Continuo a non essere d'accordo. Già oggi, di fatto, lo Stato incassa pochissimo dalle concessioni aeroportuali (questo vale per tutti, grandi e piccoli) e questa è già di per sé una fonte di sovvenzione. A questo aggiungiamo che, per ragioni storiche, la finanza locale è sostanzialmente finanza derivata, per cui comunque ricade, salvo i casi più eclatanti che però riguardano il sistena sanitario e non le altre spese, sulla fiscalità generale. Questo è a maggior ragione vero quando si parla di comuni, che di fatto con l'abolizione dell'IMU prima casa non hanno più entrate fiscali consistenti ma solo trasferimenti dallo Stato.
Al solito, se i soldi fossero privati, non vedrei grossi problemi nella strutturazione di un piano aeroportuale che vede, tanto per fare un esempio, un aeroporto ogni 50 chilometri scarsi in Val Padana. Ma dato che i soldi vengono erogati da uno Stato che ha un deficit pari a circa il 130% del PIL, e dove la pressione fiscale ha raggiunto livello ormai difficilmente sopportabili, direi che sarbbe ora di ripensare seriamente a quali aeroporti tenere in vita e quali lasciare al loro triste destino di pascoli per pecore.
Aggiungo un bit prendendo ad esempio l'aeroporto di Alghero, visto che è stato citato. AHO è stato privatizzato grazie ad un ottimo Assessore ai Trasporti della Regione Sardegna.
Era in perenne perdita, e la privatizzazione è stata avversata da tutta la politica locale e, strumentalmente, dall'opposizione di Forza Italia in Regione.
Philip Dick scriveva che occorre una soluzione che salvaguardi l'infrastruttura e cancelli le società di gestione in perenne perdita.
Nel caso di Alghero la privatizzazione della società di gestione andava in questa direzione.
Poi però leggo qualche giorno fa: "Low cost, la Giunta batte un colpo. 40 milioni in quattro anni sulla destagionalizzazione".
http://notizie.alguer.it/n?id=123549
In sintesi:
- l'Assessore ai Trasporti si libera della SOGEAAL in perenne perdita (ma con un utile serbatoio di voti di inestimabile valore => nota a margine...).
- Ryanair se ne va, leva le tende e chiude la base. E per tornare vuole soldi.
- La politica tutta, e dico tutta, pressa a tal punto la Regione che saltano fuori 40 milioni per apparecchiare un lauto pranzo da servire con portate assai deliziose all'amico Michael, desideroso di sedere al tavolo con voluttà, purché nel piatto vi sia almeno qualche foglia d'oro (edibile o no poco importa, basta che sia iscrivibile a bilancio come soldo reale, sonante ed esigibile).
Insomma:
1) senza le società di gestione non può esistere un'infrastruttura (sono i due lati di una inscindibile medaglia);
2) anche quando le società di gestione non sono più pubbliche c'è il rischio, o l'opportunità a seconda dei punti di vista, di sperperare soldi pubblici in comarketing o stratagemmi affini.
Chiudiamoli 'sti aeroporti inutili.