Confermo. Da quibrescia.it
Liquidazione volontaria, cioè l’anticamera della chiusura. Questo ha deciso lunedì l’assemblea che ha riunito i dieci soci di AirBee, la compagnia aerea con base operativa a Montichiari ma cervello a Roma, sulla quale dall’inizio dell’anno scorso l’amministrazione provinciale di Brescia aveva puntato tutte le proprie carte (leggi qui) per tentare il difficile rilancio dell’aeroporto Gabriele D’Annunzio, controllato dai veronesi della Catullo spa.
La mossa, in qualche modo dettata dal codice civile, potrebbe essere un modo per prendere tempo in vista dell’ipotetico (ma, a quanto pare, remoto) arrivo di nuovi soci che portino i liquidi indispensabili per far proseguire l’attività.
Ma anche per una semplice chiusura in bonis dell’azienda con la copertura dei debiti pregressi, gli azionisti dovrebbero mettere mano al portafoglio. Tra i creditori vi sono pure le centinaia di passeggeri che avevano acquistato i biglietti aerei nel settembre scorso, senza poterli usare a causa dell’improvviso blocco dei voli verificatosi a partire dall'11 del mese (leggi qui).
Tra i soci vi sono alcuni imprenditori capitolini, la B.Consulting di Brescia, la Fernova di San Zeno, la Aer Biz e Ludovico Vimercati Sanseverino, la Likipi holding del Lussemburgo. Liquidatore è stato nominato Paolo Rubino, ex amministratore delegato della società.
AirBee aveva iniziato l’attività il 4 febbraio 2008 con un investimento di circa 3,5 milioni di euro e prima di fermarsi ha trasportato circa 70 mila passeggeri. L’unico bilancio, quello del 2007, precedente l’inizio dei voli, è stato chiuso con una perdita contabile di 804 mila euro. L’intenzione era quella di investire altri 6 milioni dall’autunno 2008. Ma così non è stato. Anche a causa, secondo la proprietà, dell'atteggiamento dilatorio della Provincia di Brescia, che aveva promesso finanziamenti che non sono più arrivati. E che ormai non arriveranno più, visto che nel frattempo Palazzo Broletto sembra aver cambiato cavallo