*** ALITALIA : Poste Italiane al 15% ***


Stato
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Il gioco di Letta è sul piatto e cioè evitare licenziamenti e ridimensionamenti non gestibili e quindi casini negli aeroporti con scioperi ecc... visto che il decadendo è bravissimo a giocare sulla comunicazione e non si farebbe scappare l'occasione per difendere l'orgoglio italiano.
AF sta venendo tirata per la giacca, vediamo se in mano hanno una carta di riserva o è tutto un bluff, la soluzione ideale è anch'essa nota e cioè EY che interessata è interessata ma non a scontrarsi apertamente con AF, anche perché AZ anche entrasse EY avrebbe sempre AF come socia e buona parte degli accordi quali jv atlantica per esempio rimarrebbero validi. In fondo per AF stessa, se capisce di non riuscire a mangiarsi il mercato italiano, potrebbe essere una soluzione meno traumatica sulla sua opera di catalizzatore del mercato italiano.
Come diceva Paolo, Letta ha l'arma dei bilaterali, un AF che mortifica in caso di acquisizione è punibile con l'apertura dei bilaterali e la concessione di 5' e 7' libertà a chi ne facesse richiesta, quello ben che sarebbe un dramma per AF oltre che per le altre europee, altro che 5 o anche fossero 10 WB in più per AZ e conseguenti 7-15 rotte LR in più nelle più entusiastiche delle ipotesi. Espansione che se rimangono nell'azionariato potrebbero anche incassarne i benefici se permette ad AZ di sostenersi.
 
Forse è già stato scritto e me lo sono perso, ma poste italiane, economicamente è messo bene?
 
Letta, sulla legge di stabilità: "Daremo al Paese tre anni di certezze."

(Dipende da quali siano...)

Nulla di nuovo da Fco, in diretta dal TG3, a parte la quantificazione di 2000 esuberi e del no di AF al l/r senza distinzioni.
 
L'intervento delle Poste, al 100% di proprietà dello Stato italiano, è chiaramente un aiuto di Stato mascherato, e come tale verrà sanzionato dalla Commissione Europea, con il risultato di peggiorare ulteriormente i conti della Compagnia. Chi si farà carico della multa ? ...i francesi ?...non credo proprio......
La sottile distinzione nella definizione del perimetro dello Stato è questione di politica estera.
 
Il gioco di Letta è sul piatto e cioè evitare licenziamenti e ridimensionamenti non gestibili e quindi casini negli aeroporti con scioperi ecc... visto che il decadendo è bravissimo a giocare sulla comunicazione e non si farebbe scappare l'occasione per difendere l'orgoglio italiano.
AF sta venendo tirata per la giacca, vediamo se in mano hanno una carta di riserva o è tutto un bluff, la soluzione ideale è anch'essa nota e cioè EY che interessata è interessata ma non a scontrarsi apertamente con AF, anche perché AZ anche entrasse EY avrebbe sempre AF come socia e buona parte degli accordi quali jv atlantica per esempio rimarrebbero validi. In fondo per AF stessa, se capisce di non riuscire a mangiarsi il mercato italiano, potrebbe essere una soluzione meno traumatica sulla sua opera di catalizzatore del mercato italiano.
Come diceva Paolo, Letta ha l'arma dei bilaterali, un AF che mortifica in caso di acquisizione è punibile con l'apertura dei bilaterali e la concessione di 5' e 7' libertà a chi ne facesse richiesta, quello ben che sarebbe un dramma per AF oltre che per le altre europee, altro che 5 o anche fossero 10 WB in più per AZ e conseguenti 7-15 rotte LR in più nelle più entusiastiche delle ipotesi. Espansione che se rimangono nell'azionariato potrebbero anche incassarne i benefici se permette ad AZ di sostenersi.


Air France se non esercita il diritto d'opzione non può avere la certezza che siano effettivamente Poste Intesa e Unicredit a esercitare l'inoptato. Soprattutto se viene sollevato un polverone sulla questione aiuti di stato.
Può Air France rischiare che al 31° giorno compaia all'improvviso un concorrente per sottoscrivere l'inoptato?
 
che qualcuno si muovesse nei confronti di AZ era ovvio, non è una notizia cosi trascendentale, mi stupisce anzi sia solo BA al momento.
di certo non giova ai rapporti con AF la cosa, non penso se la palla passi alla commissione europea AF stia li in attesa di giudizio, o la massimo aspetta una AZ al prato e farsi pagare quasi per portarla via.
la situazione è complessa e capisco il senso di mantenere posti di lavoro, una compagnia di bandiera in una nazione senza piu identità ma solo confini geografici.
Quello che era lo scenario ipotizzabile era il fare un "sistema paese" che coinvolgesse AZ-poste-ferrovie in un sistema integrato
 
Air France se non esercita il diritto d'opzione non può avere la certezza che siano effettivamente Poste Intesa e Unicredit a esercitare l'inoptato. Soprattutto se viene sollevato un polverone sulla questione aiuti di stato.
Può Air France rischiare che al 31° giorno compaia all'improvviso un concorrente per sottoscrivere l'inoptato?

No
 
E AF potrà tra qualche mese realizzare il suo sogno di prendersi passeggeri e quanto altro a costo zero dal fallimento

Nulla in contrario, se dovesse venire in seguito ad un reale fallimento di Alitalia. Ma non mi piace la loro idea "pelosa" di "aiutarci" prendendosi tutto il traffico utilizzando sempre però la ridimensionata Alitalia come strumento di pressione sul ns governo.....per impedire magari l'affermarsi di realtà più competive.

Se Alitalia fallisse.....ben venga la deregulation.....quella vera....
 
L'intervento delle Poste, al 100% di proprietà dello Stato italiano, è chiaramente un aiuto di Stato mascherato, e come tale verrà sanzionato dalla Commissione Europea, con il risultato di peggiorare ulteriormente i conti della Compagnia. Chi si farà carico della multa ? ...i francesi ?...non credo proprio......

Scusate......ma non capisco una Cosa: Perchè Poste Italiane può essere azionista di riferimento di Mistral Air.....e non può essere, invece, socio di minoranza di Alitalia?

Come mai, quando Ricapitalizza annualmente Mistral Air, non è intervenuto nessuno ad ululare all' "aiuto di stato"?
 
Il tentativo di farne polverone ci sara' e ne vedremo gli effetti.
Lo Stato e' pero' libero di investire in un'azienda sia in utile sia in difficoltà. Nessuna imposizione può esserci nella fattispecie perchè non si tratta di denari versati a fondo perduto per mantenere in vita l'azienda (vedi famoso prestito ponte di Prodi), ma di semplice acquisto quote.
 
Il tentativo di farne polverone ci sara' e ne vedremo gli effetti.
Lo Stato e' pero' libero di investire in un'azienda sia in utile sia in difficoltà. Nessuna imposizione può esserci nella fattispecie perchè non si tratta di denari versati a fondo perduto per mantenere in vita l'azienda (vedi famoso prestito ponte di Prodi), ma di semplice acquisto quote.

Bè che per uno stato sia lecito investire in una società mi pare palese, nel caso di poste mi pare però altrettanto chiaramente che l'operazione non sia dettata dalla ricerca di utili sul mercato, da logica capitalistica. L'acquisizione è stata eseguita da una controllata dopo forti pressioni ad opera del governo, purtroppo non vi vedo sinergie-economie di scala che la giustifichino ma esclusivamente l'intento statale di evitare ulteriori costi sociali e l'intento politico di non innemicarsi parte influente dell'elettorato (giusto per non cadere nei discorsi sul mal governo, sugli interessi dei pochi su quelli dei tanti, ecc.).
 
Devono aver stampato questa notte un po' di euro, perché hanno in cassa 4,5 miliardi ma hanno debiti per 11,5 (e quindi appunto un indebitamento netto di 7 miliardi)

A parte che in cassa i miliardi sono sono 4.7, ma le linee di credito valgono solo quando sostieni che Alitalia va meglio di loro?
 
Stato
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