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Il progetto Fiumicino affossa Alitalia
La compagnia di bandiera prende tempo sui “nuovi” partner. I sindacati confermano lo sciopero di venerdì e chiedono di sospendere le procedure di cessione. Bonanni (Cisl): «Serve un nuovo piano»
A.I.
Roma - Ancora una battuta a vuoto per Alitalia e sigle sindacali. Confermato lo sciopero di venerdì prossimo, il numero uno della Cisl Raffaele Bonanni chiede alla compagnia di bandiera un nuovo piano e un nuovo management.
È ancora fumata nera nella trattativa per la cessione del ramo d’azienda per i servizi informatici e amministrativi della compagnia. Dopo l’incontro di venerdì scorso, le parti sono tornate a vedersi ieri mattina presso la sede di Assaereo. Il tavolo si è concluso con l’ennesimo nulla di fatto: ancora una volta, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno confermato la loro richiesta di revocare o, in sub ordine, di sospendere le procedure di cessione. E l’azienda, così come ha fatto venerdì scorso, ha opposto il proprio rifiuto ribadendo la legittimità formale e sostanziale dell’operazione avviata. Una situazione di stallo, che, vede avvicinarsi a grandi passi lo sciopero generale di venerdì prossimo. Chiara la posizione dei sindacati che chiedono, a gran voce, il conto economico raffrontato tra le attività svolte oggi da Alitalia Servizi e quelle che svolgerà la nuova società, la ripartizione esatta delle quote di partecipazione tra Alitalia, Alitalia Servizi e il partner, la valorizzazione degli elementi economici connessi alla cessione e l’utilizzo di risorse che svolgono la loro attività nelle “periferie”. Non solo. I sindacati chiedono il contenuto dei patti parasociali relativi alla durata del contratto di servizi tra Alitalia e la nuova società, alla durata della clausola di salvaguardia per l’eventuale riassorbimento dei lavoratori interessati dal trasferimento.
Un altro incontro è stato fissato per domani. Il potenziamento dell’aeroporto capitolino di Fiumicino non decolla: la compagnia di bandiera punta sull’affondamento di Malpensa per dare più spazio allo scalo romano. L’offensiva per soffocare l’hub di Varese è partita dal vicepremier Francesco Rutelli invitando a cercare nuovi partner in Asia. E il governatore della Regione lazio, Piero Marrazzo, ha immediatamente preso la palla al balzo: «Alitalia sta morendo e deve costruire in tempi rapidi partnership con i carrier asiatici a Fiumicino». Il piano è chiaro: il rilancio non punta sulla creazione di nuove tratte e sull’ammodernamento dei voli, ma soltanto sull’affondamento dello scalo lombardo. Non importa, poi, se delle 53 principali destinazioni intercontinentali, 38 passano per Varese. Lo stesso Bonanni lancia un duro avvertimento al ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi: «Il vino nuovo va messo in botti nuove altrimenti inacidisce». Il leader della Cisl ricorre a una metafora enologica per chiedere «un nuovo piano e un nuovo management di Alitalia». «Siamo uniti - dichiara Bonanni - per spingere affinché il Governo predisponga un nuovo piano che dovrà essere affiancato da un nuovo management». E puntualizza: «Le due cose devono andare insieme». Ma al Governo, tutto questo sembra interessare poco e niente.