737 MAX 8 Ethiopian si schianta subito dopo il decollo da Addis Abeba


Ethiopian Airlines Italia su facebook

#EthiopianAirlines vuole smentire la seguente segnalazione errata del The New York Times intitolata "Ethiopian Airlines aveva un Max 8 simulatore, ma il pilota del volo condannato non ha ricevuto addestramento".

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Errore del nome a parte, sotto il profilo della comunicazione questo comunicato è secondo me pessimo.
 
Errore del nome a parte, sotto il profilo della comunicazione questo comunicato è secondo me pessimo.

+1, devo darti ragione; sembra, INCREDIBILMENTE, tradotto con un web translator, idea pessima in questi frangenti.
Ma non solo, anche in inglese lo troverei inappropriato; difendo, se è il caso, le mie procedure e il mio staff, ma non mi dichiaro “lieto o pleased” di farlo!
Infine, ma non di meno conto, stanno già loro per primi giungendo a una conclusione a indagine aperta (contraddizione clamorosa!) , autoassolvendosi.
 
Non è così, nelle procedure per il pilota, il QRH (quick reference handbook) deve contenere tutte le procedure di emergenza. Non si delega alla bravura del pilota la sicurezza. In quanto uomo, si è portati a commettere errori. Una macchina non commette errori, esegue quello per cui è stata progettata e lo farà sempre allo stesso modo.
Il sistema aereo deve essere intrinsecamente sicuro, ad una caratteristica costruttiva che può diventare pericolosa ci deve essere un sistema che corregge questa caratteristica. (ogni aereo ha le sue e ogni aereo ha i propri sistemi) Se si delega al pilota il correggere questa caratteristica, oggi il bravo piolota esegue la manovra correttiva e tutto fila liscio, domani lo stesso bravo pilota, in quanto uomo e quindi con tendenza a commettere errori, commette l'errore senza rendersene conto e il risultato sarà un disastro.
Non funziona così, la sicurezza, nel modo aeronautico.

Sully è grazie al QRH degli ingegneri francesi che ha ammarato l'aereo?
Come ho detto, se fosse tutto scritto sul QRH basterebbe mettere un robot in cabina che alla prima avaria prende come input la procedura del QRH e come output la applica punto per punto risolvendo il problema, qualunque esso sia.
Ma non è esattamente così che funziona.
L'errore umano è oltretutto insito nel pilota come lo è nell'ingegnere che ha progettato l'aereo come lo è nel tecnico che ha messo le mani sull'aereo. Il pilota è l'ultimo anello della catena e DEVE essere delegato a correggere qualsivoglia sistema atto a risolvere la caratteristica potenzialmente pericolosa. Ma non è possibile prevedere tutti gli scenari.
 
Errore del nome a parte, sotto il profilo della comunicazione questo comunicato è secondo me pessimo.
Quoto.
Anche perchè se lo associamo a quello del ministro dei trasporti etiope (l'aereo è caduto per cause simili al volo Lion), verrebbe da pensare ad un errore umano, cioè dei piloti stessi della compagnia. E non sarebbe una bella pubblicità.
 
Non è così, nelle procedure per il pilota, il QRH (quick reference handbook) deve contenere tutte le procedure di emergenza. Non si delega alla bravura del pilota la sicurezza. In quanto uomo, si è portati a commettere errori. Una macchina non commette errori, esegue quello per cui è stata progettata e lo farà sempre allo stesso modo.
Il sistema aereo deve essere intrinsecamente sicuro, ad una caratteristica costruttiva che può diventare pericolosa ci deve essere un sistema che corregge questa caratteristica. (ogni aereo ha le sue e ogni aereo ha i propri sistemi) Se si delega al pilota il correggere questa caratteristica, oggi il bravo piolota esegue la manovra correttiva e tutto fila liscio, domani lo stesso bravo pilota, in quanto uomo e quindi con tendenza a commettere errori, commette l'errore senza rendersene conto e il risultato sarà un disastro.
Non funziona così, la sicurezza, nel modo aeronautico.

Sono d´accordo con il tuo messaggio MD Super 80 con una piccola precisazione. É vero che l´aeroplano come sistema debba essere di per sé sicuro e comprensibile ai piloti per far si che qualsiasi pilota che venga confrontato con una determinata avaria, abbia sufficienti informazioni chiare e precise per poter risolvere tale avaria con l´ausilio della procedura piú indicata (Memory items, ECAM, QRH, OM-B a seconda della situazione). Vero anche peró che i sistemi possono avere delle falle nella loro progettazione che comportano delle avarie non previste/programmate dai costruttori e qui serve l´interpretazione umana delle informazioni. Grazie anche a questo tipo di avarie possono poi i costruttori adattare e/o migliorare le procedure che furono create senza prendere in considerazione quel tipo di eventualitá remota non prevista. Un esempio tra tutti il congelamente delle due sonde su tre degli AoA del 321 Lufthansa in decollo da BIO verso MUC che comportó l´attivazione errata della protezione dello stallo. Da qui scaturí il cambio di tutte le sonde e la OEB-48 (Operations engineering bulletins) di correzione, procedura che fino a quel momento non esisteva. Altri esempi possono essere il 321 G-MEDJ della BMI nel 2010 dove improvvisamente ci furono una sequenza di failure mostrate dall´ECAM non sequenziali, con input da parte del rudder trim e display in cockpit che lampeggiavano in maniera alternata. Tra la marea di failure il Cpt riuscí ad individuare il Generatore numero 1 che produceva output di corrente alternati collegandosi e scollegandosi continuamente dalla AC BUS 1. Nel momento in cui il cpt sconnesse il generatore dall´impianto elettrico, tutte le failure e le anomalie scomparirono. Da qui Airbus creó (o adattó ora non ricordo bene) la procedure nel QRH Display unite failure. Un altro ulteriore la situazione incredibile che dovettero affrontare i colleghi Qantas a bordo del 380 volo 32 e cosí via.

Quindi si, di per sé i piloti devono avere strumenti e procedure standard il piú chiare e solide possibili per poter risolvere le eventuali avarie. Ma purtroppo finché l´aeromobile non verrá operato nel mondo reale con le condizioni che ne conseguono per X anni, non sapremo mai se i sistemi e le procedure creati a monte siano completi, sufficienti e, in alcuni casi, corretti. Ed é proprio qui che entra in campo l´importanza dell´addestramento.

...l'atteggiamento machista da superuomo è uno degli atteggiamenti tipici assolutamente da evitare nel mondo aeronautico. E l'atteggiamento pericoloso di chi non si rende conto che un errore lo può commettere e prima o poi lo commetterà.
(the dirty dozen, per chi vuole approfondire)


Al 100% d´accordo. La forma mentis "now i show you what.." é spesso il prima anello della famigerata catena degli eventi.
 
Ultima modifica:
mi stupirei se fosse cosi, lavoro nel comparto biomedicale e ti posso confermare che un dispositivo medico rilasciato nel mercato USA e FDA approved deve ottenere la certificazione CE separatemente in Europa.

Se tu guardi alle licenze per aircraft engineering, FAA e EASA differiscono e avere una licenza EASA non significa, automaticamente, avere quella FAA. Pero', se non ricordo male, c'e' una forte tendenza alla cooperazione internazionale, per cui - se non ricordo male, sono passati anni - un ingegnere B2 con licenza EASA puo' "firmare" l'avionica di un aereo Aeroflot (ovviamente se ha la licenza giusta!), e uno con licenza FAA puo' firmare un Avianca.

Grazie per le risposte.

Stavo cercando di capire se la presente messa sotto accusa della FAA per aver delegato alcune procedure di certificazione del Max a Boeing (più o meno, se non ho capito male), può avere riflessi anche su EASA e gli altri enti nazionali dei paesi dove opera il Max, nel senso che anche loro abbiano rilasciato deleghe simili ai produttori. Se invece il processo certificativo è autonomo, vi possono essere particolari motivi per cui il MCAS, relativi manuali e training non siano stati messi sotto la lente d'ingrandimento?

DaV
 
Non capisco perché ce la prendiamo facile facile con le minkiate che scrivono Il Messaggero o Il Corriere e invece prendiamo per oro colato il NYT.
Personalmente non ho alcuna conferma di questa dichiarazione, nè è dato sapere chi sia questo spokesman UA...quindi evitiamo di dare degli sgherri sulla base di un articolo e, come si usa per le indagini, attendiamo riscontri che pervengano dalle parti interessate o da dichiarazioni documentate. Comunque ho chiesto lumi, se possibile farò sapere.
 
Comunque a quanto pare hanno smentito quanto pubblicato dal nyt.
Che gli americani stiano tentando di trovare un capro espiatorio per sollevare la Boeing da quanto accaduto?!
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Comunque a quanto pare hanno smentito quanto pubblicato dal nyt.
Che gli americani stiano tentando di trovare un capro espiatorio per sollevare la Boeing da quanto accaduto?!
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Terrapiattista o sciochimico? O entrambi?
Ma perché non aspettare i risultati delle indagini??!?!?!?!?!?!??
 
Sully è grazie al QRH degli ingegneri francesi che ha ammarato l'aereo?

il dual engine failure se non direttamente contemplato ( avrò cura di verificare) nelle emergenze, come avviso ECAM e relativa procedura c'è.
Nello specifico quell'incidente non è il primo caso nella storia dell'aviazione civile, e cosa che ogni pilota sa, a bordo ci sono le relative tabelle per sapere (calcolare) quanto quella macchina riuscirà a volare planando, quante miglia approssimativamente puoi "percorrere" prima di toccare terra (o mare o fiume e perchè no lago)

Come ho detto, se fosse tutto scritto sul QRH basterebbe mettere un robot in cabina che alla prima avaria prende come input la procedura del QRH e come output la applica punto per punto risolvendo il problema, qualunque esso sia.
Ma non è esattamente così che funziona.

funziona che addestri un pilota a rispettare le procedure di emergenza previste. Quando non lo fai o "dimentichi" di farlo i risultati sono sotto gli occhi di tutti noi purtroppo.


L'errore umano è oltretutto insito ..... come lo è nell'ingegnere che ha progettato l'aereo

E' per questo che esistono metodolgie codificate anche nella progettazione. Un team propone, un'altro "critica" quello progettato( ad es.).
Ma soprattutto esite da sempre come sicurezza di sistema, uno che controlla (AA) ed un controllato (il progettista). Quando questo sistema lo alteri i risultati si rischia siano questi


L'errore umano è oltretutto insito ...... come lo è nel tecnico che ha messo le mani sull'aereo.

E' per questo che si deve sempre far riferimento al manuale senza inventarsi nulla, cioè rispettare anche in questo caso una norma, un qualcosa già previsto e codificato. Ed anche quì, come norma inderogabile, in alcune particolari fasi ci deve essere uno che controlla quanto esiguito da altro, o addirittura due tecnici differenti per poter eseguire particolari task manutentivi su impianti uguali o similari.

a parte queste chiacchiere che non portano da nessuna parte, i miei precedenti interventi li ho fatti perchè, nonostante tutto quanto è stato detto e sottolineato anche da molti altri, mi pare che poi si torni non capisco bene perchè a ridurre o spostare il discorso su quello che sicuramente non è la causa di questi due incidenti (qualunque sia la causa del secondo) ovvero il non aver addestrato i piloti o addirittura la loro scarsa bravura.
Intervengo solo per cercare di far luce su cosa è il concetto di sicurezza in questo modo, e come la si pratica.
A chi immagina questo mondo fulcrato intorno al pilota, è come se dicesse che un aereo che decolla e atterra senza problemi è solo una questione di culo.
 
un sensore affidabile in assoluto nn esiste. Però si potrebbe forse interfacciare i vari sistemi per rilevarne i malfunzionamenti.
Esiste un metodo efficace per poter leggere un qualunque parametro senza errore, ed è quello di duplicare il sistema. 2 sensori invece di uno, 2 sistemi identici invece di uno. E quando questo parametro è di tipo essenziale lo si triplica.
 
il dual engine failure se non direttamente contemplato ( avrò cura di verificare) nelle emergenze, come avviso ECAM e relativa procedura c'è.
Nello specifico quell'incidente non è il primo caso nella storia dell'aviazione civile, e cosa che ogni pilota sa, a bordo ci sono le relative tabelle per sapere (calcolare) quanto quella macchina riuscirà a volare planando, quante miglia approssimativamente puoi "percorrere" prima di toccare terra (o mare o fiume e perchè no lago)

funziona che addestri un pilota a rispettare le procedure di emergenza previste. Quando non lo fai o "dimentichi" di farlo i risultati sono sotto gli occhi di tutti noi purtroppo.

Torno a ripetere come giá accennato nel mio post #665. É corretto che la sicurezza e la sua prevedibilitá/statistica media non la si puó lasciare alla bravura del singolo pilota. Sarebbe il controsenso della filosofia della aviation safety degli ultimi 50 anni. Ma altrettanto vero é che interpretare l´addestramento dei piloti finalizzato unicamente a "rispettare" le procedure di emrgenze é fuorviante. Durante l´addestramento uno dei punti cardine per i piloti é sviluppare le capacitá di comprensione ed applicazione delle procedure, il che é molto piú importante della "semplice" applicazione automatica/robotica di ció che é scritto. Questo non significa l´autorizzare i piloti a creare procedure e soluzioni soggettive, ma significa saper comprendere il significato delle indicazioni all´interno del Flightdeck, individuare la procedura di emergenza prevista ed applicarla in maniera consapevole e ponderata. E nei rari momenti in cui queste procedure non sono applicabili perché create senza aver previsto una "X" possibilitá remota ma pur sempre possibile, i piloti devono saper deviare dalla procedura per garantire la safety. "Deviare" dalla procedura non significa improvvisamente "free game, do whatever you want", ma il gestire una determinata situazione facendo affidamento a tutta la propria conoscenza e professionalitá per poter risolvere il problema. E anche da queste situazioni i costruttori e l´industria aeronautica tutta puó migliorare il proprio livello di safety alzandolo continuamente. Uno dei motti che condivido di piú del mondo dell´addestramento é: "non vogliamo fornire ai piloti soluzioni preconfezionate per i problemi in un mondo reale non prevedibile, ma fornire loro gli strumenti e le opzioni su cui poter basare le proprie decisioni". Solo i piloti siedono in quel momento preciso, in quella situazione precisa e non ripetibile (come é la nostra realtá), a bordo. E devono poter avere l´addestramento necessario per poter individuare e seguire le procedure previste e, in rari casi, saper utilizzare/seguire altre opzioni che potrebbero deviare dalle stesse.

Quindi si sono d´accordo, la safety del volo non puó essere affidata unicamente ai piloti "superuomini" a bordo se no, come dici correttamente tu, ogni atterraggio sarebbe unicamente dettato dalla fortuna. Ma questi non sono unicamente esecutori di procedure, ma parte integrante del circolo continuo di safety del mondo aeronautico che passa dai costruttori, all´addestramento, alle compagnie aeree, alle autoritá aeronautiche e ai piloti stessi. E sono tutti parti attive all´interno delle procedure, con peró una determinante indipendenza nel prendere decisioni nel momento in cui le situazioni non sono state previste. Di esempi ne sono stati fatti diversi, inutile ripeterli.
 
Comunque a quanto pare hanno smentito quanto pubblicato dal nyt.
Che gli americani stiano tentando di trovare un capro espiatorio per sollevare la Boeing da quanto accaduto?!
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Anche il secondo comunicato sembra scritto da un ragazzino. Non c'è peggior modo di comunicare.
 
Beh certo, notoriamente Reuters e New York Times, che per primo aveva riportato queste notizie, basano le proprie storie su fonti inaffidabili, spesso sui cuggini degli stessi giornalisti che le scrivono. Per fortuna ci sei tu a ristabilire l'attendibilità degli eventi.

Come puoi vedere dai post qui sopra sullo stunt del NYT, è sufficiente il tempo.
 
il dual engine failure se non direttamente contemplato ( avrò cura di verificare) nelle emergenze, come avviso ECAM e relativa procedura c'è.
Nello specifico quell'incidente non è il primo caso nella storia dell'aviazione civile, e cosa che ogni pilota sa, a bordo ci sono le relative tabelle per sapere (calcolare) quanto quella macchina riuscirà a volare planando, quante miglia approssimativamente puoi "percorrere" prima di toccare terra (o mare o fiume e perchè no lago)



funziona che addestri un pilota a rispettare le procedure di emergenza previste. Quando non lo fai o "dimentichi" di farlo i risultati sono sotto gli occhi di tutti noi purtroppo.




E' per questo che esistono metodolgie codificate anche nella progettazione. Un team propone, un'altro "critica" quello progettato( ad es.).
Ma soprattutto esite da sempre come sicurezza di sistema, uno che controlla (AA) ed un controllato (il progettista). Quando questo sistema lo alteri i risultati si rischia siano questi




E' per questo che si deve sempre far riferimento al manuale senza inventarsi nulla, cioè rispettare anche in questo caso una norma, un qualcosa già previsto e codificato. Ed anche quì, come norma inderogabile, in alcune particolari fasi ci deve essere uno che controlla quanto esiguito da altro, o addirittura due tecnici differenti per poter eseguire particolari task manutentivi su impianti uguali o similari.

a parte queste chiacchiere che non portano da nessuna parte, i miei precedenti interventi li ho fatti perchè, nonostante tutto quanto è stato detto e sottolineato anche da molti altri, mi pare che poi si torni non capisco bene perchè a ridurre o spostare il discorso su quello che sicuramente non è la causa di questi due incidenti (qualunque sia la causa del secondo) ovvero il non aver addestrato i piloti o addirittura la loro scarsa bravura.
Intervengo solo per cercare di far luce su cosa è il concetto di sicurezza in questo modo, e come la si pratica.
A chi immagina questo mondo fulcrato intorno al pilota, è come se dicesse che un aereo che decolla e atterra senza problemi è solo una questione di culo.

Riassunto dei tuoi interventi:
1) Nello specifico incidente di Sully due piloti a 3000 piedi (3000, tremila, tre-mi-la) su di un aliante avrebbero il tempo di aprire il QRH e controllare le miglia di planata. Non sarà più aviate, navigate, communicate, bensì QRH, QRH, QRH.
2) Quando le procedure di emergenza previste sfociano nell’imprevisto (cosa che accade nel 99% dei casi), il pilota addestrato secondo il tuo metodo scimmia toglie le mani dai comandi, si accende il sigaro e si benda. E come va va.

P.S.
Visto che sei tanto fissato col QRH prova a trovarmi la procedura per i comandi di volo invertiti capitata all’Embraer in Portogallo, va.
 
Torno a ripetere come giá accennato nel mio post #665. É corretto che la sicurezza e la sua prevedibilitá/statistica media non la si puó lasciare alla bravura del singolo pilota. Sarebbe il controsenso della filosofia della aviation safety degli ultimi 50 anni. Ma altrettanto vero é che interpretare l´addestramento dei piloti finalizzato unicamente a "rispettare" le procedure di emrgenze é fuorviante. Durante l´addestramento uno dei punti cardine per i piloti é sviluppare le capacitá di comprensione ed applicazione delle procedure, il che é molto piú importante della "semplice" applicazione automatica/robotica di ció che é scritto. Questo non significa l´autorizzare i piloti a creare procedure e soluzioni soggettive, ma significa saper comprendere il significato delle indicazioni all´interno del Flightdeck, individuare la procedura di emergenza prevista ed applicarla in maniera consapevole e ponderata. E nei rari momenti in cui queste procedure non sono applicabili perché create senza aver previsto una "X" possibilitá remota ma pur sempre possibile, i piloti devono saper deviare dalla procedura per garantire la safety. "Deviare" dalla procedura non significa improvvisamente "free game, do whatever you want", ma il gestire una determinata situazione facendo affidamento a tutta la propria conoscenza e professionalitá per poter risolvere il problema. E anche da queste situazioni i costruttori e l´industria aeronautica tutta puó migliorare il proprio livello di safety alzandolo continuamente. Uno dei motti che condivido di piú del mondo dell´addestramento é: "non vogliamo fornire ai piloti soluzioni preconfezionate per i problemi in un mondo reale non prevedibile, ma fornire loro gli strumenti e le opzioni su cui poter basare le proprie decisioni". Solo i piloti siedono in quel momento preciso, in quella situazione precisa e non ripetibile (come é la nostra realtá), a bordo. E devono poter avere l´addestramento necessario per poter individuare e seguire le procedure previste e, in rari casi, saper utilizzare/seguire altre opzioni che potrebbero deviare dalle stesse.

Quindi si sono d´accordo, la safety del volo non puó essere affidata unicamente ai piloti "superuomini" a bordo se no, come dici correttamente tu, ogni atterraggio sarebbe unicamente dettato dalla fortuna. Ma questi non sono unicamente esecutori di procedure, ma parte integrante del circolo continuo di safety del mondo aeronautico che passa dai costruttori, all´addestramento, alle compagnie aeree, alle autoritá aeronautiche e ai piloti stessi. E sono tutti parti attive all´interno delle procedure, con peró una determinante indipendenza nel prendere decisioni nel momento in cui le situazioni non sono state previste. Di esempi ne sono stati fatti diversi, inutile ripeterli.
Quoto.
 
Non è così, nelle procedure per il pilota, il QRH (quick reference handbook) deve contenere tutte le procedure di emergenza. Non si delega alla bravura del pilota la sicurezza. In quanto uomo, si è portati a commettere errori. Una macchina non commette errori, esegue quello per cui è stata progettata e lo farà sempre allo stesso modo.
Il sistema aereo deve essere intrinsecamente sicuro, ad una caratteristica costruttiva che può diventare pericolosa ci deve essere un sistema che corregge questa caratteristica. (ogni aereo ha le sue e ogni aereo ha i propri sistemi) Se si delega al pilota il correggere questa caratteristica, oggi il bravo piolota esegue la manovra correttiva e tutto fila liscio, domani lo stesso bravo pilota, in quanto uomo e quindi con tendenza a commettere errori, commette l'errore senza rendersene conto e il risultato sarà un disastro.
Non funziona così, la sicurezza, nel modo aeronautico.





non è sufficiente una spia o un avviso, qualunque sistema basato sulla lettura di un parametro tramite due sensori, se i valori sono discordanti quel sistema non deve eseguire nessuna azione, poi mi sta bene un'avviso ma questo è secondario.
Su risposte come quella di United, l'atteggiamento machista da superuomo è uno degli atteggiamenti tipici assolutamente da evitare nel mondo aeronautico. E l'atteggiamento pericoloso di chi non si rende conto che un errore lo può commettere e prima o poi lo commetterà.
(the dirty dozen, per chi vuole approfondire)
Ti quoto perche ho capito cosa sotto intende il tuo messaggio e sono d'accordo.
Il tutto si completa con quanto afferma LH243.
Sono d´accordo con il tuo messaggio MD Super 80 con una piccola precisazione. É vero che l´aeroplano come sistema debba essere di per sé sicuro e comprensibile ai piloti per far si che qualsiasi pilota che venga confrontato con una determinata avaria, abbia sufficienti informazioni chiare e precise per poter risolvere tale avaria con l´ausilio della procedura piú indicata (Memory items, ECAM, QRH, OM-B a seconda della situazione). Vero anche peró che i sistemi possono avere delle falle nella loro progettazione che comportano delle avarie non previste/programmate dai costruttori e qui serve l´interpretazione umana delle informazioni. Grazie anche a questo tipo di avarie possono poi i costruttori adattare e/o migliorare le procedure che furono create senza prendere in considerazione quel tipo di eventualitá remota non prevista. Un esempio tra tutti il congelamente delle due sonde su tre degli AoA del 321 Lufthansa in decollo da BIO verso MUC che comportó l´attivazione errata della protezione dello stallo. Da qui scaturí il cambio di tutte le sonde e la OEB-48 (Operations engineering bulletins) di correzione, procedura che fino a quel momento non esisteva. Altri esempi possono essere il 321 G-MEDJ della BMI nel 2010 dove improvvisamente ci furono una sequenza di failure mostrate dall´ECAM non sequenziali, con input da parte del rudder trim e display in cockpit che lampeggiavano in maniera alternata. Tra la marea di failure il Cpt riuscí ad individuare il Generatore numero 1 che produceva output di corrente alternati collegandosi e scollegandosi continuamente dalla AC BUS 1. Nel momento in cui il cpt sconnesse il generatore dall´impianto elettrico, tutte le failure e le anomalie scomparirono. Da qui Airbus creó (o adattó ora non ricordo bene) la procedure nel QRH Display unite failure. Un altro ulteriore la situazione incredibile che dovettero affrontare i colleghi Qantas a bordo del 380 volo 32 e cosí via.

Quindi si, di per sé i piloti devono avere strumenti e procedure standard il piú chiare e solide possibili per poter risolvere le eventuali avarie. Ma purtroppo finché l´aeromobile non verrá operato nel mondo reale con le condizioni che ne conseguono per X anni, non sapremo mai se i sistemi e le procedure creati a monte siano completi, sufficienti e, in alcuni casi, corretti. Ed é proprio qui che entra in campo l´importanza dell´addestramento.




Al 100% d´accordo. La forma mentis "now i show you what.." é spesso il prima anello della famigerata catena degli eventi.

La sostanza è, senza fare flame: se c'è una procedura codificata si applica.se essa è corretta e contestualizzata, porterà a risolvere il problema e a riportare ilvelivolo in condizioni di volo in sicurezza. Se, per via di concatenamenti di avarie e/o avarie non specificatamente trattabili con Eicas, ecam, qrh, memory items, FCOM, Divina provvidenza e, aggiungo per completezza, botta de culo, non si ottiene il risultato sperato\previsto, subentra l'esperienza, la memoria cognitiva del pilota, l'essere pensante che deve fare in modo che 1+1=3 (cosa che la macchina non sa fare). Ed anche l'uomo si deve sforzare a convincersi di ciò. Tipo Danzel Washington in "Flight".
 
La signorina sul vecchio e caro md80 che ti avverte quando lo stabilizzatore si muoveva fa troppo old style. Meglio non dire niente a nessuno, e mettere una lucina a pagamento per chi la richiede. Bho... Training o no, qualcuno per questa "dimenticanza" alla Boeing dovrà pagare.

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