http://www.repubblica.it/economia/2...io-162351215/?ref=RHPPBT-VE-I0-C6-P10-S1.6-T1
ROMA. Il clima, nel quartier generale di Alitalia, è torrido. I dipendenti della compagnia che si incontrano nei corridoi alla spicciolata, cominciano a domandarsi con ansia “a chi toccherà?”. Sono infatti 2.037 gli esuberi messi sul tavolo del governo e sindacati dall’ad Cramer Ball che entro metà della prossima settimana dovranno chiudere la trattativa per salvare Alitalia. Il piano di ristrutturazione in discussione in queste ore, punta alla messa a terra di 20 aeroplani, al risparmio sulle voci principali di spesa, dal carburante ai fornitori, fino al “sacrificio” dei lavoratori. E prevede tagli di personale molto pesanti, ufficio per ufficio, che Repubblica può anticipare.
Il documento aziendale ha due voci principali: “Esuberi Staff”, pari a 776 unità, e “Esuberi Operations” per 1.261 persone. In totale 1.138 dipendenti in meno in Italia, 141 all’estero mentre dovranno rinunciare al posto ben 558 tempi determinati, la parte più debole dell’azienda.
Il taglio, tra cassa integrazione a zero ore, cig a rotazione, e in misura minore solidarietà, esternalizzazioni - ovvero la cessione delle attività ad altre aziende – e esodi volontari con il pagamento di 12 mesi di stipendio, colpirà questi uffici: quello del presidente e dell’amministratore delegato dovrà rinunciare a 37 unità tutte in Italia. L’ufficio People performance meno 59. Il Chief financial officer 139. Il settore Information technology ha 182 persone di troppo secondo i calcoli del management. Quello Strategy & Planning ha 20 unità in più rispetto al piano, mentre saranno 339 gli esuberi richiesti nell’ufficio Commerciale (Cco).
Passando alla parte “operativa” dell’azienda, il Customer office avrà meno 443 persone. Lo Staff & Flight Operations 142; il Ground Operations (staff di terra) 250 e 426 dipendenti in meno per la parte di Manutenzione e ingegneria.
Accanto a questi numeri ci sono altri sacrifici, stavolta tra i piloti, che per poter proseguire la carriera nel gruppo Etihad avrebbero accettato l’offerta di espatrio ad Abu Dhabi. Una trentina di loro sarebbe già pronta all’imbarco verso il Golfo dove verranno utilizzati sulle rotte del network arabo. Numeri al netto dei 100 piloti e dei 300 assistenti di volo orfani dei 20 aerei messi a terra.
Sorte un po’ diversa, quella riservata agli equipaggi di Alitalia che saranno impiegati da Air Berlin. La low cost tedesca in pesante crisi, che fa parte come Alitalia dell’universo di Etihad, ha siglato con la compagnia italiana un contratto di wet lease (ovvero il noleggio tutto compreso, equipaggio e assicurazioni inclusi) che riguarda 4 aerei A320 - dei soliti 20 parcheggiati - sulle rotte di corto e medio raggio. Curiosamente alcuni di questi velivoli saranno impiegati su rotte dall’Italia (e da Roma) verso la Germania utilizzando personale Alitalia. Va anche ricordato che Air Berlin recentemente ha sacrificato metà della propria flotta trasferendola sotto le ali del concorrente Lufthansa che ne ha a sua volta girati alcuni a Eurowings, la low cost del gruppo tedesco. Ma nel motore del gruppo Alitalia comincia a scarseggiare il carburante e serve una forte iniezione