target molto chiaro e su questo c'è poco spazio per i compromessi». Nell'obiettivo chiaro ci sono ovviamentei tagli di personale, di tratte non redditizie e di un hub? «Per quanto riguarda il personale i tagli sono quelli previsti dal piano di Maurizio Prato, sulle tratte invece è possibile un'ottimizzazione, mentre sulla scelta degli hub posso dire che a mio parere l'Italia, come tutti gli altri paesi europei, non abbia la massa critica per sostenerne due. Non voglio dissimularlo, anche in Francia abbiamo un hub e non due.
Sicuramente l'Italia ne avrà uno, e visto che i voli domestici convertono in misura più significativa su Roma, è naturale che venga individuato nella capitale».
Ilsole24ore