Coronavirus: riflessi sul mondo dell’aviazione


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Come mi ricordo mesi fa chi prendeva per il culo il sottoscritto e chi come me usava già le mascherine. Dovrei andare indietro nel 3ad a rileggermi nomi e cognomi e chiedere loro conto ora. Non avrei risposta ovviamente.

Probabilmente io ero uno di quelli. Quantomeno, se non l'ho scritto, l'ho pensato. E ti spiego perché.
Inizialmente le autorità sanitarie ci dicevano che le mascherine proteggevano i malati contagiati dal diffondere il virus. Non vi era ragione, pre pandemia, di proteggersi e proteggere gli altri. In Europa si era ben al di sotto dell'R0. Poi si è iniziato a dire che le mascherine potevano essere di aiuto nel bloccare la diffusione. Ma se sono senza occhialini e uno con una mascherina tipo chirurgica starnutisce e qualcosa mi arriva alle mucose degli occhi, sono fregato. E non sapendo di esserlo vado in giro con la mascerina, ma sudo e con le mani mi asciugo la fronte e contamino.
Poi arriva il bimbo che si appoggia dove ho toccato e si contamina. A casa abbraccia e sbaciucchia i nonni, che vengono da te, che sei stato tutto il giorno con la mascherina ed ora, in famiglia ti senti al sicuro...
Insomma, oggi, sottlineo oggi, chi deve uscire è giusto che lo faccia con mascherina e quant'altro. Due mesi fa, fore non ve ne era ragione.
Sopratutto, si sono utilizzati dpi che 3 settimane dopo, sarebbero servite al personale sanitario, il quale se ne è trovato senza per assenza di stock.
 
..
Partiamo quindi da “quando riaprire?”
Già, quando?
La risposta più banale dovrebbe essere “quando il virus è scomparso“. Non vi pare?
Perché forse vi sfugge un dettaglio, se riapriamo domattina o tra X mesi che differenza c’è?..

A parte lo stile, comprendo la tua posizione e la condividevo anche almeno in parte fino a che non e' emerso che il tasso di fatalita' e' veramente troppo elevato, se fosse l'1% sarebbero piu' di mezzo milione di morti in Italia per avere l'immunita' di gregge, se diventiamo immuni a lungo il che non e' detto. Sono i morti della seconda guerra mondiale, non possiamo proprio.... E in occidente la fatalita' sembra anche piu' alta di cosi'...penso che sia per questo che molti che la pensavano cosi' hanno cambiato idea.

Quindi, qualunque cosa facciamo, tutto chiuso o tutto aperto, siamo molto nella M. comunque. Questo non si puo' negare.

Pero' io piu' che sul quando riaprire mi concentrerei sul come. E' ovvio che non si puo' far tornare tutto come prima alla data X.

A questo proposito:

- Sono in fase di test e ricerca avanzata tra i 2 e i 300 possibili vaccini, farmaci e metodi. Mai nella storia e' stata concentrata tutta questa potenza di fuoco su una sola malattia. Neanche per malattie che hanno fatto e faranno molti piu' morti. Qualcosa che mitiga apparira', qualcosa gia' lo sappiamo ed e' questione di organizzarsi e sviluppare i metodi.

- Se la fatalita' scendesse di un ordine di grandezza torneremo ad una situazione paragonabile all'influenza (che fa piu' morti perche' ci sono piu' contagiati e quindi viene lasciata correre). Inizierebbe ad essere gestibile

- Siamo disposti ad accettare misure piu' estreme, test frequenti, bardature, controllo elettronico, che non distruggerebbero l'economia, almeno non in tutti i settori. Non penso che ci sarebbe molta opposizione, qualche flebile protesta. Del resto certe forme di controllo si potevano fare gia' prima di nascosto, il che e' peggio.

- In campo aviatorio, il cargo mi sembra che non abbia problemi. E, suppongo da 'gnurant che anche l'aviazione generale, organizzandosi potrebbe riprendere a funzionare anche se facendo cose molto diverse da prima, ma necessarie proprio perche' mancano le alternative.

- Per quanto riguarda l'aviazione civile anche allcune misure estreme potrebbero costare meno di quello che si pensi. Se si riorganizza la produzione il costo industriale di una tuta monouso tipo CE 5/6 e' pochi euro. Idem per maschere e copriscarpe. Con quelle addosso potrei anche sedermi di fianco a uno sconosciuto. Fra test, certificati, tracking elettronico e dispositivi di protezione totale che mi tolgo dopo il volo in apposite aree magari si potrebbe viaggiare con densita' analoghe al passato... con costi e tempi aumentati e piacere ridotto. Soprattutto i test sono indispensabili perche' piu' che la sicurezza a bordo serve la garanzia che non porti virus a destinazione. Pero' e' presto, magari salta fuori qualcosa di meglio.
 
Secondo me, specie su un WB, il problema maggiore saranno i bagni. L'apertura della porta (e non solo) è toccata da tutti, e quando si tira lo sciacquone parte un bel getto d'aria che può smuovere le cose (bisognerebbe indossare un paio di guanti prima di entrare e cestinarli subito dopo esser usciti).

Continuo a non capire la necessità del distanziamento sociale se obblighiamo tutti ad indossare una mascherina (di quelle "anti-goccia"), sarò ottuso.

Il getto d'aria altro non è che un risucchio per depressione: quindi un bel po' di litri d'aria vengono aspirati dal buco della tazza creando una piccola depressurizzazione. In cockpit si nota uno svarione di -50/100 piedi di quota cabina. Credo che questo giochi a sfavore della trasmissione virale.
 
Il getto d'aria altro non è che un risucchio per depressione: quindi un bel po' di litri d'aria vengono aspirati dal buco della tazza creando una piccola depressurizzazione. In cockpit si nota uno svarione di -50/100 piedi di quota cabina. Credo che questo giochi a sfavore della trasmissione virale.

Grazie della spiegazione, però più volte (specie se mi scordo di coprire il WC prima di tirare lo sciacquone) mi è sembrato di sentire aria arrivarmi addosso (il che non mi ha del tutto reso felice lol)
 
Sono circolate voci in questi giorni di una riapertura dei confini nazionali a marzo 2021. Ora, posto che secondo me siamo nel campo della totale speculazione, in quanto nulla è prevedibile su un orizzonte che vada oltre il 3 maggio per il momento (a mio avviso ovviamente), mi chiedo come farà davvero l'industria a tenere botta per un periodo così lungo in cui la gente semplicemente non viaggerà o viaggerà pochissimo. Soprattutto per motivi di lavoro, che sono poi quelli che spingono all'acquisto delle tariffe più alte.
 
Il suo ragionamento, che ha senso, è che chiudendo gli ingressi nelle isole prima della chiusura della Lombardia e dell'esodo incontrollato, il contagio non si sarebbe diffuso.
Io non capisco perché avere un approccio diverso da quello "integralista" nei confronti della chiusura totale indifferenziata faccia pensare a molti di volere un "libero tutti" incondizionato e in quanto tale incosciente.

Così come non capisco perché il pensare alla ripartenza della possibilità di viaggiare faccia pensare solo ai viaggi di piacere e non ad altre esigenze meno frivole.

Ancora meno non capisco perché viene censurato il porsi il problema economico del dopo. Scusatemi per questo ma da imprenditore non riesco a non farlo.

Io sono a casa e non approfitto della possibilità che mi viene concessa, dai decreti del lockdown, di poter lavorare e uscire liberamente (o quasi), anzi avevo bloccato viaggi non indispensabili e tutti i contatti personali già a metà febbraio. Ma il comportarmi responsabilmente (avendone la possibilità fortunatamente) non mi fa perdere la capacità di giudizio.










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Un dottore su un social ha fatto una semplice domanda alla quale spero qualche esperto medico o epidemologo possa rispondere.

"Se il virus non rende immuni nemmeno coloro che lo hanno contratto (tanto che si parla di recidiva ed e' stata messa in disparte la teoria della "immunita' di gregge") come puo' un vaccino rendere immune la popolazione visto che nell'organismo viene iniettato lo stesso virus notevolmente indebolito?"

Per rendere l'idea ecco le dichiarazioni del portavoce dell'OMS di ieri, lunedi 13 aprile:

“Peraltro occorrerà abituarsi a convivere con questo virus, perché il vaccino, unica vera arma scientifica, è ancora lontano. Il coronavirus, ha sottolineato David Nabarro, portavoce dell’Oms, in un’intervista alla Bbc – non sparirà. Non sappiamo se le persone che hanno avuto il virus rimangono immuni e non sappiamo quando avremo un vaccino. Una qualche forma di protezione del viso come le mascherine diventerà la norma, non da ultimo per rassicurare le persone”.

Mah...
 
Continuo a non capire la necessità del distanziamento sociale se obblighiamo tutti ad indossare una mascherina (di quelle "anti-goccia"), sarò ottuso.

Perchè le uniche vere mascherine che permetterebbero di "annullare" il distanziamento sociale con un certo grado di sicurezza sarebbero le FFP3 senza valvola indossate da tutti, e solo se accoppiate anche a degli occhiali ermetici
Qualsiasi altra soluzione abbassa la possibilità di droplets ed aerosol, ma non a livelli accettabili
 
Perchè le uniche vere mascherine che permetterebbero di "annullare" il distanziamento sociale con un certo grado di sicurezza sarebbero le FFP3 senza valvola indossate da tutti, e solo se accoppiate anche a degli occhiali ermetici
Qualsiasi altra soluzione abbassa la possibilità di droplets ed aerosol, ma non a livelli accettabili

Ti quoto per chiederti se sai perché in queste ore stanno posizionando gli aerei basati a VCE verso Mxp. Domani sarà la volta di NAP verso Mxp.
 
Per fare manutenzione, avevano parlato di posizionare tutti gli aerei da nap/vce verso mxp già qualche settimana fa.
 
Perchè le uniche vere mascherine che permetterebbero di "annullare" il distanziamento sociale con un certo grado di sicurezza sarebbero le FFP3 senza valvola indossate da tutti, e solo se accoppiate anche a degli occhiali ermetici
Qualsiasi altra soluzione abbassa la possibilità di droplets ed aerosol, ma non a livelli accettabili

Capisco tutto ma se uno "sputa" a quei livelli non dovrebbe manco essere imbarcato. Secondo me ci si sta facendo una marea di pippe mentali assurde.
 
Fino a fine febbraio quest'anno c'erano stati meno morti che gli anni scorsi, poi i morti si sono impennati in modo del tutto inequivocabile. Anche se alcuni autori osservano che data la composizione di morti in piu' (relativamente distribuiti tra i sessi invece che a forte prevalenza maschi come quelli dovuti al coronavirus) probabilmente sono in parte morti indirette dovute al collasso del sistema ospedaliero. Comunque non sarebbero morti senza il Coronavirus.

Un'ottima analisi anche se e' da un po' che non la aggiornano, che si puo' anche elaborare online facendo drill down per regione, provincia e comune, e' la seguente, a pagina 25 - "Italy 2015-2020 daily":

https://avatorl.org/covid-19/

Avevo riportato i dati in altro forum, spero di non infrangere qualche regolamento linkandola qui:

1586413513040-png.58854


https://www.skyscrapercity.com/thre...e.2242232/page-840#lg=attachment58854&slide=0

La fonte sono i dati Istat morti, che sono accessibili ma per gli ultimi mesi parziali, disponibili solo per alcuni comuni. Mancano soprattutto i dati del sud, e questo amplifica le tendenze presenti al nord.

Non si capisce perche' non si trovino analisi analoghe per altre nazioni, e' sufficiente che contino i morti per qualunque motivo per capire parecchio di quello che sta succedendo.

Lo sapremo a bocce ferme.

Interessante, grazie.
Io non capisco perché avere un approccio diverso da quello "integralista" nei confronti della chiusura totale indifferenziata faccia pensare a molti di volere un "libero tutti" incondizionato e in quanto tale incosciente.

Così come non capisco perché il pensare alla ripartenza della possibilità di viaggiare faccia pensare solo ai viaggi di piacere e non ad altre esigenze meno frivole.

Ancora meno non capisco perché viene censurato il porsi il problema economico del dopo. Scusatemi per questo ma da imprenditore non riesco a non farlo.

Io sono a casa e non approfitto della possibilità che mi viene concessa, dai decreti del lockdown, di poter lavorare e uscire liberamente (o quasi), anzi avevo bloccato viaggi non indispensabili e tutti i contatti personali già a metà febbraio. Ma il comportarmi responsabilmente (avendone la possibilità fortunatamente) non mi fa perdere la capacità di giudizio.

Personalmente non censuro nulla, se non l'approccio di TW 843 che è proprio quello del "liberi tutti" e chi muore muore. Mi sembra che nessuno nasconda la testa sotto la sabbia in relazione al problema economico, che c'è e non si può negarlo, ritengo però che una discussione costruttiva debba essere improntata sul trovare un punto di equilibrio fra la diffusione del contagio e i danni economici che deriveranno: la soluzione non può essere "apriamo tutto e non se ne parli più". In un forum di finanza qualcuno ha anche detto che il virus ci dà la possibilità di risolvere il problema economico; per semplificare, più danni fa più si dovrà ricostruire con conseguente boom economico. È qui che vogliamo arrivare?
Parlando di aviazione mi sembra che si facciano ipotesi e congetture su quando e come riaprire indipendetemente dal tipo di viaggi. Mi sembra abbastanza scontato che, fatte salve le dovute precauzioni, i primi che torneranno a volare saranno coloro che viaggiano per necessità, cosa che, da amante dei viaggi di piacere, mi rattrista parecchio.
 
Iniziano a farsi vedere i danni:

Coronavirus: UK economy 'could shrink by record 35%' by June

The UK's independent tax and spending watchdog has warned the coronavirus pandemic could see the economy shrink by a record 35% by June.

The Office for Budget Responsibility (OBR) said that this was based on an assumption that the current lockdown would last for three months.

Once restrictions are lifted, the OBR expects no lasting damage to growth.

Separately, the International Monetary Fund warned the virus would push the UK into its deepest slump for a century.

The IMF expects the UK economy will shrink by 6.5% in 2020, while the global economy will contract by 3%.

It said the pandemic had plunged the world into a "crisis like no other".

The OBR's estimates - which focus on the virus's impact on the UK economy and public finances - is more severe.

It said a three-month lockdown followed by three months of partial restrictions would push up the UK's borrowing bill to an estimated £273bn this financial year, or 14% of gross domestic product (GDP).

This would represent the largest deficit as a share of GDP since World War Two.

While borrowing is expected to jump, the OBR said the government's unprecedented financial help for workers and businesses would help to limit any long-term damage.

It expects half of the sharp drop in economic growth in the second quarter to be reversed in the three months to September.

While the UK economy is expected to contract by 12.8% for the year as a whole, the UK is expected to get back to its pre-crisis growth trend by the end of 2020.

The OBR expects a more lasting impact on unemployment, which is estimated to rise by 2.1 million to 3.4 million by the end of June.

Under this scenario, unemployment would hit 10%, from its current 3.9% rate, before easing to around 7.3% at the end of the year.

The jobless rate is expected to remain elevated until 2023, when it is expected to drop back to 4%, in line with the OBR's March forecast.

Lasting impact on public finances
The OBR expects UK debt to remain elevated for years to come, with extra borrowing expected to push Britain's debt share to above 100% of GDP this financial year under the three month lockdown scenario.

While this will drop sharply as the UK economy recovers, public debt is expected to remain at 84.9% of GDP in four years time, much higher than the 75.3% forecast in the March Budget.

However, the OBR said extra spending by the Treasury to support the economy was crucial to limit the economic damage.

"The government's policy response will have substantial direct budgetary costs, but the measures should help limit the long-term damage to the economy and public finances - the costs of inaction would certainly have been higher."

It added that while the lockdown was the main constraint on economic activity, relaxing these measures too soon would cause greater damage.

"The reason why most of the short-term economic impact comes from these measures is that they are successful in limiting the spread of the disease.

"If the measures were not stringent enough to control the disease, then the economic impact from illness would be that much greater."

https://www.bbc.co.uk/news/business-52279871
 
I ricavi da passeggeri delle compagnie aeree nel 2020 subiranno una perdita di 314 miliardi di dollari (-55% dal 2019) per la crisi del Covid-19. Lo stima l'Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata), peggiorando ulteriormente le previsioni del 24 marzo che stimavano una perdita per i ricavi pari a 252 miliardi di dollari (-44%).

Sky TG 24

P.S. faccio presente che solo 20 gg fa suddette previsioni oscillavano tra la piu' ottimistica (-63 miliardi) alla piu' pessimistica (-113 miliardi). La scorsa settimana erano state aggiornate alla gia' spaventosa cifra di 252 miliardi. Siamo a 314 miliardi e non abbiamo nemmeno iniziato a vedere la fine di questo incubo.
 
Io ascolto e rispetto le vostre opinioni. Senza prendere per il culo, ma capisco che possa essere appagante.

Basiamoci sui fatti.
Abbiamo un vaccino? No. Purtroppo.
Arriverà? Presto o tardi speriamo di sì. Tra 10 giorni, 10 mesi o 10 anni non ci è dato sapere.

Molti di voi sostengono, con o senza argomenti, che lasciare aperto anziché lockdownare fosse follia.
Alcuni addirittura si augurano che la quarantena vada avanti fino a non si sa bene quando. Magari fino al vostro decesso? Utilità? Ma tralasciamo...

Partiamo quindi da “quando riaprire?”
Già, quando?
La risposta più banale dovrebbe essere “quando il virus è scomparso“. Non vi pare?
Perché forse vi sfugge un dettaglio, se riapriamo domattina o tra X mesi che differenza c’è?
Tutte le mascherine e tutte le distanze che preferite. Ma il covid non se ne è andato con la quarantena e non se ne andrà dopo.
Un virus se ne va SOLO con un vaccino, una cura una terapia. Non certo a botte di decreti.
Se sposate la linea della chiusura dovete sposare anche l’idea di non uscire di casa sin quando il ministero della salute avrà approvato e protocollato l’uso e la somministrazione del vaccino anti covid, naturalmente dopo DL e relativa conversione in legge.
Ah dimenticavo, prima di questo ci sono giusto due o tre scartoffie velocissime da fare: https://www.partecipasalute.it/cms_2/node/1542

Che famo? Date? Idee? Insulti?

Ah e poi mi piacerebbe molto capire che mestiere fate e come vi entrano i vostri redditi ieri, oggi e domani.

Tutti quanti farmacisti? O avvocati divorzisti?
Capisco benissimo la tua posizione, essendo tra quelli che stanno pagando lo stop a prezzo pieno.
Tuttavia non credo che la semplice riapertura delle attività risolverebbe il problema. A monte, è necessario ricreare un ragionevole grado di sicurezza e fiducia nel futuro.
Questa è la foto di un ristorante fatta lo scorso Sabato 7 Marzo.

Foto ristorante vuoto 7 Marzo 2020.jpg

Di norma, è pieno murato. Quella sera, eravamo in 15. In un locale da circa 200 posti. Il titolare ha stimato un calo del fatturato del 90%.
Conoscendo bene il settore horeca, posso assicurarti che non è un caso isolato. Fin dai primi giorni del contagio nel lodigiano, il settore ha visto il giro d'affari andare in picchiata. Gli stranieri si sono vaporizzati, gli italiani sono calati drasticamente.
Amici che operano in altri settori, mi hanno riferito di un trend similare.
Da notare che il 7 Marzo i contagiati in tutta Italia erano 5.061 e i morti 233. Cifre che fanno tenerezza rispetto ai 159.116 contagiati e 20.465 deceduti registrati ieri.
Se non si riesce a dare un minimo di fiducia alla gente, non si va da nessuna parte. Anche riaprendo tutto per legge.
Chi comprerebbe una casa, un'auto, o qualsivoglia bene economico di rilievo, in una situazione così carica d'incertezza?
Perchè ora la gente ha paura. E' abbastanza irrilevante che sia o meno giustificata in relazione alla mortalità, quello che conta è il comportamento reale. Un po' come la storia delle mascherine: tutte le varie istituzioni sanitarie fino all'altro ieri hanno detto che non servivano ai sani e i media giuravano che erano introvabili. Ma, almeno dalle mie parti, sono ormai 2-3 settimane che gran parte delle persone le ha trovate e la utilizza. A dispetto di qualsiasi disposizione di legge, l'istinto di autoconservazione prevale sempre.
Per cui se domani venisse spalancato tutto, a dispetto dei circa 500 morti giornalieri ancora provocati dal virus, molto difficilmente vedremmo una folla pronta a riprendere le vecchie abitudini solo perchè libera di poterlo fare.
Anche perchè il provvedimento suonerebbe un po' come: "visto che l'economia sta saltando in aria, dovete accettare di rischiare di più perchè razionalmente, è la cosa giusta da fare". Si metterebbero in quarantena anche quelli che prima se ne fregavano...
Inoltre l'intera classe medica metterebbe tutti in guardia da una nuova esplosione dei contagi. Con buona probabilità di azzeccarci. Hai voglia riempire i ristoranti.
Detto questo è chiaro che la soluzione dei sogni non esiste e comunque ci si muova, c'è da ingoiare merxa.
Credo che un'apertura graduale delle imprese, abbinata ad un utilizzo totale delle maschere e a un certo distanziamento, possa essere un compromesso da sperimentare in tempi brevi, valutando caso per caso gli effetti.
La speranza è che, guardano al passato, entro pochi mesi vengano sintetizzati farmaci in grado quanto meno di depotenziare il virus riducendone drasticamente la mortalità.
 
Io credo che per riattivare l'economia in vari settori si vedranno dei prezzi molto scontati oltre a incentivi statali: ad esempio il mercato auto è completamente fermo direi che molto probabilmente vederemo dei forti incentivi per la rottamazione, stessa cosa per incentivare l'acquisto di beni durevoli come mobili, grandi elettrodomestici ecc. Anche nel settore turistico uno dei piu' colpiti sono prevedibili sconti e promozioni in particolare per hotel e pacchetti turistici o altre forme c'è chi aveva proposto dei buoni vacanza. Visto la situazione economica credo che bisogna iniziare a incentivare fortemente i consumi, anche a costo ,per un periodo iniziale, di fare prezzi sottocosto pur di far tornare la fiducia nei consumatori.
 
Capisco benissimo la tua posizione, essendo tra quelli che stanno pagando lo stop a prezzo pieno.
Tuttavia non credo che la semplice riapertura delle attività risolverebbe il problema. A monte, è necessario ricreare un ragionevole grado di sicurezza e fiducia nel futuro.
Questa è la foto di un ristorante fatta lo scorso Sabato 7 Marzo.

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Di norma, è pieno murato. Quella sera, eravamo in 15. In un locale da circa 200 posti. Il titolare ha stimato un calo del fatturato del 90%.
Conoscendo bene il settore horeca, posso assicurarti che non è un caso isolato. Fin dai primi giorni del contagio nel lodigiano, il settore ha visto il giro d'affari andare in picchiata. Gli stranieri si sono vaporizzati, gli italiani sono calati drasticamente.
Amici che operano in altri settori, mi hanno riferito di un trend similare.
Da notare che il 7 Marzo i contagiati in tutta Italia erano 5.061 e i morti 233. Cifre che fanno tenerezza rispetto ai 159.116 contagiati e 20.465 deceduti registrati ieri.
Se non si riesce a dare un minimo di fiducia alla gente, non si va da nessuna parte. Anche riaprendo tutto per legge.
Chi comprerebbe una casa, un'auto, o qualsivoglia bene economico di rilievo, in una situazione così carica d'incertezza?
Perchè ora la gente ha paura. E' abbastanza irrilevante che sia o meno giustificata in relazione alla mortalità, quello che conta è il comportamento reale. Un po' come la storia delle mascherine: tutte le varie istituzioni sanitarie fino all'altro ieri hanno detto che non servivano ai sani e i media giuravano che erano introvabili. Ma, almeno dalle mie parti, sono ormai 2-3 settimane che gran parte delle persone le ha trovate e la utilizza. A dispetto di qualsiasi disposizione di legge, l'istinto di autoconservazione prevale sempre.
Per cui se domani venisse spalancato tutto, a dispetto dei circa 500 morti giornalieri ancora provocati dal virus, molto difficilmente vedremmo una folla pronta a riprendere le vecchie abitudini solo perchè libera di poterlo fare.
Anche perchè il provvedimento suonerebbe un po' come: "visto che l'economia sta saltando in aria, dovete accettare di rischiare di più perchè razionalmente, è la cosa giusta da fare". Si metterebbero in quarantena anche quelli che prima se ne fregavano...
Inoltre l'intera classe medica metterebbe tutti in guardia da una nuova esplosione dei contagi. Con buona probabilità di azzeccarci. Hai voglia riempire i ristoranti.
Detto questo è chiaro che la soluzione dei sogni non esiste e comunque ci si muova, c'è da ingoiare merxa.
Credo che un'apertura graduale delle imprese, abbinata ad un utilizzo totale delle maschere e a un certo distanziamento, possa essere un compromesso da sperimentare in tempi brevi, valutando caso per caso gli effetti.
La speranza è che, guardano al passato, entro pochi mesi vengano sintetizzati farmaci in grado quanto meno di depotenziare il virus riducendone drasticamente la mortalità.

C'è solo un modo per saperlo...Riaprire tutto per legge..Poi vedremo se non c'è nessuno, c'è folla di gente o c'è qualcuno!
 
Bologna-Palermo in aereo: mascherina e niente sorrisi fra termoscanner e super controlli
Marco Volpe

Immaginate di percorrere i corridoi di uno degli scali più frequentati d’Europa da soli, con mascherina, guanti e un trolley. Basta. Intorno il nulla. Solo le pubblicità che scorrono lì per nessuno, le saracinesche abbassate, le luci soffuse, un poliziotto ogni tanto.

Così era l’aeroporto di Fiumicino sabato pomeriggio. Sei voli in partenza: uno per Palermo, uno per Catania, uno per Londra e tre per altre destinazioni italiane. Basta. Ultima possibilità per chi deve rientrare a casa.

Sono rimasto “bloccato” lontano da Palermo per 39 giorni, un motivo familiare mi ha fatto decidere per un rientro all’ultimo minuto. Questi 39 giorni li ho trascorsi in un tempo sospeso in Emila Romagna dove in molti hanno un parente, un amico, un conoscente ucciso dal Coronavirus.

Il mio viaggio verso Palermo comincia con una telefonata alla Protezione civile, chiedo se posso rientrare, mi dicono che sì, il mio è un “motivo valido”, mi registro al sito Costruiresalute.it dove consegno il mio indirizzo, il luogo in cui trascorrerò i 14 giorni di isolamento lontano da tutto e da tutti e aspetto la mail di conferma. Arriva e compro il biglietto di ritorno a casa, l’unico è un Alitalia Bologna-Roma-Palermo.

Il solo aereo che parte da Bologna decolla alle 15.20, un messaggio della compagnia di bandiera mi avverte che non sarò accettato a bordo privo di mascherina e senza l’autocertificazione che spieghi il motivo del rientro.

Alle 13.50 arrivo in aeroporto a Bologna. Non c’è nessuno. Le porte scorrevoli sono tutte chiuse, intorno il vuoto. Solo una decina di auto di polizia e carabinieri. Ho frequentato questo aeroporto decine di volte negli ultimi anni e a qualsiasi ora del giorno e della notte ho sempre trovato centinaia di viaggiatori intorno a me. Lo scenario apocalittico di sabato scorso non lo dimenticherò mai. Mi ferma un addetto alla sicurezza dello scalo, mi chiede l’autocertificazione, controlla i documenti, se sono in possesso di un biglietto aereo e mi lascia passare. Pochi metri più in là un agente di polizia fa lo stesso. Supero il secondo controllo e mi indicano dove aspettare che le porte di altri controlli si aprano. C’è silenzio. Attesa.

Alle 14.15 si aprono le porte, un metro o poco più l’uno dall’altro: sto attento a non avvicinarmi troppo a chi mi precede e guardo che chi mi segue mantenga la distanza. Una poliziotta chiede a noi venti in fila dove siamo diretti, il motivo, se abbiamo tutte le carte in regola: ci avverte che faranno le fotocopie di tutto.

Il quarto controllo di polizia è al metal detector: ancora distanza, ancora mascherina, ancora piccoli passi per non avvicinarsi troppo agli altri. Non è finita. Il controllo più rigido è il quinto: non si parte dai tradizionali gate ma da quello riservato ai voli internazionali. Quello con i posti di polizia di frontiera con il vetro blindato. Si passa tre alla volta. Non sto tornando a casa, sto partendo da un luogo di confine, la sensazione è quella. Ci tempestano di domande. La ragazza accanto a me ha avuto un grave lutto in famiglia, sta piangendo. Le dicono che non è un motivo valido per il rientro, che l’Italia è piena di gente che sta morendo da sola in ospedale. È dura ma hanno ragione. La ragazza, anche lei diretta a Palermo, è pure rimasta senza alloggio e alla fine passa. Passo anche io dopo domande e fotocopie di tutta la documentazione che provi la ragione del mio viaggio. Non è una formalità: in Italia, senza una motivazione valida, non si va da nessuna parte.

Il decollo è puntuale, in volo le hostess avvertono che il servizio bar è sospeso per ragioni di sicurezza. Si viaggia uno per fila, sul posto accanto un nastro rosso, impossibile ogni movimento, mascherina sempre obbligatoria.

L’atterraggio all’aeroporto di Fiumicino è surreale. Non c’è nessuno. Nessuno. I corridoi sono vuoti, la maggior parte degli schermi spenti, i negozi, le edicole, i bar sbarrati. I pochi passeggeri in partenza si siedono distanti l’uno dall’altro. Tutti hanno la mascherina sul viso, altri anche i guanti in lattice, qualcuno azzarda una tuta di plastica bianca. Tutti stanno provando a tornare a casa ma nessuno sorride come sorride chi sta per iniziare un viaggio.

L’aereo per Palermo decolla alle 17.25. Ci imbarcano su un Airbus 330 quello usato per i voli intercontinentali, quasi 300 posti e 11 mila chilometri di autonomia noi però non partiamo per New York: siamo in 50, c’è anche la ragazza che piangeva a Bologna, e dobbiamo volare per meno di un’ora.

Anche qui uno per ogni fila, persino una coppia che viaggia insieme è costretta a separarsi: “Nessuno può avvicinarsi ad altri - spiega l’equipaggio -, anche se vivete insieme. Ci dispiace ma sono le disposizioni”.

L’aeroporto di Palermo è blindato, il termoscanner mi misura la temperatura a distanza: “36.2 può passare”, dice l’addetta con la pettorina del ministero della Salute da dietro la visiera che le copre interamente il viso. Altri fogli da compilare, un’altra fila, domande, un altro controllo, questa volta affidato alla guardia di finanza. Controllano la registrazione sul sito messo a disposizione dalla Regione Siciliana e passo oltre.

Sono fuori e torno a casa mia dopo 46 giorni. Sul palazzo di fronte ci sono due bandiere dell’Italia e lo striscione con la calligrafia di un bambino: “Andrà tutto bene”.

Gazzetta del sud
 
Stato
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