Guerra in Ucraina


Perché non è pensabile tenere fuori dall’Europa Turkish, le golfare e le cinesi. Si chiama principio di realtà
Ma in che senso non è possibile? Lo abbiamo fatto con le compagnie aeree russe, non farlo con le altre, si chiama concorrenza sleale. Non mi pare così illogico da comprendere.
Quali ripercussioni non possiamo permetterci con le compagnie turche, cinesi o golfare? Il divieto di sorvolo reciproco? Sicuramente queste compagnie incassano maggiormente con i russi che con noi europei, giusto?
 
Alcuni paesi europei hanno scelto di chiudere il loro spazio aereo alle compagnie russe e a Mosca hanno attuato una misura reciproca. Chi ha scelto di non sanzionare la Russia, continua ad avere gli stessi rapporti antecedenti al 2022, voli inclusi.
Aprire una guerra commerciale con Turchia, Emirati vari e Cina (che sicuramente reagirebbero con misure punitive nei confronti degli europei) non mi sembra una buona idea. Oggi più che mai.
 
Alcuni paesi europei hanno scelto di chiudere il loro spazio aereo alle compagnie russe e a Mosca hanno attuato una misura reciproca. Chi ha scelto di non sanzionare la Russia, continua ad avere gli stessi rapporti antecedenti al 2022, voli inclusi.
Aprire una guerra commerciale con Turchia, Emirati vari e Cina (che sicuramente reagirebbero con misure punitive nei confronti degli europei) non mi sembra una buona idea. Oggi più che mai.
Comprendo il discorso, ma noi stiamo sostenendo economicamente e militarmente un Paese invaso a resistere, noi diciamo di credere nel rispetto del diritto internazionale.
Possono esserci varie azioni disponibili, come ad esempio anche una tassa per tutte quelle compagnie (cinesi, golfare e turche) per compensare le nostre o rivedere gli accordi bilaterali sul numero di voli. Il mondo è interconnesso, non è che siamo solo noi esposti.
Ci sono compagnie europee in difficoltà, non per motivi legati al mercato, ma per motivi bellici, qualcosa si dovrà pur fare.
Come diceva Ezra Pound:
If a man isn't willing to take some risk for his opinions, either his opinions are no good or he's no good.
 
Comprendo il discorso, ma noi stiamo sostenendo economicamente e militarmente un Paese invaso a resistere, noi diciamo di credere nel rispetto del diritto internazionale.
Possono esserci varie azioni disponibili, come ad esempio anche una tassa per tutte quelle compagnie (cinesi, golfare e turche) per compensare le nostre o rivedere gli accordi bilaterali sul numero di voli. Il mondo è interconnesso, non è che siamo solo noi esposti.
Ci sono compagnie europee in difficoltà, non per motivi legati al mercato, ma per motivi bellici, qualcosa si dovrà pur fare.
Come diceva Ezra Pound:
Non puoi imporre sanzioni a paesi terzi perchè non si uniformano alle sanzioni europee. La scelta di chiudere i cieli europei alle compagnie russe, è una scelta politica di alcuni stati non un ordine divino. Se domani quegli stati revocassero il ban alla compagnie russe, con ogni probabilità a Mosca farebbero lo stesso.
Pensare ideologicamente che siccome noi europei siamo nel giusto a difendere l'Ucraina aggredita, possiamo pretendere qualcosa dai paesi terzi, è un concetto alieno alla realtà. A meno che tu non stia auspicando che la Turchia chiuda il suo spazio aereo alle compagnie UE (poi vedi che divertimento arrivare in Giappone...), gli Emirati assortiti annullino qualche miliardo di ordini ad aziende UE (commesse militari in primis) e i cinesi ci bannino le terre rare. Tutto solo per fare la cosa giusta. Mi spiace amico mio, ma il mondo non funziona così. Quello che puoi fare, è cercare di fare la scelta complessivamente migliore. In questo caso i problemi delle compagnie UE sono frutto esclusivamente delle scelte dei loro governi. I quali non possono non aver messo in conto una misura analoga da parte dei russi. Quindi quando hanno approvato quei provvedimenti, sapevano perfettamente che avrebbero fatto un danno alle loro compagnie. E' una scelta, a prescindere che la si condivida o meno. Ma di certo non puoi pretendere che paesi terzi taglino le gambe alle loro compagnie aeree solo perchè noi europei abbiamo deciso di farlo.
 
Basterebbe trattare le richieste di slot dalle compagnie di stato cinesi (ossia tutte) nello stesso modo con cui le richieste di slot dalle compagnie europee vengono soddisfatte da quelle cinesi.

Un po' come la politica delle auto. Cara BYD, vuoi vendere in Italia? Bene, apri lo stabilimento a Canicatti' oppure, se proprio le vogliamo male, a Biella.
 
Sono precisamente le sanzioni secondarie americane già in atto da parecchio
Che però non sono automatiche ma discrezionali e si applicano solo ai settori sanzionati.

Differente invece è l’export (nella accezione USA che non include solo l’esportazione fisica) di tecnologia americana. Quello è un crimine che viene punito civilmente e penalmente.
 
Basterebbe trattare le richieste di slot dalle compagnie di stato cinesi (ossia tutte) nello stesso modo con cui le richieste di slot dalle compagnie europee vengono soddisfatte da quelle cinesi.

Un po' come la politica delle auto. Cara BYD, vuoi vendere in Italia? Bene, apri lo stabilimento a Canicatti' oppure, se proprio le vogliamo male, a Biella.
Il problema esiste praticamente con ogni tipo di azienda. Ma noi furbi occidentali, negli ultimi tre decenni pur di avere ogni sorta di merce a metà prezzo, abbiamo accettato di regalare tutto il nostro know how industriale a Pechino. Che dopo aver ringraziato, sta mettendo la freccia e sta iniziando a sorpassare. Il settore delle auto è proprio un ottimo esempio. E' illuminante osservare cosa stanno sfornando (https://carnewschina.com/) e a quali prezzi (https://data.carnewschina.com/database). E se dovesse nascere il dubbio che dietro ci possa essere una tecnologia modesta, questo video mi sembra piuttosto illuminante:
. E' quello il vero problema. Se oggi Cina e UE (o USA) azzerassero genuinamente qualsiasi barriera reciproca, per noi sarebbero caxxi amari. Un amico che vende auto da 30 anni, dopo aver provato una Byd Seal U DMI (prezzo a partire da 39.800€) e conosciuto il prezzo al quale è venduta in Cina (a partire da 15.835€), ha detto due sole parole: siamo foxxuti.
 
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Il problema esiste praticamente con ogni tipo di azienda. Ma noi furbi occidentali, negli ultimi tre decenni pur di avere ogni sorta di merce a metà prezzo, abbiamo accettato di regalare tutto il nostro know how industriale a Pechino. Che dopo aver ringraziato, sta mettendo la freccia e sta iniziando a sorpassare. Il settore delle auto è proprio un ottimo esempio. E' illuminante osservare cosa stanno sfornando (https://carnewschina.com/) e a quali prezzi (https://data.carnewschina.com/database). E se dovesse nascere il dubbio che dietro ci possa essere una tecnologia modesta, questo video mi sembra piuttosto illuminante:
. E' quello il vero problema. Se oggi Cina e UE (o USA) azzerassero genuinamente qualsiasi barriera reciproca, per noi sarebbero caxxi amari. Un amico che vende auto da 30 anni, dopo aver provato una Byd Seal U DMI (prezzo a partire da 39.800€) e conosciuto il prezzo al quale è venduta in Cina (a partire da 15.835€), ha detto due sole parole: siamo foxxuti.

La Cina sta facendo quello che fa grazie a ENORMI investimenti pubblici. Nel solo settore aviazione - torno a dire, tutte le grandi tolta Juneyao sono pubbliche - lo Stato sovvenziona le compagnie a miliardi/anno. Idem per le auto.

Quindi, reciprocity per le compagnie aeree e obbligo di produzione in Europa per auto e qualunque altra cosa. Cosi' come funziona da loro. Non gli piace? Pazienza.
 
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La Cina sta facendo quello che fa grazie a ENORMI investimenti pubblici. Nel solo settore aviazione - torno a dire, tutte le grandi tolta Juneyao sono pubbliche - lo Stato sovvenziona le compagnie a miliardi/anno. Idem per le auto.

Quindi, reciprocity per le compagnie aeree e obbligo di produzione in Europa per auto e qualunque altra cosa. Cosi' come funziona da loro. Non gli piace? Pazienza.
Lo stanno già facendo. Byd sta spostando il suo HQ europeo in Ungheria, dove costruirà anche una fabbrica che a regime potrà sfornare 350.000 auto all'anno.
Il problema non è più quello, ma il fatto che anche giocando ad armi pari, ci siano vari settori (a partire dalle batterie) dove i cinesi sono un passo avanti rispetto al resto del mondo. Per cui anche se producono in Europa, avranno sempre più il vantaggio di un prodotto più evoluto dei nostri e ad un prezzo migliore, seppure non ai livelli di quelli praticati a Pechino. Noi italiani tuttavia abbiamo risposto alla grande, presentando l'ennesimo restyling della 500 con un bel 1000 a tre cilindri ibrido abbinato ad un cambio manuale a sei marce. Al modico prezzo di 17.000€. In Cina per quel prezzo ti danno questa (https://carnewschina.com/2025/07/11/geely-galaxy-a7-phev-begins-presale-in-china-from-14500-usd/) in versione full optional. Sicuramente le sovvenzioni statali giocano un ruolo, ma non possiamo nasconderci che da quelle parti abbiano costi di produzione che rispetto ai nostri stanno su un altro pianeta.
 
La Cina sta facendo quello che fa grazie a ENORMI investimenti pubblici. Nel solo settore aviazione - torno a dire, tutte le grandi tolta Juneyao sono pubbliche - lo Stato sovvenziona le compagnie a miliardi/anno. Idem per le auto.

Quindi, reciprocity per le compagnie aeree e obbligo di produzione in Europa per auto e qualunque altra cosa. Cosi' come funziona da loro. Non gli piace? Pazienza.
A dire il vero con la gloriosa Alitalia abbiamo fatto la stessa cosa per decenni. La differenza principale è che tutto sommato le sovvenzioni cinesi servono a sviluppare prodotti e servizi ed a conquistare quote di mercato, mentre le sovvenzioni italiane servono a mantenere privilegi e prebende varie a prescindere da una eventuale attività lavorativa. Una discussione della competitività industriale italiana ed europea non può prescindere da una valutazione seria (ovvero non politica) di costi e benefici della previdenza sociale intesa in senso largo.
 
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Lo stanno già facendo. Byd sta spostando il suo HQ europeo in Ungheria, dove costruirà anche una fabbrica che a regime potrà sfornare 350.000 auto all'anno.
Il problema non è più quello, ma il fatto che anche giocando ad armi pari, ci siano vari settori (a partire dalle batterie) dove i cinesi sono un passo avanti rispetto al resto del mondo. Per cui anche se producono in Europa, avranno sempre più il vantaggio di un prodotto più evoluto dei nostri e ad un prezzo migliore, seppure non ai livelli di quelli praticati a Pechino. Noi italiani tuttavia abbiamo risposto alla grande, presentando l'ennesimo restyling della 500 con un bel 1000 a tre cilindri ibrido abbinato ad un cambio manuale a sei marce. Al modico prezzo di 17.000€. In Cina per quel prezzo ti danno questa (https://carnewschina.com/2025/07/11/geely-galaxy-a7-phev-begins-presale-in-china-from-14500-usd/) in versione full optional. Sicuramente le sovvenzioni statali giocano un ruolo, ma non possiamo nasconderci che da quelle parti abbiano costi di produzione che rispetto ai nostri stanno su un altro pianeta.

Portarli in Europa, a produrre, e' il modo per andare avanti. Guardiamo le giapponesi in America, dove sono state costrette/caldamente invitate/invogliate a produrre in America, e cosi' facendo il loro know-how s'e' espanso. Se Stellantis produce porcate, e io sono dell'idea che le produca, ancora meglio dal punto di vista occupazionale.

A dire il vero con la gloriosa Alitalia abbiamo fatto la stessa cosa per decenni. La differenza principale è che tutto sommato le sovvenzioni cinesi servono a sviluppare prodotti e servizi ed a conquistare quote di mercato, mentre le sovvenzioni italiane servono a mantenere privilegi e prebende varie a prescindere da una eventuale attività lavorativa. Una discussione della competitività industriale italiana ed europea non può prescindere da una valutazione seria (ovvero non politica) di costi e benefici della previdenza sociale intesa in senso largo.

Alitalia e' un caso a parte, e infatti spero che ci facciano dei case studies a riguardo.
 
Mentre l'Europa pensava solo ad introdurre regolamentazioni ed a seguire l'utopia ideologica del green deal, in Cina nel corso degli ultimi 10-15 anni hanno costruito quel tessuto industriale (che parte dalle scuole/università e arriva ad intere città concepite intorno alle fabbriche) che tra qualche anno ancora spazzerà via il settore automotive europeo.

Tanto per fare un esempio, la BYD Seal U DMI è tanto ma tanto difficile da battere: 5 stelle euro NCAP, linea dal gusto molto occidentale, autonomia combinata di oltre 1.000 km, iper accessoriata... versione top di gamma a 41k con incentivi (per una tedesca di analoghe caratteristiche partiamo da 80k).

L'industria automotive europea è spacciata.
 
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Mentre l'Europa pensava solo ad introdurre regolamentazioni ed a seguire l'utopia ideologica del green deal, in Cina nel corso degli ultimi 10-15 anni hanno costruito quel tessuto industriale (che parte dalle scuole/università e arriva ad intere città concepite intorno alle fabbriche) che tra qualche anno ancora spazzerà via il settore automotive europeo.

Tanto per fare un esempio, la BYD Seal U DMI è tanto ma tanto difficile da battere: 5 stelle euro NCAP, linea dal gusto molto occidentale, autonomia combinata di oltre 1.000 km, iper accessoriata... versione top di gamma a 41k con incentivi (per una tedesca di analoghe caratteristiche partiamo da 80k).

L'industria automotive europea è spacciata.

Dobbiamo comunque vedere quanto va avanti ancora col livello di supporti che ricevono adesso. Alcuni think-tank stimano che l'industria automotive cinese abbia ricevuto 230 miliardi di dollari di aiuti diretti/indiretti in un decennio. Un livello spropositato che non e' sostenibile, anche per la Cina. Idem per le compagnie aeree.

PS ma che davero ti piace la BYD Seal?
 
Dobbiamo comunque vedere quanto va avanti ancora col livello di supporti che ricevono adesso. Alcuni think-tank stimano che l'industria automotive cinese abbia ricevuto 230 miliardi di dollari di aiuti diretti/indiretti in un decennio. Un livello spropositato che non e' sostenibile, anche per la Cina. Idem per le compagnie aeree.

PS ma che davero ti piace la BYD Seal?

In Cina assisteremo per certo ad una fragorosa fase di concentrazione industriale, con molti piccoli nomi che chiuderanno o verranno acquisiti da gruppi sempre più grandi, come è anche successo in Europa negli ultimi 30 anni.

Ma quei grandi gruppi che risulteranno i prescelti da questa selezione avranno capitali, tecnologia, mezzi e quote di mercato per dominare il settore a livello mondo.

Siamo fottuti per sempre con l'automotive, facciamocene una ragione.

Suonare Timmermans in primis, ma anche ai vari grandi gruppi europei che, invece che innovare seriamente, hanno solo pensato a ridurre la cost baseline tramite piattaforme comuni, col risultato di avere macchine molto simili tra di loro e senza alcun effetto wow in termini di innovazione.

Se pensiamo a cosa sono state Citroen, Alfa Romeo, Lancia, ecc... nel passato ed a cosa sono diventate ora...

Torino ed il suo indotto sono a pezzi, idem per gli altri siti produttivi in Italia.

Ed anche il settore di alta fascia mostra le sue crepe, con una Maserati che se continua così sarà la prossima a chiudere.

Mancanza di idee, focus su riduzione spasmodica dei costi, dove ho già visto questo atteggiamento?