Dalla Stampa di oggi:
Dietro l'angolo c'è Lufthansa
Lufthansa potrebbe unirsi agli imprenditori italiani
Milano muove il fronte del Nord. Sentiti anche i Moratti
FRANCESCO SPINI
MILANO
Spunta l’ipotesi di un vettore internazionale per il rilancio su Alitalia e tra i nomi più ricorrenti c’è Lufthansa. La compagnia tedesca, secondo alcune indiscrezioni, starebbe ragionando sull’opportunità di affiancare AirOne di cui già oggi è partner commerciale e approfittare nel contempo dei prezzi da saldo a cui la compagnia tratta. Il suo interesse per Malpensa non è nuovo, ma fino ad oggi i sindacati interni alla compagnia hanno sopito le ambizioni italiane. Ora l’interesse tedesco potrebbe sposarsi con il lavorio che Silvio Berlusconi sta compiendo per costruire una cordata alternativa ad Air France. Mentre nella comunità finanziaria milanese lo scetticismo su una cordata-bis avanza («è una manovra elettorale», ragionavano ieri in una banca d’affari) il Cavaliere sarebbe al lavoro per convincere alcuni imprenditori a sposare la causa anti-francese. Di mezzo avrebbe messo i suoi uomini di finanza, quelli che si muovono sempre negli affari che contano per il Biscione, come Bruno Ermolli e Ubaldo Livolsi. Dopo la chiamata in campo dei figli finora sarebbero stati contattati i Ligresti, Diana Bracco, leader di Assolombarda e c’è chi racconta di sondaggi perfino con i Moratti. Spontaneo, invece, l’interessamento del gruppo alberghiero Soglia, convinto della necessità di «mantenere in Italia la proprietà del vettore aereo nazionale».
Più difficile invece per Berlusconi convincere Intesa Sanpaolo a rientrare nella partita al fianco di AirOne che, come il Cavaliere, ieri ha chiesto almeno tre settimane per l’esame approfondito dei conti Alitalia, la cosiddetta due diligence. Per l’acquisto, insomma, si scivolerebbe a dopo le elezioni. Intanto però l’amministratore delegato Corrado Passera ha raffreddato il suo interesse. Prima di valutare qualsiasi mossa, Ca’ de Sass attende segnali di pista libera da parte dei francesi, che per ora non mollano se non altro per sbarrare la strada ad eventuali assalti di Lufthansa. Inoltre per un’operazione da 2,5 miliardi (tra acquisto, pagamento del bond, debiti e ricapitalizzazione) da realizzare quasi alla cieca, Intesa Sanpaolo non potrebbe agire da sola. Quindi, se altre banche non soccorressero, servirebbe una compagnia più strutturata: Lufthansa, a cui si potrebbe unire la cordata di imprenditori italiani.
Il governatore lombardo Roberto Formigoni ne è certo: «Confermo che esiste una cordata italiana che si appaleserà entro breve. Il governo dovrà riservarle lo stesso trattamento, e basterebbe anche un po’ meno, riservato ad Air France» perché il pool «avrà bisogno di studiare i dati e conoscere la realtà». Quanto ci vorrà prima di vedere una lista? «Ci vuole tempo, ma neanche troppo. D’altra parte i sindacati, giustamente, sono i primi a voler conoscere i dati di una trattativa fino ad ora condotta in totale clandestinità».
Il primo però a credere in Berlusconi non poteva che essere un Berlusconi. L’omonimo è Giuseppe, ad della Miniliner, vettore cargo con sede a Bergamo e che ieri si sarebbe detto disponibile a valutare l’acquisto in blocco della divisione Cargo di Alitalia. O meglio, a trattare è il gruppo a cui la Miniliner fa capo: si tratta della Miro Radici Finance, la holding guidata dal figlio del fondatore Miro (il gruppo è noto soprattutto per gli interessi nel settore tessile), il 33enne Nicola che avrebbe delegato le trattative al direttore generale Roberto Belloni, ex direttore amministrativo della Sea. Da martedì, assicurano fonti finanziarie, si deciderà se cominciare un dialogo con Prato & Company.
Se a fianco di AP si schierasse anche LH, cadrebbero le ultime riserve sulla solidità industriale dell'offerta italiana (o meglio italo-tedesca)...e davvero non ci sarebbero più ragioni per svenderla ai francesi.
Io lo spero perchè non posso vedere i francesi...sono di parte scusate
