di FRANCO GIULIANO
La Puglia avverte la nuova Alitalia: «Se la Cai non rivedrà i suoi investimenti sulla nostra regione saremo costretti, nostro malgrado, a farne a meno». La minaccia giunge dal direttore di Aeroporti di Puglia, Marco Franchini già autore nel 1992 di un clamoroso divorzio tra la ex compagnia di bandiera e la società di gestione degli “Aeroporti del Garda” (Verona, Brescia), del quale era direttore generale, consentendo a quegli scali, per la prima volta in Italia, un considerevole sviluppo di traffico senza il contributo della più grande compagnia nazionale.
«Gli annunci e i programmi definiti da Cai ci inducono a pensare che le regioni del Sud e la Puglia, almeno in questo momento non interessano più di tanto la nuova compagnia - denuncia Franchini. Io credo invece che la Puglia rappresenti, dati alla mano, un cliente importante per la Cai. Presto i manager di Colaninno si renderanno contro che la Puglia è una delle regioni che dal punto di vista del trasporto aereo costituisce un grande mercato finora sottovalutato. Basta guardare il Pil della Puglia per rendersi conto che è in controtendenza rispetto al resto d'Italia e che gli investimenti realizzati negli ultimi anni in questa regione, soprattutto nel settore infrastrutturale legato al trasporto aereo, sono stati i più alti rispetto a tutte le altre regioni italiane. Per tutte queste ragioni, ma non solo, la Puglia può diventare una occasione irripetibile per lo sviluppo della nuova compagnia. Anche alla luce della nuova concorrenza del trasporto ferroviario su quello aereo, che renderà sempre meno appetibile in alcune aree del Paese il ricorso al mezzo aereo, che resta fondamentale, invece, per le nostre regioni».
Ma il risultato al momento è che Cai non guarda alla nostra regione come una occasione di sviluppo industriale e riduce i suoi voli. Se dovesse continuare a farlo, Aeroporti di Puglia continuerà a corteggiare la ex compagnia di bandiera o deciderà di farne a meno?
«Nessuno è insostituibile. Possiamo immaginare di trovare nuovi vettori così da soddisfare le esigenze della domanda pugliese, e in parte lo stiamo già facendo. Da gestore aeroportuale dico che faremo di tutto perchè Cai, soprattutto quando amplierà la flotta, si radichi in Puglia e trovi la massima soddisfazione dal punto di vista commerciale».
Di fatto però Cai non sembra essersi accorta della vostra attenzione e dei numeri che la Puglia offre.
«Diciamo che Cai sembra avere altre priorità in questo momento. Però noi stiamo lavorando, anche con il presidente della Regione, proprio perchè la nuova compagnia riveda, come ha già fatto, alcune strategie e possa potenziare alcuni collegamenti, così che la Puglia possa fare affidamento su un unico hub come Fiumicino. Destinazione questa che consentirebbe ai pugliesi e ai turisti-passeggeri che vogliono venire in Puglia, l'utilizzo di voli internazionali con un unico check-in».
Queste sono le aspettative. Al momento non pensa però che la fusione tra Alitalia e Air One di fatto abbia creato un monopolio su alcune tratte che sta danneggiando il Sud e specialmente la Puglia?
«L'attivazione di nuovi collegamenti sia da Bari che da Brindisi con altri vettori in alternativa a Cai è la nostra risposta a questa minaccia monopolistica e quindi alla lievitazione delle tariffe. In queste settimane, in questi giorni, dalla Puglia abbiamo avviato collegamenti con compagnie diverse da Cai su Milano e Roma. La risposta è questa. Chi deve intendere intenda».
Come mai, nonostante l'autorizzazione del presidente Vendola ad avviare le procedure per ottenere il pagamento dei debiti per 5 milioni di euro dovuti da Alitalia, Aeroporti di Puglia non ha agito con il blocco degli aerei?
«Ci siamo mossi in quella direzione, ma tutto è incastonato in una procedura prevista dalla legge fallimentare. Di certo gli effetti di questa situazione creditoria pesantissima si ripercuoterà sul bilancio 2008 di Adp che nelle nostre previsioni doveva chiudersi brillantemente; mentre, molto probabilmente, gli utili saranno ridotti».
La Puglia paga due volte. La prima per essere stata snobbata da Cai, la seconda con un bilancio in defict a causa della stessa compagnia che non paga, mentre investe su altre regioni. Cosa direte ai pugliesi beffati?
«Questa è un effetto che dobbiamo accettare per il momento. Ma ripeto, ci sono trattative in corso per invertire questa rotta»
La politica che cosa può fare per sollecitare una maggiore attenzione della Cai verso la Puglia?
«La politica, nella gestione di Cai c'entra ormai pochissimo. Ci sono altre regioni che hanno reagito, senza successo. Le scelte di Cai non sono dettate o influenzate dalla politica, ma ormai da una logica di mercato».
Appunto, il mercato, lei ha detto che la Puglia ha tutti i numeri per essere attrattiva. Eppure...
«Stiamo lavorando per mettere in luce questi numeri positivi».
Air Italia rischia di perdere lo slot per Milano Linate già dal prossimo 11 gennaio per il semplice fatto che Cai non vuole abbandonare neppure gli slot che ormai non utilizza più. Ci sono però regole che prevedono che dopo un certo numero di giorni di mancato utilizzo (esattamente dopo 45 giorni) quegli slot devono essere lasciati ad altre compagnie. In questo caso per Bari-Milano esiste la richiesta da parte di Air Italy che applica tariffe di 57 euro a volo, contro i 400 di Alitalia e Air One. Eppure nessuno interviene, nè Assoclearence, nè l'Enac per costringere Cai a rispettare le regole.
«È chiaro che Cai deve lasciare gli slot che non utilizza. In questo discorso noi faremo la nostra parte. Ma è altrettanto chiaro che devono interventire sia Assoclearance sia l'Enac per far rispettare questi criteri, una volta verificato il mancato utilizzo. Ripeto, dobbiamo cercare di creare un rapporto consolidato con Cai. Vogliamo cercare di ottenere più collegamenti e un rapporto diretto con quella che sarà la compagnia partner straniera di Cai. Non diventiamo forti in Puglia se in Puglia non riusciamo a far venire una compagnia che ha rapporti di code sharing con compagnie internazionali. E Cai può fare al caso».
Se non ci riuscite?
«Allora faremo da soli. Ma attiveremo tutte le armi in nostro possesso».
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
La Puglia avverte la nuova Alitalia: «Se la Cai non rivedrà i suoi investimenti sulla nostra regione saremo costretti, nostro malgrado, a farne a meno». La minaccia giunge dal direttore di Aeroporti di Puglia, Marco Franchini già autore nel 1992 di un clamoroso divorzio tra la ex compagnia di bandiera e la società di gestione degli “Aeroporti del Garda” (Verona, Brescia), del quale era direttore generale, consentendo a quegli scali, per la prima volta in Italia, un considerevole sviluppo di traffico senza il contributo della più grande compagnia nazionale.
«Gli annunci e i programmi definiti da Cai ci inducono a pensare che le regioni del Sud e la Puglia, almeno in questo momento non interessano più di tanto la nuova compagnia - denuncia Franchini. Io credo invece che la Puglia rappresenti, dati alla mano, un cliente importante per la Cai. Presto i manager di Colaninno si renderanno contro che la Puglia è una delle regioni che dal punto di vista del trasporto aereo costituisce un grande mercato finora sottovalutato. Basta guardare il Pil della Puglia per rendersi conto che è in controtendenza rispetto al resto d'Italia e che gli investimenti realizzati negli ultimi anni in questa regione, soprattutto nel settore infrastrutturale legato al trasporto aereo, sono stati i più alti rispetto a tutte le altre regioni italiane. Per tutte queste ragioni, ma non solo, la Puglia può diventare una occasione irripetibile per lo sviluppo della nuova compagnia. Anche alla luce della nuova concorrenza del trasporto ferroviario su quello aereo, che renderà sempre meno appetibile in alcune aree del Paese il ricorso al mezzo aereo, che resta fondamentale, invece, per le nostre regioni».
Ma il risultato al momento è che Cai non guarda alla nostra regione come una occasione di sviluppo industriale e riduce i suoi voli. Se dovesse continuare a farlo, Aeroporti di Puglia continuerà a corteggiare la ex compagnia di bandiera o deciderà di farne a meno?
«Nessuno è insostituibile. Possiamo immaginare di trovare nuovi vettori così da soddisfare le esigenze della domanda pugliese, e in parte lo stiamo già facendo. Da gestore aeroportuale dico che faremo di tutto perchè Cai, soprattutto quando amplierà la flotta, si radichi in Puglia e trovi la massima soddisfazione dal punto di vista commerciale».
Di fatto però Cai non sembra essersi accorta della vostra attenzione e dei numeri che la Puglia offre.
«Diciamo che Cai sembra avere altre priorità in questo momento. Però noi stiamo lavorando, anche con il presidente della Regione, proprio perchè la nuova compagnia riveda, come ha già fatto, alcune strategie e possa potenziare alcuni collegamenti, così che la Puglia possa fare affidamento su un unico hub come Fiumicino. Destinazione questa che consentirebbe ai pugliesi e ai turisti-passeggeri che vogliono venire in Puglia, l'utilizzo di voli internazionali con un unico check-in».
Queste sono le aspettative. Al momento non pensa però che la fusione tra Alitalia e Air One di fatto abbia creato un monopolio su alcune tratte che sta danneggiando il Sud e specialmente la Puglia?
«L'attivazione di nuovi collegamenti sia da Bari che da Brindisi con altri vettori in alternativa a Cai è la nostra risposta a questa minaccia monopolistica e quindi alla lievitazione delle tariffe. In queste settimane, in questi giorni, dalla Puglia abbiamo avviato collegamenti con compagnie diverse da Cai su Milano e Roma. La risposta è questa. Chi deve intendere intenda».
Come mai, nonostante l'autorizzazione del presidente Vendola ad avviare le procedure per ottenere il pagamento dei debiti per 5 milioni di euro dovuti da Alitalia, Aeroporti di Puglia non ha agito con il blocco degli aerei?
«Ci siamo mossi in quella direzione, ma tutto è incastonato in una procedura prevista dalla legge fallimentare. Di certo gli effetti di questa situazione creditoria pesantissima si ripercuoterà sul bilancio 2008 di Adp che nelle nostre previsioni doveva chiudersi brillantemente; mentre, molto probabilmente, gli utili saranno ridotti».
La Puglia paga due volte. La prima per essere stata snobbata da Cai, la seconda con un bilancio in defict a causa della stessa compagnia che non paga, mentre investe su altre regioni. Cosa direte ai pugliesi beffati?
«Questa è un effetto che dobbiamo accettare per il momento. Ma ripeto, ci sono trattative in corso per invertire questa rotta»
La politica che cosa può fare per sollecitare una maggiore attenzione della Cai verso la Puglia?
«La politica, nella gestione di Cai c'entra ormai pochissimo. Ci sono altre regioni che hanno reagito, senza successo. Le scelte di Cai non sono dettate o influenzate dalla politica, ma ormai da una logica di mercato».
Appunto, il mercato, lei ha detto che la Puglia ha tutti i numeri per essere attrattiva. Eppure...
«Stiamo lavorando per mettere in luce questi numeri positivi».
Air Italia rischia di perdere lo slot per Milano Linate già dal prossimo 11 gennaio per il semplice fatto che Cai non vuole abbandonare neppure gli slot che ormai non utilizza più. Ci sono però regole che prevedono che dopo un certo numero di giorni di mancato utilizzo (esattamente dopo 45 giorni) quegli slot devono essere lasciati ad altre compagnie. In questo caso per Bari-Milano esiste la richiesta da parte di Air Italy che applica tariffe di 57 euro a volo, contro i 400 di Alitalia e Air One. Eppure nessuno interviene, nè Assoclearence, nè l'Enac per costringere Cai a rispettare le regole.
«È chiaro che Cai deve lasciare gli slot che non utilizza. In questo discorso noi faremo la nostra parte. Ma è altrettanto chiaro che devono interventire sia Assoclearance sia l'Enac per far rispettare questi criteri, una volta verificato il mancato utilizzo. Ripeto, dobbiamo cercare di creare un rapporto consolidato con Cai. Vogliamo cercare di ottenere più collegamenti e un rapporto diretto con quella che sarà la compagnia partner straniera di Cai. Non diventiamo forti in Puglia se in Puglia non riusciamo a far venire una compagnia che ha rapporti di code sharing con compagnie internazionali. E Cai può fare al caso».
Se non ci riuscite?
«Allora faremo da soli. Ma attiveremo tutte le armi in nostro possesso».
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