Alitalia, Ferrovie sceglie Atlantia come “quarto socio”


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Non avrà concluso ma ci ha dato tutti gli elementi per farlo...

Non voglio difendere l'indifendibile (non avendo neanche alcun interesse a farlo) ma sarebbe l'unico su LIN e diventerebbe il più appetibile per l'utenza business. Io (per quanto le mie scelte possano valere per gli altri) quando vado a Milano per lavoro i voli su BGY e MXP neanche li guardo.

In fondo si può scegliere di operare una rotta in concorrenza se si è consapevoli di poter offrire il prodotto migliore. Ma non è che quando si parla di AZ ne sia molto convinto io stesso.

La prima a mollare secondo me sarà Easyjet, per quanto riguarda Alitalia ha si il vantaggio di operare da LIN ma un solo volo in mattina non è un operativo molto adatto per una clientela business vedi ad esempio Eurowings che opera 3x daily mattino, pomeriggio e sera.
 
La prima a mollare secondo me sarà Easyjet, per quanto riguarda Alitalia ha si il vantaggio di operare da LIN ma un solo volo in mattina non è un operativo molto adatto per una clientela business vedi ad esempio Eurowings che opera 3x daily mattino, pomeriggio e sera.
Vero... anche se l'idea è buona l'esecuzione la rende poco efficace.
Ammesso che ci sia davvero utenza... se non metti sul tavolo un prodotto completo non la strappi alla concorrenza.
Ma credo sia proprio il modo tipico AZ di aprire le nuove rotte.

S.
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Permettimi di rifolmurare gli interessi "strategici"
FS - > attaccare il ciuccio dove vuole il padrone, proteggere le poltrone del cda
Delta - > proteggere la rotta atlantica per un paio d'anni con la minima spesa
Atlantia - > conservare le concessioni
MEF - > conservare voti grillini e clientele

Di strategico non c'è nulla, sono solo tattiche

Condivido ... finché non vedo un piano industriale serio, questi sono gli unici obiettivi verosimili.
 
Conviene rileggere il bilancio 2018 di FS, credo il migliore di sempre:

Relazione finanziaria annuale 2018: il risultato netto è di oltre 550 milioni di euro

Presentata a Roma da Gianluigi Vittorio Castelli, presidente di FS Italiane, Gianfranco Battisti, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo, e Roberto Mannozzi direttore centrale amministrazione, bilancio, fiscale e controllo di FS


Roma, 26 marzo 2019

Il Consiglio di Amministrazione di Ferrovie dello Stato Italiane ha esaminato e approvato, in data odierna, il progetto di Relazione finanziaria annuale della società, che include anche il bilancio consolidato di Gruppo, al 31 dicembre 2018.

I ricavi operativi superano per la prima volta nella storia del Gruppo i 10 miliardi di euro, con un incremento complessivo di 2.785 milioni di euro (+30% rispetto al 2017), e si attestano a 12,1 miliardi.
I costi operativi crescono in maniera meno che proporzionale rispetto ai ricavi (+2.622 milioni di euro), seguendo un trend caratterizzato da una progressiva razionalizzazione concentrata nel secondo semestre dell’esercizio, per effetto di mirate politiche di saving poste in essere dal Vertice aziendale.

L’EBITDA del Gruppo cresce attestandosi a 2,5 miliardi di euro con un EBITDA Margin del 20,5%, mentre l’EBIT si attesta 714 milioni di euro nel 2018 pari ad un EBIT Margin del 5,9%.

Il risultato netto raggiunge a fine 2018 i 559 milioni di euro, con un incremento dell’1,3% in valore assoluto rispetto al risultato 2017 (552 milioni di euro), incremento che supera il 30% se nel confronto si tengono presenti i valori depurati dalle operazioni non ricorrenti (il riferimento guarda in particolare alle rilevanti sopravvenienze attive riflesse nel 2017, per 128 milioni di euro, come effetto sugli anni 2015 e 2016 dell’applicazione del nuovo regime tariffario regolato dell’energia elettrica per la trazione ferroviaria).


Il Gruppo FS Italiane ha realizzato, in particolare nella seconda parte del 2018, un volume di investimenti tecnici pari a 7,5 miliardi di euro (dei quali ben il 98% sul territorio nazionale), contribuendo significativamente al rafforzamento del Paese e sostenendo lo sviluppo e il rinnovo dei settori trasporto, infrastruttura e logistica.

Il valore economico distribuito, costituito principalmente dall’insieme dei costi operativi per beni e servizi e per il pagamento del personale, ammonta a 9,9 miliardi di euro (pari all’81% del valore economico generato). Le attività e gli investimenti del Gruppo FS contribuiscono inoltre in modo diretto e indiretto alla crescita dell’economia italiana per 0,9 punti percentuali di PIL.

Il numero complessivo del personale del Gruppo passa da 74.436 a 82.944 unità, anche grazie alle acquisizioni societarie.

Il Gruppo rafforza ulteriormente il suo elevato livello di solidità finanziaria, con mezzi propri che a fine 2018 sfiorano i 41,8 miliardi di euro (+3,1 miliardi di euro sul 2017).

La Posizione Finanziaria Netta (PFN), che si attesta a 6,7 miliardi di euro, migliora di 618 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2017, mantenendo il rapporto PFN/EBITDA a 2,7 e il rapporto PFN/Patrimonio netto a 0,2. La solidità finanziaria del Gruppo è riflessa anche nei giudizi di rating (BBB) rilasciati per FS SpA, nell’autunno 2018, da Fitch e Standard&Poor’s.

Contribuiscono ancora una volta in positivo alla performance dell’esercizio del Gruppo FS Italiane i principali settori operativi. In particolare il settore Infrastruttura – con Rete Ferroviaria Italiana come prima entità operativa, seguita da Anas - che vede chiudere l’anno in positivo per 399 milioni di euro e il settore Trasporto – che vede Trenitalia società leader seguita dai gruppi Mercitalia e Busitalia, rispettivamente nei business del trasporto merci e su gomma, e Netinera Deutschland GmbH, operativa nel trasporto locale e metropolitano in Germania – con un risultato netto di periodo pari a 190 milioni di euro.

Il Gruppo FS Italiane riporta quindi al centro della propria attività e dei piani strategici l’impegno nel business del trasporto passeggeri, con nuovi servizi ed una particolare attenzione al trasporto locale e regionale (investimenti tecnici pari a 525 milioni di euro), ed in generale la rinnovata centralità del cliente che, anche attraverso i nuovi contratti con le Regioni, vede impegnata Trenitalia nel garantire una rinnovata attenzione alla soddisfazione della clientela ed un servizio sempre più di qualità con treni nuovi, puntualità e comfort nel viaggio, anche attraverso l’accelerazione delle attività di revamping e restyling del materiale rotabile.

Dal punto di vista infrastrutturale gli obiettivi principali che il Gruppo FS Italiane si impegna a perseguire sono “sicurezza”, “puntualità e affidabilità”, “upgrade prestazionale”, “efficienza innovazione e sostenibilità”.

Nella sezione Investor Relations è disponibile un documento di sintesi sui principali risultati conseguiti nell’esercizio dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.

http://www.fsnews.it/fsn/Gruppo-FS-...-risultato-netto-di-oltre-550-milioni-di-euro
 
Alitalia: presidente a Fs, rosa di nomi per amministratore delegato

Se la nomina del presidente dovrebbe essere appannaggio delle Fs, la scelta dell’ad che dovrà guidare la futura compagnia viene vista come un punto chiave, spiega oggi il Sole 24 Ore, che elenca alcuni nomi dei papabili.

Fra questi: Fabio Lazzerini, direttore commerciale di Alitalia; Stefano Paleari, commissario di Alitalia; Ugo de Carolis, ad di Aeroporti di Roma, controllata di Atlantia, la holding infrastrutturale dei Benetton; Roberto Scaramella, partner di Oliver Wyman ed ex ad di Meridiana.

Nei giorni scorsi la Stampa aveva citato altri nomi in corsa per il management fra cui quelli di Stefano De Angelis, ex ad di Tim Brasil; Vincenzo Novari, ex ad di 3 Italia; e anche Alfredo Altavilla, ex responsabile di Fca Europa (e braccio destro di Sergio Marchionne) che ora siede nel cda di Tim in quota Elliott.

Nella nuova Alitalia Fs e Atlantia appaiati al 35%

Il “cacciatore di teste” Egon Zehnder non avrebbe però definito liste di potenziali candidati.

Quanto ai pesi nella cordata, il Sole 24 Ore oggi cita fonti definite autorevoli, secondo cui le Fs dovrebbero avere un po’ più del 35% del capitale della newco, in modo che assieme al Tesoro (15%) i soci pubblici avrebbero almeno il 51%. Atlantia avrebbe circa il 35%, e l’americana Delta tra il 10-15%.

https://finanzareport.it/news-flash...-ma-e-caccia-al-nuovo-amministratore-delegato
 
Il Messaggero di oggi scrive che Delta FS e Atlantia (che ha chiesto delle sostanziali modifiche al Piano industriale ritenendolo troppo poco sviluppato nel Nord America ed in Asia e troppo penalizzante nei confronti di AZ nella joint venture atlantica) potrebbero trovare un accordo attraverso la creazione di DUE joint venture separate: una tra DL e AF-KLM e l'altra tra la stessa DL ed AZ. IN questo modo Alitalia avrebbe maggiore accesso al mercato nord americano. Ne avrebbero parlato ieri, secondo i report del Messaggero, le due societa' in un incontro che sara' il primo di uno lunga serie e che vedra' contatti continui anche nel mese di agosto.

Alle gia' citate citta' di Washington (annuale) e San Francisco (stagionale) ed a Shanghai (che vorrebbe dire l'ennesimo ritorno di AZ in Cina) si fanno anche i nomi di Hong Kong e Shenzhen come possibili nuove aperture.
 
Alitalia: presidente a Fs, rosa di nomi per amministratore delegato

Se la nomina del presidente dovrebbe essere appannaggio delle Fs, la scelta dell’ad che dovrà guidare la futura compagnia viene vista come un punto chiave, spiega oggi il Sole 24 Ore, che elenca alcuni nomi dei papabili.

Fra questi: Fabio Lazzerini, direttore commerciale di Alitalia; Stefano Paleari, commissario di Alitalia; Ugo de Carolis, ad di Aeroporti di Roma, controllata di Atlantia, la holding infrastrutturale dei Benetton; Roberto Scaramella, partner di Oliver Wyman ed ex ad di Meridiana.

Nei giorni scorsi la Stampa aveva citato altri nomi in corsa per il management fra cui quelli di Stefano De Angelis, ex ad di Tim Brasil; Vincenzo Novari, ex ad di 3 Italia; e anche Alfredo Altavilla, ex responsabile di Fca Europa (e braccio destro di Sergio Marchionne) che ora siede nel cda di Tim in quota Elliott.

Nella nuova Alitalia Fs e Atlantia appaiati al 35%

Il “cacciatore di teste” Egon Zehnder non avrebbe però definito liste di potenziali candidati.

Quanto ai pesi nella cordata, il Sole 24 Ore oggi cita fonti definite autorevoli, secondo cui le Fs dovrebbero avere un po’ più del 35% del capitale della newco, in modo che assieme al Tesoro (15%) i soci pubblici avrebbero almeno il 51%. Atlantia avrebbe circa il 35%, e l’americana Delta tra il 10-15%.

https://finanzareport.it/news-flash...-ma-e-caccia-al-nuovo-amministratore-delegato

Se Lazzerini ce la fa...beh...aver cannato EK significa che gia' era certo al 101% che per l'ennesima volta AZ non sarebbe fallita e che , anzi, sarebbe sopravvissuta grazie allo Stato!
 
Il Messaggero di oggi scrive che Delta FS e Atlantia (che ha chiesto delle sostanziali modifiche al Piano industriale ritenendolo troppo poco sviluppato nel Nord America ed in Asia e troppo penalizzante nei confronti di AZ nella joint venture atlantica) potrebbero trovare un accordo attraverso la creazione di DUE joint venture separate: una tra DL e AF-KLM e l'altra tra la stessa DL ed AZ. IN questo modo Alitalia avrebbe maggiore accesso al mercato nord americano. Ne avrebbero parlato ieri, secondo i report del Messaggero, le due societa' in un incontro che sara' il primo di uno lunga serie e che vedra' contatti continui anche nel mese di agosto.

Alle gia' citate citta' di Washington (annuale) e San Francisco (stagionale) ed a Shanghai (che vorrebbe dire l'ennesimo ritorno di AZ in Cina) si fanno anche i nomi di Hong Kong e Shenzhen come possibili nuove aperture.

Perché si parla di Washington come "nuova apertura" se è già aperta? Se non ricordo male, la PEK è stata chiusa causa slot penalizzanti: il nuovo aeroporto di Pechino non offrirebbe slot decenti? Immagino che sarebbe Hong Kong o Shenzhen.
 
Ma il bilaterale su HKG non era stato assegnato a IG?
 
Il Messaggero di oggi scrive che Delta FS e Atlantia (che ha chiesto delle sostanziali modifiche al Piano industriale ritenendolo troppo poco sviluppato nel Nord America ed in Asia e troppo penalizzante nei confronti di AZ nella joint venture atlantica) potrebbero trovare un accordo attraverso la creazione di DUE joint venture separate: una tra DL e AF-KLM e l'altra tra la stessa DL ed AZ. IN questo modo Alitalia avrebbe maggiore accesso al mercato nord americano. Ne avrebbero parlato ieri, secondo i report del Messaggero, le due societa' in un incontro che sara' il primo di uno lunga serie e che vedra' contatti continui anche nel mese di agosto.

Alle gia' citate citta' di Washington (annuale) e San Francisco (stagionale) ed a Shanghai (che vorrebbe dire l'ennesimo ritorno di AZ in Cina) si fanno anche i nomi di Hong Kong e Shenzhen come possibili nuove aperture.
La questione JV verrebbe trattata in parallelo come facevano precedentemente all'entrata di AF-KL con VS.
Atlantia avrebbe chiesto a DL di non chiudere rotte di lungo raggio e prevederne l'apertura di nuove e avrebbe offerto sconti sull'handling per aiutare le nuove e quelle parte da poco a migliorarne i risultati e renderle sostenibili. Altra valutazione chiesta da Atlantia e pare condivisa da DL è che le rotte di lungo raggio per funzionare al meglio debbono essere daily.
E nonostante faccia arrabbiare giggino DL avrebbe ottenuto l'ultima parola sull'AD con l'ok di Ferrovie.
 
La questione JV verrebbe trattata in parallelo come facevano precedentemente all'entrata di AF-KL con VS.
Atlantia avrebbe chiesto a DL di non chiudere rotte di lungo raggio e prevederne l'apertura di nuove e avrebbe offerto sconti sull'handling per aiutare le nuove e quelle parte da poco a migliorarne i risultati e renderle sostenibili. Altra valutazione chiesta da Atlantia e pare condivisa da DL è che le rotte di lungo raggio per funzionare al meglio debbono essere daily.
E nonostante faccia arrabbiare giggino DL avrebbe ottenuto l'ultima parola sull'AD con l'ok di Ferrovie.

Ma non è distorsivo della libera concorrenza il fatto che Atlantia faccia sconti ad una società sua partecipata per l’handling a FCO, in danno delle altre compagnie?
 
Ma non è distorsivo della libera concorrenza il fatto che Atlantia faccia sconti ad una società sua partecipata per l’handling a FCO, in danno delle altre compagnie?
Immagino che gli sconti siano in gara fra chi vuole operare quelle rotte.
 
Che, se non sbaglio, è quello che succede negli aeroporti dove opera Ryanair, cosa su cui però eri contrario/a/i.

DaV

Cosa che faceva anche AZ, vedi i 4 milioni pagati dalla Bresso per una mini base AZ a Torino, base durata quanto la carriera musicale dei Gazosa.
 
Stato
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