Voli, con easyJet a Linate e Fiumicino c’è più concorrenza, ma Ita Airways non taglia i prezzi: perché?
Lo sbarco di easyJet a Milano Linate e Roma Fiumicino — con l’obiettivo di competere con Ita Airways e Lufthansa sui voli verso gli hub del gruppo tedesco — ha fatto scendere le tariffe medie del 15% a parità di servizi offerti. Ma a vedere bene questo calo — imposto dalla Ue per autorizzare l’alleanza tra i due vettori — non ha spinto i «promessi sposi» a rivedere al ribasso i propri prezzi. È quanto emerge dall’analisi del Corriere della Sera su dati forniti da piattaforme specializzate. Numeri che sembrano pure confermare i sospetti di chi da tempo sostiene che la misura è stata pensata più per mettere i bastoni tra le ruote a Lufthansa e Ita.
Le richieste dell’Antitrust Ue
Per approvare l’ingresso di Lufthansa nel vettore tricolore Ita, l’Antitrust Ue ha richiesto — tra le altre cose — l’introduzione di un rivale su alcune rotte specifiche così da tutelare la concorrenza. Questo perché l’unione delle due realtà avrebbe portato a un monopolio su alcune tratte. Dopo trattative estenuanti i tecnici Ue hanno giudicato easyJet un vettore in grado di fare concorrenza. E così alla low cost britannica Ita e Lufthansa hanno dovuto cedere circa 30 slot giornalieri a Linate e 18 a Fiumicino.
Le rotte da operare
Una parte di questi slot la compagnia britannica è obbligata a utilizzarla per tre anni sulle rotte intra-europee dove deve garantire concorrenza: da Linate verso Francoforte e Bruxelles, e da Fiumicino verso Bruxelles, Francoforte, Amburgo, Monaco e Zurigo. Da Milano easyJet vola anche a Vienna, sebbene questa non fosse servita da Ita o da un vettore del gruppo Lufthansa. Con i restanti slot, la low cost può invece operare le rotte che preferisce.
I prezzi
Sul fronte tariffe, l’effetto è evidente se si guarda al biglietto “base” — classe Economy, sola andata, tasse incluse ed extra esclusi: tra aprile (primo mese di effettiva concorrenza) e agosto 2025, i voli di easyJet risultano sensibilmente più economici rispetto a quelli di Ita e del gruppo Lufthansa, con differenze che vanno dal -30% (Fiumicino-Amburgo) al -56% (Linate-Francoforte).
Con il bagaglio a mano
Il vantaggio si ridimensiona però se si considera il bagaglio a mano: incluso nel biglietto di Ita e Lufthansa, ma a pagamento su easyJet. Secondo l’analisi del Corriere, il supplemento medio per portare il trolley in cabina è di circa 39 euro. Una volta aggiunto questo costo, il divario di prezzo si assottiglia: il risparmio sulla Fiumicino-Amburgo scende a un modesto 3%, mentre sulla Fiumicino-Zurigo easyJet risulta addirittura più cara del 21%.
L’approccio di italiani e tedesche
E Ita e Lufthansa? Dalle tariffe emerge che l’arrivo della low cost non ha provocato un vero scossone. Solo la Linate-Francoforte registra un calo significativo (-13,5% rispetto ad aprile-agosto 2024), mentre la Fiumicino-Francoforte scende appena dell’1,5%. Sulle altre rotte, invece, i prezzi sono addirittura saliti, fino al +27,7% della Fiumicino-Bruxelles.
Le motivazioni
Secondo diversi addetti ai lavori, difficilmente easyJet riuscirà a sottrarre clienti fidelizzati a Ita e Lufthansa: le due compagnie tradizionali servono un segmento che non è «price sensitive», cioè sensibile al prezzo, ragiona più d’uno degli esperti. E in più entrambe potrebbero aver deciso di non scendere sotto una soglia per evitare di operare in perdita: del resto la guerra tariffaria contro le low cost sarebbe persa in partenza.
I diversi modelli di business
Ma non è solo questo. In assenza di accordi per i voli in connessione, i passeggeri diretti fuori Europa (e viceversa) attraverso gli hub italo-tedeschi non hanno convenienza a combinare un volo easyJet con un intercontinentale di Ita o Lufthansa: in caso di ritardi o cancellazioni, infatti, non sarebbero tutelati perché si tratterebbe di due prenotazioni separate.
lberberi@corriere.it
	
	
		
			
				
			
			
				
				Analisi del «Corriere» sulle tariffe medie dei primi cinque mesi di rivalità della low cost sulle rotte intra-europee operate italiani e tedeschi, come imposto dall’Antitrust Ue
				
					
						
							
						
					
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