Siamo di fronte ad una situazione inedita. Se alla nascita di CAI prima e di SAI dopo, eravamo di fronte a dei piani industriali che pur estremamente ottimisti (troppo), potevano stare in piedi (quantomeno a livello teorico), stavolta credo sia chiaro a tutti che il piano industriale proposto da Ball sia totalmente irrealistico.
E anche le docili e manipolabili banche, sono ben più reticenti che in passato nel fare un investimento che stavolta più che mai equivale a gettare soldi al vento. Con il rischio di qualche ripercussione sugli amministratori che volessero credere troppo alle favole.
Quello che si sta cercando di mettere in piedi non è un piano industriale, bensì un piano elettorale. La politica ha l'esigenza che AZ sopravviva senza troppi scossoni per un altro anno, in modo da non diventare un problema in campagna elettorale (le prossime elezioni politiche dovrebbero svolgersi al più tardi nel Febbraio 2018). Fino ad allora, in qualche modo la giostra deve continuare a girare. E sempre in chiave elettorale, il governo farà di tutto per ridurre al minimo gli esuberi, impegnandosi maggiormente rispetto alle precedenti ristrutturazioni.
Resta il dato di fondo che AZ sembra impossibilitata ad avere un futuro da compagnia normale, con un suo equilibrio ed una sua sostenibilità economica. Forse a questo giro gli astri elettorali le saranno favorevoli, ma visto l'abisso sempre più profondo nel quale la compagnia sta scivolando, prima o poi arriverà il giorno in cui si romperà l'equilibrio tra gli enormi costi di sopravvivenza e il peso politico di tutti gli interessi che le ruotano attorno. Perchè se il piano di Ball è il meglio che un AD possa concepire, è evidente che AZ non ha davanti un futuro, ma solo un periodo di sopravvivenza determinato dalla quantità di ossigeno che il sistema economico italiano sarà ancora disposto a somministrarle.