Aeroporti inutili: meno della metà ha un traffico decente
Gli scali da tre biglietti al giorno costano allo Stato 700 milioni
Enormi investimenti senza alcun piano nazionale, pochi viaggiatori: oltre la metà degli aeroporti italiani opera in perdita. Una voragine ripagata sempre dai contribuenti (700 milioni spesi in 20 anni per 24 aeroporti inutili, 70 milioni i fondi erogati da Roma per le infrastrutture di collegamento nel 2007).
Sono 21 gli aeroporti che superano il milione di passeggeri l'anno (24 gli aeroporti in perdita) 58% la percentuale di traffico nazionale assorbita dagli scali di Roma e Milano.
Questo aeroporto s'ha da fare. O ingrandire. O promuovere, collegare, «infrastrutturare». Non c'è sindaco, assessore o consigliere provinciale che non nutra la voglia matta di alzare gli occhi e vedere i cieli della sua comunità solcati da aeroplani. E da quando nel 2000 Roma ha chiuso i rubinetti dei finanziamenti, gli enti locali si sono sostituiti ai ministeri nell'aprire le corde della borsa. Perché in Italia, da che mondo è mondo, se non hai pista di atterraggio non sei nessuno.
La carica degli aeroporti civili italici tocca quota 101. Di questi, solo 45 sono aperti al traffico commerciale. E di questi appena 21 superano il milione di passeggeri l'anno, soglia minima di esercizio sotto la quale si lavora in perdita. Come dire, 24 aeroporti - più della metà degli scali italiani - sono strutture antieconomiche. Sia ora che sono in funzione, sia prima, in fase di progettazione e costruzione: 700 milioni di euro spalmati in vent'anni dallo Stato su aeroporti dimostratisi solo macchine mangia soldi.
«Ma probabilmente la lista di aeroporti in difficoltà è ben più nutrita - fanno sapere dall'Enac -. La quota del milione di passeggeri è uno strumento di calcolo di produttività un po' antiquata. Per avere la certezza di redditività, oggi un aeroporto dovrebbe avere mezzo milione di passeggeri in più ». Sotto quest'ottica, anche scali a una prima occhiata virtuosi potrebbero avere bilanci in rosso.
E la situazione degli aeroporti di Alghero (1.299.047 passeggeri nel 2007), Genova (1.116.211) e Lamezia Terme, che con il suo milione e 457mi1a passeggeri nell'anno passato ha svolto comunque un ruolo di primo piano insieme ai sei aeroporti della Sicilia (il primo è Palermo, 4 milioni e mezzo di biglietti staccati), club cui si è aggiunto recentemente lo scalo di Comiso, 47 milioni e mezzo spesi per dotare Ragusa di un suo terminal. Ma che i ragusani dispongano di una pista tutta per loro non va giù ai messinesi, agrigentini ed ennesi, desiderosi anche loro di uno scalo.
Ottocento chilometri più a nord lo scenario non cambia: a Siena un'alleanza tra Comune, Camera di commercio e Banca Montepaschi ha in progetto l'ampliamento dell'aeroporto, che nel 2007 ha visto transitare appena 1.083 viaggiatori, una media di tre al giorno. Numeri impressionanti, soprattutto se rapportati ai dati del vicino aeroporto di Pisa, che segna invece un record positivo: a fronte di meno di novantamila abitanti, la città vanta un aeroporto da 3.718.608 passeggeri l'anno.
Questo perché il mercato è comunque in forte ascesa, e quasi tutti vogliono accaparrarsi una fetta della torta del trasporto aereo; torta che, verosimilmente, continuerà ad essere mangiata prevalentemente dai grandi poli aeroportuali: Milano, che nel 2007 ha visto transitare tra Malpensa e Linate quasi 34 milioni di viaggiatori, il 6% in più rispetto al 2006, e Roma, che con Ciampino e Fiumicino rappresenta il fulcro del mercato italiano con 38 milioni e 296 mila passeggeri nel 2007 (+9,2%).
Dietro le due metropoli, una piccola compagine di virtuosi sopra i cinque milioni di passeggeri l'anno: Bergamo (5.737.092), Catania (6.079.699), Napoli (5.760.984) e Venezia (7.059.141). Senza una visione d'insieme, senza un piano unitario (come accade per esempio in Spagna, dove tutti gli scali sono gestiti da un'unica società a capitale pubblico), ogni aeroporto italiano è lasciato libero di inventarsi strategie e progetti, cercando di cannibalizzare il vicino.
Risultato, decine di aeroporti dai numeri imbarazzanti: Bolzano 74.922 utenti, Cuneo 55.973, Brescia 185.993, Crotone 105.991, Foggia 7.465, Parma 142.837, Perugia 93.416.
Ma nuovi piani di rinnovo e ampliamento fioriscono incessanti, portati avanti da amministratori forti da un lato del prestigio che un aeroporto assicura a una città, e dall'altro della consapevolezza che, una volta fatto lo scalo, le casse pubbliche si sobbarcano altri costi importanti: infrastrutture di collegamento, controlli doganali e sicurezza, viabilità e servizi antincendio.
TOSCANA - E ora Siena vuole spendere altri 70 milioni di euro. Un record negativo: 1.083 viaggiatori in tutto il 2007. E un piano di ampliamento in grande stile: si parla di circa 70 milioni di euro. Nel piano dei promotori - il Comune, la Camera di Commercio e la Banca Montepaschi - il nuovo aeroporto di Siena sarà in grado di trasportare ben 350mila passeggeri nel 2012, con medie mensili di oltre 70 voli al giorno, per arrivare nel 2020 a 490mila passeggeri l'anno con 90 voli al giorno.
Poco importa se a meno di due ore di macchina da Siena ci sono già scali importanti come Firenze e Pisa, che da solo serve 3 milioni e 700miIa passeggeri l'anno. I politici e la potente banca locale hanno deciso che l'aeroporto sotto casa s'ha da fare e basta. Anche se nel frattempo la rete ferroviaria provinciale resterà ferma a un binario singolo. Anche se un combattivo comitato cittadino contro lo scalo senese di Ampugnno ha presentato pure un esposto alla magistratura. Non vuole che tutto resti come prima, ma chiede che i soldi pubblici e privati vengano investiti in mezzi di trasporto magari meno glamour ma più efficienti.
Gli aeroporti non si fanno a partire dall'iniziativa di alcuni politici e di una banca, ma si fanno in un quadro regionale e nazionale dei trasporti, spiega il comitato contro l'ampliamento dell'aeroporto . Per la mobilità dei senesi servono strade sicure e a percorrenza rapida, una efficiente rete ferroviaria e servizi collegati con gli aeroporti esistenti». Sì a trasporti veloci, insomma, a partre da treni più veloci ed efficienti. No all'ennesimo aeroporto «di quartiere, perché in Italia ce ne sono già abbastanza. Ora l'ultima parola spetta alla magistratura.
CAMPANIA - «Ecco il centro di scambio tra Nord e Sud Italia» Ma Salerno ha solo 3 rotte. Slogan audace: L'aeroporto di Salerno prende il volo». Obiettivo ambizioso: «Questo scalo rappresenta il centro di collegamento tra il nord e il sud della penisola, giura l'amministratore unico, Guglielmo Rapicano. Sarà. Ma dopo il bagno di folla, nella tipica tradizione italica, dell'inaugurazione in pompa magna dell'altro ieri, all'aeroporto Salerno Costa d'Amalfi per il momento restano soltanto tre collegamenti al giorno: con Milano, con Barcellona e con Bucarest. In questi giorni tutta la provincia è tappezzata di cartelloni 6 metri per 3, che annunciano già supersconti: Malpensa da 62,05 euro, Barcellona e Bucarest da 69 euro. E c'è pure il parcheggio gratuito. Eppure per pochi voli è previsto il tutto esaurito, anche se siamo in piena estate. Sarà che l'aeroporto di Napoli dista da Salerno meno di un'ora d! macchina. Sarà che non bastano tre destinazioni «semi-low cost» a fare proprio di Pontecagnano, il piccolo comune dove sorge l'aeroporto salernitano, il «centro di collegamento» tra i 101 aeroporti nazionali. "L'aeroporto c'è, mancano solo i voli", scherza la gente del posto. E intanto i gestori già aspettano altri fondi, altri milioni di euro, per allungare la pista fino a due chilometri e poi indire una gara per affidare la gestione ad una grande compagnia internazionale. Una legge obiettivo assegna 49 milioni di euro per il periodo 2009-2013. «Si verificherà, dove possibile, il ricorso a strumenti finanziari che prevedano il coinvolgimento di capitali privati», si legge nel progetto. L'affare, con uno scalo da tre voli al giorno e biglietti sotto i cento euro, è di quelli da non lasciarsi scappare.
SICILIA - L'isola ha ben sette piste. A Pantelleria 21 milioni per «ammodernamenti». Il progetto di ampliamento è stato presentato pochi giorni fa, il 23 luglio, in piena stagione estiva. All'iniziativa hanno partecipato anche il sottosegretario Ferruccio Fazio e il sindaco Salvatore Gabriele. Per l'ampliamento dell'aerostazione di Pantelleria sono stati stanziati circa 22 milioni di euro. Tra gli interventi previsti, la sistemazione dell'area terminale, il risanamento e la riconversione delle infrastrutture land side. La superficie dell'aerostazione passerà da 1.500 metri quadrati a 8mila, con la capacità di gestione di 370 passeggeri nelle ore di punta. "Il nuovo terminal - spiega un comunicato ufficiale - nel rispondere a esigenze di carattere funzionale, renderà più agevoli le operazioni di imbarco e sbarco, faciliterà la fruibilità dell'intera aerostazione e renderà più piacevole il periodo di presenza in aeroporto per i passeggen in arnvo e in partenza". Insomma, alla fine dei lavori, e dopo la pioggia di soldi (soprattutto pubblici) investiti, nello scalo di Pantelleria l'attesa del volo sarà decisamente più comoda. Resta un dubbio: visto che a Pantelleria i voli sono concentrati praticamente solo d'estate, perché non concedere lo stesso comfort anche ai viaggiatori diretti negli altri aeroporti siciliani? Già, perché in Sicilia gli scali civili sono ben sette: Catania, Comiso, Lampedusa, Palermo-Boccadifalco, Palermo-Punta Raisi, Trapani e naturalmente Pantelleria. E poi ci sono pure Messina, Agrigento ed Enna che premono per avere un aeroporto tutto loro. Gli agrigentini hanno già lanciato un piano di fattibilità, nonostante la bocciatura dell'Enac.
Fonte: Il Giornale
Gli scali da tre biglietti al giorno costano allo Stato 700 milioni
Enormi investimenti senza alcun piano nazionale, pochi viaggiatori: oltre la metà degli aeroporti italiani opera in perdita. Una voragine ripagata sempre dai contribuenti (700 milioni spesi in 20 anni per 24 aeroporti inutili, 70 milioni i fondi erogati da Roma per le infrastrutture di collegamento nel 2007).
Sono 21 gli aeroporti che superano il milione di passeggeri l'anno (24 gli aeroporti in perdita) 58% la percentuale di traffico nazionale assorbita dagli scali di Roma e Milano.
Questo aeroporto s'ha da fare. O ingrandire. O promuovere, collegare, «infrastrutturare». Non c'è sindaco, assessore o consigliere provinciale che non nutra la voglia matta di alzare gli occhi e vedere i cieli della sua comunità solcati da aeroplani. E da quando nel 2000 Roma ha chiuso i rubinetti dei finanziamenti, gli enti locali si sono sostituiti ai ministeri nell'aprire le corde della borsa. Perché in Italia, da che mondo è mondo, se non hai pista di atterraggio non sei nessuno.
La carica degli aeroporti civili italici tocca quota 101. Di questi, solo 45 sono aperti al traffico commerciale. E di questi appena 21 superano il milione di passeggeri l'anno, soglia minima di esercizio sotto la quale si lavora in perdita. Come dire, 24 aeroporti - più della metà degli scali italiani - sono strutture antieconomiche. Sia ora che sono in funzione, sia prima, in fase di progettazione e costruzione: 700 milioni di euro spalmati in vent'anni dallo Stato su aeroporti dimostratisi solo macchine mangia soldi.
«Ma probabilmente la lista di aeroporti in difficoltà è ben più nutrita - fanno sapere dall'Enac -. La quota del milione di passeggeri è uno strumento di calcolo di produttività un po' antiquata. Per avere la certezza di redditività, oggi un aeroporto dovrebbe avere mezzo milione di passeggeri in più ». Sotto quest'ottica, anche scali a una prima occhiata virtuosi potrebbero avere bilanci in rosso.
E la situazione degli aeroporti di Alghero (1.299.047 passeggeri nel 2007), Genova (1.116.211) e Lamezia Terme, che con il suo milione e 457mi1a passeggeri nell'anno passato ha svolto comunque un ruolo di primo piano insieme ai sei aeroporti della Sicilia (il primo è Palermo, 4 milioni e mezzo di biglietti staccati), club cui si è aggiunto recentemente lo scalo di Comiso, 47 milioni e mezzo spesi per dotare Ragusa di un suo terminal. Ma che i ragusani dispongano di una pista tutta per loro non va giù ai messinesi, agrigentini ed ennesi, desiderosi anche loro di uno scalo.
Ottocento chilometri più a nord lo scenario non cambia: a Siena un'alleanza tra Comune, Camera di commercio e Banca Montepaschi ha in progetto l'ampliamento dell'aeroporto, che nel 2007 ha visto transitare appena 1.083 viaggiatori, una media di tre al giorno. Numeri impressionanti, soprattutto se rapportati ai dati del vicino aeroporto di Pisa, che segna invece un record positivo: a fronte di meno di novantamila abitanti, la città vanta un aeroporto da 3.718.608 passeggeri l'anno.
Questo perché il mercato è comunque in forte ascesa, e quasi tutti vogliono accaparrarsi una fetta della torta del trasporto aereo; torta che, verosimilmente, continuerà ad essere mangiata prevalentemente dai grandi poli aeroportuali: Milano, che nel 2007 ha visto transitare tra Malpensa e Linate quasi 34 milioni di viaggiatori, il 6% in più rispetto al 2006, e Roma, che con Ciampino e Fiumicino rappresenta il fulcro del mercato italiano con 38 milioni e 296 mila passeggeri nel 2007 (+9,2%).
Dietro le due metropoli, una piccola compagine di virtuosi sopra i cinque milioni di passeggeri l'anno: Bergamo (5.737.092), Catania (6.079.699), Napoli (5.760.984) e Venezia (7.059.141). Senza una visione d'insieme, senza un piano unitario (come accade per esempio in Spagna, dove tutti gli scali sono gestiti da un'unica società a capitale pubblico), ogni aeroporto italiano è lasciato libero di inventarsi strategie e progetti, cercando di cannibalizzare il vicino.
Risultato, decine di aeroporti dai numeri imbarazzanti: Bolzano 74.922 utenti, Cuneo 55.973, Brescia 185.993, Crotone 105.991, Foggia 7.465, Parma 142.837, Perugia 93.416.
Ma nuovi piani di rinnovo e ampliamento fioriscono incessanti, portati avanti da amministratori forti da un lato del prestigio che un aeroporto assicura a una città, e dall'altro della consapevolezza che, una volta fatto lo scalo, le casse pubbliche si sobbarcano altri costi importanti: infrastrutture di collegamento, controlli doganali e sicurezza, viabilità e servizi antincendio.
TOSCANA - E ora Siena vuole spendere altri 70 milioni di euro. Un record negativo: 1.083 viaggiatori in tutto il 2007. E un piano di ampliamento in grande stile: si parla di circa 70 milioni di euro. Nel piano dei promotori - il Comune, la Camera di Commercio e la Banca Montepaschi - il nuovo aeroporto di Siena sarà in grado di trasportare ben 350mila passeggeri nel 2012, con medie mensili di oltre 70 voli al giorno, per arrivare nel 2020 a 490mila passeggeri l'anno con 90 voli al giorno.
Poco importa se a meno di due ore di macchina da Siena ci sono già scali importanti come Firenze e Pisa, che da solo serve 3 milioni e 700miIa passeggeri l'anno. I politici e la potente banca locale hanno deciso che l'aeroporto sotto casa s'ha da fare e basta. Anche se nel frattempo la rete ferroviaria provinciale resterà ferma a un binario singolo. Anche se un combattivo comitato cittadino contro lo scalo senese di Ampugnno ha presentato pure un esposto alla magistratura. Non vuole che tutto resti come prima, ma chiede che i soldi pubblici e privati vengano investiti in mezzi di trasporto magari meno glamour ma più efficienti.
Gli aeroporti non si fanno a partire dall'iniziativa di alcuni politici e di una banca, ma si fanno in un quadro regionale e nazionale dei trasporti, spiega il comitato contro l'ampliamento dell'aeroporto . Per la mobilità dei senesi servono strade sicure e a percorrenza rapida, una efficiente rete ferroviaria e servizi collegati con gli aeroporti esistenti». Sì a trasporti veloci, insomma, a partre da treni più veloci ed efficienti. No all'ennesimo aeroporto «di quartiere, perché in Italia ce ne sono già abbastanza. Ora l'ultima parola spetta alla magistratura.
CAMPANIA - «Ecco il centro di scambio tra Nord e Sud Italia» Ma Salerno ha solo 3 rotte. Slogan audace: L'aeroporto di Salerno prende il volo». Obiettivo ambizioso: «Questo scalo rappresenta il centro di collegamento tra il nord e il sud della penisola, giura l'amministratore unico, Guglielmo Rapicano. Sarà. Ma dopo il bagno di folla, nella tipica tradizione italica, dell'inaugurazione in pompa magna dell'altro ieri, all'aeroporto Salerno Costa d'Amalfi per il momento restano soltanto tre collegamenti al giorno: con Milano, con Barcellona e con Bucarest. In questi giorni tutta la provincia è tappezzata di cartelloni 6 metri per 3, che annunciano già supersconti: Malpensa da 62,05 euro, Barcellona e Bucarest da 69 euro. E c'è pure il parcheggio gratuito. Eppure per pochi voli è previsto il tutto esaurito, anche se siamo in piena estate. Sarà che l'aeroporto di Napoli dista da Salerno meno di un'ora d! macchina. Sarà che non bastano tre destinazioni «semi-low cost» a fare proprio di Pontecagnano, il piccolo comune dove sorge l'aeroporto salernitano, il «centro di collegamento» tra i 101 aeroporti nazionali. "L'aeroporto c'è, mancano solo i voli", scherza la gente del posto. E intanto i gestori già aspettano altri fondi, altri milioni di euro, per allungare la pista fino a due chilometri e poi indire una gara per affidare la gestione ad una grande compagnia internazionale. Una legge obiettivo assegna 49 milioni di euro per il periodo 2009-2013. «Si verificherà, dove possibile, il ricorso a strumenti finanziari che prevedano il coinvolgimento di capitali privati», si legge nel progetto. L'affare, con uno scalo da tre voli al giorno e biglietti sotto i cento euro, è di quelli da non lasciarsi scappare.
SICILIA - L'isola ha ben sette piste. A Pantelleria 21 milioni per «ammodernamenti». Il progetto di ampliamento è stato presentato pochi giorni fa, il 23 luglio, in piena stagione estiva. All'iniziativa hanno partecipato anche il sottosegretario Ferruccio Fazio e il sindaco Salvatore Gabriele. Per l'ampliamento dell'aerostazione di Pantelleria sono stati stanziati circa 22 milioni di euro. Tra gli interventi previsti, la sistemazione dell'area terminale, il risanamento e la riconversione delle infrastrutture land side. La superficie dell'aerostazione passerà da 1.500 metri quadrati a 8mila, con la capacità di gestione di 370 passeggeri nelle ore di punta. "Il nuovo terminal - spiega un comunicato ufficiale - nel rispondere a esigenze di carattere funzionale, renderà più agevoli le operazioni di imbarco e sbarco, faciliterà la fruibilità dell'intera aerostazione e renderà più piacevole il periodo di presenza in aeroporto per i passeggen in arnvo e in partenza". Insomma, alla fine dei lavori, e dopo la pioggia di soldi (soprattutto pubblici) investiti, nello scalo di Pantelleria l'attesa del volo sarà decisamente più comoda. Resta un dubbio: visto che a Pantelleria i voli sono concentrati praticamente solo d'estate, perché non concedere lo stesso comfort anche ai viaggiatori diretti negli altri aeroporti siciliani? Già, perché in Sicilia gli scali civili sono ben sette: Catania, Comiso, Lampedusa, Palermo-Boccadifalco, Palermo-Punta Raisi, Trapani e naturalmente Pantelleria. E poi ci sono pure Messina, Agrigento ed Enna che premono per avere un aeroporto tutto loro. Gli agrigentini hanno già lanciato un piano di fattibilità, nonostante la bocciatura dell'Enac.
Fonte: Il Giornale
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