MILANO - Sarà Rocco Sabelli, nel ruolo di ad in pectore della nuova Alitalia, a gestire oggi il primo incontro formale dei soci della cordata italiana pronta a presentare un´offerta vincolante per il salvataggio della compagnia. Banca Intesa riunirà infatti gli imprenditori che hanno messo sul tavolo la propria disponibilità all´operazione, garantendo una cifra non troppo lontana da un miliardo di euro. Il primo passo di una settimana che si preannuncia decisiva per la Magliana: giovedì il governo – salvo sorprese – approverà il decreto legge ad hoc per la modifica della Marzano in consiglio dei ministri. E venerdì, assieme ai conti semestrali, il cda dell´aerolinea – con i manager garantiti da una manleva dal Tesoro – dovrebbe approvare la procedura di amministrazione straordinaria spianando la strada alla morte della vecchia Alitalia (finirà commissariata assieme ai suoi debiti e alle attività in perdita) e alla nascita della nuova.
Il primo appuntamento, quello di oggi tra i soci privati, dovrebbe filar via abbastanza liscio. Sabelli illustrerà il piano Fenice messo a punto da Banca Intesa che prevede un´offerta per la parte "sana" di Alitalia e per il pacchetto di controllo di Air One, valutata circa 300 milioni. Il parterre degli azionisti è già quasi definito. Roberto Colaninno – che era in attesa di segnali forti sul fronte del socio internazionale – sembra aver sciolto la riserva, convinto dai primi contatti con Lufthansa (anche se per un´intesa ci vorrà del tempo). Anzi il numero uno della Piaggio potrebbe mettere mano al portafoglio per un investimento consistente, ritagliandosi il ruolo di presidente "forte". Nel capitale della nuova Alitalia dovrebbero entrare Benetton, Gavio, Ligresti, Aponte, Riva, il fondo Clessidra e forse anche i Fossati. Carlo Toto deve invece ancora decidere se entrare o farsi da parte, fermo restando che venderà Air One alla cordata italiana. La presentazione vera e propria dell´offerta però non sarà oggi. La cordata italiana ha vincolato infatti la proposta alle modifiche normative necessarie per dividere in due Alitalia, evitando di ereditare i guai della vecchia gestione. Il piano Fenice potrebbe quindi decollare già venerdì, con l´invio della proposta d´acquisto di rami d´azienda al cda o più tardi, girandola al nuovo commissario.
Sistemati i tasselli economico-finanziari, resta però la grande incognita delle reazioni dei sindacati. Il piano Fenice prevede tra i 5 e i 7mila esuberi. Ben più di quelli previsti dal vecchio piano di Air France. Banca Intesa ha con discrezione sondato le maggiori organizzazioni di rappresentanze dei lavoratori, forte anche dell´impegno del governo a gestire i tagli con tutti gli ammortizzatori sociali disponibili. «Meglio qualche migliaio di esuberi che i 20mila se si dovesse chiudere Alitalia», ha detto Berlusconi. Ma certo un atteggiamento conflittuale dei lavoratori (c´è da mettere in conto anche le reazioni dei dipendenti Air One) potrebbe raffreddare gli interessi della cordata italiana aumentando i rischi di fallimento.
Un´altra incertezza è quella legata alle reazioni dei vecchi azionisti, degli obbligazionisti e dei creditori della cosiddetta bad company. Destinati con ogni probabilità a ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. In questo caso potrebbero partire le carte bollate e proprio per questo Aristide Police, il numero uno della compagnia, ha chiesto al governo un lasciapassare che lo mettesse al riparo da offensive legali prima di dare l´ok all´ultimo bilancio della vecchia Alitalia.
ETTORE LIVINI La Repubblica
CIAO
_goa
Il primo appuntamento, quello di oggi tra i soci privati, dovrebbe filar via abbastanza liscio. Sabelli illustrerà il piano Fenice messo a punto da Banca Intesa che prevede un´offerta per la parte "sana" di Alitalia e per il pacchetto di controllo di Air One, valutata circa 300 milioni. Il parterre degli azionisti è già quasi definito. Roberto Colaninno – che era in attesa di segnali forti sul fronte del socio internazionale – sembra aver sciolto la riserva, convinto dai primi contatti con Lufthansa (anche se per un´intesa ci vorrà del tempo). Anzi il numero uno della Piaggio potrebbe mettere mano al portafoglio per un investimento consistente, ritagliandosi il ruolo di presidente "forte". Nel capitale della nuova Alitalia dovrebbero entrare Benetton, Gavio, Ligresti, Aponte, Riva, il fondo Clessidra e forse anche i Fossati. Carlo Toto deve invece ancora decidere se entrare o farsi da parte, fermo restando che venderà Air One alla cordata italiana. La presentazione vera e propria dell´offerta però non sarà oggi. La cordata italiana ha vincolato infatti la proposta alle modifiche normative necessarie per dividere in due Alitalia, evitando di ereditare i guai della vecchia gestione. Il piano Fenice potrebbe quindi decollare già venerdì, con l´invio della proposta d´acquisto di rami d´azienda al cda o più tardi, girandola al nuovo commissario.
Sistemati i tasselli economico-finanziari, resta però la grande incognita delle reazioni dei sindacati. Il piano Fenice prevede tra i 5 e i 7mila esuberi. Ben più di quelli previsti dal vecchio piano di Air France. Banca Intesa ha con discrezione sondato le maggiori organizzazioni di rappresentanze dei lavoratori, forte anche dell´impegno del governo a gestire i tagli con tutti gli ammortizzatori sociali disponibili. «Meglio qualche migliaio di esuberi che i 20mila se si dovesse chiudere Alitalia», ha detto Berlusconi. Ma certo un atteggiamento conflittuale dei lavoratori (c´è da mettere in conto anche le reazioni dei dipendenti Air One) potrebbe raffreddare gli interessi della cordata italiana aumentando i rischi di fallimento.
Un´altra incertezza è quella legata alle reazioni dei vecchi azionisti, degli obbligazionisti e dei creditori della cosiddetta bad company. Destinati con ogni probabilità a ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. In questo caso potrebbero partire le carte bollate e proprio per questo Aristide Police, il numero uno della compagnia, ha chiesto al governo un lasciapassare che lo mettesse al riparo da offensive legali prima di dare l´ok all´ultimo bilancio della vecchia Alitalia.
ETTORE LIVINI La Repubblica
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