Easyjet non imbarca un disabile


Salve, mi sono iscritto a questo forum appositamente per rispondere in questa discussione, per apportare, in quanto disabile su sedia a rotelle, un contributo di chiarezza, in quanto leggo parecchie inesattezze dovute alla non conoscenza delle procedure relative all'imbarco e all'assistenza dei passeggeri a mobilità ridotta, e sulle leggi relative alla disabilità (in particolare per quanto riguarda all'indennità di accompagnamento).

Cominciamo a dire come è l'iter dell'imbarco e dell'assistenza a bordo di un passeggero a mobilità ridotta (saltiamo la comunicazione alla compagnia che diamo per scontata, anche se in teoria non si capisce perché bisogni comunicarlo, non c'è nulla da organizzare, forse solo per una ottimizzazione delle risorse per l'imbarco).

Il passeggero arriva all banco del check-in, l'operatore al check-in chiama un addetto all'assistenza che porterà il passeggero attraverso tutto l'iter. Io che riesco a spingere autonomamente la sedia a rotelle potrei anche arrivare alla sala di imbarco da solo (e in alcuni aeroporti lo faccio), ma l'addetto mi risparmia parecchie attese al controllo passaporti (tranne una volta ad Oslo che l'addetto si mise in fila aspettando il turno come qualsiasi passeggero, tant'è che i miei colleghi (ero per lavoro), fecero prima di me), e quindi di buon grado mi faccio spingere. Alcuni aeroporti obbligano il passeggero a mobilità ridotta a farsi trasportare dall'addetto.

Per salire a bordo, dalla sala di imbarco a questo punto vengo portato a bordo, o tramite il finger (sia benedetto chi lo ha inventato), o tramite un camion elevatore, da personale della società aeroportuale (e non della compagnia aerea). A questo punto non appena a bordo per arrivare al posto, vengo trasferito su una seggiolina o in dotazione all'aeroporto o come per il Kuwait a bordo dell'aereo. Una seggiolina che passa nel corridoio. Per questa operazione necessitano due addetti all'assistenza, perché nel mio caso riesco poi a passare da solo dalla seggiolina di bordo al sedile (ricordatevelo che questo sarà importante poi), ma se non ce la facessi, dovrebbero prendermi di peso e mettermi sul sedile.
Una volta sul sedile, per tutto il volo, l'unico motivo per cui possa richiedere l'assistenza del personale di bordo è andare in bagno (oppure in caso di emergenza che poi vedremo). Se debbo andare in bagno, ciò è possibile solo tramite la sedia di bordo che dovrebbe essere in dotazione ad ogni aereo. Tale sedia di bordo deve essere tassativamente azionata da un assistente di volo. E' fatto esplicito divieto all'accompagnatore di manovrarla. Ora per andare in bagno devo passare di nuovo dal sedile alla sedia di bordo e poi al contario quando ritorno al posto.

E qui entra in gioco l'eventuale accompagnatore. L'assistente di volo non è tenuto ad aiutare il passeggero a fare tale operazione, quindi i passeggeri che dovessero aver bisogno di un aiuto per il trasferimento, devono avere un accompagnatore. Ci sarebbe poi da dire che mi sembra (non sono sicurissimo), che per facilitare tale operazione , gli aerei dovrebbero per legge avere due posti di corridoio con il bracciolo esterno sollevabile, in pratica non ce l'ha nessuno, almeno non mi è mai capitato di sedere ad un posto con il bracciolo sollevabile, sarebbe un grosso aiuto a costo praticamente zero eppure non si degnano di fare questa piccola modifica. La British Airways sul suo sito parla espressamente di aerei con tale accorgimento. Poi anche una volta arrivato in bagno , il disabile che vola da solo , deve essere in grado di trasferire dalla sedia di bordo al water e viceversa, spogliarsi, far tutto quello che deve fare in completa autonomia. Anche qui l'assistente di volo non è tenuto a prestare alcun aiuto.

L''unica compagnia aerea i cui assistenti di volo sono cooperativi e mi hanno aiutato a trasferire dalla sedia di bordo sono quelli della Kuwait Airways, gli altri si limitano ad appoggiare il più possibile la sedia vicino al water (e potrebbero far meglio che non riescono mai a scavalcare la "listella" che delimita il corridoio al water).

Passiamo all'eventuale emergenza.

Come detto, l'accompagnatore NON PUO' manovrare la sedia di bordo, anche perché questa solitamente è rinchiusa in un armadietto. Le compagnie sono tutte in difetto, nel senso che i regolamenti prevedono che la compagnia debba comunicare alla persona a mobilità ridotta, la procedura speciale di evacuazione dall'aeromobile per lui. In pratica nessuno mi ha mai detto se bisogna uscire di corsa cosa devo fare, la dimostrazione valida per tutti me la guardo, ma è uno spettacolo per me abbastanza inutile (mascherina a parte). Probabilmente gli assistenti di volo non saprebbero assolutamente cosa fare. Ora , mi rendo perfettamente conto, e non ho nulla da obiettare in merito, che in caso di evacuazione, io sarò l'ultimo a uscire, però fra l'ultimo passeggero e la mia evacuazione , prima che portano la sedia di bordo, la aprono , passo dal sedile alla sedia, mi trasportano fuori con quella "cosa" poco maneggevole e anche con del discreto panico, passano sui 3-4 minuti e son bello che andato, io , l'accompagnatore e l'assistente di volo. Del resto non posso nemmeno pretendere che l'assistente di volo mi prenda in braccio, nè si può pretendere che io (che non peso nemmeno tanto) abbia un accompagnatore in grado di sollevare 70 kg di peso morto (nel mio caso , ma c'è anche chi pesa molto di più). E chi devo avere come accompagnatore , il campione italiano di sollevamento pesi? Del resto col panico, immagino che l'assistente di volo in caso di evacuazione si dia alla macchia e non stia ad aspettare me, e dubito che mi aspetti anche l'accompagnatore, e non lo vorrei nemmeno, certamente spingerei mia moglie ad uscire, tanto a che pro' restare ad aspettare?

Diciamocelo francamente, io mi butto per terra e striscio fino all'uscita nello stesso tempo che ci mette un qualsiasi altro passeggero, mi metto in coda alla gente che sta evacuando l'aeromobile (in coda perché senno' mi acciaccano) perché sono in grado di farlo, ma chi non è in grado di farlo probabilmente attende il suo destino, accompagnatore o non accompagnatore. Perché un mio amico tetraplegico che pesa 100 kg, ma chi cavolo è in grado di sollevarlo? A sto punto o ci pensa l'assistente di volo con la sedia di bordo (che non può essere manovrata dall'accompagnatore), e l'accompagnatore aiuta a farlo trasferire sulla sedia (e qui bisognerebbe obbligare tutte le compagnie ad avere quei famosi due posti di corridoio col bracciolo sollevabile), oppure non c'è niente da fare.

Ora a chi necessita l'accompagnatore e a chi non necessita? La maggior parte delle compagnie aeree richiede l'accompagnatore in quei casi in cui il passeggero non possa svolgere autonomamente tutte le attività di bordo, quali il mangiare, il comprendere le istruzioni e come detto sia incapace di passare dalla sedia di bordo al sedile e viceversa. L'Alitalia parla di "persone non autosufficienti" (che vuol dire?) , sordo-ciechi (sia sordi che ciechi) e poco altro. Ogni passeggero dell'Alitalia deve presentare un modulo compilato da un medico in cui appunto si evince il grado di non autosufficienza. Altre compagnie non chiedono tale modulo e si limitano a fare qualche domanda.

Io ho volato varie volte da solo, e nessuna compagnia mi ha mai fatto storie, ho volato con Thai Airways, Singapore Airlines e Malaysia Airlines da solo e se permettete credo che la Singapore Airlines (ma anche le altre due) sia da considerarsi molto professionale.

Ed infine vorrei un po' chiarire la questione della "indennità di accompagnamento".

Lo Stato non fornisce nessun accompagnatore, magari fosse così, e del resto l'indennità di accompagnamento è largamente insufficiente, si tratta di 476 euro al mese che non ci paghi di certo un accompagnatore permanente. La più comune inesattezza che si dice sull'indennità di accompagnamento è che questa viene pagata all'accompagnatore. Cominciamo a sgombrare il campo, la legge non prevede alcuna figura legale di accompagnatore, l'indennità viene versata al disabile, che la userà per pagarsi quei maggiori costi che ha un disabile per poter vivere.

Inoltre chi è che ha diritto a tale indennità? http://www.intrage.it/rubriche/assistenzasociale/assistenzaeconomica/indennitaaccompagnamento/

Oltre alle due categorie classiche :

1) Persone non deambulanti , paraplegici o simili , che comunque coi mezzi tecnologici attuali (automobile e sedia a rotelle superleggera) possono andare ovunque (beh , quasi viste le barriere architettoniche) da soli; In questo caso il solo fatto di non deambulare da diritto all'indennità.
2) Persone non in grado di svolgere le attività della vita quotidiana (mangiare, vestirsi, lavarsi etc...). Questi sono le persone che hanno effettivamente bisogno di un assistente permanente.

L'indennità di accompagnamento spetta anche

* ai ciechi assoluti. Per queste persone l'importo è maggiorato a 755,61 euro mensili

* alle persone che sono sottoposte a chemioterapia o a altre terapie in regime di day hospital e che non possono recarsi da sole all'ospedale (sentenza Corte di Cassazione numero 1705 del 1999)

* ai bambini minorenni, incapaci di camminare senza l'aiuto di una persona e bisognosi di assistenza continua (sentenza della Corte di Cassazione numero 1377 del 2003)

* alle persone affette dal morbo di Alzheimer e dalla sindrome di Down

* alle persone affette da epilessia, sia a coloro che subiscono attacchi quotidiani, sia a coloro che abbiano solo di tanto in tanto le cosiddette "crisi di assenza"

Come vedete ci sono persone che non hanno necessità di un accompagnatore permanente, in particolare una persona che fa dialisi e chemioterapia, ha bisogno di essere accompagnato in ospedale perché magari la dialisi o la chemioterapia lo debilita, ma nelle altre occasioni è autonomo. L'indennità serve appunto a pagare queste cose, non certo un "accompagnatore permanente" che costa ben di più che 476 euro al mese. E un dializzato che bisogno ha di un accompagnatore sull'aereo? Un cieco pure non ha mica sta gran necessità, basta un assistente di volo che lo tenga per mano e lo faccia scendere per ultimo.

Inoltre mi è capitato di avere come compagno di viaggio un signore sulla Thai Airways, si trattava di un tetraplegico C6-C7 (il livello meno grave di tetraplegia), che aveva per urinare un catetere fisso (che poi ci si organizza eh), e il bottiglione gliel'ha svuotato mia moglie. Ma anche in questo caso si sarebbe potuto organizzare con degli strumenti particolari che gelificano le urine, e sono delle bottiglie "usa e getta" in pratica il catetere versa le urine in queste bottiglie e vengono trasformate in gel inerte. Effettivamente in caso di emergenza sarebbero stati guai, ma lui era conscio della cosa. Lui era stato accompagnato in aeroporto da qualcuno, dall'aeroporto di partenza a quello di destinazione ci ha pensato tutto il personale addetto, arrivato a destinazione aveva un'altra persona per assisterlo, non è che non aveva accompagnatori, non ce l'aveva a bordo perché di certo l'indennità di accompagnamento non ti permette di assumere qualcuno fisso, pagargli il biglietto aereo, il soggiorno etc....E comunque ma chi lo sollevava in caso di emergenza? Pesava sui 90 kg a "peso morto".....

Nel caso specifico, non so quale sia la patologia del Sig. Giuseppe Trieste, né il suo grado di autonomia, mi vien da pensare che però per un volo breve (un'ora?) non ci sia tutto sto bisogno di un accompagnatore una volta seduto al posto, e in caso di emergenza, accompagnatore o non accompagnatore c'è ben poco da fare....

Mi sono dilungato un po', spero di aver portato un contributo di chiarezza.
 
grazie per la tua importante testimonianza e benvenuto nel forum.
Dal tuo dettagliato post riesco ora a comprendere un po' meglio le difficoltà che si possono incontrare per un diversamente abile.
Saluti.
Francesco

Salve, mi sono iscritto a questo forum appositamente per rispondere in questa discussione, per apportare, in quanto disabile su sedia a rotelle, un contributo di chiarezza, in quanto leggo parecchie inesattezze dovute alla non conoscenza delle procedure relative all'imbarco e all'assistenza dei passeggeri a mobilità ridotta, e sulle leggi relative alla disabilità (in particolare per quanto riguarda all'indennità di accompagnamento).

Cominciamo a dire come è l'iter dell'imbarco e dell'assistenza a bordo di un passeggero a mobilità ridotta (saltiamo la comunicazione alla compagnia che diamo per scontata, anche se in teoria non si capisce perché bisogni comunicarlo, non c'è nulla da organizzare, forse solo per una ottimizzazione delle risorse per l'imbarco).

Il passeggero arriva all banco del check-in, l'operatore al check-in chiama un addetto all'assistenza che porterà il passeggero attraverso tutto l'iter. Io che riesco a spingere autonomamente la sedia a rotelle potrei anche arrivare alla sala di imbarco da solo (e in alcuni aeroporti lo faccio), ma l'addetto mi risparmia parecchie attese al controllo passaporti (tranne una volta ad Oslo che l'addetto si mise in fila aspettando il turno come qualsiasi passeggero, tant'è che i miei colleghi (ero per lavoro), fecero prima di me), e quindi di buon grado mi faccio spingere. Alcuni aeroporti obbligano il passeggero a mobilità ridotta a farsi trasportare dall'addetto.

Per salire a bordo, dalla sala di imbarco a questo punto vengo portato a bordo, o tramite il finger (sia benedetto chi lo ha inventato), o tramite un camion elevatore, da personale della società aeroportuale (e non della compagnia aerea). A questo punto non appena a bordo per arrivare al posto, vengo trasferito su una seggiolina o in dotazione all'aeroporto o come per il Kuwait a bordo dell'aereo. Una seggiolina che passa nel corridoio. Per questa operazione necessitano due addetti all'assistenza, perché nel mio caso riesco poi a passare da solo dalla seggiolina di bordo al sedile (ricordatevelo che questo sarà importante poi), ma se non ce la facessi, dovrebbero prendermi di peso e mettermi sul sedile.
Una volta sul sedile, per tutto il volo, l'unico motivo per cui possa richiedere l'assistenza del personale di bordo è andare in bagno (oppure in caso di emergenza che poi vedremo). Se debbo andare in bagno, ciò è possibile solo tramite la sedia di bordo che dovrebbe essere in dotazione ad ogni aereo. Tale sedia di bordo deve essere tassativamente azionata da un assistente di volo. E' fatto esplicito divieto all'accompagnatore di manovrarla. Ora per andare in bagno devo passare di nuovo dal sedile alla sedia di bordo e poi al contario quando ritorno al posto.

E qui entra in gioco l'eventuale accompagnatore. L'assistente di volo non è tenuto ad aiutare il passeggero a fare tale operazione, quindi i passeggeri che dovessero aver bisogno di un aiuto per il trasferimento, devono avere un accompagnatore. Ci sarebbe poi da dire che mi sembra (non sono sicurissimo), che per facilitare tale operazione , gli aerei dovrebbero per legge avere due posti di corridoio con il bracciolo esterno sollevabile, in pratica non ce l'ha nessuno, almeno non mi è mai capitato di sedere ad un posto con il bracciolo sollevabile, sarebbe un grosso aiuto a costo praticamente zero eppure non si degnano di fare questa piccola modifica. La British Airways sul suo sito parla espressamente di aerei con tale accorgimento. Poi anche una volta arrivato in bagno , il disabile che vola da solo , deve essere in grado di trasferire dalla sedia di bordo al water e viceversa, spogliarsi, far tutto quello che deve fare in completa autonomia. Anche qui l'assistente di volo non è tenuto a prestare alcun aiuto.

L''unica compagnia aerea i cui assistenti di volo sono cooperativi e mi hanno aiutato a trasferire dalla sedia di bordo sono quelli della Kuwait Airways, gli altri si limitano ad appoggiare il più possibile la sedia vicino al water (e potrebbero far meglio che non riescono mai a scavalcare la "listella" che delimita il corridoio al water).

Passiamo all'eventuale emergenza.

Come detto, l'accompagnatore NON PUO' manovrare la sedia di bordo, anche perché questa solitamente è rinchiusa in un armadietto. Le compagnie sono tutte in difetto, nel senso che i regolamenti prevedono che la compagnia debba comunicare alla persona a mobilità ridotta, la procedura speciale di evacuazione dall'aeromobile per lui. In pratica nessuno mi ha mai detto se bisogna uscire di corsa cosa devo fare, la dimostrazione valida per tutti me la guardo, ma è uno spettacolo per me abbastanza inutile (mascherina a parte). Probabilmente gli assistenti di volo non saprebbero assolutamente cosa fare. Ora , mi rendo perfettamente conto, e non ho nulla da obiettare in merito, che in caso di evacuazione, io sarò l'ultimo a uscire, però fra l'ultimo passeggero e la mia evacuazione , prima che portano la sedia di bordo, la aprono , passo dal sedile alla sedia, mi trasportano fuori con quella "cosa" poco maneggevole e anche con del discreto panico, passano sui 3-4 minuti e son bello che andato, io , l'accompagnatore e l'assistente di volo. Del resto non posso nemmeno pretendere che l'assistente di volo mi prenda in braccio, nè si può pretendere che io (che non peso nemmeno tanto) abbia un accompagnatore in grado di sollevare 70 kg di peso morto (nel mio caso , ma c'è anche chi pesa molto di più). E chi devo avere come accompagnatore , il campione italiano di sollevamento pesi? Del resto col panico, immagino che l'assistente di volo in caso di evacuazione si dia alla macchia e non stia ad aspettare me, e dubito che mi aspetti anche l'accompagnatore, e non lo vorrei nemmeno, certamente spingerei mia moglie ad uscire, tanto a che pro' restare ad aspettare?

Diciamocelo francamente, io mi butto per terra e striscio fino all'uscita nello stesso tempo che ci mette un qualsiasi altro passeggero, mi metto in coda alla gente che sta evacuando l'aeromobile (in coda perché senno' mi acciaccano) perché sono in grado di farlo, ma chi non è in grado di farlo probabilmente attende il suo destino, accompagnatore o non accompagnatore. Perché un mio amico tetraplegico che pesa 100 kg, ma chi cavolo è in grado di sollevarlo? A sto punto o ci pensa l'assistente di volo con la sedia di bordo (che non può essere manovrata dall'accompagnatore), e l'accompagnatore aiuta a farlo trasferire sulla sedia (e qui bisognerebbe obbligare tutte le compagnie ad avere quei famosi due posti di corridoio col bracciolo sollevabile), oppure non c'è niente da fare.

Ora a chi necessita l'accompagnatore e a chi non necessita? La maggior parte delle compagnie aeree richiede l'accompagnatore in quei casi in cui il passeggero non possa svolgere autonomamente tutte le attività di bordo, quali il mangiare, il comprendere le istruzioni e come detto sia incapace di passare dalla sedia di bordo al sedile e viceversa. L'Alitalia parla di "persone non autosufficienti" (che vuol dire?) , sordo-ciechi (sia sordi che ciechi) e poco altro. Ogni passeggero dell'Alitalia deve presentare un modulo compilato da un medico in cui appunto si evince il grado di non autosufficienza. Altre compagnie non chiedono tale modulo e si limitano a fare qualche domanda.

Io ho volato varie volte da solo, e nessuna compagnia mi ha mai fatto storie, ho volato con Thai Airways, Singapore Airlines e Malaysia Airlines da solo e se permettete credo che la Singapore Airlines (ma anche le altre due) sia da considerarsi molto professionale.

Ed infine vorrei un po' chiarire la questione della "indennità di accompagnamento".

Lo Stato non fornisce nessun accompagnatore, magari fosse così, e del resto l'indennità di accompagnamento è largamente insufficiente, si tratta di 476 euro al mese che non ci paghi di certo un accompagnatore permanente. La più comune inesattezza che si dice sull'indennità di accompagnamento è che questa viene pagata all'accompagnatore. Cominciamo a sgombrare il campo, la legge non prevede alcuna figura legale di accompagnatore, l'indennità viene versata al disabile, che la userà per pagarsi quei maggiori costi che ha un disabile per poter vivere.

Inoltre chi è che ha diritto a tale indennità? http://www.intrage.it/rubriche/assistenzasociale/assistenzaeconomica/indennitaaccompagnamento/

Oltre alle due categorie classiche :

1) Persone non deambulanti , paraplegici o simili , che comunque coi mezzi tecnologici attuali (automobile e sedia a rotelle superleggera) possono andare ovunque (beh , quasi viste le barriere architettoniche) da soli; In questo caso il solo fatto di non deambulare da diritto all'indennità.
2) Persone non in grado di svolgere le attività della vita quotidiana (mangiare, vestirsi, lavarsi etc...). Questi sono le persone che hanno effettivamente bisogno di un assistente permanente.



Come vedete ci sono persone che non hanno necessità di un accompagnatore permanente, in particolare una persona che fa dialisi e chemioterapia, ha bisogno di essere accompagnato in ospedale perché magari la dialisi o la chemioterapia lo debilita, ma nelle altre occasioni è autonomo. L'indennità serve appunto a pagare queste cose, non certo un "accompagnatore permanente" che costa ben di più che 476 euro al mese. E un dializzato che bisogno ha di un accompagnatore sull'aereo? Un cieco pure non ha mica sta gran necessità, basta un assistente di volo che lo tenga per mano e lo faccia scendere per ultimo.

Inoltre mi è capitato di avere come compagno di viaggio un signore sulla Thai Airways, si trattava di un tetraplegico C6-C7 (il livello meno grave di tetraplegia), che aveva per urinare un catetere fisso (che poi ci si organizza eh), e il bottiglione gliel'ha svuotato mia moglie. Ma anche in questo caso si sarebbe potuto organizzare con degli strumenti particolari che gelificano le urine, e sono delle bottiglie "usa e getta" in pratica il catetere versa le urine in queste bottiglie e vengono trasformate in gel inerte. Effettivamente in caso di emergenza sarebbero stati guai, ma lui era conscio della cosa. Lui era stato accompagnato in aeroporto da qualcuno, dall'aeroporto di partenza a quello di destinazione ci ha pensato tutto il personale addetto, arrivato a destinazione aveva un'altra persona per assisterlo, non è che non aveva accompagnatori, non ce l'aveva a bordo perché di certo l'indennità di accompagnamento non ti permette di assumere qualcuno fisso, pagargli il biglietto aereo, il soggiorno etc....E comunque ma chi lo sollevava in caso di emergenza? Pesava sui 90 kg a "peso morto".....

Nel caso specifico, non so quale sia la patologia del Sig. Giuseppe Trieste, né il suo grado di autonomia, mi vien da pensare che però per un volo breve (un'ora?) non ci sia tutto sto bisogno di un accompagnatore una volta seduto al posto, e in caso di emergenza, accompagnatore o non accompagnatore c'è ben poco da fare....

Mi sono dilungato un po', spero di aver portato un contributo di chiarezza.
 
Salve, mi sono iscritto a questo forum appositamente per rispondere in questa discussione, per apportare, in quanto disabile su sedia a rotelle, un contributo di chiarezza, in quanto leggo parecchie inesattezze dovute alla non conoscenza delle procedure relative all'imbarco e all'assistenza dei passeggeri a mobilità ridotta, e sulle leggi relative alla disabilità (in particolare per quanto riguarda all'indennità di accompagnamento).

Cominciamo a dire come è l'iter dell'imbarco e dell'assistenza a bordo di un passeggero a mobilità ridotta (saltiamo la comunicazione alla compagnia che diamo per scontata, anche se in teoria non si capisce perché bisogni comunicarlo, non c'è nulla da organizzare, forse solo per una ottimizzazione delle risorse per l'imbarco).

Il passeggero arriva all banco del check-in, l'operatore al check-in chiama un addetto all'assistenza che porterà il passeggero attraverso tutto l'iter. Io che riesco a spingere autonomamente la sedia a rotelle potrei anche arrivare alla sala di imbarco da solo (e in alcuni aeroporti lo faccio), ma l'addetto mi risparmia parecchie attese al controllo passaporti (tranne una volta ad Oslo che l'addetto si mise in fila aspettando il turno come qualsiasi passeggero, tant'è che i miei colleghi (ero per lavoro), fecero prima di me), e quindi di buon grado mi faccio spingere. Alcuni aeroporti obbligano il passeggero a mobilità ridotta a farsi trasportare dall'addetto.

Per salire a bordo, dalla sala di imbarco a questo punto vengo portato a bordo, o tramite il finger (sia benedetto chi lo ha inventato), o tramite un camion elevatore, da personale della società aeroportuale (e non della compagnia aerea). A questo punto non appena a bordo per arrivare al posto, vengo trasferito su una seggiolina o in dotazione all'aeroporto o come per il Kuwait a bordo dell'aereo. Una seggiolina che passa nel corridoio. Per questa operazione necessitano due addetti all'assistenza, perché nel mio caso riesco poi a passare da solo dalla seggiolina di bordo al sedile (ricordatevelo che questo sarà importante poi), ma se non ce la facessi, dovrebbero prendermi di peso e mettermi sul sedile.
Una volta sul sedile, per tutto il volo, l'unico motivo per cui possa richiedere l'assistenza del personale di bordo è andare in bagno (oppure in caso di emergenza che poi vedremo). Se debbo andare in bagno, ciò è possibile solo tramite la sedia di bordo che dovrebbe essere in dotazione ad ogni aereo. Tale sedia di bordo deve essere tassativamente azionata da un assistente di volo. E' fatto esplicito divieto all'accompagnatore di manovrarla. Ora per andare in bagno devo passare di nuovo dal sedile alla sedia di bordo e poi al contario quando ritorno al posto.

E qui entra in gioco l'eventuale accompagnatore. L'assistente di volo non è tenuto ad aiutare il passeggero a fare tale operazione, quindi i passeggeri che dovessero aver bisogno di un aiuto per il trasferimento, devono avere un accompagnatore. Ci sarebbe poi da dire che mi sembra (non sono sicurissimo), che per facilitare tale operazione , gli aerei dovrebbero per legge avere due posti di corridoio con il bracciolo esterno sollevabile, in pratica non ce l'ha nessuno, almeno non mi è mai capitato di sedere ad un posto con il bracciolo sollevabile, sarebbe un grosso aiuto a costo praticamente zero eppure non si degnano di fare questa piccola modifica. La British Airways sul suo sito parla espressamente di aerei con tale accorgimento. Poi anche una volta arrivato in bagno , il disabile che vola da solo , deve essere in grado di trasferire dalla sedia di bordo al water e viceversa, spogliarsi, far tutto quello che deve fare in completa autonomia. Anche qui l'assistente di volo non è tenuto a prestare alcun aiuto.

L''unica compagnia aerea i cui assistenti di volo sono cooperativi e mi hanno aiutato a trasferire dalla sedia di bordo sono quelli della Kuwait Airways, gli altri si limitano ad appoggiare il più possibile la sedia vicino al water (e potrebbero far meglio che non riescono mai a scavalcare la "listella" che delimita il corridoio al water).

Passiamo all'eventuale emergenza.

Come detto, l'accompagnatore NON PUO' manovrare la sedia di bordo, anche perché questa solitamente è rinchiusa in un armadietto. Le compagnie sono tutte in difetto, nel senso che i regolamenti prevedono che la compagnia debba comunicare alla persona a mobilità ridotta, la procedura speciale di evacuazione dall'aeromobile per lui. In pratica nessuno mi ha mai detto se bisogna uscire di corsa cosa devo fare, la dimostrazione valida per tutti me la guardo, ma è uno spettacolo per me abbastanza inutile (mascherina a parte). Probabilmente gli assistenti di volo non saprebbero assolutamente cosa fare. Ora , mi rendo perfettamente conto, e non ho nulla da obiettare in merito, che in caso di evacuazione, io sarò l'ultimo a uscire, però fra l'ultimo passeggero e la mia evacuazione , prima che portano la sedia di bordo, la aprono , passo dal sedile alla sedia, mi trasportano fuori con quella "cosa" poco maneggevole e anche con del discreto panico, passano sui 3-4 minuti e son bello che andato, io , l'accompagnatore e l'assistente di volo. Del resto non posso nemmeno pretendere che l'assistente di volo mi prenda in braccio, nè si può pretendere che io (che non peso nemmeno tanto) abbia un accompagnatore in grado di sollevare 70 kg di peso morto (nel mio caso , ma c'è anche chi pesa molto di più). E chi devo avere come accompagnatore , il campione italiano di sollevamento pesi? Del resto col panico, immagino che l'assistente di volo in caso di evacuazione si dia alla macchia e non stia ad aspettare me, e dubito che mi aspetti anche l'accompagnatore, e non lo vorrei nemmeno, certamente spingerei mia moglie ad uscire, tanto a che pro' restare ad aspettare?

Diciamocelo francamente, io mi butto per terra e striscio fino all'uscita nello stesso tempo che ci mette un qualsiasi altro passeggero, mi metto in coda alla gente che sta evacuando l'aeromobile (in coda perché senno' mi acciaccano) perché sono in grado di farlo, ma chi non è in grado di farlo probabilmente attende il suo destino, accompagnatore o non accompagnatore. Perché un mio amico tetraplegico che pesa 100 kg, ma chi cavolo è in grado di sollevarlo? A sto punto o ci pensa l'assistente di volo con la sedia di bordo (che non può essere manovrata dall'accompagnatore), e l'accompagnatore aiuta a farlo trasferire sulla sedia (e qui bisognerebbe obbligare tutte le compagnie ad avere quei famosi due posti di corridoio col bracciolo sollevabile), oppure non c'è niente da fare.

Ora a chi necessita l'accompagnatore e a chi non necessita? La maggior parte delle compagnie aeree richiede l'accompagnatore in quei casi in cui il passeggero non possa svolgere autonomamente tutte le attività di bordo, quali il mangiare, il comprendere le istruzioni e come detto sia incapace di passare dalla sedia di bordo al sedile e viceversa. L'Alitalia parla di "persone non autosufficienti" (che vuol dire?) , sordo-ciechi (sia sordi che ciechi) e poco altro. Ogni passeggero dell'Alitalia deve presentare un modulo compilato da un medico in cui appunto si evince il grado di non autosufficienza. Altre compagnie non chiedono tale modulo e si limitano a fare qualche domanda.

Io ho volato varie volte da solo, e nessuna compagnia mi ha mai fatto storie, ho volato con Thai Airways, Singapore Airlines e Malaysia Airlines da solo e se permettete credo che la Singapore Airlines (ma anche le altre due) sia da considerarsi molto professionale.

Ed infine vorrei un po' chiarire la questione della "indennità di accompagnamento".

Lo Stato non fornisce nessun accompagnatore, magari fosse così, e del resto l'indennità di accompagnamento è largamente insufficiente, si tratta di 476 euro al mese che non ci paghi di certo un accompagnatore permanente. La più comune inesattezza che si dice sull'indennità di accompagnamento è che questa viene pagata all'accompagnatore. Cominciamo a sgombrare il campo, la legge non prevede alcuna figura legale di accompagnatore, l'indennità viene versata al disabile, che la userà per pagarsi quei maggiori costi che ha un disabile per poter vivere.

Inoltre chi è che ha diritto a tale indennità? http://www.intrage.it/rubriche/assistenzasociale/assistenzaeconomica/indennitaaccompagnamento/

Oltre alle due categorie classiche :

1) Persone non deambulanti , paraplegici o simili , che comunque coi mezzi tecnologici attuali (automobile e sedia a rotelle superleggera) possono andare ovunque (beh , quasi viste le barriere architettoniche) da soli; In questo caso il solo fatto di non deambulare da diritto all'indennità.
2) Persone non in grado di svolgere le attività della vita quotidiana (mangiare, vestirsi, lavarsi etc...). Questi sono le persone che hanno effettivamente bisogno di un assistente permanente.



Come vedete ci sono persone che non hanno necessità di un accompagnatore permanente, in particolare una persona che fa dialisi e chemioterapia, ha bisogno di essere accompagnato in ospedale perché magari la dialisi o la chemioterapia lo debilita, ma nelle altre occasioni è autonomo. L'indennità serve appunto a pagare queste cose, non certo un "accompagnatore permanente" che costa ben di più che 476 euro al mese. E un dializzato che bisogno ha di un accompagnatore sull'aereo? Un cieco pure non ha mica sta gran necessità, basta un assistente di volo che lo tenga per mano e lo faccia scendere per ultimo.

Inoltre mi è capitato di avere come compagno di viaggio un signore sulla Thai Airways, si trattava di un tetraplegico C6-C7 (il livello meno grave di tetraplegia), che aveva per urinare un catetere fisso (che poi ci si organizza eh), e il bottiglione gliel'ha svuotato mia moglie. Ma anche in questo caso si sarebbe potuto organizzare con degli strumenti particolari che gelificano le urine, e sono delle bottiglie "usa e getta" in pratica il catetere versa le urine in queste bottiglie e vengono trasformate in gel inerte. Effettivamente in caso di emergenza sarebbero stati guai, ma lui era conscio della cosa. Lui era stato accompagnato in aeroporto da qualcuno, dall'aeroporto di partenza a quello di destinazione ci ha pensato tutto il personale addetto, arrivato a destinazione aveva un'altra persona per assisterlo, non è che non aveva accompagnatori, non ce l'aveva a bordo perché di certo l'indennità di accompagnamento non ti permette di assumere qualcuno fisso, pagargli il biglietto aereo, il soggiorno etc....E comunque ma chi lo sollevava in caso di emergenza? Pesava sui 90 kg a "peso morto".....

Nel caso specifico, non so quale sia la patologia del Sig. Giuseppe Trieste, né il suo grado di autonomia, mi vien da pensare che però per un volo breve (un'ora?) non ci sia tutto sto bisogno di un accompagnatore una volta seduto al posto, e in caso di emergenza, accompagnatore o non accompagnatore c'è ben poco da fare....

Mi sono dilungato un po', spero di aver portato un contributo di chiarezza.


Ciao,

di solito gli aa/vv devono fare un briefing personalizzato alla persona diversamente abile dimostrandogli ubicazione delle uscite di emergenza, dove si trova il giubbotto salvagente, da dove scendono le maschere e come indossarle. Se il pax è un blind si può fargli toccare gli oggetti suddetti, in più il pulsante per la chiamata dell'av. Il briefing prevede che gli venga detto che in caso di emergenza durante un evacuazione il pax diversalmente abile (wch cabin/stairs/ramp, blind, deaf,meda) anche se è accompagnato, DEVONO ASPETTARE L'ARRIVO DELL' A/V per poi procedere alla loro evacuazione dopo che sono stati evacuate le persone autonome.
 
@ buasaard
Un grazie per il contributo anche da parte mia.
La tua testimonianza dimostra quanta distanza ci sia tra i discorsi sui massimi sistemi pro o contro qualcuno e la realtà che vive nel dettaglio una persona diversamente abile.
Grazie davvero.
 
Non quoto la testimonianza di buassard per rispondere, che ringrazio. Mi chiedo solo una cosa: perchè sta benedetta sedia di bordo è manovrabile solo da aavv? Cos'ha di tanto complicato e speciale?
 
Grazie Buasaard per la testimonianza chiarissima.

Non quoto la testimonianza di buassard per rispondere, che ringrazio. Mi chiedo solo una cosa: perchè sta benedetta sedia di bordo è manovrabile solo da aavv? Cos'ha di tanto complicato e speciale?

In U2 non ne abbiamo, quindi vado solo a logica presumendo che in quanto equipaggiamento di bordo possano essere utilizzate solo da personale autorizzato e appositamente addestrato. Penso.
 
Grazie Buasaard per la testimonianza chiarissima.



In U2 non ne abbiamo, quindi vado solo a logica presumendo che in quanto equipaggiamento di bordo possano essere utilizzate solo da personale autorizzato e appositamente addestrato. Penso.

Quindi in U2 come spostate/come va per esempio verso il bagno uno che non riesce a muoversi?
 
Non quoto la testimonianza di buassard per rispondere, che ringrazio. Mi chiedo solo una cosa: perchè sta benedetta sedia di bordo è manovrabile solo da aavv? Cos'ha di tanto complicato e speciale?

Intanto solitamente sta in un armadietto, la tirano fuori a richiesta, poi probabilmente esiste una questione assicurativa per cui si presume che gli aavv siano addestrati all'uso, in se non ha nulla di particolarmente complicato se non che ha due rotelline minuscole. Mi è anche capitato una volta sulla Malaysia Airlines in cui non c'erano aavv maschi che poverine faticavano molto. Basterebbe un minimo di organizzazione quando la Boeing o la Airbus o le altre società costruttrici di aerei fanno la configurazione, se su tutti gli aerei ci fossero i due famosi posti di corridoio col bracciolo sollevabile, non distante dall'uscita (diciamo due file dopo) e vicino al bagno sarebbe tutto più semplice. E poi anche al check-in ci dovrebbero essere disposizioni per riservare ai disabili due posti vicini ai bagni, un po' come accade con i posti per gli "infant" che sono riservati e vengono assegnati solo alla fine.


alitaliaboy ha detto:
di solito gli aa/vv devono fare un briefing personalizzato alla persona diversamente abile dimostrandogli ubicazione delle uscite di emergenza, dove si trova il giubbotto salvagente, da dove scendono le maschere e come indossarle. Se il pax è un blind si può fargli toccare gli oggetti suddetti, in più il pulsante per la chiamata dell'av. Il briefing prevede che gli venga detto che in caso di emergenza durante un evacuazione il pax diversalmente abile (wch cabin/stairs/ramp, blind, deaf,meda) anche se è accompagnato, DEVONO ASPETTARE L'ARRIVO DELL' A/V per poi procedere alla loro evacuazione dopo che sono stati evacuate le persone autonome.

Nel corso degli anni ho volato con

Royal Air Maroc
Biman :D
Singapore Airlines
Thai Airways
Malaysia Airlines
Sabena
KLM
Kuwait Airways
Saudia

MAI, nessuno mi ha detto cosa dovrei fare in caso di emergenza. Lo so che devo aspettare, il giubbotto è chiaro dalla dimostrazione generale, ma nessuno mi ha mai detto come avviene la procedura di emergenza.
 
Mi ha fatto molto piacere leggere l'intervento di un diretto interessato, di chi queste cose le vive sulla propria pelle.
Come ho già detto nel mio precedente post, una assurdità di Easy è quella di assegnare i posti nell'unica fila che hai i braccioli fissi, penso che sia addirittura già memorizzata sui computer del check-in!
La questione dei braccioli sollevabili è molto importante, un disabile riesce a gestirsi meglio e a essere aiutato più facilmente senza questi ostacoli.
Devo smentire il nostro amico nel senso che adesso sono molti di più gli aerei e aerolinee che hanno i braccioli sollevabili: per fare alcuni esempi LH ha delle file dedicate con apposito logo, AZ negli MD 82 ha i posti dietro, vicino alla galley door con bracciolo sollevabile, i nuovi A 320 AZ-Airone hanno quasi tutti i braccioli sollevabili e la famosa seggiolina a bordo, così come i CRJ Airone. Questi sono solo alcuni esempi, sono molte le compagnie che specie nelle macchine nuove sono disabled-friendly, nota negativa spesso gli assitenti di volo non ti trovano lo sblocco......succede abbastanza frequentemente, il trucco è cercare la cerniera del bracciolo, se cìè questo di sicuro si sblocca e si solleva.
Un interessante articolo eccolo qua:
http://iffr.it/voGliamo 2004_file/siclari relazione.pdf

Infine ancora una volta il metodo di imbarco, o finger o elevatore, qui in Italia abbiamo una legge molto chiara, invito chiunque abbia esperienze di pericolsi imbarchi di peso a braccia, di segnalarlo alle competenti autorità.
 
Mi ha fatto molto piacere leggere l'intervento di un diretto interessato, di chi queste cose le vive sulla propria pelle.
Come ho già detto nel mio precedente post, una assurdità di Easy è quella di assegnare i posti nell'unica fila che hai i braccioli fissi, penso che sia addirittura già memorizzata sui computer del check-in!
La questione dei braccioli sollevabili è molto importante, un disabile riesce a gestirsi meglio e a essere aiutato più facilmente senza questi ostacoli.
Devo smentire il nostro amico nel senso che adesso sono molti di più gli aerei e aerolinee che hanno i braccioli sollevabili: per fare alcuni esempi LH ha delle file dedicate con apposito logo, AZ negli MD 82 ha i posti dietro, vicino alla galley door con bracciolo sollevabile, i nuovi A 320 AZ-Airone hanno quasi tutti i braccioli sollevabili e la famosa seggiolina a bordo, così come i CRJ Airone. Questi sono solo alcuni esempi, sono molte le compagnie che specie nelle macchine nuove sono disabled-friendly, nota negativa spesso gli assitenti di volo non ti trovano lo sblocco......succede abbastanza frequentemente, il trucco è cercare la cerniera del bracciolo, se cìè questo di sicuro si sblocca e si solleva.
Un interessante articolo eccolo qua:
http://iffr.it/voGliamo 2004_file/siclari relazione.pdf

Infine ancora una volta il metodo di imbarco, o finger o elevatore, qui in Italia abbiamo una legge molto chiara, invito chiunque abbia esperienze di pericolsi imbarchi di peso a braccia, di segnalarlo alle competenti autorità.

In effetti ultimamente ho sempre preso compagnie aeree extraeuropee, in Europa comunque preferisco viaggiare in auto, visto poi le difficoltà dei trasporti locali che troverei in loco, ma questo è un altro discorso....

L'ultima volta che mi hanno preso a braccia è stato a Bruxelles nel 1999, andavo per lavoro ad Oslo con la Sabena, siccome pare che non fossero stati avvertiti all'aeroporto di Bruxelles e non c'era tempo per chiamare il camion elevatore, mi hanno messo su una sedia di bordo, legato come Hannibal the cannibal de "il silenzio degli innocenti", e fatto scendere a braccia, trasferito su un furgone normale, arrivato sotto bordo dell'altro e ritirato su a braccia. Mi mancava solo la museruola come Hannibal :D
 
E' passato un po' di tempo, ma ho trovato le disposizioni dell'ENAC alle compagnie aeree in tema di passeggeri a mobilità ridotta. In particolare chiariscono a chi devono richiedere l'accompagnatore http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/disabili_aereo/circolare_enac.pdf

L’Autonomia e la necessità di un accompagnatore
Il vettore aereo può esigere che la persona con disabilità o la persona con mobilità ridotta sia accompagnata da una persona in grado di fornirle l’assistenza necessaria. Questo può essere richiesto quando è chiaro che la persona non è autonoma nello svolgimento delle seguenti funzioni:
- Respirare: il passeggero non dovrebbe aver bisogno di ossigeno supplementare.
- Alimentarsi: il passeggero dovrebbe essere capace di alimentarsi da solo. Nel caso di
disabili visivi il personale di cabina può assistere il passeggero aprendogli le confezioni
di cibo e descrivendo il servizio di catering.
- Sollevarsi: il passeggero dovrebbe essere in grado di spostarsi dal posto a sedere alla
sedia a ruote di bordo.
- Comunicare: il passeggero dovrebbe essere in grado di comunicare con gli assistenti
di cabina e comprendere i loro avvisi/istruzioni.
- Fruire dei servizi igienici: il passeggero dovrebbe essere in grado di utilizzare i servizi
igienici. Il personale di cabina può assistere il passeggero per spostarsi nella cabina
mediante la sedia a ruote di bordo.
- Prendere medicinali: il passeggero dovrebbe essere in grado di amministrare le proprie
medicine e le proprie medicazioni.
Nei casi in cui la persona non è indipendente per una delle suddette ragioni e viene richiesta la presenza di un accompagnatore, allora il vettore aereo potrebbe, offrire uno sconto sul biglietto dell’accompagnatore (come raccomandato dal Doc. 30 ECAC al par. 5.2.4.2.) Nei casi in cui passeggeri con disabilità severe sono accompagnati da assistenti personali adeguatamente formati e addestrati a sollevare e/o trasferire da un posto a sedere ad un altro la persona disabile che assistono, il vettore aereo non deve imporre i propri servizi di assistenza.
L’assegnazione di un particolare posto, anche se pre-assegnato, non può essere mai garantita sia per il passeggero con disabilità o con mobilità ridotta, sia per il suo eventuale accompagnatore, a causa di difficoltà operative come ad esempio potrebbe essere il caso di cambio di aeromobile; resta comunque previsto dal Regolamento che il vettore aereo debba fare ogni ragionevole sforzo per assegnare il o i posti richiesti.

In pratica come dicevo, a parte le funzioni base, è richiesto l'accompagnatore a chi non è in grado di "trasferire" da/per la sedia di bordo , sia per quanto riguarda il sedile che la toilette.