Thread Alitalia - Aprile 2018

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Due banche straniere, la tedesca Dvb Bank e l'americana Pk AirFinance Sàrl, si sono intestate la proprietà di due società irlandesi controllate da Alitalia, di cui avevano in pegno le azioni, scrive Il Sole-24 Ore, facendo scattare la garanzia prevista dai contratti di finanziamento di aerei. Questo è avvenuto pochi giorni dopo il commissariamento della compagnia italiana, si legge sempre sul quotidiano.

In pratica, queste società sono proprietarie di 26 aeromobili, che Alitalia ha in leasing operativo. La banca tedesca possiede 5 aerei e quella americana 21. La proprietà è stata intestata alle due banche. Tutto ciò è stato rivelato da un documento, il "Programma dei commissari straordinari", che Il Sole-24 Ore ha anticipato, presentato al Mise.

I tre commissari lo avrebbero dovuto presentare entro 180 giorni dalla nomina (2 maggio 2017), ma a fine ottobre chiesero una proroga di 90 giorni, scaduta lo scorso 27 gennaio. Il documento porta data 26 gennaio 2018 e soltanto adesso è disponibile.

http://guidaviaggi.it/notizie/190501/

APC bye bye? insieme ai già pochi aerei di proprietà?
Fico
 
Vediamo se ho capito bene:
prima Alitalia non valeva niente, adesso, dopo questa notizia, vale meno di niente.

Giusto o interpreto male?
Sostanzialmente AZ pagava il leasing a queste società irlandesi sue che pagavano i prestiti ricevuti per l'acquisto della flotta. Da quello che si legge i finanziatori hanno acquisito le società a fronte del debito contratto da queste società per acquisire la flotta. Probabilmente è esclusivamente una questione di giro, nel senso che le macchine erano da pagare.
 
Sostanzialmente AZ pagava il leasing a queste società irlandesi sue che pagavano i prestiti ricevuti per l'acquisto della flotta. Da quello che si legge i finanziatori hanno acquisito le società a fronte del debito contratto da queste società per acquisire la flotta. Probabilmente è esclusivamente una questione di giro, nel senso che le macchine erano da pagare.

In pratica NON si tratta di quelle macchina in leasing "particolare" ex proprietà Alitalia che erano state "cedute" a società di leasing di proprietà (anch'esse) Alitalia per mere ragioni fiscali?
Perché mi sembrava di aver capito che dette macchine fossero di piena proprietà AZ, non "da pagare".
Prego sempre correggermi se scrivo baggianate.
 
In pratica NON si tratta di quelle macchina in leasing "particolare" ex proprietà Alitalia che erano state "cedute" a società di leasing di proprietà (anch'esse) Alitalia per mere ragioni fiscali?
Perché mi sembrava di aver capito che dette macchine fossero di piena proprietà AZ, non "da pagare".
Prego sempre correggermi se scrivo baggianate.
Considerato che tutto può essere perché l'articolo non ci dice di quali macchine si parla, ma parla di quote azionarie date in pegno di crediti relativi al finanziamento dell'acquisto delle macchine stesse fa supporre che si parli di parte delle nuove macchine. Fra l'altro probabilmente la cosa è relativa all'operazione di consolidamento e rifinanziamento del debito sulla flotta effettuata da SAI all'inizio dell'era EY dove per ridurre il costo del finanziamento della flotta si è provveduto a cedere le macchine ad AB e altri riscattando i relativi finanziamenti e qualche altro e rifinanziando il tutto.
 
Sentenza a favore di AZ:



Alitalia vince sugli incentivi alle low cost

di Mara Monti

La battaglia di Alitalia contro le low cost segna un punto a favore della compagnia di bandiera, riportando l’attenzione sugli accordi con gli aeroporti spesso ritenuti poco trasparenti. Con una sentenza depositata ieri dalle sezioni unite della Cassazione si mette fine a una battaglia iniziata nel 2015 con la quale Alitalia aveva chiesto attraverso una serie di ricorsi ai Tar di Veneto, Puglia, Sardegna e Sicilia, l’esibizione dei contratti sottostanti gli accordi tra Ryanair e gli aeroporti di Alghero, Bari, Trapani e Verona. A nulla è valsa l’opposizione fatta valere dagli stessi soggetti che nei diversi passaggi legali hanno sempre fatto opposizione alla visione dei documenti. Alla luce della decisione della Cassazione ora gli “armadi” potranno essere aperti per fare chiarezza su un capitolo da sempre ritenuto poco trasparente. Ryanair contattata non ha voluto commentare. Il direttore geerale dell’aeroporto di Alghero, Mario Peralda si è limitato a dire che «le sentenze non si commentano. Faremo tutto quanto necessario per rispettare la decisione dei giudici».

La vicenda degli incentivi alle compagnie low cost si trascina da anni. Lo stesso ex ministro dei Trasporti, Graziano Delrio rispondendo a una interrogazione parlamentare lo scorso anno aveva parlato di 40 milioni di euro elargiti ogni anno come «incentivazioni riconducibili ai finanziamenti degli enti locali ai vettori». Una cifra stimata per difetto dal momento che si riferiva a un elenco limitato di scali, una decina, monitorati dal ministero. Lo scorso dicembre il commissario straordinario di Alitalia, Luigi Gubitosi era tornato sull’argomento e parlando dei rapporti tra compagnie low cost ed gli aeroporti si era spinto a stimare tra 100 e 150 milioni di sussidi e contributi al marketing, finanziamenti che se si ritiene di dare «deve essere garantita trasparenza e parità di accesso»,aveva commentato. Alitalia ha sempre ritenuto di essere stata danneggiata da questo tipo di accordi che garantiscono alle low cost accesso al mercato potendo praticare tariffe più basse grazie anche agli incentivi.

Gli aeroporti, a loro volta, si sono sempre difesi ritenendo che questi tipi di accordi sono consentiti e praticati in tutta Europa in quanto si riferiscono ai cosiddetti contributi di co-marketing previsti dalle regole europee per gli scali minori. Non si tratterebbe, quindi, di aiuti di Stato in quanto non sono gli enti locali e tanto meno le autorità centrali a pagare le compagnie low cost, in quanto l’oggetto di tali accordi è la promozione del territorio all’estero, con campagne pubblicitarie sulle singole destinazioni. Accordi praticati in tutta Europa, ma dal momento che in Italia gli aeroporti minori sono molto di più numerosi che negli altri Paesi, il fenomeno risulta più visibile.

Per gli scali portare più passeggeri significa incrementare le entrate attraverso le tasse aeroportuali, non sempre questa strategia risulta vincente. Come nel caso della società di gestione di Trapani, la Airgest (controllata dalla regione Sicilia), che ha rischiato di finire in concordato preventivo per aver lautamente incentivato Ryanair: per salvarla è dovuta intervenire la Regione Sicilia con un aumento di capitale.

Con la decisione della Corte, Alitalia, assistita dalla low firm Legance, potrà ottenere l'esibizione dei contratti fra Ryanair e i quattro gestori: l’aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca, l’aeroporti di Puglia (Bari), la Sogeaal (aeroporto di Alghero Fertilia) e Airgest (aeroporto Birgi di Trapani). La Corte ha anche condannato le stesse controparti a risarcire Alitalia per danni da lite temeraria per 65mila euro (5mila euro ciascuna). La sentenza costituisce così un precedente da esibire anche con gli altri scali italiani qualora si ritenesse di volere avere accesso alla documentazione contrattuale non solo con Ryanair, ma anche con altre compagnie aeree.


http://mobile.ilsole24ore.com/solem...incentivi-low-cost-200927.shtml?uuid=AEJWQDcE
 
Ultima modifica da un moderatore:
@ripps: come avevamo già chiesto, gli articoli, ogni volta che è possibile, è preferibile postarli per intero. Il link deve essere l'eccezione e non la regola.
 
Sentenza quasi storica a favore di AZ:

23 aprile 2018 - (Teleborsa) – Mentre si attende il decreto che prorogherà di sei mesi l’iter di vendita di Alitalia, per consentire una migliore analisi delle quattro proposte arrivate per l’ex compagnia di bandiera, qualcosa si muove anche sul fronte commerciale e della competizione con i vettori low-cost.
Una sentenza della Cassazione potrebbe infatti portare nuovamente alla ribalta l’annoso problema degli accordi di co-marketing fra le compagnie che offrono biglietti a basso costo e gli aeroporti considerati minori. Accordi ammessi dalla normativa europea ed attivi in tutto il Continente, ma caratterizzati in Italia da molte ombre e decisamente poco trasparenti, tanto da sollevare il dubbio che si tratti di finanziamenti “illeciti” alla concorrenza.
Ii giudici della Cassazione, accogliendo una serie di ricorsi presentati da Alitalia ai TAR di Veneto, Puglia, Sardegna e Sicilia, hanno disposto di rendere pubblici i contratti sottostanti gli accordi siglati rispettivamente dagli aeroporti di Verona, Bari, Alghero e Bari con la low-cost irlandese Ryanair, spina nel fianco del vettore nazionale. E’ quanto riferito da Il Sole 24 Ore.
Alitalia, quindi, potrà ora richiedere la visione dei contratti siglati fra Ryanair ed i quattro gestori aeroportuali dell’Aeroporto di Verona, dell’Aeroporto di Bari, dell’Aeroporto di Alghero e dell’Aeroporto di Trapani. La Cassazione ha anche disposto un risarcimento complessivo di 65 mila euro ad Alitalia per “danni da lite temeraria”.
Si tratta di una decisione che potrebbe essere storica per la compagnia, che sulla base della sentenza, ha la facolta di chiedere di rendere pubblici i contratti siglati con altri aeroporti ed altre compagnie low-cost.
Perché tanto clamore?
I contratti di co-marketing, come detto, sono ammessi proprio dalla normativa europea e finalizzati alla promozione degli scali più piccoli per sviluppare il territorio e l’economia locale in ambito europeo, consentendo l’apertura di nuove rotte e l’inclusione delle destinazioni meno trafficate nel network europeo. E sin qui nulla da obiettare.
Il problema degli accordi in questione e di tanti altri di questo tipo, attivi fra gli aeroporti minori e altre compagnie a basso costo, è che non sono chiari gli “incentivi” offerti ai vettori per transitare su questi scali ed aprire nuove rotte da e verso l’UE. Non si tratterebbe certo di aiuti di Stato, perché non siglati da soggetti pubblici, bensì dalle compagnie private che gestiscono gli scali, come più volte precisato dalle stesse, ma potrebbero costituire un elemento che falsa la concorrenza e rende meno competitiva Alitalia rispetto alle compagnie low-cost. E quindi ricadere eventualmente sotto la tutela dell’Antitrust.
Di qui, la lunga battaglia avviata dalla compagnia Tricolore nel 2015 contro Ryanair, per chiedere maggiore “trasparenza” e valutare se possano rappresentare un elemento che falsa la concorrenza e permette alle low-cost di praticare tariffe molto più basse rispetto alla compagnia nazionale.
Degli incentivi alle low-cost aveva parlato anche il Ministro dei Trasporti Graziano Delrio, in una interrogazione parlamentare, stimando in almeno 40 milioni la cifra annualmente elargita. Ma gli aeroporti monitorati dal Ministero sono solo una decina, mentre il commissario di Alitalia, Luigi Gubitosi, ha parlato di una somma ben più alta, che si aggirerebbe fra 100 e 150 milioni di euro. Una somma non indifferente che potrebbe certamente falsare la concorrenza se non fosse garantita la parità di accesso.
 
ieri ho volato su ICN - FCO AZ759 con EI DIR (dopo la riconfigurazione lo noti perchè ha le cappelliere più strette....ma per il resto il viaggiatore non ci fa nemmeno caso)
Full in tutte le classi di viaggio (90% coreani)
Livello del servizio, professionalità e cortesia degli AV davvero eccellenti con un capo cabina davvero da lodare (non ricordo il nome)
Anche FCO, quando arrivi, sembra adesso un vero aeroporto internazionale (pienissimo di gente agli internazionali) e ho impiegato meno di 60 secondi per il controllo passaporto elettronico.

Spero da viaggiatore italiano "seriale" sul lungo raggio, a prescindere da tutto, che ALITALIA o che comunque quel di buono che c'è (e non mi sembra davvero poco) possano continuare a rappresentare uno spicchio di bella Italia quando ti imbarchi da un gate di un paese lontano...good luck Alitalia ... (and Italy)
 
ROMA - La Commissione Ue ha aperto un'indagine approfondita per valutare se il prestito ponte di 900 milioni di euro che l'Italia ha concesso ad Alitalia costituisca un aiuto di Stato. Bruxelles "al momento è del parere che il prestito statale costituisca un aiuto di Stato", si legge in una nota. L'Unione europea teme che "la durata del prestito, che va da maggio 2017 fino almeno a dicembre 2018, superi la durata massima di sei mesi prevista dagli orientamenti per i prestiti di salvataggio", e che l'aiuto non si limiti al minimo.

"È compito della Commissione garantire che i prestiti che gli Stati membri concedono alle imprese siano conformi alle norme dell'Ue in materia di aiuti di Stato. Verificheremo se il prestito concesso ad Alitalia è conforme a tali norme", scrive nella nota Margrethe Vestager, commissaria responsabile per la concorrenza. L'Italia ha notificato il prestito da 900 milioni di euro a Bruxelles a gennaio 2018, come aiuto per il salvataggio in base alle norme Ue in materia di aiuti di Stato. "Tale notifica - chiarisce Bruxelles - ha fatto seguito ad una serie di denunce che la Commissione ha ricevuto nel 2017, nelle quali si sosteneva che il prestito costituiva un aiuto di Stato incompatibile con le vigenti norme Ue".

Come anticipato da Repubblica, al momento, la Commissione è quindi del parere che il prestito statale costituisca un aiuto di Stato. E "si appresta quindi a svolgere ulteriori accertamenti per verificare se il prestito soddisfi le condizioni previste dagli orientamenti". La Commissione teme che la durata del prestito, che va da maggio 2017 fino almeno a dicembre 2018, superi la durata massima di sei mesi prevista dagli orientamenti per i prestiti di salvataggio. "La Commissione nutre inoltre timori sul fatto che l'aiuto non si limiti al minimo necessario".

Bruxelles procederà ora ad un'ulteriore indagine per determinare se i suoi timori iniziali sono fondati. L'apertura di un'indagine approfondita, spiega la Commissione, "offre a tutte le parti interessate la possibilità di esprimere la propria opinione in merito alla misura, senza pregiudicare in alcun modo l'esito dell'indagine stessa".

Il prestito ponte da 900 milioni di euro è stato concesso al tasso del 9,90%, che al termine di un anno costerà circa 100 milioni di euro di interessi per un "conto" totale da circa un miliardo di euro. Anche il tasso (relativamente basso per il tipo di rischio connesso alle operazioni di una società in amministrazione straordinaria come Alitalia) entrerà nel dossier Ue.

http://www.repubblica.it/economia/2...ue_apre_indagine_su_prestito_ponte-194605795/
 
Alitalia, intesa su cassa integrazione: numero si riduce a 1.480

Accordo raggiunto al ministero del Lavoro tra Alitalia e sindacati sulla procedura di proroga della cassa integrazione straordinaria (Cigs
) in scadenza il 30 aprile. Lo riferiscono fonti sindacali al termine del confronto. La nuova cigs, che durerà altri sei mesi a partire dal primo maggio, interesserà 1.480 dipendenti, un numero che si riduce sia rispetto agli attuali lavoratori in cigs (1630), sia rispetto alla richiesta iniziale dell'azienda (1680). La cigs sarà a rotazione, mentre per meno di 300 (ma il numero verrà definito nei prossimi incontri) sarà a zero ore.

https://economia.ilmessaggero.it/economia_e_finanza/alitalia_cassa_integrazione-3687746.html
 
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