Alitalia, decolla il piano Fenice


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goafan

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MILANO - Sarà Rocco Sabelli, nel ruolo di ad in pectore della nuova Alitalia, a gestire oggi il primo incontro formale dei soci della cordata italiana pronta a presentare un´offerta vincolante per il salvataggio della compagnia. Banca Intesa riunirà infatti gli imprenditori che hanno messo sul tavolo la propria disponibilità all´operazione, garantendo una cifra non troppo lontana da un miliardo di euro. Il primo passo di una settimana che si preannuncia decisiva per la Magliana: giovedì il governo – salvo sorprese – approverà il decreto legge ad hoc per la modifica della Marzano in consiglio dei ministri. E venerdì, assieme ai conti semestrali, il cda dell´aerolinea – con i manager garantiti da una manleva dal Tesoro – dovrebbe approvare la procedura di amministrazione straordinaria spianando la strada alla morte della vecchia Alitalia (finirà commissariata assieme ai suoi debiti e alle attività in perdita) e alla nascita della nuova.
Il primo appuntamento, quello di oggi tra i soci privati, dovrebbe filar via abbastanza liscio. Sabelli illustrerà il piano Fenice messo a punto da Banca Intesa che prevede un´offerta per la parte "sana" di Alitalia e per il pacchetto di controllo di Air One, valutata circa 300 milioni. Il parterre degli azionisti è già quasi definito. Roberto Colaninno – che era in attesa di segnali forti sul fronte del socio internazionale – sembra aver sciolto la riserva, convinto dai primi contatti con Lufthansa (anche se per un´intesa ci vorrà del tempo). Anzi il numero uno della Piaggio potrebbe mettere mano al portafoglio per un investimento consistente, ritagliandosi il ruolo di presidente "forte". Nel capitale della nuova Alitalia dovrebbero entrare Benetton, Gavio, Ligresti, Aponte, Riva, il fondo Clessidra e forse anche i Fossati. Carlo Toto deve invece ancora decidere se entrare o farsi da parte, fermo restando che venderà Air One alla cordata italiana. La presentazione vera e propria dell´offerta però non sarà oggi. La cordata italiana ha vincolato infatti la proposta alle modifiche normative necessarie per dividere in due Alitalia, evitando di ereditare i guai della vecchia gestione. Il piano Fenice potrebbe quindi decollare già venerdì, con l´invio della proposta d´acquisto di rami d´azienda al cda o più tardi, girandola al nuovo commissario.
Sistemati i tasselli economico-finanziari, resta però la grande incognita delle reazioni dei sindacati. Il piano Fenice prevede tra i 5 e i 7mila esuberi. Ben più di quelli previsti dal vecchio piano di Air France. Banca Intesa ha con discrezione sondato le maggiori organizzazioni di rappresentanze dei lavoratori, forte anche dell´impegno del governo a gestire i tagli con tutti gli ammortizzatori sociali disponibili. «Meglio qualche migliaio di esuberi che i 20mila se si dovesse chiudere Alitalia», ha detto Berlusconi. Ma certo un atteggiamento conflittuale dei lavoratori (c´è da mettere in conto anche le reazioni dei dipendenti Air One) potrebbe raffreddare gli interessi della cordata italiana aumentando i rischi di fallimento.
Un´altra incertezza è quella legata alle reazioni dei vecchi azionisti, degli obbligazionisti e dei creditori della cosiddetta bad company. Destinati con ogni probabilità a ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. In questo caso potrebbero partire le carte bollate e proprio per questo Aristide Police, il numero uno della compagnia, ha chiesto al governo un lasciapassare che lo mettesse al riparo da offensive legali prima di dare l´ok all´ultimo bilancio della vecchia Alitalia.

ETTORE LIVINI La Repubblica

CIAO
_goa
 
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Alitalia, decolla il piano Fenice

L´ad "in pectore" Sabelli presenta il progetto alla cordata italiana


Colaninno verso la presidenza forte Ma restano i nodi degli esuberi e della Marzano
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ETTORE LIVINI
La Repubblica

CIAO
_goa

Mi pongo qualche riflessione tra il serio e il faceto:

il pacchetto di controllo di Air One, valutata circa 300 milioni
praticamente con il prestito ponte gli italiani avrebbero potuto comeprarsi AirOne...:)

modifiche normative necessarie per dividere in due Alitalia, evitando di ereditare i guai della vecchia gestione
"facile" così salvare (o far finta di farlo) un'azienda: i guai a te, io parto da zero con un foglio di carta bianca che riempio a piacere.

Il piano Fenice prevede tra i 5 e i 7mila esuberi. Ben più di quelli previsti dal vecchio piano di Air France.
«Meglio qualche migliaio di esuberi che i 20mila se si dovesse chiudere Alitalia», ha detto Berlusconi.
Quindi è irrilevante la preoccupazione principale che dovrebbe avere uno Stato, cioè salvaguardare i posti di lavoro perchè un'azienda perfetta ma con x migliaia di persone sulle spalle della nazione serve a poco. Anche perchè non sarebbe un'azienda estremamente redditizia da salvare il bilancio dello Stato dai sui debiti endemici (forse non ne esiste una al mondo in condizioni di farlo).
Siamo sicuri che chiudendo AZ (o una qualunque azienda di un certo peso) tutti quei dipendenti sarebbero sulla strada per sempre? Se così fosse in Italia (e nel resto del mondo) ci sarebbero milioni e milioni di licenziati disoccupati ad oltranza che si sommerebbero con la successione delle varie chiusure.
Non dico che sia una passeggiata il trovarsi senza lavoro causa chiusura AZ. Ma ci sarebbe comunque la necessità, richiesta dal mercato, non dalle logiche politiche, di fornire trasporto aereo ad una popolazione.
Quindi di personale che concretizzi questo trasporto.
Sarà sotto un altro cappello? un altro marchio? un'altra bandiera? Ma sarà un posto di lavoro.
Per assurdo potrebbero trovare collocazione - in certi casi - anche con i nuovi servizi ferroviari della TAV (possono esserci diverse similitudini lavorative, non tutte, ma parecchie) che sicuramente avranno bisogno di certi profili professionali che oggi non hanno.
Qui invece si finisce per tagliare tout court nell'opera di snellimento peraltro necessaria vista l'elefantiasi della struttura di AZ.
Nel caso AF, però, la gestione sarebbe avvenuta con un'alta dirigenza già familiare con le problematiche di una compagnia aerea, con il possibile utilizzo di moduli lavorativi e gestionali già sperimentati (con successo) e con l'eliminazione di quelli negativi (e di cui forse era già stata verificata l'inutilità).

Un´altra incertezza è quella legata alle reazioni dei vecchi azionisti, degli obbligazionisti e dei creditori della cosiddetta bad company. Destinati con ogni probabilità a ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. In questo caso potrebbero partire le carte bollate e proprio per questo Aristide Police, il numero uno della compagnia, ha chiesto al governo un lasciapassare che lo mettesse al riparo da offensive legali prima di dare l´ok all´ultimo bilancio della vecchia Alitalia.

Se ne salva uno (Police & Co.) e se ne buttano a mare alcune centinaia o migliaia. E sì perchè non so come la metteranno quei creditori, azionisti e obbligazionisti che resteranno appunto con un pugno di mosche. Sarà forse perfino inutile spendere soldi per la carta bollata, perchè lo Stato "si" farà una legge ad hoc.... Ci saranno aziende che chidueranno? o verranno ricattate ("se vuoi alvorae nella new comoany dimentica i tuoi crediti della bad comoany"), oppure entreranno in una spirale di crisi pure loro. Spesso certi comparti industriali ad alta specializzazione non offrono facili riconversioni (operativamente e finanziariamente parlando).

Infine:
Carlo Toto deve invece ancora decidere se entrare o farsi da parte, fermo restando che venderà Air One alla cordata italiana
Sinceramente mi sfugge il senso, o forse lo capisco troppo bene, per cui in tutta questa vicenda qualcuno vende la sua azienda ad una nuova azienda che sta nascendo sulle ceneri di un'altra. Nuova azienda che potrebbe e dovrebbe già disporre di tutta una serie di risorse grazie alla vecchia. Con quegli alleggerimenti necessari di cui tutti sappiamo e, forse, meno dolorosi.
Quale importante e essenziale apporto fornisce AP (vendendosi) alla Nuova AZ?
Si toglie così di torno un pericoloso concorrente che stava crescendosul proprio mercato o territorio?
Davvero pericoloso?
I collegamenti per ORD e BOS facevano parte di questa minacciata pericolosità per la serie "attenta, guarda cosa sono capace di fare? Non sono come le altre compagnie italiane che zoppicano, io vado lontano"?

Qui va a finire che uno sicuro ci guadagna: Toto!
Il quale fa anche un po' di manfrina sull'entrare o meno nella nuova società.

Abbiamo passato 6 mesi a dibattere (qui sul forum), ad aspettare e a pagare (in Italia), per trovarci con ciò che mi appare un po' un pastrocchio dai contorni non meglio definiti (certo! mancano i dettagli, questo è vero!) ma che ad una prima analisi (un po' affrettata, sì, vero!) non sembrano essere "la soluzione" regina. Anzi....
 
Qui va a finire che uno sicuro ci guadagna: Toto!
Il quale fa anche un po' di manfrina sull'entrare o meno nella nuova società.

questo è quel che si dice: ho degli agganci! Toto ha scommesso sul cavallo vincente (silvione nazionale) che avrebbe gettato l'ipotesi AF al vento per comprarsi la sua compagnia che notoriamente non plana arie proprio tranquille!

Nel capitale della nuova Alitalia dovrebbero entrare Benetton, Gavio, Ligresti, Aponte, Riva, il fondo Clessidra e forse anche i Fossati.

i soliti noti, gli "amici degli amici" che si beccheranno tutto il "cucuzzaro" praticamente a gratis e le rogne, esuberi e debiti, sullo stato! complimenti al PDL per questo colpo di genio!

la distorsione della realtà è tipico dei regimi! che bello!

l'a
 
"profittare" e "davvero"

Come da titolo due paroline magiche:

- la prima "profittare": in grande spolvero fra certi personaggi!:D

- la seconda "davvero": recente intercalare introdotto nel lessico politico, una bella novità, peccato che non renda più credibili!:cool:

Precedente intervento di un pò di tempo addietro:

http://www.aviazionecivile.com/vb/showthread.php?t=85770
 
Stupisce come ora tutti i detrattori di AF, perché AZ doveva rimanere italiana, non contribuiscano a questo post, esaltando il piano Fenice e la mantenuta italianità di Alitalia. Sinceramente mi sento parecchio umiliato se l'italianità è quella dei compagni di merende.. Era chiaro d'altronde che rifiutando il piano AF ci si sarebbe ritrovati di fronte all'ennesimo biscotto..

i-givo ha detto una cosa intelligentissima.. Lasciando svariati creditori con niente in mano, è chiaro che qualcuno possa finire in difficoltà economiche. Quindi, alla fine di tutto, non solo ci saranno i licenziamenti in AZ, ma probabilmente grosse difficoltà in aziende specializzate che vantavano crediti nei confronti di Alitalia. Adesso, siamo sicuri che i 3mila (ma anche 5-6-7mila) esuberi di AF erano davvero così peggio dei 5mila che verranno più le varie conseguenze negative sulle aziende di settore?

Il colmo saranno i sindacati, che accetteranno questo piano moooolto peggiore di quello AF, tutelando ancora una volta l'interesse di pochi privilegiati piuttosto che della forza lavoro.

Insomma, in qualunque maniera la si vede, sempre Repubblica delle Banane siamo! Che tristezza
 
Io direi di piantarla con l'atteggiamento tipico Italico dell'attualità del passato fatta da mille se e mille ma.

Ormai quello che è stato è stato e non si può tornare indietro. Non staremo qui a piangere AF o magari lo splendore di AZ anni 60 per i prossimi 10 anni.

Parliamo del piano Fenice, dei pro e contro in chiave futura, ma lasciamo i se e i ma nostalgici in altri topic.
 
Io direi di piantarla con l'atteggiamento tipico Italico dell'attualità del passato fatta da mille se e mille ma.

Ormai quello che è stato è stato e non si può tornare indietro. Non staremo qui a piangere AF o magari lo splendore di AZ anni 60 per i prossimi 10 anni.

Parliamo del piano Fenice, dei pro e contro in chiave futura, ma lasciamo i se e i ma nostalgici in altri topic.

passi per i nostalgici degli anni 60, caro airblue, ma passare sulla TRUFFA di 6 mesi fa proprio no.

ammesso e non concesso che il giornalista di Repubblica abbia narrato la pura verità, ora mi si deve spiegare come mai il ruolo di Totò è a rischio.
fino a ieri sembrava che fosse l'unico compratore di Alitalia ed ora mi si viene a dire che lui non acquista nulla, che forse non partecipa ma di sicuro vende?

allora anche questa è una buffonata. come i 300 milioni di prestito ponte e come la cordata italiana.

mi si deve spiegare come mai DA ANNI Carlo Toto bussa alla porta del governo di turno e dell'amico politico del momento (così mi ha detto un amico forumista noto a molti...) per rifilare al primo che capita il suo pseudo gioiello e guarda caso alla fine vende senza sborsare un centesimo.

e questo sarebbe il miracolo italiano?
non mi meraviglio che il mondo rida di noi a crepapelle. manca solo il mandolino, la pizza e la mafia.
il resto c'è già tutto.
 
passi per i nostalgici degli anni 60, caro airblue, ma passare sulla TRUFFA di 6 mesi fa proprio no.

ammesso e non concesso che il giornalista di Repubblica abbia narrato la pura verità, ora mi si deve spiegare come mai il ruolo di Totò è a rischio.
fino a ieri sembrava che fosse l'unico compratore di Alitalia ed ora mi si viene a dire che lui non acquista nulla, che forse non partecipa ma di sicuro vende?

allora anche questa è una buffonata. come i 300 milioni di prestito ponte e come la cordata italiana.

mi si deve spiegare come mai DA ANNI Carlo Toto bussa alla porta del governo di turno e dell'amico politico del momento (così mi ha detto un amico forumista noto a molti...) per rifilare al primo che capita il suo pseudo gioiello e guarda caso alla fine vende senza sborsare un centesimo.

e questo sarebbe il miracolo italiano?
non mi meraviglio che il mondo rida di noi a crepapelle. manca solo il mandolino, la pizza e la mafia.
il resto c'è già tutto.

con il passare del tempo tutto sembra più bello, i ricordi migliorano, ma il piano AF era tutt'altro che un piano di rilancio e investimenti.
 
Lo posto cosi' come l'ho trovato... scusate la lunghezza e l'inglese.


Alitalias and Austrians holidays are over. Colliding fortunes as reality strikes

Source: CentreForAviation
Monday, 25 August 2008


Holiday time is over and it is back to reality for two of Europe’s airlines that are this week on a collision course as they seek a way out of their deep financial holes. For Alitalia and Austrian Airlines, the options are narrowing – and the Italian flag is probably now beyond saving.

In the world of political promises, anything is possible, but even by those standards, Italian Prime Minister, Sr Berlusconi’s recent assurance of a “miracle” for Alitalia may be a step too far.

The real problem arises when the rubber hits the road. There is something about financial accounts that have a finality about them.

Fact: Alitalia lost around EUR400 million in the last period, more than eclipsing the EUR300 million “loan” extended – probably contrary to EU subsidy rules – by the government. By any serious financial assessment, Alitalia is bankrupt.

Fact: the ailing airline’s unions display a level of intransigence that is extreme, even by airline standards. Another fact: the consequent lack of commercialism is a direct cause of the Italian flag carrier’s persistent financial losses, even while others were making money right under its nose. It was union obstinacy that caused Air France to walk away from involvement earlier this year.

And, apart from some gentle hints from Sr Berlusconi that his miracle would involve a few job cuts, no sign has emerged that the workforce would consider a radical softening of their historical position. Indeed, the Prime Minister’s extravagant assurances appear to have increased the stakes so significantly that compromise becomes near-impossible. Only the “buyers” themselves are not yet locked into this dangerous cycle.

Last week, sources in the Italian government suggested that Lufthansa was now in “pole position” to buy Alitalia, presumably after being given a sniff of high octane fuel from Frankfurt – and perhaps because there were no other starters. The Star Alliance leader is the only one left standing, after previously deciding to remain out of the race. (However, the prospect of its greatest rival being (reportedly) interested is the only thing that would revitalise Air France’s re-entry into the race. If in reality there is a contest.)

The main attraction of Alitalia is its market presence, rather than its dubious attractiveness as an airline partner. And even this is quickly eroding, as the airline is forced to wind down, to reduce losses. Other airlines have moved quickly to assume market share at Malpensa, for example, where Alitalia has reduced its operations by two thirds this year and is now only second in terms of market share.

This is another hole that Sr Berlusconi has dug for himself as he embarks on his mission: a key coalition member of his government, the Northern League, has a special attachment to Milan’s new airport and has a strong desire for it to remain a northern long haul hub, instead of rendering all to Rome. As part of its earlier proposal, Air France had insisted on moving the hub to the capital.

In Mar-08, while electioneering, Berlusconi himself stressed the importance of Malpensa, relative to Alitalia: “The loss of Alitalia would add up to some hundreds of millions of euros, while the loss of Malpensa could mean billions of euros.” That was before he was elected certainly, but the Northern league won’t be forgiving.

Milan Malpensa Airport capacity share (seats): week commencing 25-Aug-08

20080825a.png

Source: Centre for Asia Pacific Aviation & OAG

Italy’s second airline, Air One, has also put its hand up in the past as a buyer. A commercial partner of Lufthansa for eight years, Air One codeshares on many routes with the German flag. Its northern base in Milan was formerly at Linate, but is now evolving into Malpensa. Together with the Lufthansa-Swiss group, their accumulated 13.2% market share at the airport easily exceeds Alitalia’s.

Presence at Malpensa is a political positive, but a national combination of all three airlines would not easily slip through the EU’s competition requirements, especially where their joint share at Rome’s Fiumicino Airport is 56.9%.

Rome Fiumicino Airport capacity share (seats): week commencing 25-Aug-08

20080825b.png

Source: Centre for Asia Pacific Aviation & OAG

Unfortunately for the Italians, their national flag carrier is not the only one to be peering over the brink. Closer to home, Lufthansa is also reportedly this week enjoying favourite - and urgent - attention from Austrian Airlines’ board, an airline in which Air France-KLM is almost certainly a starter, even though the Austrian carrier too has all sorts of ownership and viability concerns.

One thing has to be certain. In the current environment, Lufthansa will be embarking on a highly dangerous mission if it were simultaneously to try to consummate both of these relationships. The distraction from its main game could be deadly, given the political maelstrom guaranteed to accompany a stake in Alitalia.

It will therefore have to decide between the two, perhaps leaving the other for a bid by Air France. But time is running out for Alitalia, for whom it is a matter of days now, not weeks. Only a miracle can save it now.
 
Cari signori vorrei fare 3 domande ringraziando anticipatamente per le risposte:
1) Il signor Toto affitterà la sua flotta attuale e futura ad Alitalia , mettendosi le spalle al sicuro da possibili future chiusure contabili negative della nuova Alitalia.
2) I trecento milioni di euro, quando verranno rimborsati, oppure sono state delle elemosina "tipo Paesi del terzo Mondo" , una volta scuciti i soldi si fa finta di non averli mai avuti?
3) I possibili esuberi, le possibili fatture della vecchia Alitalia ancora non pagate chi le pagherà?, il Governo Italiano e quindi i soliti fessi:
Grazie
 
Parliamo del piano Fenice, dei pro e contro in chiave futura, ma lasciamo i se e i ma nostalgici in altri topic.
In sintesi i pro mi sembrano la sforbiciata al carrozzone AZ (inevitabile comunque, ma almeno ci siamo) e, benché i giornali glissino, la richiesta di razionalizzare al più presto LIN per fare di MXP lo scalo principale di Alipassera.

Il contro mi pare la sottocapitalizzazione iniziale. Un miliardo di dotazione netta presuppone di andare a pareggio già dal terzo anno, ma per farlo sarà inevitabile mettersi da subito al passo (in termini di qualità, la quantità può aspettare) con la concorrenza di Iberia, Lufthansa e simili. Per riuscirci servirebbero strategia e cura maniacale del prodotto, caratteristiche di cui l'aviazione italiana ha sempre difettato e che manager non del settore non possono implementare nel giro di qualche mese.

Il mistero è la reazione dei sindacati, a cominciare da piloti e terra: a un interlocutore lucido puoi dire "o 7000 esuberi o tutti a casa, e chi resta avrà un contratto peggiorativo", ma è lecito dubitare che i principali responsabili dello sfascio di AZ non abbiano quella lucidità.
 
Quanto scritto nell'articolo, lo sappiamo già da settimane e settimane, non vedo perché vi sorprendiate ora.
 
In sintesi i pro mi sembrano la sforbiciata al carrozzone AZ (inevitabile comunque, ma almeno ci siamo) e, benché i giornali glissino, la richiesta di razionalizzare al più presto LIN per fare di MXP lo scalo principale di Alipassera.

Il contro mi pare la sottocapitalizzazione iniziale. Un miliardo di dotazione netta presuppone di andare a pareggio già dal terzo anno, ma per farlo sarà inevitabile mettersi da subito al passo (in termini di qualità, la quantità può aspettare) con la concorrenza di Iberia, Lufthansa e simili. Per riuscirci servirebbero strategia e cura maniacale del prodotto, caratteristiche di cui l'aviazione italiana ha sempre difettato e che manager non del settore non possono imparare nel giro di qualche mese.

Il mistero è la reazione dei sindacati, a cominciare da piloti e terra: a un interlocutore lucido puoi dire "o 7000 esuberi o tutti a casa, e chi resta avrà un contratto peggiorativo", ma è lecito dubitare che i principali responsabili dello sfascio di AZ non abbiano quella lucidità.


Condivido in tutto il tuo intervento.

Per il prodotto cmq non sono così pessimista, lasciando il servizio di terra, a bordo se solo sui 320 AP si attivasse la LiveTV, più una miglioria del catering, si offrirebbe un prodotto che ben pochi altri vettori Europei potrebbero offrire.

Il 320 AP infatti nella nuova AZ offrirebbe:

159 posti (capacità ideale per una full service)
9 file con la business class flessibile (sedile centrale trasformato in tavolinetto)
interni in pelle
32" pitch in tutte le file
interni piuttosto eleganti
live TV e sue evoluzioni già in uso negli USA (ad esempio su B6 connessione wireless free a yahoo mail) e live info su connessioni/gate sul proprio hub.
galley con chilled trolley e macchinette nespresso già installate per offrire un catering/prodotto più di qualità
 
il cda dell´aerolinea – con i manager garantiti da una manleva dal Tesoro........

......proprio per questo Aristide Police, il numero uno della compagnia, ha chiesto al governo un lasciapassare che lo mettesse al riparo da offensive legali prima di dare l´ok all´ultimo bilancio della vecchia Alitalia.

Questa parte mi fa imbestialire: perche' i managers (o presunti o sedicenti tali) delle aziende pubbliche, strapagati in genere per far sfoggio di incompetenza, devono anche godere di questi salvagente legali ?

Sei un dirigente, rappresenti l'azienda: ti prendi la responsabilita' delle tue azioni; se non te la senti voti contro o ti dimetti. Punto !
 
Bene per il 320, ma si deve pensare anche all'intercontinentale. Lì sono dolori, perchè il prodotto deve essere riposizionato come target (prima la Magnifica era una via di mezzo tra una business ed una first, ora è una business) e deve essere creato uno standard di servizio. Per non parlare della flotta: 777, 767, 332, tutti con configurazioni diverse.
 
Per il prodotto cmq non sono così pessimista,
Passi il prodotto, la strategia è più difficile: bisogna avere la bravura (e la fortuna!) di impostare da subito un network che funzioni, avendo la freddezza di mantenerlo regolare a meno di piccoli aggiustamenti, senza il metti e togli a cui ci hanno abituati AZ e AP.

In Alipassera non ci dovrebbero essere dirigenti del commerciale e marketing di quei due vettori ed è già un passo avanti, ma in un settore così competitivo non è facile recuperare il gap coi principali concorrenti partendo da (sotto)zero. In questo la crisi del settore, che ha limitato o invertito l'espansione di quasi tutti, potrebbe giocare favorevolmente. L'augurio è che, tra razionalizzazione di network, aeroporti e contratti, Alipassera chiuda il 2011 in nero, condizione necessaria perché qualcuno come LH possa poi comprarsela.
 
Ultima modifica:
Questa parte mi fa imbestialire: perche' i managers (o presunti o sedicenti tali) delle aziende pubbliche, strapagati in genere per far sfoggio di incompetenza, devono anche godere di questi salvagente legali ?

Sei un dirigente, rappresenti l'azienda: ti prendi la responsabilita' delle tue azioni; se non te la senti voti contro o ti dimetti. Punto !
A rigor di legge AZ avrebbe dovuto essere liquidata o commissariata da mesi: se ciononostante qualcuno ha accettato di traghettarla dichiarando la continuità aziendale o è uno sprovveduto totale, o ha ricevuto garanzie di blindatura da eventuali azioni di responsabilità.
 
Questa parte mi fa imbestialire: perche' i managers (o presunti o sedicenti tali) delle aziende pubbliche, strapagati in genere per far sfoggio di incompetenza, devono anche godere di questi salvagente legali ?

Sei un dirigente, rappresenti l'azienda: ti prendi la responsabilita' delle tue azioni; se non te la senti voti contro o ti dimetti. Punto !
Pollice non mi sembra abbia colpe per gli orrori dei suoi predecessori; alla fine è un traghettatore pagato il giusto per fare quello che doveva fare...niente. Le azioni di responsabilità dovevano essere fatte su Cimoli ed i suoi predecessori, invece...
 
il contro è chi compra. il contro è che la newAZ comprerà airOne, i suoi debiti, il suo personale, le sue rogne. il contro è che la newAZ resterà legata a doppio filo con la politica: la politica regala Alitalia ai soliti noti, e i soliti noti per questo dono saranno sempre riconoscenti alla politica. il contro sono gli altissimi costi sociali che i contribuenti pagheranno. il contro sono, come sottolineato da i-givo, la vasta schiera di creditori, azionisti e fornitori che si troveranno con le fatture non pagate poichè i debiti del bad company cadranno in un limbo di carte bollate che si perpetreranno per generazioni. il contro è che al momento non c'è all'orizzonte un management di stampo aeronautico portato in dote dai compratori

pro sono i 320AP
 
Passi il prodotto, la strategia è più difficile: bisogna avere la bravura (e la fortuna!) di impostare da subito un network che funzioni, avendo la freddezza di mantenerlo regolare a meno di piccoli aggiustamenti, senza il metti e togli a cui ci hanno abituati AZ e AP.

In Alipassera non ci dovrebbero essere dirigenti del commerciale e marketing di quei due vettori ed è già un passo avanti, ma in un settore così competitivo non è facile recuperare il gap coi principali concorrenti partendo da (sotto)zero. In questo la crisi del settore, che ha limitato o invertito l'espansione di quasi tutti, potrebbe giocare favorevolmente. L'augurio è che, tra razionalizzazione di network, aeroporti e contratti, Alipassera chiuda il 2011 in nero, condizione necessaria perché qualcuno come LH possa poi comprarsela.

Straquoto;
 
Stato
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