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DANYFI80
Guest
Sapete se ieri, in Consiglio, Renzi abbiato parlato o meno dell'aeroporto?? Grazie.
4 Rapporto con i Comuni metropolitani
Nel caso di Castello c’è di più. Si tratta di un’operazione strategica per Firenze, per i Comuni di Sesto e di Campi, per la Piana, per la Provincia e per la Regione intera. I sindaci dell’area hanno lanciato un appello perché le decisioni siano concertate. Noi oggi aderiamo all’appello. Sì alla concertazione purché si decida. Se è vero che la decisione senza concertazione produce effetti sui territori limitrofi (il fatto che ci siano i Gigli a Campi ha un evidente riflesso anche per le botteghe del quartiere 5, è ovvio), è anche vero che la concertazione senza decisione è vuoto esercizio retorico che allontana i cittadini dalla politica e alimenta la sfiducia verso tutto il gruppo dirigente, e perdiamo una grande occasione per noi, dirigenti politici e sindaci di quest’area.
Ne ho parlato in questi giorni con molti sindaci dell’area metropolitana, ne ho parlato con il presidente della provincia Barducci ricavandone una disponibilità non formale di cui sono contento e grato.
Questo lavoro ha però una scadenza temporale. Questo lavoro che dovrebbe consentire ai Comuni dell’area metropolitana, sotto la guida della Provincia, di presentarci insieme all’appuntamento con la Regione non ha molto tempo. I temi in discussione in quell’area sono tanti ma sono chiari, non c’è bisogno di riparlarne, c’è bisogno di decidere.
Il primo tema è la questione dell’aeroporto. I tecnici dicono che lo spostamento della pista e l’orientamento della pista riduce l’inquinamento acustico degli abitanti, aumenta la possibilità di atterrare in sicurezza. Non lo dico io, non lo afferma il comitato di Brozzi o di Quaracchi o di Peretola: lo dicono i tecnici. Il punto è chiaro, attende solo una risposta. Abbiamo registrato una indisponibilità a discutere delle cinque proposte di AdF che la società ha avanzato. Ne esiste almeno un’altra su cui abbiamo avuto già modo di iniziare un confronto coi sindaci interessati e col presidente della Provincia. Questa proposta potrebbe agevolare la ridefinizione dell’intervento urbanistico a Castello, l’apertura di un corridoio biologico tra il parco della Piana, il parco di Castello e la zona Cascine-San Donato, e potrebbe creare le condizioni di un intervento unitario che dia risposte anche alle esigenze di sviluppo di alcune aziende storiche situate non solo nel Comune di Firenze. Vorrei dire qui, in una sede pubblica, che io credo convintamente nel parco della Piana, che il Comune di Firenze crede nel parco della piana, che non è vero che noi lo consideriamo una cosa di serie B. Anzi. Ci sembra un importante occasione per vivere meglio il nostro territorio. Anche per questo vorremmo collegarlo al parco di Castello.
Tutto si tiene: un diverso orientamento della pista, un reale investimento sul sistema dei parchi (i Renai sono collegati a Firenze e hanno quello sviluppo che oggi conosciamo: il parco della Piana deve esserlo se vuole avere un futuro), una diminuzione di volumi nell’area Fondiaria Sai, la qualità dell’intervento energetico e quindi l’inserimento della previsione della Cittadella viola.
Da qui al 26 ottobre, giorno della presentazione alla città del rapporto sui cento punti, siederemo al tavolo della Provincia per provare a uscire tutti insieme dalla delicata vicenda urbanistica del quadrante Castello-Osmannoro. Tutti insieme per dare una proposta unitaria e condivisibile alla Regione che tanto sta investendo su quest’area. Se saremo nelle condizioni di fare insieme, bene: è una grande opportunità per questa classe dirigente e per l’area politica che esprime questi sindaci. Prendiamo l’impegno con i colleghi sindaci. Firenze si metterà a sedere con spirito collaborativo e senza pretese di dettare regole. Non vogliamo essere i primi della classe. Poniamo solo un problema di tempo. I temi sono chiari, si decida. Se davvero non ci sarà la disponibilità di trovare un punto dio sintesi unitario e soprattutto di collegare i parchi della Piana e di Castello, ne prenderemo atto ma a quel punto andremo avanti con la nostra programmazione urbanistica che altrimenti rischierebbe la salvaguardia. Prendiamo l’impegno con i cittadini: non è discutendo finché non siamo d’accordo che si risponde ai problemi. Il primo obiettivo è mettersi d’accordo sul tempo in cui si può discutere.
Se c’è l’accordo pubblico-istituzionale si ridisegna l’area insieme.
Se non c’è l’accordo pubblico-istituzionale il Comune va avanti, rispettando le regole imposte dal Ptc (Piano territoriale di coordinamento) e dalla regione, ma va avanti. Perché restare immobili sarebbe un errore