Aristide Police nuovo presidente AZ


A me la nmina a presidente di un giurista non scandalizza affatto...ricordiamoci che purtroppo Piazzale Clodio si è moolto avvicinato alla Magliana........
 
Ormai è un tutti..contro tutti tra i sindacati ed i dipendenti!!!!!!!!
Economia

ALITALIA: BERTI (ANPAC), ANDARE AVANTI CON PIANO STAND ALONE
Roma, 4 apr. (Adnkronos) - Andare avanti con il piano stand alone. Il presidente dell'Anpac, Fabio Berti, intervenendo a 'Panorama del giorno'' di Maurizio Belpietro (Canale5), indica la strada da seguire dopo il passo indietro di Air France. L'incontro di oggi, spiega, "e' stato chiesto da noi perche' abbiamo deciso di fare quadrato attorno l'azienda. In realta' e' andato via un compratore, in realta' c'e' un piano aziendale per garantire la continuita', che sia chiama Prato, un piano stand alone formulato proprio nel caso in cui Alitalia fosse rimasta isolata". Quindi, aggiunge, "dobbiamo fare tutti uno sforzo per proseguire su questo tragitto", perche' la compagnia "avrebbe e ha bisogno dell'europa europa per aumentare i ricavi, ma certamente non perde piu' come prima". Quanto alla trattativa con Air France, la compagnia francese secondo Berti "non ha fatto nessun passo in avanti. Si e' presentata al tavolo delle trattative con una posizione rigidissima e vuole ridurre la nostra compagnia in una posizione inaccettabile. Air france e' pronta a cancellare l'attivita' cargo, ridurre la flotta di dodici aeromobili, non ci non ci sono certezze per il futuro ma la cosa piu' sorprendente, e vorrei che questo fosse chiaro, e' che non c'e' stata mai una trattativa". Berti parla anche dell'attacco ai sindacati di queste ore: "questo era prevedibile, ce lo aspettavamo. Questo e' uno dei veri problemi di Alitalia, cioe' puntare sempre il dito verso una sola direzione: il sindacato". La responsabilita', invece, e' di chi "ha portato l'azienda in questa situazione. Ci sono profonde responsabilita' politiche. Come al solito, come spesso succede in questo paese e gli italiani lo sanno benissimo, invece di entrare nel merito si lascia il classico cerino in mano a chi deve essere ritenuto responsabile di una situazione cosi' difficile".
 
Citazione: in realta' c'e' un piano aziendale per garantire la continuita', che sia chiama Prato, un piano stand alone formulato proprio nel caso in cui Alitalia fosse rimasta isolata". [...] La compagnia [...] "certamente non perde piu' come prima".

Fantastico! Siamo a cavallo! Non serve fare nulla... il piano aziendale garantisce la continuita'... lo conferma anche Deutsche Bank con il suo target price di oggi :(
 
Se avete seguito l'Intervista del solito fazioso Emilio Fede sul TG4 a Fabio Berti dell'ANPAC io lo seguita per poco adesso non so se Fede a tirato in ballo il suo Berlusca ma come al solito più che merda sul vecchio governo non ha detto che negli anni del governo precedente si è posto lo stesso problema ed intervistando 1 comandante AZ a fatto PUBBLICITà occulta " Volate Alitalia " e ha lasciato lapatata bollente al governo usciente..............[:306][:306][:306][:306][:306]
 
Scusate se sbaglio posto, ma non ho capito dove continuare con sta storia.... comunque, scrivo qui, admins, se ritenete, spostate il tutto

Molto interessante l'assemblea aavv di ieri. I sindacati, e quando parlo di sindacati non mi riferisco ai vertici generali, ma ai rappresentanti della nostra categoria seduti al tavolo con Prato, Fintecna e Spinetta, ci hanno un po' illustrato il come il quando e il perchè dell'altra sera... beh, premesso che non ho motivo di dubitare di cosa hanno detto le 8 sigle sindacali che, nonostante le reciproche antipatie, in un momento tragico come questo si sono unite come un sol uomo nel voler portare avanti una trattativa per una vendita, ovviamente, cercando le condizioni migliori, ma non mettendo pregiudiziali, da quello che ho capito pare cme se i francesi fossero venuti a prendere il pacchettino Alitalia già preconfezionato, firmare la ricevutina e tornare a la maison.. beh, questo nelle loro intenzioni; in una trattativa si tratta, ovviamente, Spinetta poteva certamente dire "andate a caxare voi e Fintecna, non la voglio, ma voglio gli aerei e il personale di volo" per esempio, e continuare, non certamente stizzirsi, dichiarare di non avere il mandato e salutare il tavolo.
Perchè i francesi quando al tavolo è stato proposto l'ingresso di Fintecna che portava i suoi soldini, permetteva di ridurre gli esuberi e le macchine a terra, con l'avallo di Prato stesso e di Fintecna ovviamente, hanno storto il naso e non hanno accettato?
Che conti si sono fatti? senza gli stagionali? con coefficiente 82 o 87 per determinare chi mettere in mobilità o cig? e i conti per i soldi per gli ammortizzatori sociali? pare che fossero un po' sballati, e quando è stato fatto notare, sguardi, occhiatacce, ma nessuno che avesse sconfessato sta cosa.
Quindi, nello specifico, di chi è la colpa? del sindacato che cerca soluzioni per aggiustare un piano che si vuole certamente accettare, ma ovviamente con qualche miglioria, o di una intransigenza magari dovuta ad una promessa non mantenuta ?!? Perchè non volere una soluzione alternativa? C'è qualcosa che mi sfugge....
 
Un secchione: vecchio ordinamento in poco più di tre anni. "In tre anni ed una sessione -nel luglio 1990- ha discusso la tesi di laurea in Diritto Amministrativo sul tema: «Attività amministrativa e tutela degli interessi nel diritto urbanistico italiano ed inglese», (relatore Prof. Franco Gaetano Scoca)."
Poi "Nell’anno accademico 1988/89 è stato Alumnus della London School of Economics & Political Science (Regno Unito), dove ha approfondito lo studio del Diritto Pubblico internazionale e comunitario (con borsa di studio nell'ambito del Progetto Erasmus della C.E.)."... e alla London School of Economics ci va solo chi ha veramente le p***e!
Ha anche collaborato con Guido Corso, uno dei più importanti studiosi di diritto amministrativo italiani, del quale sto studiando il libro in questi giorni!
Poi ordinario a 33 anni...
Insomma, uno che sa il fatto suo!

Piuttosto, nessuno ha visto La Grande Storia su Alitalia ieri sera tardi?

@Fabio: articolo interessante ma molto di parte (l'autore scrive per Il Giornale, e si vede). Sono d'accordo sul fatto che il ruolo dei sindacati con Alitalia abbia avuto un effetto negativo. Sarebbe stato meglio cedere ad Air France la compagnia alle condizioni che desiderava sacrificando 2000 persone che trovarsi in una situazione così incerta. Ma questa aggressività mi sembra ingiustificata ed eccessivamente generalizzata. I sindacati saranno anche collusi con i padroni e avranno l'obiettivo di salvare gli "stipendioni dei piloti Alitalia" (e i leader di ottenere qualche privilegio), ma sarebbe bene sentire anche le voci di coloro che nutrono ancora qualche speranza (forse utopica, è vero) in essi, e sono troppo piccoli per avere un'influenza determinante.
 
Citazione:Messaggio inserito da avroRJ

Citazione:Messaggio inserito da manfabBR

Aristide Police è una persona veramente in gamba e capace. Io lo conosco personalmente da piu di qualche anno. Evitate di parlar male della gente che non conoscete.Grazie

Edit:

...sarà sicuramente in gamba...ma non mi sembra certo adatto a fare il presidente di AZ soprattutto in un momento del genere vista la scarsa esperienza nel settore

A.

In questo momento l'esperienza nel settore conta meno di zero!
Quello che serve adesso è uno tosto che si sappia muovere nel campo del dìritto fallimentare e amministrativo.
Per il mago dell'aviazione, se ci sarà un dopo, ci sarà tempo a cose definite!
 
Le ultime di Berti che fino a qualche giorno fa diceva che Air France era l'unico sbocco per alitalia e che qulache mese fa aveva dichiarato di essersi federato con i dirigenti nell'associazione CIDA

Anpac contro Federmanager: "Lo sperpero è colpa vostra"
L'Anpac punta l'indice contro il management di Alitalia colpevole del "continuo sperpero di diverse centinaia di milioni di euro all'anno" e attacca l'associazione di rappresentanza della dirigenza, Federmanager, critica sul ruolo svolto dai sindacati. In una nota l'associazione professionale dei piloti esprime infatti "incredulità" per le dichiarazioni del direttore generale di Federmanager che oggi condanna duramente i sindacati di Alitalia.

Per fortuna che c'è il cavaliere che dopo gli annunci su Alitalia ha annunciato che in 3 0 4 settimane comprerà Ronaldinho per il Milan.
Che tristezza
 
Da lavoce.info:

L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'IRRESPONSABILITÀ
di Andrea Boitani 04.04.2008

Chi ha accolto con sollievo l'abbandono della trattativa da parte di Air France dovrebbe capire che
nel caso di Alitalia l'amministrazione straordinaria porta dritti al fallimento perché la compagnia, così
com'è, non è in grado di generare le risorse necessarie a soddisfare i creditori. I sindacati del
settore sono riusciti a perdere anche quel poco di credibilità che ancora avevano. Insieme ad alcuni
politici hanno mostrato un'irresponsabilità insostenibile. Mentre la cordata fantasma resta tale.

La rottura della trattativa con i sindacati da parte del presidente di Air France, Jean-Cyril Spinetta,
fa fare ad Alitalia un altro passo nella direzione dell’amministrazione straordinaria. Sul cui significato
e le cui conseguenze rimandiamo all’articolo di Lorenzo Stanghellini. Di certo c’è che il miliardo di
euro di aumento di capitale che Air-France-Klm si era impegnata a fare, e che poteva essere fatto in
tempi abbastanza brevi, è adesso diventato una chimera.

MEGLIO IL FALLIMENTO? MA NON SCHERZIAMO!

C’è però almeno una cosa che i sindacalisti dovrebbero capire: l’amministrazione straordinaria
porta, nel caso di Alitalia, dritti al fallimento perché la compagnia, così com’è, non è in grado di
generare le risorse necessarie a soddisfare i creditori. Ma il fallimento implica un numero di
“esuberi” di gran lunga superiore a quello previsto dal piano Spinetta. Anche nel caso, tutt’altro che
scontato, che qualcuno trovi i soldi per far rinascere una nuova compagnia dalle ceneri di Alitalia,
come accaduto in Belgio (dopo il fallimento di Sabena) e in Svizzera (dopo il fallimento di Swiss Air).

E quel qualcuno non potrebbe essere lo Stato italiano. Una ipotetica “Aeritalia” nascerebbe
inevitabilmente ridimensionata, e di molto, rispetto alla sua progenitrice, come assai più piccole
sono risultate Swiss e Brussels Airlines rispetto a Swissair e Sabena. Altro che discutere se alcuni
piloti debbano o non debbano andare in cassa integrazione (perché gli altri sì e i piloti no, poi?).

L’amministrazione straordinaria, insomma, non è un “risultato di riserva” particolarmente appetibile
per il sindacato (oltre che per il paese nel suo complesso) e quindi non costituisce una minaccia
credibile nella trattativa.

LA CONVINZIONE CHE NON ANDRA' MAI IN MALORA

Sembra che i difetti di comprensione non siano solo dei sindacalisti, se l’assessore alle Infrastrutture
della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, secondo quanto riportato da Il Sole 24Ore del 3
aprile, è arrivato a dichiarare: “Non mi dispiace che si sia evitata una scelta sciagurata, quale
appunto la cessione di Alitalia ad Air France-Klm. Mi auguro che il no dei francesi sia definitivo ( …).

Ora inizia la parte più difficile, che va lasciata nelle mani del nuovo governo, senza prefigurare
scenari apocalittici”. Dal che si deduce che, per il candido assessore, Alitalia può andare
tranquillamente avanti come negli ultimi anni (cioè in malora), finché il messianico nuovo governo
sarà riuscito a evocare dal mondo delle ombre la mitica “cordata del Nord”, magari formata da una
catena di “fiches”, lunga da Campione d’Italia al Casinò di Venezia.

In fondo, dietro quanto Cattaneo dice e quanto ignora (o finge di ignorare) è anche quanto è dietro
l’atteggiamento dei sindacati al tavolo della trattativa: la convinzione che non ci sia mai veramente
un’ultima spiaggia; che ci sia sempre la possibilità per il governo, vecchio o nuovo che sia, di
intervenire, mediare, aggiustare e… sborsare. E che la “partita politica” non finisce mai. Ma le
trattative e le aziende private (perché Alitalia è un’azienda privata, dopotutto) finiscono, eccome.

UNA PROPOSTA RIVELATRICE

Tra le varie proposte avanzate dai sindacati, c’è n’è una particolarmente rivelatrice di una cultura
levantina e che, più delle altre ha spinto Air France-Klm alla rottura della trattativa. Si tratta dell’idea
di far conferire alla “Nuova Alitalia” la quota di Az Servizi detenuta da Fintecna (51 per cento).

Insomma, si doveva smontare quella separazione avviata da Cimoli due anni fa e la cui inevitabilità
sembrava ormai essere stata accettata. Il desiderio dei sindacati era che lo Stato, tramite Fintecna,
partecipasse all’aumento di capitale di Alitalia. Evidentemente, perché si contava, grazie al rientro
dello Stato nella partita, di far digerire al nuovo azionista di maggioranza straniero il ritorno in
azienda di una serie di attività strutturalmente in perdita, oltre che il mantenimento di altre attività
(cargo aereo, rotte da e per Malpensa e chissà cos’altro) che, secondo il piano Spinetta, si
dovevano dismettere per riportare la compagnia alla redditività. Peccato che le perdite generate da
quelle attività non sarebbero rimaste a carico del solo azionista pubblico, ma anche e soprattutto di
Air France-Klm.

Quel che è peggio, la stravagante proposta ha rivelato a Spinetta e ai suoi che i sindacati non
avevano capito e/o non condividevano realmente il proposito di risanare Alitalia e volevano
realizzare la più gattopardesca delle operazioni: cambiare tutto per non cambiare nulla, compreso il
loro consueto “modus operandi”, consistente nello spolpare Alitalia fino all’osso a spese dei
contribuenti, con l’avallo della politica.

SCRICCHIOLII NEL FRONTE SINDACALE

Non è chiaro se a spingere i sindacati a dichiarare, dopo meno di 24 ore dalla rottura di Spinetta, la
loro disponibilità a trattare ancora con Air France-Klm ci sia più il desiderio di un altro giro di valzer
sotto i riflettori, oppure la realistica presa d’atto di aver compiuto un errore madornale nel
costringere l’unico interlocutore rimasto ad alzarsi dal tavolo o infine la constatazione che la loro
popolarità presso gli stessi dipendenti della compagnia è in rapida discesa. La esplicita rottura del
“fronte sindacale” da parte degli impiegati di Alitalia a Roma, così come dei lavoratori di stanza in
Francia e il loro dichiarato appoggio al piano di Air France-Klm sono il segno di una situazione che è
ormai sfuggita al controllo delle pur numerose sigle sindacali attive nella compagnia.

Staremo ora a vedere se, come e quando le trattative riprenderanno. Ma certo i sindacati del settore
sono riusciti a perdere anche quel poco di credibilità che era loro rimasta, mostrando – insieme ad
alcuni politici – un’irresponsabilità insostenibile, mentre la cordata fantasma ha dimostrato ancora
una volta quello che tutti sanno: che i fantasmi non esistono (fino a prova contraria).

---
 
Qualcuno mi spiega il senso della convocazione dei sindacati A VALLE del CdA di martedì che dovrebbe decidere sulla continuità aziendale ????????? E le mitiche 48 ore di approfondimento del governo ???
 
ALITALIA: AIR FRANCE FERMA SU PIANO,UNICO PROGETTO CREDIBILE
(ANSA) - ROMA, 4 APR - Non vi sarebbe nessun mutamento sulla posizione di Air France nelle ultime ore: il numero uno Jean Cyril Spinetta ''era e resta fortemente convinto'' del piano presentato ai sindacati, riferiscono fonti vicine al dossier che lo descrivono ''molto rammaricato'' per come sono andate le cose. Nessun commento o fatti nuovi dal quartier generale del gruppo franco-olandese, dove piuttosto si attenderebbero evoluzioni, passi concreti dal fronte italiano. ''E' un progetto nel quale credevo profondamente e nel quale continuo a credere perche' avrebbe permesso all' Alitalia di ritrovare rapidamente la strada per una crescita redditizia'' aveva scritto Spinetta la sera di mercoledi', dopo essersi alzato dal tavolo del negoziato giudicando inaccettabile la controproposta dei sindacati. Una proposta con la quale ''si torna indietro di 5 anni, non si possono tenere dentro aree di perdita, altrimenti - rilevano le stesse fonti - l'azienda torna da capo a 12''. Le aperture possibili sono state attuate e inserite nel piano, si osserva ancora, la posizione di Air France e' chiara, il piano punta alla crescita redditizia di Alitalia e non si puo' tornare indietro. (ANSA).
 
Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa

Alitalia: «Nuovo passo dei sindacati o le conseguenze saranno irreparabili»
«Se tirati troppo si spezzano non solo i fili, ma anche gli elastici. Il Codice civile ha le sue regole»

BRDO (Slovenia) - «Oggi o al massimo domenica serve un fatto nuovo da parte dei sindacati, o le conseguenze sul fronte Alitalia saranno irreparabili». Lo ha detto il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa in Slovenia al termine della riunione dell'Ecofin. «Quello che non è stato capito e che non è stato corretto, e che può essere corretto solo tornando al punto in cui si era prima della rottura è che Spinetta mi ha detto "io non torno a Roma per negoziare, posso tornare per firmare se il cda me lo consentisse"».

LUFTHANSA - Il ministro ha inoltre ricordato quello che accadde con il cda di Lufthansa. «La dinamica dei tempi non è nelle mani della politica né dei sindacati. È una coincidenza molto sfortunata che avvenga nell'ultima settimana prima delle elezioni, ma il Codice civile ha le sue regole». Il ministro ha sottolineato che è sempre «spiacevole ricordare la tirannia dei tempi, ma pensare di tirare a lungo non è certamente possibile. Non solo i fili si spezzano se tirati troppo, ma anche gli elastici si spezzano se tirati troppo».

CONSAPEVOLEZZA - «Lunedì infatti si riunirà il consiglio di amministrazione dell'Air France e martedì quello di Alitalia. La mia grandissima preoccupazione è che senza un fatto nuovo subito da parte dei sindacati, i rischi di conseguenze irreparabili diventano altissimi. Per questo il mio appello è che avvenga un fatto nuovo e che avvenga oggi, al massimo domani. Avverto che c'è una consapevolezza accresciuta di quanto siano stretti i tempi, ma temo che questa consapevolezza non sia ancora sufficiente».

05 aprile 2008

Corriere della Sera
 
Signori, credo che in tutta questa storia ci sia qualcosa che non quadra.
Ho sentito diversi sindacalisti che erano al tavolo delle trattative, tutti hanno detto la stessa cosa: Spinetta era un muro di gomma. Non dava alcuno spazio, ripetendo sempre le stesse cose, tanto che ad un certo punto hanno chiesto all'interprete se ci fosse qualche problema di traduzione !
Hanno anche fatto osservare che Spinetta NON ha risposto alla domanda " ma nei 2000 esuberi di AZ sono compresi gli stagionali ? "
Per cui fatevi i conti: 2000, più almeno altri 2000 stagionali, più 500 circa del cargo, più 4500 della Servizi: totale quasi DIECIMILA persone da mandare a casa, altro che ammortizzatori sociali, aumenti di stipendio, investimenti: ma de che stamo a parlà ? DIECIMILA PERSONE A CASA. Col fallimento si fa uguale, ma almeno la ciccia rimane in Italia.

Altra cosa: i giornali ieri hanno gioito nel titolare " dipendenti AZ protestano contro il sindacato ": bene, giovedi mattina i "dipendenti" che protestavano sapete chi erano ? Un manipolo di capi ufficio quadri e DIRIGENTI che senza AF perdevano la speranza di continuare a mangiare qui dentro.
Tra i dirigenti che avevano i cartelli " Spinetta non lasciarci " c'erano: il capo del personale, ovvero colui che ha fatto entrare raccomandati a gò gò e sceglie le carriere in base alle parentele. Poi c'era il responsabile della flotta e quello del network, ovvero due delle funzioni più delicate che hanno fatto disastri a volontà. Poi c'era il dirigente del centro elettronico, messo quattro anni fa da Cimoli con la missione di "esternalizzare" (= buttare a mare ) il settore. Tutti senza dignità né vergogna. Più altra gente.
Il sit-in è stato promosso dagli stessi "managers" che di stanza in stanza invitavano a manifestare, dicendo pure che non era necessario timbrare il cartellino per l'assemblea: ovvero hanno pure manifestato a spese dell'azienda !! Decine di testimoni presenti, la cosa è stata sottolineata anche in una successiva assemblea dove c'erano i lavoratori veri, cioè quelli che rischiano davvero per due soldi.
Questo per farvi capire come stavano davvero le cose.
 
Altra cosa. Padoa-Schioppa ha davvero stufato, si comporta come se fosse il padrone di AZ, e se così fosse dovrebbe vergognarsi.
Non rcordo bene, ma il codice civile non dice che un'azienda va gestita col criterio del "buon padre di famiglia" ? Ok, allora se PDS ripete da giorni che AZ è stata rovinata dalla politica che possiede il 40% di AZ, perchè a pagarne le conseguenze devono essere i lavoratori ? Dov'è la responsabilità, nel codice civile ? Tu rompi ed io pago ? Sono bravi tutti a fare i fr@ci col cu@@ degli altri.
PDS sta disperatamente cercando di risolvere l'affare entro le elezioni, così potrà far trionfare Prodi per questa grande (s)vendita di un altro pezzo di Italia.
 
Citazione:Messaggio inserito da Fabiazzo

Signori, credo che in tutta questa storia ci sia qualcosa che non quadra.
Ho sentito diversi sindacalisti che erano al tavolo delle trattative, tutti hanno detto la stessa cosa: Spinetta era un muro di gomma. Non dava alcuno spazio, ripetendo sempre le stesse cose, tanto che ad un certo punto hanno chiesto all'interprete se ci fosse qualche problema di traduzione !
Hanno anche fatto osservare che Spinetta NON ha risposto alla domanda " ma nei 2000 esuberi di AZ sono compresi gli stagionali ? "
Per cui fatevi i conti: 2000, più almeno altri 2000 stagionali, più 500 circa del cargo, più 4500 della Servizi: totale quasi DIECIMILA persone da mandare a casa, altro che ammortizzatori sociali, aumenti di stipendio, investimenti: ma de che stamo a parlà ? DIECIMILA PERSONE A CASA. Col fallimento si fa uguale, ma almeno la ciccia rimane in Italia.

Altra cosa: i giornali ieri hanno gioito nel titolare " dipendenti AZ protestano contro il sindacato ": bene, giovedi mattina i "dipendenti" che protestavano sapete chi erano ? Un manipolo di capi ufficio quadri e DIRIGENTI che senza AF perdevano la speranza di continuare a mangiare qui dentro.
Tra i dirigenti che avevano i cartelli " Spinetta non lasciarci " c'erano: il capo del personale, ovvero colui che ha fatto entrare raccomandati a gò gò e sceglie le carriere in base alle parentele. Poi c'era il responsabile della flotta e quello del network, ovvero due delle funzioni più delicate che hanno fatto disastri a volontà. Poi c'era il dirigente del centro elettronico, messo quattro anni fa da Cimoli con la missione di "esternalizzare" (= buttare a mare ) il settore. Tutti senza dignità né vergogna. Più altra gente.
Il sit-in è stato promosso dagli stessi "managers" che di stanza in stanza invitavano a manifestare, dicendo pure che non era necessario timbrare il cartellino per l'assemblea: ovvero hanno pure manifestato a spese dell'azienda !! Decine di testimoni presenti, la cosa è stata sottolineata anche in una successiva assemblea dove c'erano i lavoratori veri, cioè quelli che rischiano davvero per due soldi.
Questo per farvi capire come stavano davvero le cose.

Ti ringrazio per il tuo intervento che è uno dei migliori che ho letto sull'argomento perchè fa una fotografia "dal dentro" di cosa sta succedendo in AZ.

Vedrai che con il commissariamento i primi a perdere il posto di lavoro saranno proprio quei dirigenti che erano li a manifestare.
 
Se non ci fossero in ballo dei posti di lavoro e il destino di migliaia di famiglie, la situazione farebbe sorridere. Così, fa solo innervosire. Ieri a Gandrange, nella Francia orientale, i dipendenti del gruppo siderurgico Arcelor-Mittal hanno sfasciato l’ufficio del direttore di uno stabilimento in cui è previsto il taglio di 575 posti di lavoro. È stata una manifestazione violentissima, animata dai sindacalisti della confederazione filocomunista transalpina Cgt. Nel mirino c’era l’«odiato straniero», ossia il presidente anglo-indiano del gruppo, Lakshmi Mittal. Al tempo stesso un «patron» francese come Jean-Cyril Spinetta continuava a tenere il muso ai sindacati di Alitalia (e all'Italia tutta intera) perché i rappresentanti dei lavoratori hanno osato dissentire da un piano che prevede il taglio di migliaia di posti. Morale: a casa loro i sindacati francesi usano tranquillamente «armi improprie» contro gli imprenditori stranieri che promuovono una ristrutturazione, mentre quando tocca agli imprenditori francesi andare all'estero si pretende che le organizzazioni sindacali altrui incassino legnate senza protestare. Magari ringraziando.

Questo è il quadro in cui crede di potersi muovere tranquillamente l'astuto (forse troppo) Spinetta: gli italiani devono accettare le proposte formulate dal vertice di Air France e caldamente (forse troppo) sostenute dal ministro uscente dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa. Proprio la devozione filofrancese del gran tesoriere del governo Prodi è vista in questo momento da Air France come un incoraggiamento a mantenere la linea dura nei confronti dei lavoratori di Alitalia: prendere o lasciare. Intanto il quotidiano Le Figaro titola un suo articolo con queste parole: «Air France-Klm scoraggiata dalla maledizione Alitalia». Ma se si tratta di una «maledizione», perché ci tengono tanto a portarsela a casa?
Il tam tam dei soliti beninformati parigini legge nella sfera di cristallo di Spinetta una presunta disponibilità a tenersi da parte qualche carta preziosa in vista dei negoziati col futuro governo italiano destinato a scaturire dalle urne. In particolare, una carta di rilievo: le concessioni ai piloti di Alitalia. Si dice che il gruppo Air France-Klm abbia in realtà bisogno di piloti esperti e di giovani promettenti in questo campo. Le future trattative potrebbero dunque includere una clausola destinata in realtà a soddisfare il gruppo franco-olandese, venendo al tempo stesso presentata come grande e sostanziosa concessione alla compagnia di bandiera italiana. I piloti bianchi, rossi e verdi non subirebbero particolari contraccolpi dalla fusione. Anzi, alcuni di essi ci guadagnerebbero pure.

Per il resto Spinetta si tiene in tasca un’altra carta secondo lui rilevante: nuove proposte per coinvolgere i salariati di Alitalia (e in primo luogo i piloti) nella dinamica della partecipazione agli utili, attraverso l'assegnazione di titoli della compagnia. Questo metodo ha consentito in passato a Spinetta di placare varie ondate di malcontento in seno al proprio gruppo e non si vede perché in futuro esso non possa essere utilizzato anche nei confronti dei dipendenti italiani.

Nei confronti di Malpensa il presidente di Air France-Klm si prepara invece a sostenere una linea d'acciaio: nessun cedimento significativo. «Alitalia ci interessa per varie ragioni, a cominciare da alcune rotte per noi particolarmente promettenti», dichiara in camera caritatis un esponente della compagnia transalpina. All'interno di quella dinamica, ogni cedimento rispetto all’aeroporto lombardo sarebbe considerato come una sorta di breccia, destinata a provocare la frana di tutta quanta la diga dei «no» franco-olandesi ai sindacati di Alitalia.

Il Giornale