[TR] Westfjords.


Stavo per iniziare con una domanda [“Ci hai pensato a scrivere un libro?”], per poi rendermi conto che, yes, “tick”; poi stavo per scrivere “Sei sprecato nel nine-to-five job, chi te lo fa fare”, prima di leggere BGW che, in a nutshell, diceva lo stesso. Detto ciò, ammiro davvero l’entusiasmo (ed il tempo!) che disponi nel condividere tali esperienze, foto ecc. (davvero rare). Poi che dire, scrivendo dalla conca dei Balcani dove la qualità dell’aria è da cancro, vedere quelle foto ispira molta invidia. Ciao e grazie.

G

Grazie G! Diciamo che a me piace buttare via il tempo a scrivere così. Parlando di Sarajevo... mi ricordo un'arietta che nemmeno corso Peschiera a Torino alle 7 di un lunedi di novembre. Non so se siano i catafalchi euro 0 che importano dalla Germania, o le centrali a carbone, ma è un peccato. In quella città si dovrebbe solo sentir profumo di burek.

“Il vostro non è Hemingway”: ti ci avvicini, sei solo più moderno.
Tr epico l’hanno già detto?

Grazie!

Rettifico, sei una merda brutta persona. E scrivi anche male.

:LOL:

:D

Chissa' che bell'odorino in auto :ROFLMAO:

Puzzare è motivo di vanto per il vero uomo.

Ecco, questo è un effetto che credo faccia l'Islanda; sarà l'assenza di persone, sarà davvero il sentirsi minuscoli di fronte a paesaggi che ti risucchiano. L'Islanda è bella anche quando diventa impossibile, quando il meteo decide che quel passo non lo devi passare o quella montagna non la devi scalare.

Concordo al 100%.

Ottima scelta :love: vedo che ora lo importano anche in Italia, ma sarà come la Guinness che bevuta fuori dall'Irlanda sa di piscio.

DaV

Dirò, quello Isey venduto in Inghilterra viene fatto in Danimarca e non è poi così differente. In Italia avevo provato lo skyr della Mila ed era proprio tanta ma tanta roba (PS: la Guinness sa di piscio ovunque, tranne che in Nigeria. Quella nigeriana è buona!).

Bellissimo TR!
Mi hai fatto tornare lì dove ho consumato il mio ultimo viaggio intercontinentale pre Covid nella lontana estate 2019..
2200 km lungo la ring road dove ho sperimentato tutte le condizione atmosferiche che esistono sulla faccia della terra.

Grazie Anxanum! La cosa bella dell'Islanda è appunto che è a poca (almeno per me) distanza e per sole due ore e mezza di volo arrivi su Marte.
 
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Questo è il cane della signora della fattoria dove ha dormito.
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E' grossomodo l'immagine che mi s'è stagliata nella mente quando ho visto le foto delle pecore.


Non è per dire, ma infatti hai sbagliato il quote... (EDIT: mi riferisco a Aamilan, infatti non me lo fa quotare a mia volta...)

L'importante è, sempre e comunque, di NON lasciare roba in giro. Il prodotto va seppellito e il materiale usato per pulirsi il deretano va messo in un sacchetto e poi buttato via. Non va bruciato, non va sepolto.

Stupidaggini a parte, è il tipo di consiglio tecnico da viaggiatore che cercavo.



Il TR continua ad essere piacevolissimo nonché utile, perché è proprio il tipo di itinerario che vorrei seguire quando, prima o poi, riuscirò a visitare l'Islanda.
 
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Capitolo VI. Fagradalsfjall.


OK, questo è il pezzo forte ed è anche un post pieno di foto. Delle duemila o giù di lì foto scattate in questi giorni, credo che 2/3 siano state fatte nelle due visite a Fagradalsfjall. Altrimenti conosciuto come “il vulcano”.

Fagradalsfjall è in origine il nome di un cosiddetto “vulcano tuya”. Immaginatevi una specie di torta, con fianchi molto verticali e un “soffitto” piatto e largo: quando un vulcano erutta sotto a un ghiacciaio assume quella forma lì. Bene, Fagradalsfjall è uno di questi e se ne sta bello tranquillo in un filotto di altri vulcani nella penisola di Reykjanes. L’ultima eruzione nella zona è datata ad almeno 800 anni fa e, quando al buon vecchio Fagradalsfjall, pare che lui sia spento da un bel po’. Se non fosse che, esattamente di fianco a lui, in località Geldingadalir, non si inizino a sentire dei terremoti. E poi, a marzo 2021, non spunti fuori un nuovo vulcano con annessa eruzione. E poi un altro. E poi un altro. E poi un altro… Insomma, ad oggi ci sono state cinque nuove bocche e pare che quella attiva al momento ne abbia prodotta una sesta. Sconfitti, i vulcanologi islandesi hanno deciso di chiamare la zona Fagradalsfjall e morta lì.

Vedere l’eruzione era un semi-chiodo fisso, un “non succede ma se succede”. E così, il terz’ultimo giorno della mia vacanza, mi trovo a guidare a Grindavìk, ignorando la Laguna Blu ché tanto io ho imparato a guidare su una Renault Laguna e quindi so già tutto. Deposito i miei averi, rimonto in macchina e mi scaravento ad est, dove un parcheggio (con annessi chimiconi) è nato alla fine di un trail lungo una decina di km.

Siamo in parecchi sul trail, molti di più di quanto non immaginassi. Gente di tutte le età, dai vegliardi ottantenni a bambini infilati negli zaini porta-marmocchi. Duri personaggi con abiti tecnici dall’aria ben usata e donne voluttuose in leggins e trucco, americani e islandesi in pantaloncini corti. Il tempo, che ve lo dico a fare, è orrido, con vento fortissimo e pioggia orizzontale. Infilo la testa tra le scapole tipo tartaruga e mi metto a pestare il terreno, perché la vecchia massima è sempre valida: se fa freddo devi andar veloce e ti scaldi (poi quando ti fermi sei fottuto, ma è un’altra storia).

Il sentiero scavalca una prima collina e ci troviamo in una zuppiera circondata da altre colline color sabbia. In mezzo, un mare nero.

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La colata lavica è un oceano congelato nell’atto di muoversi, un panorama di caos a perdita d’occhio. Ed è enorme. Stimo che la valle sia lunga almeno un chilometro, e la colata la riempie tutta, scendendo da una scarpata ripida giù, giù in fondo. Chiamatemi stupido, ma solo qui mi rendo conto di quanta roba esca da un vulcano.

Sembra tutto morto, tutto tranquillo, ma qui e lì si vedono sbuffi di vapore. Camminando, mi casca l’occhio su un flash giallo. C’è della lava, ancora liquida! Intorno a me qualche coglione, perdonatemi il linguaggio, cammina sulla distesa nera.

I guess they’re competing for the Darwin Award” commenta un americano che s’è materializzato al mio fianco. Ci guardiamo, sorridiamo e proviamo a gridare ai due più vicini che ci sono lava tubes in giro. Uno ci ignora, l’altro ci fa che è sicuro con un marcato accento francese. Boh, io c’ho provato. Stracazzi loro, se c'è qualcosa che la pandemia c'ha insegnato è la futilità di educare gli stolti. Proseguo, e inizio a scalare una serie di colline rotonde, perso nella nebbia.

Poi scavalco la penultima e, dalla cima, vedo quanto segue.

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C’è ancora una collina davanti a me. A separarci un passo, quasi a livello con la colata nera.

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Un Land Cruiser della Protezione Civile islandese è di vedetta, con i tre membri del SAR locale a controllare emissioni e, soprattutto, che nessuno sia eccessivamente cretino. Tutti siamo incollati allo spettacolo davanti ai nostri occhi.

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Per prima cosa, fa caldo. Il mio lato B è coperto di pioggia, sballottato dal vento, freddo come il sorriso di quella che voleva farsi il soprabito col pelo dei cuccioli di dalmata nella Carica dei 101. Ma il lato A, che guarda verso il vulcano, beh, quello è bello caldo. Siamo ben distanti dal fronte, almeno duecento metri, ma c’è un tepore da caminetto. Roba da veder gatti acciambellati che fanno le fusa.

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L’altra cosa che mi colpisce è il rumore. Siamo troppo distanti dal vulcano per sentirne i tonfi – e il vento tira dall’altro lato – ma possiamo sentire il rumore della lingua di lava, ed è qualcosa che non m’aspettavo. La lingua è un nastro trasportatore di pietra fusa, e in cima navigano pezzi più scuri e di conseguenza più freddi, semisolidi. Sono questi pezzi a fare rumore, cozzando tra di loro, cadendo sul fronte dell’avanzata, rimbalzando sulle pietre pre-esistenti. Fanno un ‘toc’ leggero, un po’ come se fossero le lose di un tetto valdostano che vengono regolate di scalpello dall’artigiano. Non so come altro spiegarmi.

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Fa un freddo veramente osceno, e il vento rende difficile il movimento, ma decido di scalare un pochetto la collina successiva, l’ultima. È il tardo pomeriggio, e la luce sta calando, ma lo spettacolo è epico.

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L’altra cosa che mi colpisce è la natura liquida della lava. Un conto è la nozione, un altro la dimostrazione pratica. Sotto di me c’è un fiume di pietra fusa, un fiume con una temperatura di centinaia – migliaia, magari – di gradi centigradi ma comunque un liquido. Guardo dall’alto questo fiume mentre scivola a valle, s’incunea nei pertugi tra le rocce, si rigonfia contro un ostacolo e, non riuscendo a passarci oltre, ci gira intorno. La lava, mi rendo conto, scorre seguendo il profilo del terreno sottostante.

Ora, però, sono a un livello abbastanza elevato e posso guardare in avanti. E, come dicono in Barriera di Milano, miiinghia che vista.

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Posso quasi vedere dentro la caldera. Provo a salire ancora un po’, ma li veramente il vento la fa da padrone. Arriva anche un bancone di nuvole, fa buio e scopro che ho lasciato la torcia a casa. Alcuni scendono, e mi dicono che non si riesce a veder nulla. Sono quasi le nove di sera e decido di ritornare domani.

Ricomincio i 10km del ritorno e, all’arrivo al passo, scopro che la lava è arrivata fin qui.

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Il giorno dopo è il mio ultimo in Islanda; domani si riparte alle 7 di mattina, per cui… ora o mai più. Mangio la colazione dei campioni, salto in auto e sono al parcheggio in men che non si dica. Divoro i 10km come se fossi a Oropa funivie e mi dicessero che alla Capanna Renata danno Menabrea e concia aggratis. Arrivo al passo, manco mi fermo e salgo come posseduto fino a dove ero arrivato il giorno prima, e lì mi fermo un secondo a prender fiato.

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Prima sorpresa: la lava ha cambiato percorso, e la lingua di ieri è sparita. Seconda sorpresa, non c’è quasi vento. Ma lui c’è, oh si se c’è.

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Arrivo alla sommità della collina e provo l’ebbrezza di stare sopra al vulcano. C’è poco vento, ma ci sono anche dei muretti a secco costruiti da delle brave persone. Mi accomodo dietro uno di questi aiuti provvidenziali e vedo un elicottero volteggiare intorno alla caldera.

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E, poi, eccolo che atterra. Per un secondo ho temuto stessero avendo un guasto.

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E invece no, semplicemente possono starsene lì, ‘ncopp o’ vulcan’. Ad averci i soldi lo farei pure io.

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Poi sento l’inconfondibile rumore degli RB211. No, dai.

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E invece si.

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757, elicottero, volcano. Non so cosa sia meglio.

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Ecco, magari qualcosa da sgranocchiare. Mai snack fu più appropriato.

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Ma torniamo a lui. Dall’alto posso vedere dentro alla caldera e, beh, è qualcosa che non scorderò mai. Il vulcano è pieno, pieno di lava ribollente. E, ogni tanto, obbedendo a forze o impeti che non so comprendere, quella lava esplode. Eccovi una carrellata.

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Rimango li per ore, semplicemente a far niente. Seduto, a vedere il vulcano che ribolle, la lava che aggiunge nuova crosta terrestre, gli elicotteri che vanno e vengono. Non penso a nulla, se non a canticchiarmi qualche canzone tra me e me. Credo che sia l’esperienza più vicina alla meditazione che abbia mai vissuto.

Dopo veramente un sacco di ore mi rendo conto che non ci sono più ripari liberi e di una coppietta che sta tremando nel vento. Mi alzo, offro loro il mio posto e, cercando di riattivare la circolazione delle gambe, inizio a ridiscendere. Grazie mille, Fagradalsfjall.

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Stupidaggini a parte, è il tipo di consiglio tecnico da viaggiatore che cercavo.

Il TR continua ad essere piacevolissimo nonché utile, perché è proprio il tipo di itinerario che vorrei seguire quando, prima o poi, riuscirò a visitare l'Islanda.

Guarda, quella delle salviette umidificanti è l'idea fondamentale. Sono utilissime in qualsiasi situazione. A queste latitudini c'è il problema che o trovi quelle per bambini o quelle struccanti (entrare in Xinjiang con un pacco di salviette con su scritto "MAKE UP REMOVER" ha suscitato sguardi perplessi) ma sono un salvavita se, dopotutto, uno prova un pochino di imbarazzo a salire su un mezzo pubblico puzzando come un intero gregge di ovini.
 
Capitolo I. Icelandair, fortissimamente Icelandair

Nella mia personalissima delle compagnie da provare almeno una volta, Icelandair è sempre stata lì, in alto. Non chiedetemi perché, non ve lo so dire. Forse sono i 757, forse sono le splendide livree speciali, forse il fatto che è la compagnia islandese e l’isola è una meraviglia.. Pur sapendo che il servizio è buy-on-board per quasi tutto, il fascino rimane.
Ecco una compagnia di bandiera che ha senso di esistere. Hanno una strategia, una mission, aerei perfetti nonostante la loro età sulle spalle (soprattutto i 767). Le special livery poi non sono semplici ripitture dell'aereo, ma un'esperienza anche durante il volo, con la possibilità poi di prenotarsi sul sito per provare a volarci sopra. Non ci sono ancora riuscito purtroppo ma è una cosa delle cose che devo riuscire a fare, magari andando in Islanda a vedere la vera aurora boreale. Anche WOW non era male e mi dispiace che sia fallita; è legata al ricordo di un viaggio iniziato male ma finito meravigliosamente, in quell'isola stupenda che ha la capacità di farti dimenticare tutti i problemi che normalmente assillano le nostre vite. Sarò retorico ma 13900 capirà se dico che c'ho lasciato un pezzo di cuore da quelle parti.

Grazie per il TR, mi hai fatto rivivere parti del viaggio più bello che ho fatto.
 
TR epico. Ho resistito alla tentazione di guardarlo nei giorni scorsi, per dedicargli una meritata ora nel riposo del sabato pomeriggio, davanti ad un tè con biscotti e la mente libera da altri impegni.
Grazie di tutto, in particolare per l'empatia che riesci a trasmettere.
 
A meno che qualche altro forumista ripeta l’impresa (con la stessa qualità di foto/racconto) e cammini pure sulla lava a piedi scalzi (ciabatta e calzino stile University of Hertfordshire also accepted), questo è il miglior TR che abbia mai visto. This forum would simply not be the same without such gems.

Parlando di Sarajevo... mi ricordo un'arietta che nemmeno corso Peschiera a Torino alle 7 di un lunedi di novembre. Non so se siano i catafalchi euro 0 che importano dalla Germania, o le centrali a carbone, ma è un peccato. In quella città si dovrebbe solo sentir profumo di burek.

You nailed it, as ever. I vari Golf/BMW/Merc che non vedevi neanche sulle primissime puntate dell’Ispettore Derrick sono ancora sulle strade. Un deep breath da ‘ste parti equivale ad un anno e mezzo di vita che non riavrai mai più. On a brighter note, mi hai fatto venir voglia di burek, provvedo.

G
 
@13900
Le foto del vulcano (non ci provo nemmeno a riscrivere il nome islandese! ) sono veramente epiche, roba da gran finale col botto!Sono anche il riassunto di quello che non posso piu' fare. Con la mia schiena non riesco ad andare da Tpwer Bridge all'ingresso della Torre di Londra pain free, figurati farmi 10km!

@AlicorporateUK
I burek alle verdure li so fare, a casa mia si chiamano burecas. Quelli con la carne non ho ancora imparato! Me ne avete fatto venire la voglia, domani vado a prendere quelli surgelati!
 
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Un Land Cruiser della Protezione Civile islandese è di vedetta, con i tre membri del SAR locale a controllare emissioni e, soprattutto, che nessuno sia eccessivamente cretino.
io lascerei fare... in fondo ognuno ha il diritto di lavarsi come vuole...
 
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Ecco una compagnia di bandiera che ha senso di esistere. Hanno una strategia, una mission, aerei perfetti nonostante la loro età sulle spalle (soprattutto i 767). Le special livery poi non sono semplici ripitture dell'aereo, ma un'esperienza anche durante il volo, con la possibilità poi di prenotarsi sul sito per provare a volarci sopra. Non ci sono ancora riuscito purtroppo ma è una cosa delle cose che devo riuscire a fare, magari andando in Islanda a vedere la vera aurora boreale. Anche WOW non era male e mi dispiace che sia fallita; è legata al ricordo di un viaggio iniziato male ma finito meravigliosamente, in quell'isola stupenda che ha la capacità di farti dimenticare tutti i problemi che normalmente assillano le nostre vite. Sarò retorico ma 13900 capirà se dico che c'ho lasciato un pezzo di cuore da quelle parti.

Grazie per il TR, mi hai fatto rivivere parti del viaggio più bello che ho fatto.

È di sicuro una compagnia (il concetto di "compagnia di bandiera" secondo me è morto da un po', ma vabbè) con una mission specifica e che riescono a compiere per bene. La quantità di transiti americani era impressionante.
Sul lasciarci un pezzo di cuore, capisco benissimo. Così come capisco benissimo gente come Chris Burkhard, fotografo di surfing, natura e filmografo, che c'è andato 47 volte. Sto già considerando un ritorno.

TR epico. Ho resistito alla tentazione di guardarlo nei giorni scorsi, per dedicargli una meritata ora nel riposo del sabato pomeriggio, davanti ad un tè con biscotti e la mente libera da altri impegni.
Grazie di tutto, in particolare per l'empatia che riesci a trasmettere.

Grazie Belumosi! :)

Bellissimo tr, grazie

Grazie a te per leggere.

A meno che qualche altro forumista ripeta l’impresa (con la stessa qualità di foto/racconto) e cammini pure sulla lava a piedi scalzi (ciabatta e calzino stile University of Hertfordshire also accepted), questo è il miglior TR che abbia mai visto. This forum would simply not be the same without such gems.

Troppo gentile, G!

You nailed it, as ever. I vari Golf/BMW/Merc che non vedevi neanche sulle primissime puntate dell’Ispettore Derrick sono ancora sulle strade. Un deep breath da ‘ste parti equivale ad un anno e mezzo di vita che non riavrai mai più. On a brighter note, mi hai fatto venir voglia di burek, provvedo.

G

Si, il problema è lo stesso anche in Asia Centrale. Purtroppo quelle sono le ultime auto tedesche "non elettroniche" e quindi durano millenni... ma inquinano da far schifo. La speranza è che tra regole, l'arrivo di Skoda e Dacia (in particolare quest'ultima, la Duster iniziavo a vederla ovunque in KGZ) cambino le cose.

@13900
Le foto del vulcano (non ci provo nemmeno a riscrivere il nome islandese! ) sono veramente epiche, roba da gran finale col botto!Sono anche il riassunto di quello che non posso piu' fare. Con la mia schiena non riesco ad andare da Tpwer Bridge all'ingresso della Torre di Londra pain free, figurati farmi 10km!

Ah, mi spiace :( Ma grazie per leggere Londonfog.

io lascerei fare... in fondo ognuno ha il diritto di lavarsi come vuole...

Vero, però poi lo sfrigolio di carne mette fame.

Bello bello bello. Se c’è il LIN-KEF ci vado per il wkend.

C'era, il giorno della mia partenza, il diretto per l'HUB diffuso. Redimiti!
 
Capitolo VII. Il rientro.

Stavo a dormire, vi dicevo, a Grindavík. Dopo notti di barbonismo e, diciamocelo, spusa de cavròn, ho deciso di regalarmi uno di quei cottages alla nordica che ogni tanto si vedono da queste parti, perchè pur se costa un occhio della testa alla fin fine si vive una sola volta. In più, accendendo la TV, scopro che ci si può collegare a Prime e di conseguenza rimirare uno dei capolavori della cinematografia moderna.

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La mattina dopo la partenza è alle 7.10 e, memore del fatto che Icelandair mi ha raccomandato di presentarmi a KEF con anticipo fantozziano, sono in piedi alle 3. Raduno i miei pochi averi e prendo Ozzy per un'ultima volta, inforcando la strada verso nord. Mentre guido qualcosa cattura la mia attenzione. Un riflesso rosso nel retrovisore. Guardo meglio - la mia sacca è rossa e già me la immagino per strada - e invece è l'ombra delle fiamme del vulcano. Uno faro rosso che si riflette nelle nuvole. Dietro di me l'aura gialla di Grindavík, a nord-est quella di Reykjavík e ad est il vulcano. Mi aspetto che Frodo e Sam attraversino la strada da un momento all'altro.

Nulla di tutto ciò succede. Faccio benza, abbandono Ozzy al deposito macchine e vado in aeroporto. C'è una coda unica per le partenze Icelandair non-Schengen e, all'alba delle 4 e qualcosa, c'è una sola signora ai banchi del check-in. Il messaggello di Icelandair, e quello qui sotto, sanno un po' di presa per il culo.

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Mi metto il cuore in pace, frutto della mia nuova pazienza zen, e mi ascolto un podcast. Un'ora dopo sono ancora li e la coda si è moltiplicata dietro di me. Sempre una sola matrona al check-in. Poi, alle cinque e qualcosa, arriva un manipolo di altri addetti; gli islandesi nella cosa iniziano uno scroscio di applausi e wo-hooo ironici che confermano l'altissima opinione di questo popolo. Grazie vichinghi.

Sbrigo il check-in in un minuto e sono airside ugualmente presto. Malgrado il numero di partenze ci sono pochi negozi aperti, incluso Victoria's Secret (hub!). Camminando, vedo questo segno per gli arrivi. Massima invidia per loro.

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Un 757 - credo per Parigi CDG - dotato della livrea speciale per i cent'anni dell'aviazione islandese (credo). Va da sé anche lui ficherrimo, ma su un 757 starebbe bene anche la divisa dell'Eurospin.

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Dalla mia ultima visita KEF ha aperto un nuovo molo. Looks oltremodo scandinavi.

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Il nostro ferro durante le operazioni di carico. Altro 767 maggiorenne, dotato di Wi-Fi che, per la prima volta, proverò ad acquistare. Francamente inutilizzabile.

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Una trovata secondo me bella, quella di rendere 'on pier' i remoti tramite passaggi sotterranei.

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Arriva il momento dell'imbarco, con gente che era in coda al gate da un'ora prima della partenza. Salgo tra gli ultimi, rimirando nel frattempo la business per cui Icelandair mi offriva la possibilità di fare upgrade a 155 cucuzze. Sinceramente, non ne vale la pena.

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Barbon, dove appartengo (foto fatte all'arrivo ma vi garantisco che i sedili erano uguali all'imbarco).

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Solo soletto in questa marea Icelandair ecco un aereo United (East End Avenue, dove sei?). UA ha almeno avuto il buonsenso di arrivare col 757 per mimetizzarsi ma è comunque stata rifilata ai remoti.

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Giove Pluvio decide di fare una comparsata.

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E così siamo in aria. Il posto di fianco al mio rimane vuoto, ci saranno si e no una decina di sedili liberi in tutto l'aereo. Il servizio è a pagamento, per cui solitaria tazzina di caffè per me. Speravo di imparare una nuova parola islandese ma no, invece facciamo un ripasso sul significato di Strókur.

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Nuvole nuvole nuvole fino alle Ebridi. In Scozia ci sono tra le spiagge più belle d'Europa e acque ugualmente interessanti, ma la temperatura è infida e la finestra di bel tempo ha una durata media misurabile solo da quegli orologi atomici che sono messi all'interno delle montagne per non venir disturbati dal vento solare.

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Dettaglio, con quel 'undir sætum' che mi sa di latinorum.

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Sopra Brexitland le nuvole tornano a farla da padrone.

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The "Great British Summer"

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Taxiing e ormeggio al T2. Un'ultimo sguardo al nostro 767.

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E qui vorrei terminare, se non fosse che mi tocca fare un'ora e mezza di coda all'immigrazione causa mancanza di agenti. E a me va ancora bene, quelli che non possono usare e-gates ce ne mettono 4, di ore. Ancora una volta, complimenti alla manica di mentecatti che sta rovinando questo paese dove, tutto sommato, le cose andavano bene prima di Brexit. Pazienza, non voglio concludere su queste note, non voglio rovinare questo TR con l'immagine del biondo, dell'indiana razzista o del cretino col sito per diventar ricchi. Concludo con un'ultima foto dei Westfjords. Ciao Islanda, tornerò. E grazie a voi per leggere.

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Da segnalare l’enorme selezione musicale islandese. L’isola, pur contando a malapena il doppio degli abitanti della provincia di Biella, ha una creatività pazzesca. Escono più dischi libri e arte da qui che da tutte le Prealpi.
Infatti pure Netflix ci ha fatto sopra un film, tra il serio ed il faceto -> Eurovision Song Contest - La storia dei Fire Saga
(East End Avenue, dove sei?)
Mi sa che - purtroppo - era stato bannato tempo fa...


Grazie per il TR (anche se mi spiace per i molti che non carpiranno la portata delle citazioni su corso Peschiera, Barriera di Milano ed Oropa...).
Nella mia mente l'Islanda è in una categoria insieme ad Alaska, isole Fær Øer e Groenlandia: un giorno sceglierò una delle quattro per smarcare l'intero gruppo... resta da capire quale.
 
E qui vorrei terminare, se non fosse che mi tocca fare un'ora e mezza di coda all'immigrazione causa mancanza di agenti. E a me va ancora bene, quelli che non possono usare e-gates ce ne mettono 4, di ore. Ancora una volta, complimenti alla manica di mentecatti che sta rovinando questo paese dove, tutto sommato, le cose andavano bene prima di Brexit. Pazienza, non voglio concludere su queste note, non voglio rovinare questo TR con l'immagine del biondo, dell'indiana razzista o del cretino col sito per diventar ricchi. Concludo con un'ultima foto dei Westfjords. Ciao Islanda, tornerò. E grazie a voi per leggere.
E parte un doveroso applauso (per il TR ovviamente) con standing ovation and cat calls!
 
Non so trovare un aggettivo che non sia già stato usato da altri forumisti; esclamerò gli ennesimi "epico", "spettacolare" e "fantastico", ma sappi che che è comunque poco.
Grazie per averlo condiviso, per le magnifiche foto e per il racconto che è sempre di qualità eccelsa.
Nella mia lista dei desideri l'Islanda era presente, dopo aver visto questo TR la sua posizione nella citata lista è migliorata. E di parecchio.

Ciao
Marco
 
Quella sensazione che ti assale quando finisci un libro bello, ma bello davvero, che non volevi finisse: hai mica un altro pezzettino da aggiungere?
 
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Infatti pure Netflix ci ha fatto sopra un film, tra il serio ed il faceto -> Eurovision Song Contest - La storia dei Fire Saga

Si, l'avevo visto (cioè ne ho sentito ma non l'ho visto).

Mi sa che - purtroppo - era stato bannato tempo fa...

Peccato :(

Grazie per il TR (anche se mi spiace per i molti che non carpiranno la portata delle citazioni su corso Peschiera, Barriera di Milano ed Oropa...).
Nella mia mente l'Islanda è in una categoria insieme ad Alaska, isole Fær Øer e Groenlandia: un giorno sceglierò una delle quattro per smarcare l'intero gruppo... resta da capire quale.

Purtroppo non tutti sono così illuminati! Ma educare i bauscia è una missione, anche se spesso sembra una crociata contro i mulini a vento. :D

Se vuoi andare in Alaska, conosco uno che ci fa tours. Poco raccomandabile, ma conosce tutti gli spacciatori di metanfetamina da Fairbanks al Circolo polare. È un pochetto losco, tutto lì.

E parte un doveroso applauso (per il TR ovviamente) con standing ovation and cat calls!

Grazie Silvano!

Non so trovare un aggettivo che non sia già stato usato da altri forumisti; esclamerò gli ennesimi "epico", "spettacolare" e "fantastico", ma sappi che che è comunque poco.
Grazie per averlo condiviso, per le magnifiche foto e per il racconto che è sempre di qualità eccelsa.
Nella mia lista dei desideri l'Islanda era presente, dopo aver visto questo TR la sua posizione nella citata lista è migliorata. E di parecchio.

Ciao
Marco

Grazie Marco. Vai, vai, vai in Islanda.

Quella sensazione che ti assale quando finisci un libro bello, ma bello davvero, che non volevi finisse: hai mica un altro pezzettino da aggiungere?

Magari. Magari davvero. Questi pochi giorni m'hanno rifatto salire la freva di viaggiare... Peccato che non ci sia nulla in canna al momento.