Alitalia, l’attacco di Sala: «Basta, costa 7 miliardi alle nostre tasche»
Il sindaco di Milano commenta la vicenda della compagnia aerea di bandiera dopo il referendum tra i lavoratori sul piano di salvataggio e l’avvio del commissariamento
«La Festa del Lavoro, tra pochissimi giorni, ci dice che il lavoro va tutelato in ogni modo possibile. Ma nella vita c’è anche un momento in cui bisogna saper dire basta. E con Alitalia siamo al basta». Così, il sindaco Beppe Sala ha commentato sulla sua pagina Facebook la vicenda Alitalia dopo il referendum tra i lavoratori sul piano di salvataggio e l’avvio del commissariamento.
Le responsabilità
«La “compagnia di bandiera” è costata alle nostre tasche circa 7 miliardi (immaginate quanti nuovi posti di lavoro si sarebbero potuti creare con queste risorse!). Le responsabilità sono di tanti - sottolinea Sala -, a cominciare dall’allegra brigata di manager visti all’opera in diversi anni. Ma anche in occasione del recente referendum, il personale di volo, che tanto in un modo o nell’altro un lavoro lo potrebbe ritrovare, ha tolto una chance al personale di terra, che ben difficilmente lo ritroverà».Alitalia, l’attacco di Sala: «Basta, costa 7 miliardi alle nostre tasche»
Il sindaco di Milano commenta la vicenda della compagnia aerea di bandiera dopo il referendum tra i lavoratori sul piano di salvataggio e l’avvio del commissariamento
«La Festa del Lavoro, tra pochissimi giorni, ci dice che il lavoro va tutelato in ogni modo possibile. Ma nella vita c’è anche un momento in cui bisogna saper dire basta. E con Alitalia siamo al basta». Così, il sindaco Beppe Sala ha commentato sulla sua pagina Facebook la vicenda Alitalia dopo il referendum tra i lavoratori sul piano di salvataggio e l’avvio del commissariamento.
Le responsabilità
«La “compagnia di bandiera” è costata alle nostre tasche circa 7 miliardi (immaginate quanti nuovi posti di lavoro si sarebbero potuti creare con queste risorse!). Le responsabilità sono di tanti - sottolinea Sala -, a cominciare dall’allegra brigata di manager visti all’opera in diversi anni. Ma anche in occasione del recente referendum, il personale di volo, che tanto in un modo o nell’altro un lavoro lo potrebbe ritrovare, ha tolto una chance al personale di terra, che ben difficilmente lo ritroverà».
Corriere - Milano
Alitalia, Renzi contro Calenda e Poletti: vanno valutate tutte le possibilità
Lʼex premier critica le chiusure del governo: questo approccio ideologico è sbagliato, ci sono in ballo dodicimila dipendenti
Alitalia non può fallire, la questione non può essere affrontata con questo approccio ideologico: vanno cercate altre strade, pensando a tutte le soluzioni possibili. Parola di Matteo Renzi, che parlando con i suoi non nasconde le perplessità sulla posizione del governo nel caos Alitalia. Lo scontro è in particolare con i ministri Calenda e Poletti, che subito hanno escluso il salvataggio di Stato.
"Non lasceremo soli i lavoratori" - Renzi, che in vista delle primarie di domenica ha deciso di non intervenire pubblicamente sulla vicenda, ha criticato con i suoi fedelissimi il rigore dei ministri e la chiusura del governo, perché - ricordano i Dem - sono dodicimila i dipendenti di Alitalia coinvolti in una crisi che potrebbe assumere le proporzioni di una "tragedia". "Non lasceremo sole le famiglie: tante migliaia di lavoratori e un grande indotto non possono essere dispersi, l'Italia non può restare senza una compagnia al servizio del sistema Paese", spiega Ettore Rosato.
"Renzi pronto a realizzare l'impossibile" - "Tutto nasce dalla scellerata scelta di Berlusconi di buttare a mare l'accordo di Prodi con AirFrance", tuona il senatore Stefano Esposito, che solleverà il caso Alitalia in commissione al Senato. La situazione però non può essere strumentalizzata politicamente e va cercata una soluzione: Alitalia, è la linea renziana, non può fallire. Forte di una rielezione alla segreteria, l'ex premier sarebbe pronto, come dice Michele Anzaldi, a far da "pungolo" al governo perché crei le condizioni per una soluzione di mercato che scongiuri il "fallimento". "Il nuovo segretario del Pd - anticipa Anzaldi - promuoverà una serie di riunioni per realizzare l'impossibile".
Del Rio:"Non ci saranno salvataggi pubblici" - Intanto, a Calenda e Poletti si aggiunge anche il ministro Graziano Delrio, che in un'intervista a La Stampa, conferma la linea del governo. "Qualcuno si è convinto che ci sarebbe stato l'ennesimo salvataggio pubblico. Lo dico chiaramente: non ci sarà". "Il nostro intervento - conclude Delrio - servirà a evitare il fallimento: l'azienda sarà venduta al miglior offerente come sta accadendo con l'Ilva".
http://www.tgcom24.mediaset.it/econ...te-tutte-le-possibilita_3068553-201702a.shtml
M5S Alitalia “liberi dal ricatto occupazionale”. Come il cavallo che…
ROMA – M5S- Alitalia, dopo averlo suggerito e consigliato, festeggia pubblicamente l’esito del referendum con cui il 67 per cento dei dipendenti Alitalia ha bocciato, stracciato e fatto coriandoli del piano di azienda-sindacati-governo perché Alitalia potesse avere i due miliardi e tentare di andare avanti.
M5S saluta quella che considera una fulgida vittoria con questa frase, pari, pari: “I lavoratori Alitalia ora sono liberi dal ricatto occupazionale”.
Liberi dal ricatto occupazionale…M5S intende di sicuro sottolineare che i lavoratori Alitalia ora sono “liberi” e che prima c’era un “ricatto”. Occupazionale deve voler dire ricatto sui posti di lavoro. Ecco, M5S dice che ai dipendenti Alitalia era stata posta l’alternativa tra un Sì al piano (con mille e passa esuberi su 12 mila dipendenti, esuberi però assistiti e protetti da welfare aziendale e pubblico) e il rischio che saltasse tutta la baracca e tutti e 12mila i posti di lavoro. E che fieramente i dipendenti via referendum hanno respinto la domanda-ricatto e ora sono finalmente “liberi”.
Forse anche liberi dal posto di lavoro, tutti e 12 mila e con molte meno protezioni di welfare (quello aziendale rischia di saltare insieme all’azienda, questo M5S omette di dirlo. Su questo punto M5S tace non per cattiveria, calcolo o chissà quale malevolezza. Su questo punto M5S tace perché ha raccontato ai lavoratori che non succede niente, che se votavano No ci guadagnavano, che se vinceva il No arrivava, doveva arrivare il governo e nazionalizzare Alitalia. Insomma M5S ha consigliato e suggerito di votare No perché poi Alitalia fallita se la sarebbe presa in carico lo Stato.
Ed oggi M5S su Alitalia chiede appunto “nazionalizzazione” e intanto celebra i lavoratori liberi dal ricatto di dover difendere un posto di lavoro. Liberi da questa angoscia, tanto ci pensa lo Stato. Liberi come quel cavallo del vecchio e minimo racconto di saggezza popolare, quel cavallo che il padrone stava quasi, aveva quasi abituato a non mangiare, lo aveva liberato da questa incombenza e schiavitù, quando…all’improvviso il cavallo che era quasi capace di non mangiare più…morì.
Dicono si profili un governo M5S, molti lo vogliono, tanti lo attendono. E c’è curiosità su come e cosa possa essere un governo M5S. I meno benevoli verso M5S invitano a guardare il governo Raggi a Roma. Indicazione ingenerosa, di chi ama “vincere facile”…Migliore e più piena idea di come sarà, sarebbe un governo M5S viene dalla storia pubblica M5S-Alitalia. Eccola: consigliare ai lavoratori di rischiare il posto, garantire che poi si nazionalizza, fare assumere e pagare tutti dallo Stato, cioè dalle tasse. E, senza dimenticare, il tutto, salario di cittadinanza prossimo venturo compreso, in lire. Se e quando quel governo arriva, eccolo come è e cosa fa. E auguri…
http://www.blitzquotidiano.it/polit...ri-dal-ricatto-occupazionale-cavallo-2678008/