La decisione del governo: "Trattativa diretta rivolta
a potenziali acquirenti". Dopo gennaio scelte definitive
Alitalia, il Tesoro cede quota di controllo
In Borsa balzo dell'11 per cento
Letta: "Il governo scenderà sotto il 30%". Verrà nominato un advisor
A Piazza Affari sospese le contrattazioni per eccesso di rialzo
ROMA - Per salvare Alitalia dal fallimento il governo ha deciso di completarne la privatizzazione. Verrà infatti ceduta a "trattativa diretta" una quota di controllo della compagnia di bandiera detenuta dal ministero del Tesoro. La quota, secondo quanto spiega il sottosegretario alla presidenza del consiglio Enrico Letta, sarà inferiore al 30%. Per rendere la trattativa il più trasparente possibile il governo nominerà un advisor che gestirà i rapporti con gli interlocutori.
La decisione viene resa nota intorno a mezzogiorno con un comunicato di palazzo Chigi: "Il Consiglio dei ministri ha deliberato di procedere alla cessione di una quota di controllo di Alitalia da parte del ministero dell'Economia, che attualmente detiene il 49,9% del capitale della società, mediante una procedura competitiva a trattativa diretta, rivolta a potenziali acquirenti". Al termine del cdm il ministro Antonio Di Pietro - a chi chiede se Air France sia ormai tagliata fuori - spiega che "alla gara potranno partecipare tutti".
Questa mattina in Borsa il titolo della compagnia era stato sospeso dalle negoziazioni in quanto il governo aveva avvisato la Consob delle imminenti decisioni. Prima del provvedimento il titolo segnava un progresso dell'1,32% a 0,8605 euro. A riapertura delle contrattazioni il titolo ha effettuato un balzo dell'11,21% a 0,94 euro, con all'attivo oltre 30 milioni di pezzi passati di mano. Il titolo è stato sospeso nuovamente per eccesso di rialzo.
La decisione del governo, spiega sempre la nota di palazzo Chigi, si riferisce alla possibilità per al compagnia di bandiera di trovare adeguati partner internazionali: "La decisione è stata assunta in coerenza agli intendimenti espressi dal Governo lo scorso 10 ottobre di porre la ricerca di alleanze internazionali strategiche al centro della propria azione politica, riservandosi di effettuare entro il gennaio 2007 le scelte definitive riguardanti il futuro dell'Alitalia".
Il Governo ritiene che il rilancio strategico di Alitalia "non possa prescindere dall'ingresso nel capitale della società di nuovi soggetti industriali e finanziari e che ciò debba necessariamente avvenire attraverso un processo trasparente e non discriminatorio".
La procedura individuata, ritenuta la più idonea tra quelle indicate nel decreto del Presidente del Consiglio del 3 febbraio 2005, sarà curata dal Ministero dell'economia e delle finanze con il supporto di un advisor - così come confermato da Enrico Letta - e prenderà avvio mediante la pubblicazione sulla stampa di un avviso in cui si farà richiesta di manifestare interesse all'acquisto della suddetta partecipazione di controllo.
Quanto ai requisiti richiesti ai potenziali acquirenti, si legge sempre nella nota di Palazzo Chigi, si terrà conto di "profili di interesse generale (livelli occupazionali, adeguata offerta dei servizi e copertura del territorio), oltre che, ovviamente, dei contenuti economici delle offerte e di una accurata analisi dei piani industriali che verranno presentati dai soggetti interessati al rilievo della quota di controllo di Alitalia, anche al fine di verificarne la compatibilità con gli obiettivi di risanamento, sviluppo e rilancio dell'azienda, ritenuti imprescindibili dal Governo".
Il processo di cessione costituisce il completamento della privatizzazione della società, la cui prima fase, che prevedeva ai sensi del DPCM sopra citato, il mantenimento in capo allo stato di una quota di partecipazione non inferiore al 30% del capitale, si è conclusa lo scorso dicembre mediante la diluizione al di sotto del 50% della partecipazione pubblica al capitale di Alitalia realizzata in occasione dell'aumento di capitale della stessa.
(1 dicembre 2006)