IL PIANO FENICE BRUCIA 5 MILA POSTI E 88 AEREI…
Centocinquanta aerei e poco meno di 14 mila dipendenti. L’Alitalia che nascerà dalle ceneri della vecchia compagnia di bandiera dopo la fusione con Air One sarà, almeno nelle dimensioni, una via di mezzo fra le concorrenti Iberia (conta duecento velivoli e 22mila dipendenti), e i cento aerei dell’austriaca Austrian.
Il piano di risanamento messo a punto da Banca Intesa sotto la supervisione di Corrado Passera e Gaetano Micciché è durissimo, ma l’unica strada a loro avviso possibile per riportare Alitalia alla redditività: dovrà rinunciare a cinquemila dipendenti dei 18 mila di oggi, ai quali vanno aggiunte le 2.200 persone le cui società verranno «esternalizzate», ovvero cedute ad aziende che continueranno a lavorare per Alitalia. Dunque ad uscire dal cosiddetto «perimetro» della compagnia saranno più di 7.000 dipendenti.
I numeri definitivi saranno oggetto di trattativa con i sindacati, e molto dipenderà dalle garanzie che le sigle chiederanno per le società cedute. Il piano «Fenice» prevede l’uscita con buonuscite e prepensionamenti di 700 piloti, 1.100 assistenti di volo, 1.500 dipendenti di terra della cosiddetta «Alitalia Fly», la società che controlla i servizi di volo. Az Servizi, che raccoglie tutte le altre attività di terra, dovrà rinunciare ad altre 1.700 persone. A questi vanno aggiunti i dipendenti le cui società verranno cedute: fra queste amministrazione, call center, gli stabilimenti Atitech di Napoli (verranno assorbiti da Finmeccanica) e gli addetti degli aeroporti minori.
Dal piano di risanamento saranno quasi del tutto risparmiati tremila dipendenti della Air One di Carlo Toto, la cui età media è 32 anni: troppo poco per utilizzare i prepensionamenti. In tutto gli esuberi sono doppi rispetto a quanto previsto da Air France-Klm. Fonti della banca milanese portano a propria difesa due argomenti: l’ulteriore peggioramento dei conti, e del quadro macroeconomico, e il fatto che per i lavoratori di Az Servizi non assorbiti nella nuova Alitalia non ci sarebbero state garanzie oltre i sei anni di contratti promessi da Jean-Cyril Spinetta.
Altrettanto duro è il piano industriale: dei 181 aerei della vecchia Alitalia ne resteranno 120; quaranta sono già stati messi a terra con il piano Prato, ne verranno fermati almeno altri 20. Dei 57 di Air One ne rimarranno circa 30. Il piano del consulente Boston Consulting prevede la vendita di tutti gli Md 80 Alitalia (consumerebbero il 30% in più di un Airbus 320) e di quasi tutti i Boeing 737 Air One.
Oltre alla soluzione del rebus legale sulle modifiche alla legge Marzano, il vero punto interrogativo del piano Intesa resta la scelta dell’alleato internazionale: a Milano guardano con interesse a Lufthansa, ma non è escluso un ritorno di fiamma con Parigi. Per questo, almeno per sei mesi, gli aerei Alitalia ed Air One continueranno a volare con le proprie livree e le rispettive alleanze commerciali. I grandi viaggiatori possono tirare un sospiro di sollievo: chi volerà Air One accumulerà ancora punti «Miles and More» Lufthansa, chi Alitalia avrà a disposizione la tessera «Millemiglia» di Sky Team che unisce Alitalia ad Air France-Klm.
"La Stampa"