Capodichino ha lo stesso traffico dell'aeroporto di Milano Linate
Nel disastroso stillicidio di cattive notizie sul Sud Italia, se n'è distinta finalmente una buona: l'aeroporto di Capodichino, il city-airport di Napoli, ha maturato, nell'ultimo periodo confrontabile, lo stesso traffico passeggeri di Milano Linate. Un grande successo che va ascritto, in parte, al boom turistico che il capoluogo campano ha conosciuto negli ultimi mesi (senza alcun merito da parte della giunta comunale e di quella regionale che pure si contendono millantate strategie promozionali) e in massima parte all'ottima gestione dello scalo, che ha saputo mettere a frutto anche i finanziamenti ottenuti dal ministero dei Trasporti. La differenza l'ha fatta Armando Brunini, un manager, amministratore delegato di Capodichino da quattro anni, sveglio, onesto e determinato. Questione di classe dirigente
Ma anche questione di comune senso del dovere. E del merito. Già, il binomio mancante. Dovere e merito. Dovere di lavorare bene, merito nel riuscirci, anche in campo avverso. Perché la confusione gravissima tra elite lobbistica e elite professionale che è stata perpetrata in Italia con alterne vicende negli ultimi tre decenni ha fatto sì che per tanti, troppi cittadini, oggi il concetto di élite sia diventato sinonimo di casta e antitesi di competenza. Non si può essere bravi, non esistono quelli bravi, al vertice s'incontrano solo raccomandati e imbroglioni, questo è pensano in tanti.
Quando Salvini dice che non esistono più destra e sinistra ma esistono élite che fanno solo i propri interessi, e i popoli sono abbandonati a se stessi, efficacemente sintetizza il quadro. È chiaro che è una semplificazione estrema. Ma è altrettanto chiaro che nasce dalle troppe finte elite che si spacciavano per professionali ed erano (e sono) solo corporative, castali. Insomma, per dirla in parole povere: se perfino a Napoli un tecnico che ci sa fare riesce a capovolgere le sorti di una grande azienda di servizi, è segno che si può far bene anche al Sud, quando si è bravi e determinati. E se invece, di solito, si fanno disastri è perché le caste hanno infiltrato i loro scherani in troppi luoghi di gestione complessa, con risultati disastrosi, per cui oggi in troppi pensano che i cosiddetti tecnici sono brocchi.
È ipotizzabile, soprattutto al Sud (che, ricordiamocelo, rappresenta l'estremizzazione dei problemi dell'intero Paese) ripristinare un po' di logica, restituire i meriti a chi li ha, e smascherare i brocchi? Non è facile essere ottimisti, al riguardo. Troppa ruggine s'è accumulata sugli ingranaggi del merito. Per questo le eccezioni positive come quella di Napoli Capodichino riaprono il cuore alla speranza.
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