Buongiorno a tutti, a grande richiesta, si fa per dire, eccomi qui con un nuovo mirabolante trip report. Ne approfitto per ringraziare tutti per i commenti bellissimi, anche se non vi ho risposto personalmente (mi pareva di uppare il mio medesimo thread e la cosa mi pigliava malone). Ho due TR di prossima pubblicazione tra cui scegliere: la fidata monetina ha decretato che questo sarà pubblicato per primo.
Quasi tutte le foto in questo report sono sgranate. Incolpo l’obiettivo, ovviamente.
Venendo a noi, qualche mese fa ho avuto il piacere di volare a NY per lavoro. Complice il weekend e soprattutto la mia scarsa voglia di lavorare, ne ho approfittato per fare qualche giretto nei dintorni.
L’itinerario di base è un semplicissimo LIN-CDG-JFK e ritorno JFK-FCO.
Tutti a bordo!
Come dicevo il giro comincia a Linate, la mia ex home base. Non posto le foto della lounge perché vi farei deprimere le gonadi, e per quello che riguarda il plane spotting, nei tre minuti a disposizione riesco a immortalare costui:

Parto quindi alla volta di Parigi con
LIN-CDG
AZ 7296 – AF 1213
10:00 – 11:30
Seat 2D (J)
Volo tranquillo, durante il quale ci viene portato da mangiare. Molto apprezzabile la pizzetta calda:

Arrivati a CDG scatto una foto al primo aereo che capita:

E mi dirigo verso la lounge. Anticipatamente chiedo venia: non sono (finora) tipo da fare plane spotting, ho molto da imparare a riguardo. Il fatto è che mi piace ricordare gli aerei su cui ho volato, non quelli su cui volano gli altri; è un po’ come l’invidia del pene, ma con le winglet.
Riguardo alla lounge è sempre la solita: abbastanza pienotta anche se da sta foto non sembrerebbe, cibo freddo, molto whiskey.

Preda della noia più nera, approfitto della lunga attesa per rovistarmi nel naso alla ricerca di pepite verdi da lanciare furtivamente agli astanti quando finalmente giunge il momento di recarsi all’imbarco. Maestoso, si staglia in fronte a me l’A380 pronto a farsi immortalare.
Non si può dire che sia sensuale (rispetto al 747, giusto per dirne uno), ma è fiCo. È grande. È grosso. È maestoso. Insomma in una parola rulla di bestia.


Si sale, si scende, si entra da ogni dove:



CDG-JFK
AF 006
14:10 22:25 (16:25 local)
Seat 64B (J)
Nonostante le recensioni negative su ogni sito che tratta di sedili e di aerei, scelgo il posto 64B perché è quello più indietro e più defilato, insomma il più asociale, un po’ come il mio stile di vita. Scelta azzeccata, per quel che mi riguarda: visuale libera e via vai contenuto, fermo restando che se l’FA entra in cabina dal galley non è che si ferma al posto 64 mi guarda attonita e torna indietro, fa tutto il suo bel giro, quindi non vedo molta differenza.
Potrei dire che è perché volo in Affaires. Potrei dire che è perché sono STE+. Ma la verità è che sgomito come un forsennato all’apertura dei saldi per essere tra i primi ad imbarcarmi e avere la possibilità di fare qualche foto all’ambiente ancora vuoto: sedili, il salottino pettinato, una scala (!):





Esaurite le energie a causa dei troppi clic, mi siedo, mi rilasso e faccio quattro chiacchere con il vicino di sedile: un omone afroamericano, una sorta di monolocale duemetriperdue, di ritorno da un bisnestrìp che mi mostra con orgoglio l’aquila sulla prima pagina del passaporto. L’aquila! Nel passaporto! Allora anche io voglio la pizza a pagina 2.
Intanto arriva la Perrier alcoolica:

Dalla coda:

Vengono poi distribuiti gli amenity kits, che ovviamente non fotografo anche perché la sola idea di tirare fuori tutto e poi dover rimettere tutto a posto mi fa venire i brividi:

E compaiono magicamente anche i menus:



Si decolla e si inizia a mangiare!
I vini: Moulin à vent Beaujolais Georges Duboeuf 2010 e Haut Médoc Chateau de Villambis Cru Bourgeois 2009 – 9 / 10. Gief moar!
Timbale de saumon – oh wow. 9/10

Filet de pintade – brodoso. 6,5 / 10. Il sapore non è male, è tutta quella broda lì che non mi garba punto. Nondimeno lo faccio fuori, anche se poco convinto. I formaggi invece li razzolo in fretta e furia come se non ci fosse un domani.

Dessert – 8,5 / 10. Tartelet de framboise, verrine chocolat coco, sable à l’abricot. Il coso in mezzo è superpiù.

Dopo pranzo, con la scusa di dover digerire e per evitare di fare il ruttino in cabina, comincio la scarpinata che mi porterà avanti e indietro per ambi i piani. Faccio anche qualche foto, però da dietro, che rende meno l’idea ma non amo fotografare gente che non conosco; se posso evito.
Cabina principale Affaires:

Premium Economy:

Economy:


Ci sono scale dovunque e non mi ci raccapezzo più. Spaesato, scatto qualche altra foto a random:






Diciamo che come documentarista ho tanto da imparare.
Autoscatto obbligatorio nella toeletta con inclusa maglietta da nerd:

Torno al posto e ad un certo punto non so come mi ritrovo sta roba in mano. Tanto per non saper né leggere né scrivere me la bevo:

Poi metto il sedile in posizione ronfo, mi ancoro con le unghie al letto per non scivolare e mi appisolo anche un poco.
Mi risveglio, attacco l’IFE sulla schermata iniziale e vado in fissa con la canzone dell’A380. Che, per chi fosse curioso, è World can be yours dei Telepopmusik, gruppo che mi risulta essere composto da una tipa che potrebbe essere Angela McCluskey o una giappa dal nome ignoto, e due tipi di varia nazionalità sui quali non mi soffermo, ché preferisco pensare ad una tipa che potrebbe essere Angela McCluskey o ad una giappa dal nome ignoto.
La colazione!

Tortilla aux légumes, mini bol mimosa et saumon, mini club sandwich au poulet et pesto, yaourt. Non ho memoria a riguardo quindi gli appioppo un bel 7,5 / 10 sulla fiducia.
Un paio di foto dal finestrino, non che ci sia molto da vedere:


Adoro codesto effetto, anche se dopo un po’ mi si sloga il cervello:

Atterriamo in orario, e supero i controlli in un attimo: check delle impronte, qualche domanda da un’addetta TSA molto gentile e sorridente (lo gggiuro!) e sono in America.
A breve su questi schermi: Nuova York come l’avete già vista mille volte! Stay tuned!
Quasi tutte le foto in questo report sono sgranate. Incolpo l’obiettivo, ovviamente.
Venendo a noi, qualche mese fa ho avuto il piacere di volare a NY per lavoro. Complice il weekend e soprattutto la mia scarsa voglia di lavorare, ne ho approfittato per fare qualche giretto nei dintorni.
L’itinerario di base è un semplicissimo LIN-CDG-JFK e ritorno JFK-FCO.
Tutti a bordo!
Come dicevo il giro comincia a Linate, la mia ex home base. Non posto le foto della lounge perché vi farei deprimere le gonadi, e per quello che riguarda il plane spotting, nei tre minuti a disposizione riesco a immortalare costui:

Parto quindi alla volta di Parigi con
LIN-CDG
AZ 7296 – AF 1213
10:00 – 11:30
Seat 2D (J)
Volo tranquillo, durante il quale ci viene portato da mangiare. Molto apprezzabile la pizzetta calda:

Arrivati a CDG scatto una foto al primo aereo che capita:

E mi dirigo verso la lounge. Anticipatamente chiedo venia: non sono (finora) tipo da fare plane spotting, ho molto da imparare a riguardo. Il fatto è che mi piace ricordare gli aerei su cui ho volato, non quelli su cui volano gli altri; è un po’ come l’invidia del pene, ma con le winglet.
Riguardo alla lounge è sempre la solita: abbastanza pienotta anche se da sta foto non sembrerebbe, cibo freddo, molto whiskey.

Preda della noia più nera, approfitto della lunga attesa per rovistarmi nel naso alla ricerca di pepite verdi da lanciare furtivamente agli astanti quando finalmente giunge il momento di recarsi all’imbarco. Maestoso, si staglia in fronte a me l’A380 pronto a farsi immortalare.
Non si può dire che sia sensuale (rispetto al 747, giusto per dirne uno), ma è fiCo. È grande. È grosso. È maestoso. Insomma in una parola rulla di bestia.


Si sale, si scende, si entra da ogni dove:



CDG-JFK
AF 006
14:10 22:25 (16:25 local)
Seat 64B (J)
Nonostante le recensioni negative su ogni sito che tratta di sedili e di aerei, scelgo il posto 64B perché è quello più indietro e più defilato, insomma il più asociale, un po’ come il mio stile di vita. Scelta azzeccata, per quel che mi riguarda: visuale libera e via vai contenuto, fermo restando che se l’FA entra in cabina dal galley non è che si ferma al posto 64 mi guarda attonita e torna indietro, fa tutto il suo bel giro, quindi non vedo molta differenza.
Potrei dire che è perché volo in Affaires. Potrei dire che è perché sono STE+. Ma la verità è che sgomito come un forsennato all’apertura dei saldi per essere tra i primi ad imbarcarmi e avere la possibilità di fare qualche foto all’ambiente ancora vuoto: sedili, il salottino pettinato, una scala (!):





Esaurite le energie a causa dei troppi clic, mi siedo, mi rilasso e faccio quattro chiacchere con il vicino di sedile: un omone afroamericano, una sorta di monolocale duemetriperdue, di ritorno da un bisnestrìp che mi mostra con orgoglio l’aquila sulla prima pagina del passaporto. L’aquila! Nel passaporto! Allora anche io voglio la pizza a pagina 2.
Intanto arriva la Perrier alcoolica:

Dalla coda:

Vengono poi distribuiti gli amenity kits, che ovviamente non fotografo anche perché la sola idea di tirare fuori tutto e poi dover rimettere tutto a posto mi fa venire i brividi:

E compaiono magicamente anche i menus:



Si decolla e si inizia a mangiare!
I vini: Moulin à vent Beaujolais Georges Duboeuf 2010 e Haut Médoc Chateau de Villambis Cru Bourgeois 2009 – 9 / 10. Gief moar!
Timbale de saumon – oh wow. 9/10

Filet de pintade – brodoso. 6,5 / 10. Il sapore non è male, è tutta quella broda lì che non mi garba punto. Nondimeno lo faccio fuori, anche se poco convinto. I formaggi invece li razzolo in fretta e furia come se non ci fosse un domani.

Dessert – 8,5 / 10. Tartelet de framboise, verrine chocolat coco, sable à l’abricot. Il coso in mezzo è superpiù.

Dopo pranzo, con la scusa di dover digerire e per evitare di fare il ruttino in cabina, comincio la scarpinata che mi porterà avanti e indietro per ambi i piani. Faccio anche qualche foto, però da dietro, che rende meno l’idea ma non amo fotografare gente che non conosco; se posso evito.
Cabina principale Affaires:

Premium Economy:

Economy:


Ci sono scale dovunque e non mi ci raccapezzo più. Spaesato, scatto qualche altra foto a random:






Diciamo che come documentarista ho tanto da imparare.
Autoscatto obbligatorio nella toeletta con inclusa maglietta da nerd:

Torno al posto e ad un certo punto non so come mi ritrovo sta roba in mano. Tanto per non saper né leggere né scrivere me la bevo:

Poi metto il sedile in posizione ronfo, mi ancoro con le unghie al letto per non scivolare e mi appisolo anche un poco.
Mi risveglio, attacco l’IFE sulla schermata iniziale e vado in fissa con la canzone dell’A380. Che, per chi fosse curioso, è World can be yours dei Telepopmusik, gruppo che mi risulta essere composto da una tipa che potrebbe essere Angela McCluskey o una giappa dal nome ignoto, e due tipi di varia nazionalità sui quali non mi soffermo, ché preferisco pensare ad una tipa che potrebbe essere Angela McCluskey o ad una giappa dal nome ignoto.
La colazione!

Tortilla aux légumes, mini bol mimosa et saumon, mini club sandwich au poulet et pesto, yaourt. Non ho memoria a riguardo quindi gli appioppo un bel 7,5 / 10 sulla fiducia.
Un paio di foto dal finestrino, non che ci sia molto da vedere:


Adoro codesto effetto, anche se dopo un po’ mi si sloga il cervello:

Atterriamo in orario, e supero i controlli in un attimo: check delle impronte, qualche domanda da un’addetta TSA molto gentile e sorridente (lo gggiuro!) e sono in America.
A breve su questi schermi: Nuova York come l’avete già vista mille volte! Stay tuned!