Di seguito il comunicato inviato oggi ai vertici sagat ed ai consiglieri comunali di Torino.
Critiche (costruttive), commenti e suggerimenti sono i benvenuti.
L’Associazione FlyTorino ha seguito l’esito dell’audizione di Sagat nella Prima Commissione Consiliare e ringrazia per l’attenzione che finalmente la politica sta dedicando alle problematiche dello scalo di Caselle.
L’Associazione ribadisce la propria preoccupazione per le prospettive dello scalo di Caselle nell’immediato futuro. La nascente Compagnia Aerea Italiana (CAI) ha annunciato di voler insediare a Caselle una base operativa. In realtà questa base non è altro che la continuazione dell’attuale base AirOne già operativa dal 2004, che verrà colpita dai tagli che si renderanno necessari a seguito della fusione con Alitalia e dal grounding (messa a terra) di parte della flotta AZ. Pertanto la base CAI non rappresenta un elemento di novità né
tantomeno di svolta per il trasporto aereo piemontese e lascerà aperti tutti gli attuali problemi dello scalo di Caselle: un network internazionale assolutamente non adeguato alla quarta metropoli d’Italia che punta al rilancio turistico, la quasi totale assenza di un’alternativa low cost verso il Sud Italia e le principali destinazioni europee.
FlyTorino valuta positivamente l’obiettivo di Sagat (fissato nel piano industriale presentato ad Aprile) di voler favorire l’insediamento della base operativa di una compagnia low cost a Caselle: questa strada è stata percorsa con successo da tutti i principali scali italiani, ultimo in ordine di tempo lo scalo di Bologna che ha recentemente chiuso un importante accordo
con la low cost irlandese Ryanair, leader europeo dei voli a basso costo. Torino invece continua a occupare l’ultima posizione nella graduatoria degli scali italiani per quanto riguarda il numero di collegamenti low cost nazionali ma soprattutto europei, e queste lacune si stanno ripercuotendo sul traffico dello scalo che negli ultimi mesi ha subito una forte contrazione.
Durante la cerimonia di presentazione della terza stella Michelin è stato detto che le le presenze straniere a Torino sono triplicate. Peccato che siano passate solo dal 3% al 9%, un dato che indica chiaramente come la città sia “isolata” nel contesto internazionale. FlyTorino ritiene che sia assolutamente necessario un accordo forte con uno dei principali player low
cost europei, per ridare a Torino una serie di connessioni internazionali in grado di far crescere l’incoming turistico nell’intera Regione e favorire la mobilità dei cittadini e delle imprese piemontesi in Europa e nel mondo. Ci aspettiamo che le trattative in corso con i vettori individuati da Sagat si chiudano con successo e che ci sia il massimo supporto da parte degli Enti Locali e dei Soci Privati dell’Aeroporto per sostenere gli investimenti che
saranno necessari: non è più accettabile che all’Aeroporto di Torino Caselle venga negata la possibilità di uno sviluppo internazionale adeguato (opportunità che da tempo sono state colte da scali come Bologna, Pisa, Bergamo). Le esigenze di bilancio non possono continuare ad avere la priorità sul diritto alla mobilità dei piemontesi e sul diritto di Torino di dotarsi di un aeroporto veramente Internazionale.
Critiche (costruttive), commenti e suggerimenti sono i benvenuti.
L’Associazione FlyTorino ha seguito l’esito dell’audizione di Sagat nella Prima Commissione Consiliare e ringrazia per l’attenzione che finalmente la politica sta dedicando alle problematiche dello scalo di Caselle.
L’Associazione ribadisce la propria preoccupazione per le prospettive dello scalo di Caselle nell’immediato futuro. La nascente Compagnia Aerea Italiana (CAI) ha annunciato di voler insediare a Caselle una base operativa. In realtà questa base non è altro che la continuazione dell’attuale base AirOne già operativa dal 2004, che verrà colpita dai tagli che si renderanno necessari a seguito della fusione con Alitalia e dal grounding (messa a terra) di parte della flotta AZ. Pertanto la base CAI non rappresenta un elemento di novità né
tantomeno di svolta per il trasporto aereo piemontese e lascerà aperti tutti gli attuali problemi dello scalo di Caselle: un network internazionale assolutamente non adeguato alla quarta metropoli d’Italia che punta al rilancio turistico, la quasi totale assenza di un’alternativa low cost verso il Sud Italia e le principali destinazioni europee.
FlyTorino valuta positivamente l’obiettivo di Sagat (fissato nel piano industriale presentato ad Aprile) di voler favorire l’insediamento della base operativa di una compagnia low cost a Caselle: questa strada è stata percorsa con successo da tutti i principali scali italiani, ultimo in ordine di tempo lo scalo di Bologna che ha recentemente chiuso un importante accordo
con la low cost irlandese Ryanair, leader europeo dei voli a basso costo. Torino invece continua a occupare l’ultima posizione nella graduatoria degli scali italiani per quanto riguarda il numero di collegamenti low cost nazionali ma soprattutto europei, e queste lacune si stanno ripercuotendo sul traffico dello scalo che negli ultimi mesi ha subito una forte contrazione.
Durante la cerimonia di presentazione della terza stella Michelin è stato detto che le le presenze straniere a Torino sono triplicate. Peccato che siano passate solo dal 3% al 9%, un dato che indica chiaramente come la città sia “isolata” nel contesto internazionale. FlyTorino ritiene che sia assolutamente necessario un accordo forte con uno dei principali player low
cost europei, per ridare a Torino una serie di connessioni internazionali in grado di far crescere l’incoming turistico nell’intera Regione e favorire la mobilità dei cittadini e delle imprese piemontesi in Europa e nel mondo. Ci aspettiamo che le trattative in corso con i vettori individuati da Sagat si chiudano con successo e che ci sia il massimo supporto da parte degli Enti Locali e dei Soci Privati dell’Aeroporto per sostenere gli investimenti che
saranno necessari: non è più accettabile che all’Aeroporto di Torino Caselle venga negata la possibilità di uno sviluppo internazionale adeguato (opportunità che da tempo sono state colte da scali come Bologna, Pisa, Bergamo). Le esigenze di bilancio non possono continuare ad avere la priorità sul diritto alla mobilità dei piemontesi e sul diritto di Torino di dotarsi di un aeroporto veramente Internazionale.