Aeroporto nella neve, 500 italiani bloccati a Istanbul.


L'articolo di Repubblica potrà essere stato gonfiato come si vuole per le solite esigenze di effetto scenico, fatto sta che i disagi che vengono raccontati, confermati dalla testimonianza di prima mano di MindOnAir, parlano di una situazione da non augurare a nessuno. Càpita, può capitare, siamo d'accordo, e ognuno reagisce in base anche alla sua esperienza di viaggiatore, ma non sarebbe piaciuto a nessuno essere in quella situazione.
 
Riporto anche io la mia esperienza che nel complesso è stata meno traumatica.
L'itinerario originale è ICN-IST-MXP per sabato 7 Gennaio con arrivo a Milano in tarda serata con l'ultimo volo. Già a Seoul al momento del check-in l'aereo è dato in ritardo di un'ora e mezza e temo per la mia coincidenza, al momento non sapevo della nevicata a Istanbul. Giunto air-side scopro che il volo è stato riprogrammato con partenza alle 16.00, 4 ore di ritardo.
A quel punto benedico l'ampiezza e la disponibilità di sedute di Incheon e mi sdraio comodamente in attesa dell'imbarco che avverrà puntualmente per l'ora prevista. Volo uneventful e arrivo ad Istanbul nella tarda serata di sabato in un aeroporto coperto da una spessa coltre di neve e senza alcun movimento sul tarmac.
Veniamo sbarcati con la scaletta e portati nel terminal dove degli addetti ci informano di andare land-side e metterci in coda per modificare la prenotazione. Molti coreani si trovano disorientati e un po' timorosi di varcare le soglie della temuta Turchia ma prendono coraggio e si avventurano oltre i controlli doganali.
Giunti nell'atrio partenze ci mischiamo alle altre centinaia di passeggeri che condividono la nostra stessa sorte e decido di accodarmi non alla fila che porta alla biglietteria principale ma ad un'altra che porta a dei banchetti laterali. Ovviamente vedo le altre file scorrere mentre la mia rimane bloccata a causa di alcuni passeggeri caucasici del Caucaso che non riescono ad ottenere un nuovo biglietto.
Dopo circa due ore di attesa, saranno ormai le 2 di notte, decido di cambiare fila e spostarmi verso la lunghissima, ma dinamica, coda principale che avanza lentamente. Dopo circa un'ora e mezza vedo che gli unici voli programmati per la mattina di domenica solo per LHR, MAD, CDG, FRA, DUS, JFK e MXP ma ho poche speranze in quanto sono molto lontano dall'avere in mano un nuovo biglietto. Verso le 4 passano degli addetti che annunciano che chi è diretto per le destinazioni sopracitate può andare direttamente ai banchi check-in e ritirare la nuova carta d'imbarco; ovviamente mi accodo anche io ma l'addetta ai check-in sostiene che non è possibile fare il nuovo check-in senza che io abbia un nuovo biglietto perciò ritorno dal primo addetto che mi riaccompagna al check in e magicamente la mia carta d'imbarco viene stampata.
Mi dirigo verso i controlli e dopo 4 ore, alle 9.55, sono in volo per Milano su un A330-in livrea vintage-semi vuoto. Atterraggio e bagaglio regolarmente ritirato. Sono a casa con neanche 12 ore di ritardo.

Nel complesso la situazione a Istanbul era caotica ma non tesa, ho sentito che molti addetti davano però informazioni contrastanti. Di italiani che si lamentavano ne ho sentiti molti ma non mi fido di chi torna da Phuket o Mombasa e si spaccia per viaggiatore stagionato. Molti volevano chiamare l'ambasciata tra i quali una signora a cui ho riso in faccia e che si è stizzita ulteriormente affermando che sarebbe dovuto esserci almeno "un info point dell'aeroporto italiano con cui parlare italiano". Molti dei passeggeri diretti verso altre città italiane hanno poi preso il volo per MXP e da lì ritornati a Venezia, Roma e Napoli. La situazione non è stata delle più comode ma i mitra non erano sicuro puntati addosso e di neonati non ne ho visti molti.
 
Rabbrividisco.

!
Gestire una situazione che prevede un dirottamento per questo o quell'aeroporto non è cosa facile in una situazione come quella accaduta. Innanzitutto l'incertezza di dove dirottare: sei diretto presso un aeroporto principale (vogliamo dire Hub?) dove è diretto il 90% del traffico per quella Nazione e l'aeroporto chiude. Ci sono decine di voli col tuo stesso problema: trovare dove andare; capire quanta autonomia hai e quanta attesa ti puoi permettere con le riserve extra che ti sei portato (perchè sicuramente il tuo piano di volo elettronico diceva destinazione IST alternato SAW); coordinarti con la compagnia su dove preferirebbe avere aereo e pax; coordinarti col controllo aereo sulla tua nuova destinazione ,per poi magari sentirti dire che è tutto pieno e non accettano altri voli, e così si torna al primo punto. Intanto i motori girano e il carburante scende e in cockpit si susseguono un continuo "aggiornamenti bollettini meteo" e messaggi ACARS con l'Operating Control Center, nella speranza che non si deteriorino le condizioni meteo a catena anche per le altre opzioni.
Quando la matassa si dipana, ci si prepara per il dirottamento con carte di avvicinamento, setup della macchina e briefing vari. Solo in quel momento credi sia utile passare dal tuo ruolo di pilota Comandante responsabile del volo, a quello di PR e fai un annuncio spiegando succintamente (perchè di notizie ne hai poche oltre a quelle relativa a dove metterai le ruote), dove stai andando e ci attacchi un bel "una volta a terra avrete maggiori info da parte della compagnia". Info che anche tu pilota e responsabile del tuo equipaggio desidereresti avere.
 
Il trasporto aereo è un sistema complesso, quando tutto fila liscio molte compagnie sembrano di alto livello, secondo me la vera qualità di una compagnia la misuri quando qualcosa va storto e ci sono cancellazioni, dirottamenti e casi simili da gestire.
 
Ultima modifica:
Trovo vergognoso e patetico invece lamentarsi di essere bloccati proprio nell'aeroporto di IST "dove i pendolari come noi sono vittime di attentati".
Se avevi così paura, come mai non ti è tremata la mano quando hai prenotato? Allora i cinquanta euro risparmiati facevano tanto coraggio, eh..!

Difficile non straquotare.
 
Gestire una situazione che prevede un dirottamento per questo o quell'aeroporto non è cosa facile in una situazione come quella accaduta. Innanzitutto l'incertezza di dove dirottare: sei diretto presso un aeroporto principale (vogliamo dire Hub?) dove è diretto il 90% del traffico per quella Nazione e l'aeroporto chiude. Ci sono decine di voli col tuo stesso problema: trovare dove andare; capire quanta autonomia hai e quanta attesa ti puoi permettere con le riserve extra che ti sei portato (perchè sicuramente il tuo piano di volo elettronico diceva destinazione IST alternato SAW); coordinarti con la compagnia su dove preferirebbe avere aereo e pax; coordinarti col controllo aereo sulla tua nuova destinazione ,per poi magari sentirti dire che è tutto pieno e non accettano altri voli, e così si torna al primo punto. Intanto i motori girano e il carburante scende e in cockpit si susseguono un continuo "aggiornamenti bollettini meteo" e messaggi ACARS con l'Operating Control Center, nella speranza che non si deteriorino le condizioni meteo a catena anche per le altre opzioni.
Quando la matassa si dipana, ci si prepara per il dirottamento con carte di avvicinamento, setup della macchina e briefing vari. Solo in quel momento credi sia utile passare dal tuo ruolo di pilota Comandante responsabile del volo, a quello di PR e fai un annuncio spiegando succintamente (perchè di notizie ne hai poche oltre a quelle relativa a dove metterai le ruote), dove stai andando e ci attacchi un bel "una volta a terra avrete maggiori info da parte della compagnia". Info che anche tu pilota e responsabile del tuo equipaggio desidereresti avere.

ottima analisi
 
Gestire una situazione che prevede un dirottamento per questo o quell'aeroporto non è cosa facile in una situazione come quella accaduta. Innanzitutto l'incertezza di dove dirottare: sei diretto presso un aeroporto principale (vogliamo dire Hub?) dove è diretto il 90% del traffico per quella Nazione e l'aeroporto chiude. Ci sono decine di voli col tuo stesso problema: trovare dove andare; capire quanta autonomia hai e quanta attesa ti puoi permettere con le riserve extra che ti sei portato (perchè sicuramente il tuo piano di volo elettronico diceva destinazione IST alternato SAW); coordinarti con la compagnia su dove preferirebbe avere aereo e pax; coordinarti col controllo aereo sulla tua nuova destinazione ,per poi magari sentirti dire che è tutto pieno e non accettano altri voli, e così si torna al primo punto. Intanto i motori girano e il carburante scende e in cockpit si susseguono un continuo "aggiornamenti bollettini meteo" e messaggi ACARS con l'Operating Control Center, nella speranza che non si deteriorino le condizioni meteo a catena anche per le altre opzioni.
Quando la matassa si dipana, ci si prepara per il dirottamento con carte di avvicinamento, setup della macchina e briefing vari. Solo in quel momento credi sia utile passare dal tuo ruolo di pilota Comandante responsabile del volo, a quello di PR e fai un annuncio spiegando succintamente (perchè di notizie ne hai poche oltre a quelle relativa a dove metterai le ruote), dove stai andando e ci attacchi un bel "una volta a terra avrete maggiori info da parte della compagnia". Info che anche tu pilota e responsabile del tuo equipaggio desidereresti avere.

Io non disputo che ci siano un sacco di cose da fare, in cabina di pilotaggio, e non disputo che communicate stia dopo aviate e navigate. E non disputo nemmeno il fatto di commentare notizie di seconda mano, per quanto possa essere sicuro che MindOnAir le abbia riportate correttamente. Chiaro, non stiamo parlando di safety compromessa, non mi azzarderei mai a dirlo, semmai una questione di standard di servizio perche', alla fin fine, anche il flight crew 'serve' il passeggero.

Pero' per me e' innegabile che ci siano due scuole di pensiero, per quanto riguarda le comunicazioni dal flight deck. C'e' quella del flight crew ciarliero, che da' informazioni e spiega cosa succede ai passeggeri, anche quando capita una medical emergency e bisogna dirottare, o quando un altro aereo ha preso fuoco e l'aeroporto e' chiuso, o quando un rampista ha tamponato il pushback tractor e non possiamo fare pushback. (Tutte cose che mi son capitate personalmente, portero' sfiga). E poi c'e' il crew inarrivabile, che non comunica una parola che sia una se non esattamente irrinunciabile. Nella TK che ho visto io questo e' il caso, e per me e' uno dei difetti principali della compagnia. Non puoi ricevere un'informazione che sia una, da chicchessia, oppure aspettarti un po' di proattivita' da parte dello staff.

In questo caso, poi, MindOnAir dice di aver visto la destinazione cambiare da IST ad Antalya. Ora, io non so come funzioni l'IFE di TK, se c'e' un feed automatico tra il sistema di navigazione dell'aereo e l'IFE; ma se fosse come il sistema Thales, o il Panasonic di British Airways, queste sono informazioni che si inseriscono a mano da una console cui ha accesso il capocabina. Se, e torno a dirlo e' una mia supposizione, se cosi' e' anche su TK hai il tempo di modificare la rotta sull'IFE ma non fai un annuncio, e' un bel passo falso.
 
L'articolo di Repubblica potrà essere stato gonfiato come si vuole per le solite esigenze di effetto scenico, fatto sta che i disagi che vengono raccontati, confermati dalla testimonianza di prima mano di MindOnAir, parlano di una situazione da non augurare a nessuno. Càpita, può capitare, siamo d'accordo, e ognuno reagisce in base anche alla sua esperienza di viaggiatore, ma non sarebbe piaciuto a nessuno essere in quella situazione.

Sono d'accordo che capita, ed e' capitato. Io ricordo di averci impiegato 24 ore fra Londra e Venezia nel marzo del 1990 durante la prima guerra del Golfo e una nevicata che chiuse, a raffica, LHR, CDG e LIN (e io sempre sull'ultimo volo che riusci' a partire) con dirottamento finale a BGY e treno (di notte ) per Venezia e, ringraziare. Potrei aggiungere anche un volo LHR-VCE dirottato a GVA perche' c'era una coltre di nebbia su tre quarti dell'Italia e il primo aeroporto agibile sarebbe stato Napoli. Al dirottamento segui' un trasferimento in bus GVA-VCE, non vi dico la goduria. Oppure essere bloccato a NYC perche' sarei dovuto partire il 12/11/2001.

Pero' alcuni dei commenti sull'articolo della repubblica fanno veramente cadere le braccia. I mitra fanno paura? E ringrazia che ci sono. Ti accorgi adesso che ci sono stati attentati all'aeroporto di Istanbul? Ti definisci un pendolare, quante volte voli da IST all'Italia? Chiedere l'intervento dell'ambasciata? E se mandano gli Hercules come atterrano? E potrei continuare.
 
geniale! ..anche la signora a cui hai riso in faccia?

No lei era italiota.
Potrei aggiungere anche il romano che chiede in italiano a un addetto se ci sono ancora posti disponibili per Milano. Alla faccia spaesata dell'interlocutore ripete sempre in italiano ma più lentamente la stessa frase. Alla fine mi sono dovuto offrire per tradurre
 
Pero' alcuni dei commenti sull'articolo della repubblica fanno veramente cadere le braccia. I mitra fanno paura? E ringrazia che ci sono. Ti accorgi adesso che ci sono stati attentati all'aeroporto di Istanbul? Ti definisci un pendolare, quante volte voli da IST all'Italia? Chiedere l'intervento dell'ambasciata? E se mandano gli Hercules come atterrano? E potrei continuare.

Parlando di Hercules, Dancrane ricordera' il C130 che avevamo appunto visto a IST l'anno scorso (tra l'altro, non appena saputo dell'arrivo di Dancrane in citta' si mise a piovere e, di li a qualche ora, ci fu un attentato suicida in Istiklal Caddesi, e io stavo a poca distanza. Un caso?)
 
Parlando di Hercules, Dancrane ricordera' il C130 che avevamo appunto visto a IST l'anno scorso (tra l'altro, non appena saputo dell'arrivo di Dancrane in citta' si mise a piovere e, di li a qualche ora, ci fu un attentato suicida in Istiklal Caddesi, e io stavo a poca distanza. Un caso?)

certo che lo ricordo

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