Alitalia + Ferrovie in dirittura di arrivo


Stato
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Dopo LH, anche le fondazioni bancarie azioniste di CDP, sembrano mollare la presa.
Probabilmente la lunga coda davanti al MISE col numerino in mano, ha sfiancato entrambi.

No a investimenti Cdp in Alitalia, fondazioni contrarie - Guzzetti

ROMA, 30 ottobre (Reuters) - Le fondazioni bancarie sono assolutamente contrarie a investimenti di Cassa depositi e prestiti in Alitalia, e si esprimerebbero negativamente qualora questa decisione fosse messa ai voti.
Lo ha detto il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti alla conferenza stampa di presentazione della Giornata Mondiale del Risparmio.
“Sul punto siamo rigidissimi, in Alitalia Cdp non deve mettere un euro per nessuna ragione, e siccome sono votazioni a maggioranza qualificata, il sistema delle fondazioni mi ha già dato mandato di dire di no, non voteremo investimenti in Alitalia”, ha spiegato Guzzetti, che parla in rappresentanza degli azionisti delle fondazioni bancarie che hanno il 16% circa di Cdp. La Cassa è controllata dal Tesoro, che ne detiene poco meno dell’83%.

Il piano del governo prevede un rilancio dell’ex compagnia di bandiera con il coinvolgimento sia di Ferrovie dello Stato che di Cdp.

https://it.reuters.com/article/bondsNews/idITL8N1XA598
 
Ma CDP in AZ non dovrebbe essere neanche una vaga idea. Scherziamo? Se accadesse, sarebbe davvero l'inizio della fine.
 
Ciao a tutti, di seguito un pezzo di Livini con gli otto nodi nella situazione di Alitalia

Alitalia, nebbia sul binario dell'acquisizione da parte di Fs
27 OTTOBRE 2018
Il governo oscilla sul progetto di far acquisire la compagnia da Fs e il piano presenta molte criticità. A rischiare sono gli investimenti sui nuovi treni e a pagare saranno i pendolari e tutti i contribuenti
DI ETTORE LIVINI

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Milano. Questo matrimonio s'ha da fare. O forse no. Il treno con le ali - alias le nozze societarie tra una compagnia aerea come Alitalia e un gestore ferroviario come Fs - è una prima assoluta a livello mondiale. Lega e M5s hanno deciso però di tirare dritto. L'ex-compagnia di bandiera, nel suo assetto attuale, non la vuole nessuno. I big esteri sono disposti a entrare solo dopo una ristrutturazione, la Ue ci impone di restituire ai contribuenti - si vedrà se succederà davvero - il miliardo di prestito ponte (interessi compreso) che ha tenuto in cielo la società. La soluzione è così quella di far intervenire le Ferrovie. Senza (ad ora) un piano industriale reale. Unica certezza: a pagare sono di nuovo gli italiani con il rischio tra l'altro che queste nozze promiscue - invece di salvare l'ex compagnia di bandiera - finiscano per affondare anche i treni. Nella nebbia naviga ormai anche il vicepremier Luigi Di Maio, sponsor numero uno dell'operazione.

Nelle ultime ore Di Maio, conscio forse di aver fatto il passo più lungo della gamba, ha parlato di un intervento delle Ferrovie come "partner tecnico". Ecco comunque di seguito gli otto motivi per cui la fusione tra i treni e gli aerei - con buona pace degli slogan - ha molti più problemi che opportunità.

L'ingresso di Fs in Alitalia - ha detto il premier Giuseppe Conte - "permetterebbe di lavorare al biglietto unico treno-aereo" per favorire il turismo in Italia. L'idea, in sé, è ottima. Per farlo, però, non è necessario mandare a nozze le due società mobilitando i soldi dei contribuenti. Basta un accordo commerciale. Fs e Alitalia stavano per annunciare un'intesa di questo tipo (senza operazione finanziarie) prima del siluramento dell'ad Renato Mazzoncini. Emirates ha un accordo simile con le Ferrovie, intese commerciali ci sono tra Deutsche Bahn e Lufthansa, tra Sncf e Air France, tra Tap e Pendular, Swiss e Ffs. Ma nessuno si è mai sognato di consolidare queste intese con alleanze azionarie.

Anche l'intermodalità tra treno e aereo, evocata spesso dal vicepremier Luigi Di Maio, è cosa buona e giusta. Se solo fosse possibile farla davvero. L'alta velocità tricolore - non certo per colpa dell'attuale governo - non arriva né a Fiumicino né a Malpensa. I tempi di collegamento tra i due scali e i Frecciarossa sono biblici. Le sinergie (al netto dei disagi della connessione tra aereo e treni veloci) sono relative e in qualche caso - sul Milano-Roma ad esempio - rischiano di diminuire la concorrenza a svantaggio dei consumatori. Fs - ha detto l'ad del gruppo Gianfranco Battisti - può coprire sostituendole alcune tratte aeree come Roma-Firenze e Roma-Bologna. Ma il numero di passeggeri interessati, un milione circa all'anno, è ridotto. E molte sono persone che vanno a Roma per prendere poi un volo a lungo raggio. Fattore che rende il treno poco concorrenziale.

La finanza è forse il tema più spinoso. I guai di Alitalia rischiano di complicare la vita alle Fs. Distraendo soldi e risorse dal core business della rotaia con possibili effetti collaterali sui pendolari. I commissari dell'ex compagnia di bandiera hanno fatto un buon lavoro: i ricavi sui passeggeri internazionali (i più redditizi) sono cresciuti del 7,4%, le entrate da optional (bagagli, posti assegnati e altro) del 21,6%, il tasso di riempimento degli aerei è cresciuto di sette punti oltre l'80% e l'utilizzo degli aerei a breve-medio raggio è aumentato del 9%. I conti però ancora non tornano. La compagnia perderà anche quest'anno tra i 450 e i 500 milioni, più o meno quanto guadagnano le Ferrovie.

Fs dovranno poi mettere un chip di qualche centinaio di milioni per entrare nel capitale e rischiano di doversi fa carico in quota non solo delle perdite ma anche dei 2-3 miliardi necessari per rinnovare la flotta (anche se qui potrebbe intervenire Cdp).

Il nodo dei pendolari. Perché i pendolari dovrebbero preoccuparsi dell'ingresso di Fs in Alitalia? Per un motivo semplice: tutti i soldi spesi per gli aerei (la coperta è sempre la stessa) vengono sottratti agli investimenti sulle rotaie. In primis ai 600 nuovi treni per i pendolari (costo previsto 6 miliardi) le cui consegne inizieranno il prossimo maggio. L'ingresso nel capitale di Alitalia potrebbe tra l'altro peggiorare il rating delle Ferrovie rendendo più costoso vendere i bond necessari per completare il finanziamento per il rinnovo della flotta.

I soldi pubblici in Fs. Dire che Fs salva Alitalia è come dire che i contribuenti salvano Alitalia. I conti delle Ferrovie stanno in piedi infatti grazie a un ingente trasferimento annuo di denaro pubblico (circa 4 miliardi). Circa la metà sono i versamenti a Rfi per garantire gli investimenti sulla rete e sulla manutenzione. Oltre due miliardi l'anno arrivano invece dalle Regioni sotto forma dei contratti di servizio per garantire i servizi locali. Senza questo tesoretto il bilancio chiuderebbe in rosso profondissimo.

La compagnia di bandiera. Serve ancora nel 2018 una compagnia di bandiera come sostengono Salvini e Di Maio? I fatti dicono di no. Gran Bretagna, Spagna, Belgio, Svizzera, Austria e tanti altri paesi vivono senza una compagnia nazionale controllata dallo Stato. La crisi di Alitalia non ha impedito al mercato italiano del trasporto aereo di crescere dai 130 milioni del 2009 ai 176 del 2017.

Alitalia gestisce oggi solo l'8,5% dei passeggeri per voli internazionali dall'Italia, meno persino di Lufthansa e distante da Ryanair e Easyjet. Possibile che un partner straniero la distrugga rubando le rotte? Non è affatto detto. Swiss, salvata da Lufthansa senza aiuti dello Stato a inizio millennio, ha quasi raddoppiato i suoi dipendenti (dopo un calo iniziale) e i collegamenti internazionali.

L'onere sui contribuenti. Se prevarrà lo schema delineato da Di Maio, il costo iniziale a carico dei contribuenti per le nozze Fs-Alitalia balla tra gli 1 e i 2 miliardi. Sul piatto vanno la quota del prestito ponte trasformata in capitale, i soldi spesi da Fs per rilevare Alitalia e quelli che saranno necessari per gli investimenti a carico da Cdp. Tutti elementi che hanno messo già l'operazione nel mirino della Ue e che potrebbero alla fine portare anche la Corte dei Conti ad accendere un faro sul matrimonio tra aerei e treni.

Il nodo esuberi. Nessun partner privato è disposto a rilevare Alitalia nell'assetto attuale. Tutti chiedono una ristrutturazione. L'ipotesi allora (un altro salasso diretto per gli italiani) è far assorbire parte degli esuberi dalle Fs - si parla di un migliaio di persone - spendendo un altro po' dei soldi riservati ai treni pendolari per gli stipendi. Nel frattempo vanno rinnovati i contratti di solidarietà che fanno da ammortizzatore sociale (garantendo l'80% dello stipendio) al settore. Costo a carico, in parte, dei passeggeri sotto forma di tasse sul biglietto.
 
Dopo LH, anche le fondazioni bancarie azioniste di CDP, sembrano mollare la presa.
Probabilmente la lunga coda davanti al MISE col numerino in mano, ha sfiancato entrambi.

No a investimenti Cdp in Alitalia, fondazioni contrarie - Guzzetti

ROMA, 30 ottobre (Reuters) - Le fondazioni bancarie sono assolutamente contrarie a investimenti di Cassa depositi e prestiti in Alitalia, e si esprimerebbero negativamente qualora questa decisione fosse messa ai voti.
Lo ha detto il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti alla conferenza stampa di presentazione della Giornata Mondiale del Risparmio.
“Sul punto siamo rigidissimi, in Alitalia Cdp non deve mettere un euro per nessuna ragione, e siccome sono votazioni a maggioranza qualificata, il sistema delle fondazioni mi ha già dato mandato di dire di no, non voteremo investimenti in Alitalia”, ha spiegato Guzzetti, che parla in rappresentanza degli azionisti delle fondazioni bancarie che hanno il 16% circa di Cdp. La Cassa è controllata dal Tesoro, che ne detiene poco meno dell’83%.

Il piano del governo prevede un rilancio dell’ex compagnia di bandiera con il coinvolgimento sia di Ferrovie dello Stato che di Cdp.

https://it.reuters.com/article/bondsNews/idITL8N1XA598
Giggino e il verde lo hanno già invitato a candidarsi e a prendere i voti per parlare?
Gli hanno già fatto sapere che nei prossimi crack bancari previsti a breve per via dello spread alle stelle il governo potrebbe tirarsi indietro nonostante abbiano promesso di salvarle nonostante una delle accuse più infamanti al PD fosse di aver salvato le banche dai fallimenti?

In ogni caso CDP verrà utilizzata come lessor o finanziatore del piano flotta, difficile che potesse essere fatta entrare nel capitale sociale visto il grado di rischio ampiamente fuori dai parametri di intervento di CDP, fra l'altro già utilizzata in alcune occasioni da giggino e soci per alcuni salvataggi, tipo quello dell'azienda autobus proprio insieme a Leonardo e FS.
 
Dopo LH, anche le fondazioni bancarie azioniste di CDP, sembrano mollare la presa.
Probabilmente la lunga coda davanti al MISE col numerino in mano, ha sfiancato entrambi.

No a investimenti Cdp in Alitalia, fondazioni contrarie - Guzzetti

ROMA, 30 ottobre (Reuters) - Le fondazioni bancarie sono assolutamente contrarie a investimenti di Cassa depositi e prestiti in Alitalia, e si esprimerebbero negativamente qualora questa decisione fosse messa ai voti.
Lo ha detto il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti alla conferenza stampa di presentazione della Giornata Mondiale del Risparmio.
“Sul punto siamo rigidissimi, in Alitalia Cdp non deve mettere un euro per nessuna ragione, e siccome sono votazioni a maggioranza qualificata, il sistema delle fondazioni mi ha già dato mandato di dire di no, non voteremo investimenti in Alitalia”, ha spiegato Guzzetti, che parla in rappresentanza degli azionisti delle fondazioni bancarie che hanno il 16% circa di Cdp. La Cassa è controllata dal Tesoro, che ne detiene poco meno dell’83%.

Il piano del governo prevede un rilancio dell’ex compagnia di bandiera con il coinvolgimento sia di Ferrovie dello Stato che di Cdp.

https://it.reuters.com/article/bondsNews/idITL8N1XA598

La fila si sfila
 
Dopo LH, anche le fondazioni bancarie azioniste di CDP, sembrano mollare la presa.
Probabilmente la lunga coda davanti al MISE col numerino in mano, ha sfiancato entrambi.

No a investimenti Cdp in Alitalia, fondazioni contrarie - Guzzetti

ROMA, 30 ottobre (Reuters) - Le fondazioni bancarie sono assolutamente contrarie a investimenti di Cassa depositi e prestiti in Alitalia, e si esprimerebbero negativamente qualora questa decisione fosse messa ai voti.
Lo ha detto il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti alla conferenza stampa di presentazione della Giornata Mondiale del Risparmio.
“Sul punto siamo rigidissimi, in Alitalia Cdp non deve mettere un euro per nessuna ragione, e siccome sono votazioni a maggioranza qualificata, il sistema delle fondazioni mi ha già dato mandato di dire di no, non voteremo investimenti in Alitalia”, ha spiegato Guzzetti, che parla in rappresentanza degli azionisti delle fondazioni bancarie che hanno il 16% circa di Cdp. La Cassa è controllata dal Tesoro, che ne detiene poco meno dell’83%.

Il piano del governo prevede un rilancio dell’ex compagnia di bandiera con il coinvolgimento sia di Ferrovie dello Stato che di Cdp.

https://it.reuters.com/article/bondsNews/idITL8N1XA598
le fondazioni hanno il 15 e virgola per cento, e potere di veto su decisioni strategiche come ingresso in capitale, non su linee di credito, in effetti c'è molta nebbia
 
le fondazioni hanno il 15 e virgola per cento, e potere di veto su decisioni strategiche come ingresso in capitale, non su linee di credito, in effetti c'è molta nebbia
Ecco spiegata la decisione di usare CDP come finanziatore o come lessor. In teoria essere finanziatore con pegno sulle macchine o lessor protegge almeno in parte l'investimento in quanto le macchine sono a garanzia dell'investimento.
 
Altri investitori entusiasti non hanno retto alla lunghezza della coda.

Alitalia: Eni, Leonardo e Fondazioni bancarie si sfilano

Smentite le voci di una possibile partecipazione al salvataggio della compagnia di bandiera. Guzzetti (Acri): Pronti a opporre veto a investimento di Cdp

di Francesco Bertolino

Il piano su Alitalia non convince gli attori chiamati in causa dal governo. Oggi è arrivata una pioggia di smentite alle indiscrezioni che volevano Cassa Depositi e Prestiti, Leonardo ed Eni coinvolte nel salvataggio della compagnia di bandiera. Il rifiuto più duro è arrivato dalle Fondazioni bancarie, forti di una quota di minoranza (15,93%) in Cdp e, soprattutto, di un diritto di veto sulle operazioni strategiche. “L'ho detto e lo ripeto, è diventato un ritornello e sul punto siamo rigidissimi: in Alitalia, Cdp non deve mettere un euro per nessuna ragione", ha chiarito Giuseppe Guzzetti, presidente dell'Acri che rappresenta le Casse di Risparmio e le Fondazioni bancari. “Siccome sono votazioni a maggioranza qualificata, il sistema delle Fondazioni mi ha già dato mandato di dire che non voteremo investimenti in Alitalia", ha aggiunto, chiudendo la porta a un possibile intervento, ventilato dal vicepremier Luigi Di Maio, di Cdp a fianco di Ferrovie dello Stato nell’acquisizione di Alitalia. Accennando al prossimo piano industriale di Cdp, Guzzetti ha infine concluso: "Il nuovo Cda, amministratore delegato e presidente ci daranno delle garanzie, senza costringerci ai voti, che tuteleranno i risparmi degli italiani", che potrebbero essere messi a rischio se impegnati per risollevare le sorti di Alitalia.
No secco anche da Leonardo che, precisano fonti della società, “non ha e non prevede di avere alcun ruolo" nel salvataggio della compagnia aerea. Le voci di un possibile coinvolgimento della società erano bastate a spingere il titolo a -3,8%, ai minimi da luglio.

Al coro di smentite si è unita anche Eni che, secondo indiscrezioni, in quanto primo fornitore di carburante di Alitalia avrebbe potuto partecipare all’operazione. "Non siamo stati coinvolti in alcuna operazione su Alitalia e l'ipotesi di un nostro ingresso nella compagnia è priva di fondamento", ha sottolineato un portavoce del Cane a sei zampe.
Infine, anche Lufthansa ha innestato la retromarcia su Alitalia. Il ceo Carsten Spohr, pur confermando la centralità dell’Italia nei progetti di crescita del vettore tedesco, ha affermato di non essere interessato ad essere un co-investitore in Alitalia. In altri termini, senza scartare la possibilità di una partnership, Spohr ha escluso di poter “investire nella compagnia insieme al governo” italiano. Dichiarazioni a cui a stretto giro di posta ha replicato il vicepremier Di Maio: “Io aspetto il termine per le offerte vincolanti, poi ci leggiamo le offerte vincolanti. Immagino che ognuno metterà le proprie pre-condizioni e in base alle condizioni valuteremo. Non è che le offerte si fanno a comunicati stampa”.
Nel frattempo un'offerta vincolante per il 100% di Alitalia è sul tavolo del consiglio di amministrazione di Fs che oggi dovrebbe dare il via libera alla proposta di acquisizione della compagnia entro il termine della procedura di amministrazione straordinaria prevista per domani. Il board sta discutendo l’opportunità dell'ingresso nel capitale del vettore fallito tre volte negli ultimi nove anni.

https://www.milanofinanza.it/news/a...azioni-bancarie-si-sfilano-201810301712525861
 
Altri investitori entusiasti non hanno retto alla lunghezza della coda.

Alitalia: Eni, Leonardo e Fondazioni bancarie si sfilano

Smentite le voci di una possibile partecipazione al salvataggio della compagnia di bandiera. Guzzetti (Acri): Pronti a opporre veto a investimento di Cdp

di Francesco Bertolino

Il piano su Alitalia non convince gli attori chiamati in causa dal governo. Oggi è arrivata una pioggia di smentite alle indiscrezioni che volevano Cassa Depositi e Prestiti, Leonardo ed Eni coinvolte nel salvataggio della compagnia di bandiera. Il rifiuto più duro è arrivato dalle Fondazioni bancarie, forti di una quota di minoranza (15,93%) in Cdp e, soprattutto, di un diritto di veto sulle operazioni strategiche. “L'ho detto e lo ripeto, è diventato un ritornello e sul punto siamo rigidissimi: in Alitalia, Cdp non deve mettere un euro per nessuna ragione", ha chiarito Giuseppe Guzzetti, presidente dell'Acri che rappresenta le Casse di Risparmio e le Fondazioni bancari. “Siccome sono votazioni a maggioranza qualificata, il sistema delle Fondazioni mi ha già dato mandato di dire che non voteremo investimenti in Alitalia", ha aggiunto, chiudendo la porta a un possibile intervento, ventilato dal vicepremier Luigi Di Maio, di Cdp a fianco di Ferrovie dello Stato nell’acquisizione di Alitalia. Accennando al prossimo piano industriale di Cdp, Guzzetti ha infine concluso: "Il nuovo Cda, amministratore delegato e presidente ci daranno delle garanzie, senza costringerci ai voti, che tuteleranno i risparmi degli italiani", che potrebbero essere messi a rischio se impegnati per risollevare le sorti di Alitalia.
No secco anche da Leonardo che, precisano fonti della società, “non ha e non prevede di avere alcun ruolo" nel salvataggio della compagnia aerea. Le voci di un possibile coinvolgimento della società erano bastate a spingere il titolo a -3,8%, ai minimi da luglio.

Al coro di smentite si è unita anche Eni che, secondo indiscrezioni, in quanto primo fornitore di carburante di Alitalia avrebbe potuto partecipare all’operazione. "Non siamo stati coinvolti in alcuna operazione su Alitalia e l'ipotesi di un nostro ingresso nella compagnia è priva di fondamento", ha sottolineato un portavoce del Cane a sei zampe.
Infine, anche Lufthansa ha innestato la retromarcia su Alitalia. Il ceo Carsten Spohr, pur confermando la centralità dell’Italia nei progetti di crescita del vettore tedesco, ha affermato di non essere interessato ad essere un co-investitore in Alitalia. In altri termini, senza scartare la possibilità di una partnership, Spohr ha escluso di poter “investire nella compagnia insieme al governo” italiano. Dichiarazioni a cui a stretto giro di posta ha replicato il vicepremier Di Maio: “Io aspetto il termine per le offerte vincolanti, poi ci leggiamo le offerte vincolanti. Immagino che ognuno metterà le proprie pre-condizioni e in base alle condizioni valuteremo. Non è che le offerte si fanno a comunicati stampa”.
Nel frattempo un'offerta vincolante per il 100% di Alitalia è sul tavolo del consiglio di amministrazione di Fs che oggi dovrebbe dare il via libera alla proposta di acquisizione della compagnia entro il termine della procedura di amministrazione straordinaria prevista per domani. Il board sta discutendo l’opportunità dell'ingresso nel capitale del vettore fallito tre volte negli ultimi nove anni.

https://www.milanofinanza.it/news/a...azioni-bancarie-si-sfilano-201810301712525861
Mi sa che Giggino la sta prendendo malino...
 
Alitalia, da cda Ferrovie via libera all'offerta

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ECONOMIA


Pubblicato il: 30/10/2018 20:18

Primo via libera dal Cda di Ferrovie dello Stato ad Alitalia. Il Consiglio di Amministrazione di Fs, riunitosi oggi sotto la presidenza di Gianluigi Vittorio Castelli, ha infatti deliberato di presentare l'offerta per l'acquisto dei rami d’azienda delle società Alitalia-Società Aerea Italiana e Alitalia Cityliner. E' quanto comunica Fs in una nota.
Intanto, oggi Lufthansa ha reso noto che non intende essere "co-investitore" con il Governo italiano nella ristrutturazione di Alitalia. Questa la posizione del colosso tedesco indicata dal ceo Carsten Spohr nel corso della presentazione agli analisti dei conti del terzo trimestre. "Non saremo co-investitori con il governo in un vettore aereo in ristrutturazione", ha detto Spohr. Su un eventuale intervento in Alitalia, Lufthansa ha sempre spiegato di essere interessata a una nuova compagnia ristrutturata.

http://www.adnkronos.com/soldi/economia/2018/10/30/alitalia-cda-ferrovie-via-libera-all-offerta_hyPqtP028QmlcGqV7qq0qM.html


 
spendere 100 milioni in alitalia, quando i treni regionali e interregionali offrono un servizio scadente per puntualità, qualità del materiale rotabile e linee antiquate. Non so come faranno a farlo capire ai pendolari
 
spendere 100 milioni in alitalia, quando i treni regionali e interregionali offrono un servizio scadente per puntualità, qualità del materiale rotabile e linee antiquate. Non so come faranno a farlo capire ai pendolari
Ai pendolari non hanno mai avutobla necessità di spiegarlo,sono pendolari e debbono farselo andare bene. Fra l'altro dove si è inserito qualche operatore regionale il servizio è quasi peggio. Mi spiegavano amici esperti del settore che per far funzionare al top il servizio regionale servirebbero tariffe circa doppie e centinaia di miliardi di investimenti ed eliminazione dei no tutto. Insomma è più facile che facciano diventare AZ la migliore in Europa.
 
Quando le Ferrovie saranno incasinate per via di questa operazione scellerata imposta dal governo ,si chiederà l'intervento della Tirrenia per creare una sinergia terra -acqua -aria , mi sembra la fiera dell'est ...
 
Quando le Ferrovie saranno incasinate per via di questa operazione scellerata imposta dal governo ,si chiederà l'intervento della Tirrenia per creare una sinergia terra -acqua -aria , mi sembra la fiera dell'est ...

Tirrenia si fonderà con Moby in tutto ciò :D
 
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