Aeroitalia si chiamerà Air Italy. L’ad Intrieri: marchio registrato. Ita vince, ma risponda su slot
di Aldo Fontanarosa
Un Boeing 737-800 di Aeroitalia
Secondo i giudici, la nuova compagnia (Aeroitalia) ha un nome e un brand troppo simili a quelli di Alitalia (ora proprietà di Ita). Il manager: “Obbediamo alla magistratura. Ma adesso giochiamo una seconda partita. Vogliamo sapere se Ita ha una posizione dominante a Linate come sospettiamo”
27 Settembre 2025 alle 05:00 2 minuti di lettura
ROMA –
Gaetano Intrieri, ad di Aeroitalia. La sua compagnia, costretta dai giudici a cambiare nome, alla fine si chiamerà Air Italy. Lo conferma?
“Ho registrato il marchio Air Italy e scelto questa nuova denominazione”.
Adesso la vittoria di Ita Airways è totale.
“La storia è nota. Ita è proprietaria del nome e del marchio Alitalia. Pensa che il nostro nome, Aeroitalia, sia troppo simile a quello di Alitalia. Pensa anche che il nostro marchio tricolore sia troppo vicino a quello di Alitalia. Ita ha vinto un ricorso cautelare; noi daremo seguito alla decisione dei giudici, anche se amara”.
I giudici vi chiedono di adottare un nuovo nome e un nuovo marchio dal primo gennaio 2026.
“Il primo gennaio 2026 è dopodomani. La scadenza è troppo vicina ed è impraticabile. Per questo stiamo parlando con i legali di Ita Airways per concordare un percorso adeguato, ragionevole. Il clima tra noi e Ita è molto positivo”.
Gaetano Intrieri
Abbiamo bisogno di tempo per ridipingere i nostri aerei, che non sono utilitarie. L’operazione non si può fare in pochi giorni
Percorso adeguato? Vuole forse fare melina?
“Assolutamente no. La macchina del cambiamento del nome, io la accendo lunedì mattina. Un aereo, però, non è un’utilitaria. Non lo ridipingi in tre giorni. Collocare la nuova denominazione e il nuovo marchio sulla carlinga può richiedere anche un mese per ogni nostro aeromobile”.
Air Italy era il nome della compagnia sarda che ha chiuso nel 2020. Siete proprio sicuri di poterlo usare?
“Assolutamente sì perché sono trascorsi più di 5 anni dall’ultimo volo della vecchia Air Italy”.
Oltre al nome, rinuncerete anche al tricolore?
“Il tricolore resterà. Abbiamo fatto vedere a Ita tre bozzetti di nuovi possibili marchi. E Ita li considera corretti. Tutti mantengono il verde, bianco e rosso”.
Insomma: pace è fatta tra voi e Ita.
“La partita del nome e del marchio l’hanno vinta loro. Lo riconosco. Ma siamo pronti a giocare un’altra partita, in cui venderemo cara la pelle: quella degli slot di Milano”.
Gli slot di Milano? Che cosa centrano?
“Lo spiego in parole semplici. Fin dal suo primo giorno di vita, Ita sostiene di essere una compagnia del tutto nuova. Ita dice, insomma: non sono l’erede di Alitalia, non opero in continuità con Alitalia”.
Dunque?
“Ita, se è davvero un soggetto nuovo rispetto ad Alitalia come sostiene, non aveva il diritto di ereditare gli slot di Alitalia in un aeroporto strategico come Linate”.
Presenteremo due esposti, una all’Antitrust italiana e uno alla Commissione Ue, per chiedere chiarezza sullo scalo lombardo
Non so se la sua tesi sia giuridicamente fondata. Davvero a Linate c’è stato questo travaso automatico di slot?
“Legali di fama sono già al lavoro per sostenere i nostri dubbi e le nostre ragioni in punta di diritto”.
Farete degli esposti? A chi, scusi?
“Li invieremo all’Antitrust italiana e alla Commissione Ue a Bruxelles. Chiederemo se Ita abbia una posizione dominante a Milano Linate, come noi sospettiamo; e se avesse titolarità giuridica a ricevere così tanti slot in quello scalo. Noi crediamo che gli slot di Alitalia dovessero ritornare all’arbitro del settore, al regolatore pubblico”.
Allude ad Assoclearance?
“Alludo ad Assoclearance. Gli slot andavano riportati a lei. Così Assoclearance avrebbe potuto redistribuirli in modo equo a tutte le compagnie, sulla base delle liste di attesa”.
Intrieri, non teme di perdere anche questa seconda partita?
“E’ mio diritto giocarla. E’ mio dovere difendere gli interessi della compagnia che guido”.