Il calo dei passeggeri e l´aumento del costo del carburante hanno aggravato la situazione della compagnia
Spunta lo spettro della "cura Sabena" tagli drastici e rotte ridimensionate
Una trentina di aerei da Milano ormai viaggiano vuoti quasi a metà
Lo scopo è separare la nuova dalla vecchia società per evitare i pignoramenti
MILANO - Su Alitalia si allunga lo spettro del salvataggio stile-Sabena. Il primo esame dei conti da parte degli advisor infatti, avrebbe evidenziato quello che molti temevano e gli ultimi dati finanziari spiegavano in cifre: lo stato di salute della compagnia, già precario a inizio anno, è ora gravissimo. Ad aprile sono stati bruciati tre milioni di euro al giorno e i passeggeri sono calati del 25,9%, ben più del taglio (16,7%) dell´offerta. Sulle rotte da Milano, per dare un´idea, una trentina viaggiano oggi con un tasso d´occupazione medio sotto il 60%. L´anno scorso solo due tratte erano sotto questa soglia.
La bolletta petrolifera, intanto, continua a salire molto più di quella dei concorrenti. Il prezzo di una tonnellata di jet-fuel è passato in sei mesi da 850 a quasi 1.400 dollari. E mentre molti rivali europei hanno costruito con i derivati una polizza contro il caro-greggio (Air France ad esempio lo paga oggi circa 70 dollari al barile), la Magliana è costretta ad assorbire quasi per intero il rialzo. Nei primi tre mesi dell´anno così il prezzo del "pieno" degli aerei Alitalia è salito a 285 milioni dai 223 dello scorso anno. Un salasso che spinge le previsioni di perdita per i conti 2008 verso gli 800 milioni.
La crisi, del resto, non risparmia quasi nessuno. Austrian Airlines, fino a due anni fa la regina dei cieli europei, è in crisi e cerca nuovi soci. I big Usa tagliano le rotte e impongono sovrapprezzi sui biglietti, quelli europei (più attrezzati e con flotte più efficienti) stanno tirando la cinghia. Alitalia – malgrado il prestito ponte da 300 milioni– è la Cenerentola di settore. E non a caso le ultime ipotesi sul salvataggio sono sempre più conservative, molto simili a quel drastico riassetto che nel 2001 ha consentito a Sabena di tornare a volare tre giorni dopo il crac. L´ex ministro dell´economia Tommaso Padoa-Schioppa, in fondo, l´aveva già previsto a inizio aprile: se saltasse la trattativa con Air France – aveva detto in audizione – «per Alitalia sarebbero necessarie iniziative di ristrutturazione molto più radicali di quelle proposte dai francesi, come quelle con sui sono ripartite Sabena e Swiss». È stato facile profeta. Il no ai francesi – nel nome della fantomatica cordata tricolore – rischia di concretizzare quei fantasmi. I tecnici di Banca Intesa sarebbero convinti che solo una compagnia ridimensionata negli organici e nelle rotte, concentrata sul mercato domestico (grazie alla fusione con Air One raddoppierebbe la sua quota all´80%) e con un network estero molto ridimensionato sarebbe in grado di ripartire con nuovi soci e l´aiuto a stretto giro di posta di un partner internazionale. La Sabena, tanto per dire, è rinata come Sn Brussels grazie a un prestito ponte e all´intervento di banche e investitori belgi. Per ridecollare, però, ha tagliato del 43% le rotte e dimezzato (da 12mila a 6mila) gli organici, salvo poi essere assorbita poco dopo dalla Virgin.
L´impressione tra gli advisor è che anche per Alitalia sia necessaria una cura da cavallo di questo genere. Il disegno è sempre lo stesso. Una fusione tra Air One (ma a che prezzo?) e un´Alitalia "light" senza debiti e con un network "bonsai" in una nuova società assieme alle attività di manutenzione leggera da ricapitalizzare con i nuovi soci. Tutto il resto (manutenzione pesante, servizi a terra, debiti) resterebbe in un´altra realtà in forte odore di commissariamento il cui futuro è ancora tutto da scrivere. Gli esuberi sarebbero molti più dei 2.100 previsti da Air France. Banca Intesa non commenta, ma fonti vicine al dossier confermano che il numero di 4mila «rischia di essere una stima decisamente troppo ottimista». Oltretutto per varare il rilancio è necessario anche un ritocco alla legge sulle crisi aziendali cui stanno lavorando governo e advisor. L´obiettivo è separare i destini della nuova Alitalia da quella vecchia in modo netto. Per evitare che i creditori inseguano gli aerei della newco per pignorarli negli aeroporti internazionali.
(e.l.)
LA REPUBBLICA
CIAO
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