OK. A parte il fatto che nonmi è immediatamente chiaro come si faccia ad essere "piloti dipendenti di una agenzia", segnalo il seguente paragrafo: "In Low Fares Airlines only half of the pilots are directly employed (53%), while 15% are self-employed, 11% fly for an airline via an own (e.g. limited liability) company, and 17% are working on a temporary agency contract. As regards self-employment, 7 out of 10 of all self-employed pilots surveyed state they work for a low fares airline", tratto dal sommario dello studio ‘Atypical forms of employment in aviation’ condotto dall'università di Gand, disponibile su
https://www.eurocockpit.be/stories/20150428/pay-to-fly-schemes-for-young-pilots-must-stop#.
Ho capito che lo studio è europeo e non italiano, ed ho anche presente che la CIGS non si applica alle professioni liberali. Il mio spunto di riflessione è: l'inquadramento giuridico della professione di pilota può diventare più simile ad una professione liberale a causa della necessità di ridurre i costi di un contratto di lavoro subordinato? E non dico che sia un bene.
Come non ho mai detto che i piloti debbano volare gratis, ho detto che non dovrebbero prendere doppio stipendio grazie al meccanismo della CIGS, cosa che, con il meccanismo gentilmente spiegato da Joe Falchetto, non avviene. E non solo i piloti, naturalmente, non devono approfittare del beneficio della CIGS.