Nel frattempo il Parlamento ha bocciato la moratoria:
Doppio schiaffo per lo scalo: bocciato il ricorso di AirOne e no della Camera alla moratoria.
Il giorno della rabbia. Per Malpensa ieri sono arrivate due randellate nel giro di una manciata di minuti. Prima la Camera — su parere negativo del governo — ha bocciato due ordini del giorno di Lega e Udc per la moratoria al taglio dei voli dallo scalo varesino. Poco più tardi, il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di AirOne contro l'esclusività della trattativa di Alitalia con Air France. Anche chi fino ad ora si era mostrato tiepido nei confronti dell'offerta AirOne, sperava in un pronunciamento positivo del Tar che potesse in qualche modo rimettere in discussione le scelte del vettore nazionale.
Le reazioni, in Lombardia, sono state dure. A partire dal governatore Roberto Formigoni: «Finalmente un po' di chiarezza. Il governo ha gettato la maschera: è contro il Nord. Ha detto no a una moratoria chiesta in modo unanime da tutti, dalle istituzioni all'economia ai sindacati». Ma è anche Air France che avrebbe «manifestato le sue vere intenzioni: quel che interessa al vettore francese è prosciugare il mercato del Nord. E il prezzo da pagare è l'accollarsi l'AliRoma o l'AliLazio che si sta costruendo in questi mesi». La stessa opinione dell'assessore Davide Boni: «Alitalia è un mezzo per arrivare a uccidere Malpensa». Quanto al pronunciamento del tar, Formigoni lo considera «per molti versi inspiegabile. Si è stabilito che d'ora in poi un bene pubblico potrà essere venduto a trattativa privata: i sindaci potranno vendere scuole e ospedali». Conclude il governatore: «Nessuno si illuda: la battaglia per difendere il diritto dei cittadini a volare in tutto il mondo continua».
Diversa la posizione del presidente Filippo Penati: «Se ci sono investitori italiani, questo è il momento di farsi avanti. La sentenza del Tar non deve impedire il loro intervento, se esiste un vero impegno». Secondo Penati, «ora bisogna continuare con il lavoro di concertazione istituzionale per garantire i lavoratori e l'intero comparto intorno a Malpensa, fino all'arrivo di nuove compagnie aeree in grado di assicurare voli intercontinentali dallo scalo lombardo».
Confcommercio ha deciso per una serrata simbolica. Il 29 febbraio, intorno a mezzogiorno, i negozi abbasseranno la saracinesca per qualche minuto. L'associazione diffonderà nei negozi di Milano, Varese e del Sempione una locandina dal titolo «Per l'Italia. Sì a Malpensa, facciamo volare la Lombardia», che sarà accompagnata da una lettera a firma congiunta del presidente Carlo Sangalli e del governatore Roberto Formigoni. Per Sangalli «tutte le regioni economicamente forti d'Europa hanno un hub ed è strano che solo Milano e la Lombardia non lo debbano avere: il declassamento di Malpensa genererebbe un effetto domino con ricadute non solo sull'economia, ma sull'immagine complessiva del sistema Paese. Un danno che può essere duraturo e strutturale».
Roberto Maroni ha commentato secco il voto antimoratoria di Montecitorio: «Siamo stupefatti dalla risposta del governo. Ci aspettavamo quanto meno una rimodulazione dei tagli, visto che Air France attende l'ok del nuovo governo. Si poteva fare un bel gesto. Ci penseremo noi quando tra pochi mesi saremo al governo». L'esecutivo, attraverso il sottosegretario all'Economia Mario Lettieri ha motivato il suo no con i «riverberi negativi sulla trattativa in corso» e gli «effetti sull'andamento del titolo Alitalia ».
Corriere della Sera