[TR] Workshop a NY: la giusta scusa per vagare tre giorni nei paraggi


straniero

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18 Settembre 2012
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Buongiorno a tutti, a grande richiesta, si fa per dire, eccomi qui con un nuovo mirabolante trip report. Ne approfitto per ringraziare tutti per i commenti bellissimi, anche se non vi ho risposto personalmente (mi pareva di uppare il mio medesimo thread e la cosa mi pigliava malone). Ho due TR di prossima pubblicazione tra cui scegliere: la fidata monetina ha decretato che questo sarà pubblicato per primo.

Quasi tutte le foto in questo report sono sgranate. Incolpo l’obiettivo, ovviamente.

Venendo a noi, qualche mese fa ho avuto il piacere di volare a NY per lavoro. Complice il weekend e soprattutto la mia scarsa voglia di lavorare, ne ho approfittato per fare qualche giretto nei dintorni.

L’itinerario di base è un semplicissimo LIN-CDG-JFK e ritorno JFK-FCO.

Tutti a bordo!

Come dicevo il giro comincia a Linate, la mia ex home base. Non posto le foto della lounge perché vi farei deprimere le gonadi, e per quello che riguarda il plane spotting, nei tre minuti a disposizione riesco a immortalare costui:



Parto quindi alla volta di Parigi con

LIN-CDG
AZ 7296 – AF 1213
10:00 – 11:30
Seat 2D (J)

Volo tranquillo, durante il quale ci viene portato da mangiare. Molto apprezzabile la pizzetta calda:



Arrivati a CDG scatto una foto al primo aereo che capita:



E mi dirigo verso la lounge. Anticipatamente chiedo venia: non sono (finora) tipo da fare plane spotting, ho molto da imparare a riguardo. Il fatto è che mi piace ricordare gli aerei su cui ho volato, non quelli su cui volano gli altri; è un po’ come l’invidia del pene, ma con le winglet.

Riguardo alla lounge è sempre la solita: abbastanza pienotta anche se da sta foto non sembrerebbe, cibo freddo, molto whiskey.



Preda della noia più nera, approfitto della lunga attesa per rovistarmi nel naso alla ricerca di pepite verdi da lanciare furtivamente agli astanti quando finalmente giunge il momento di recarsi all’imbarco. Maestoso, si staglia in fronte a me l’A380 pronto a farsi immortalare.

Non si può dire che sia sensuale (rispetto al 747, giusto per dirne uno), ma è fiCo. È grande. È grosso. È maestoso. Insomma in una parola rulla di bestia.





Si sale, si scende, si entra da ogni dove:







CDG-JFK
AF 006
14:10 22:25 (16:25 local)
Seat 64B (J)

Nonostante le recensioni negative su ogni sito che tratta di sedili e di aerei, scelgo il posto 64B perché è quello più indietro e più defilato, insomma il più asociale, un po’ come il mio stile di vita. Scelta azzeccata, per quel che mi riguarda: visuale libera e via vai contenuto, fermo restando che se l’FA entra in cabina dal galley non è che si ferma al posto 64 mi guarda attonita e torna indietro, fa tutto il suo bel giro, quindi non vedo molta differenza.

Potrei dire che è perché volo in Affaires. Potrei dire che è perché sono STE+. Ma la verità è che sgomito come un forsennato all’apertura dei saldi per essere tra i primi ad imbarcarmi e avere la possibilità di fare qualche foto all’ambiente ancora vuoto: sedili, il salottino pettinato, una scala (!):











Esaurite le energie a causa dei troppi clic, mi siedo, mi rilasso e faccio quattro chiacchere con il vicino di sedile: un omone afroamericano, una sorta di monolocale duemetriperdue, di ritorno da un bisnestrìp che mi mostra con orgoglio l’aquila sulla prima pagina del passaporto. L’aquila! Nel passaporto! Allora anche io voglio la pizza a pagina 2.

Intanto arriva la Perrier alcoolica:



Dalla coda:



Vengono poi distribuiti gli amenity kits, che ovviamente non fotografo anche perché la sola idea di tirare fuori tutto e poi dover rimettere tutto a posto mi fa venire i brividi:



E compaiono magicamente anche i menus:







Si decolla e si inizia a mangiare!

I vini: Moulin à vent Beaujolais Georges Duboeuf 2010 e Haut Médoc Chateau de Villambis Cru Bourgeois 2009 – 9 / 10. Gief moar!

Timbale de saumon – oh wow. 9/10



Filet de pintade – brodoso. 6,5 / 10. Il sapore non è male, è tutta quella broda lì che non mi garba punto. Nondimeno lo faccio fuori, anche se poco convinto. I formaggi invece li razzolo in fretta e furia come se non ci fosse un domani.



Dessert – 8,5 / 10. Tartelet de framboise, verrine chocolat coco, sable à l’abricot. Il coso in mezzo è superpiù.



Dopo pranzo, con la scusa di dover digerire e per evitare di fare il ruttino in cabina, comincio la scarpinata che mi porterà avanti e indietro per ambi i piani. Faccio anche qualche foto, però da dietro, che rende meno l’idea ma non amo fotografare gente che non conosco; se posso evito.

Cabina principale Affaires:



Premium Economy:



Economy:





Ci sono scale dovunque e non mi ci raccapezzo più. Spaesato, scatto qualche altra foto a random:













Diciamo che come documentarista ho tanto da imparare.

Autoscatto obbligatorio nella toeletta con inclusa maglietta da nerd:



Torno al posto e ad un certo punto non so come mi ritrovo sta roba in mano. Tanto per non saper né leggere né scrivere me la bevo:



Poi metto il sedile in posizione ronfo, mi ancoro con le unghie al letto per non scivolare e mi appisolo anche un poco.

Mi risveglio, attacco l’IFE sulla schermata iniziale e vado in fissa con la canzone dell’A380. Che, per chi fosse curioso, è World can be yours dei Telepopmusik, gruppo che mi risulta essere composto da una tipa che potrebbe essere Angela McCluskey o una giappa dal nome ignoto, e due tipi di varia nazionalità sui quali non mi soffermo, ché preferisco pensare ad una tipa che potrebbe essere Angela McCluskey o ad una giappa dal nome ignoto.

La colazione!



Tortilla aux légumes, mini bol mimosa et saumon, mini club sandwich au poulet et pesto, yaourt. Non ho memoria a riguardo quindi gli appioppo un bel 7,5 / 10 sulla fiducia.

Un paio di foto dal finestrino, non che ci sia molto da vedere:





Adoro codesto effetto, anche se dopo un po’ mi si sloga il cervello:



Atterriamo in orario, e supero i controlli in un attimo: check delle impronte, qualche domanda da un’addetta TSA molto gentile e sorridente (lo gggiuro!) e sono in America.

A breve su questi schermi: Nuova York come l’avete già vista mille volte! Stay tuned!
 
gran TR, scritto sotto i fumi dell'alcool :D
Nell'ordine:
a) a che mink§a serve il salottino??? A sto punto meglio il ber EK
b) Fatti una maglietta decente
c) il succo d'arancia della colazione era allungato con vodka voglio sperare, vero?


p.s. a scanso di equivoci, il mio post è ironico eh :D
 
Ultima modifica:
Ottimo straniero, ci stai "propinando" scatti in fitta sequenza e quasi facciamo fatica a seguirti!

Una domanda per gli A380isti: l'Upper Deck e' piu' basso del Main Deck? Questa e' l'impressione dalle foto, ma potrei sbagliarmi ovviamente!
Sembra davvero piu' "attufato" rispetto ad altri scatti della Main che ho visto del brutto (fuori) ma bello (dentro)...
 
buongiorno a tutti, con un ritardo abissale dovuto a non meglio precisate cause lavorative e/o personali, ringrazio per il feedback. in particolare:

gran TR, scritto sotto i fumi dell'alcool :D
b) Fatti una maglietta decente

Anche io ti invito a comprare una maglietta decente.

no cattivi! la mia maglietta è superbella. comunque la prossima volta indosserò quella di lord kasko che dice velocità smodata e la vostra vita non sarà più la stessa. :D


è fichissima!

Ottimo straniero, ci stai "propinando" scatti in fitta sequenza e quasi facciamo fatica a seguirti!

Una domanda per gli A380isti: l'Upper Deck e' piu' basso del Main Deck? Questa e' l'impressione dalle foto, ma potrei sbagliarmi ovviamente!
Sembra davvero piu' "attufato" rispetto ad altri scatti della Main che ho visto del brutto (fuori) ma bello (dentro)...

Adottando un preciso riferimento spannometrico, posso dirti che nell'upper deck non si ha comunque la sensazione di stare stretti, anzi tutt'altro. c'è spazio in altezza come ce n'è in larghezza. Lascio agli esperti però il verdetto finale.
 
New York - Aaaah, New York.

Posto che, come dicevo, si tratta purtroppo di un viaggio prettamente lavorativo, riesco comunque a fare star dentro qualche giretto. Iniziamo con: Times square. Ovviamente.









Sto schermo ondulato è il massimo:



Risiedendo nel residence del mio datore di lavoro, niente belle foto di alberghi... per ora. /angel

Secondo giro: in cima al signor Rockefeller, scarpinata fino al ponte di Brooklyn passando per Broadway e Chinatown, indietro via metro fino all’incirca all’Esplanade, pranzo in posto vista mare che non merita gli onori di cronaca da tanto è fetente e non mi vogliono nemmeno fare lo scontrino e non gli lascio la mancia e puzzano, Memorial 9/11 e Trinity church, pellegrinaggio a Washington Mews (chiunque legga Martin Mystère sa di cosa parlo), piedi in fiamme, fine del giro. Peccato per il tempo inclemente.

Starbucks con morso accluso:



La prova definitiva che siamo a NY:



La cervicale mi odia:

















Lego!



In alto:





Flatiron building e Broadway:





Cooper union:



Ze Pont:




E la vista da metà:


Il quartiere di là del ponte è troppissimo americano:



Trinity:







Memorial: (ahimé questo è il meglio che sono riuscito a fare):



Washington mews! – sono alfine un uomo felice e realizzato.





Sulla via del ritorno risalgo, che tanto il biglietto vale fino a chiusura, sul Rockefeller e scatto due brutte foto:





Le guardo e torno giù mesto.

Ora, saltando a pié pari le questioni lavorative, mi ritrovo con la possibilità di fare un detour di un paio di giorni. Opto per fare il tris e la mattina parto di buon’ora per la capitalA: Washington DC. Arranco sul greyhound (son le 7, non pretendete alcunché da me) e dopo un po’, mi pare sulle 4 ore, arrivo.

Ma questa è un’altra storia, e si dovrà raccontare un’altra volta. (©MichaelEnde)
 
Hai tutta la mia invidia, presi il ciccione in viaggio di nozze e gli feci una foto-clone l tua, ero in upper deck in coda (solo 2 posti). Ho volato troppo bene! Le foto sono molto belle vedo che in 4anni son cambiate diverse cose a NY rimane sempre la più bella città che ho visto dove tornerei sempre senza annoiarmi.
PS la maglia a me piace, meglio che le solite modaiole che hanno tutti.
Be different!
Ps2 lo champagne era relaxing? Noi dopo un bicchiere collassammo.
 
Bravo bravo, ottimo stile! M'e' piaciuto.
grazie!
Hai tutta la mia invidia, presi il ciccione in viaggio di nozze e gli feci una foto-clone l tua, ero in upper deck in coda (solo 2 posti). Ho volato troppo bene! Le foto sono molto belle vedo che in 4anni son cambiate diverse cose a NY rimane sempre la più bella città che ho visto dove tornerei sempre senza annoiarmi.
PS la maglia a me piace, meglio che le solite modaiole che hanno tutti.
Be different!
Ps2 lo champagne era relaxing? Noi dopo un bicchiere collassammo.
lo champagne no. il resto dei bicchieri (ehm...) sì. :cool:
 
Washington – Restituiscimi i miei sandali (©Edo)

Eravamo rimasti al momento in cui arranco sul greyhound (continuano ad essere le 7, non pretendete alcunché da me) e dopo un po’, mi pare sulle 4 ore, arrivo.

Prendo subito la piantina (come sono meravigliosamente organizzati da ste parti) e mi reco verso il centro. Avendo poca batteria, come al solito, non faccio grandi foto. Però mangio in un posto self service pieno di roba naturale, alle volte ci vuole, e trovo tutto molto buono. Curioso come non mi viene naturale fotografare la roba naturale. Subito dopo salto su un bus che mi porta alla Cattedrale. Ora, una ricerca eseguita in seguito, mi ha fatto scoprire che a quanto pare esistono i doccioni di Darth Vader qui dentro. Questo porta a due conseguenze:
  • mi odio
  • da adesso in poi mi informerò molto meglio su cosa c’è da fare e cosa da vedere


Comunque, il danno è fatto. Non sapendo, e non avendo troppo tempo, fotografo il posto da fuori e da dentro. Soprattutto da dentro, che fanno più di 30 gradi e grondo:

















Terminato il tour agguanto il bus e mi reco a sud per ammirare lo US Marine Corps War Memorial:







Poi, sempre a piedi e sempre sotto il sole cocente, arrivo al Thomas Jefferson Memorial:









E da lì, sempre dannatamente a piedi, sempre sotto al sole cocente, supero il Franklin Delano Roosevelt Memorial:





E il WW2 Memorial, clamorosamente a piedi ma comunque sotto al sole cocente:









Di Memorial in Memorial approccio con fare cauto l’Obelisco, altrimenti nomato Washington Monument, che da vicino non fotografo perché ho troppo caldo, e poi zompetto e saltello indomito verso la Casa BIanca.

Mentre mi reco, un pensiero sfuggevole si fa strada nella mia testa: sono solo, completamente vestito di nero sotto i 33 gradi della città, sudato lercio, mi muovo con malcelata nonchalance verso la Casa Bianca passando per i prati deserti e non per la strada, è pieno di pulotteria in borghese e non, e ho con me una valigia piena e pesante, che porto pure di peso perché una rotella si è scassata. UHM. Fortunatamente vengo catalogato subito come non pericoloso, insomma non mi si fila neanche di striscio, e arrivo a distanza fotografica dal centro del potere:



Fotografo poi questo hotel perché è bello e ha le finestre tonde:



Giungo dalle parti della stazione dove c’è il mio hotel, Hyatt:







Soffitti un po’ bassini per i miei gusti.

La sera mi avventuro a far fote notturne al Campidoglio:








Non avendo il cavalletto, perché diciamocela tutta sono un po’ un ciula, son soddisfatto del risultato.

La mattina dopo sono in stazione per andare a Philadelphia, e riesco a cannare la foto:



Affascinante però il fatto che si sale sui treni come sugli aerei. Boarding Pass e cancelli chiusi fino al boarding time.

Treno e stazione:







Cosa succederà al nostro indomito personaggio in terra straniera? A quali mirabolanti e pericolose avventure andrà incontro? A nessuna, che diamine. Sono in America mica in Corea del Nord a irridere il caro lìder.
 
A quando la prossima puntata? :D E' un piacere leggerti, mi piace molto il tuo stile, quindi sbrigati col viaggio di ritorno ahaha :D
 
A quando la prossima puntata? :D E' un piacere leggerti, mi piace molto il tuo stile, quindi sbrigati col viaggio di ritorno ahaha :D
grazie. quasi ci siamo!

Complimenti, molto bello lo stile, posti che conosco bene e vedo che hai azzeccato praticamente tutto quello che si può vedere in un day trip......aspetto Philly adesso,
'Delphia in arrivo!

Moooolto bello grazie!
thanks!

La foto dopo il Washington mews è dedicata a una fiat. Come mai?
La via è Washington mews. il bolide era lì e nonostante reiterate richieste non si è spostato di un millimetro. A quanto pare non ho avuto la forza di introdurmi nella via privata e fare una foto pulita :o

Ottimo stile, davvero gradevole!
grazie!
 
Philadelphia. Per gli amici: Philly!

Riassunto delle puntate precedenti: il nostro eroe sfoca la foto e sale sul treno. Ho il dono della sintesi.

Scendo dal treno e stavolta corro subito in hotel per depositare la valiza. L’hotel, per chi se lo chiedesse, è... un Hilton Doubletree. Eh, lo so. L’Hyatt di ieri è stato un piacevole diversivo ma nulla di più:







Non vorrei pronunciar corbellerie, ma questa dovrebbe essere la City Hall:







E questa invece è Broad St. La strada larga. Ah.



Tempio massonico, Grand Lodge of Pennsylvania:



Dev’essere uno spettacolo ma le visite guidate sono ad orari improponibili. Anche perché io ho ben altra meta: la Battleship New Jersey. Mi incammino quindi a piedi, come al solito, verso il Benjamin Franklin Bridge passando però da Market Street per visitare il Liberty Bell Centre. Market Street è un ricettacolo di hobo e gente che urla, anche se ho notato che difficilmente la gente ti approccia: si limitano a stare lì e urlare, un po’ come il barbùn della farmacia Teodosio.

Comunque ecco la campana:



Proseguo quindi per il ponte e decido, impavido, di oltrepassarlo a piedi. Tanto che vuoi che sia? Ennò! Solo a metà strada inizio a rendermi conto che sto maledetto pezzo di ferro è lungo come la Lombardia e non mi passa più:







Una volta sceso dell’altra parte lo fotografo nella sua interezza e mi maledico:



Subito dopo il ponte c’è un’università: che bella. Evito di fotografarla perché è pieno di ragazzine ignu... cioè di studentesse nel mezzo della preparazione agli esami e non vorrei venir preso per piedoflio che potrei essere il loro bisavolo. Continuo, mangio qualcosa in un posto qualunque e vedo finalmente in lontananza Lei:





Da notare come le strade siano generalmente deserte ma non si ha mai la sensazione di pericolo.

Comunque arrivo pago il biglietto e mi infilo nei cunicoli di questo bestione. Per uno che adora i tubi e i labirinti, c’è da divertirsi:













Niente di meglio di un cartello così per farmi venire voglia di infrangere la legge (!):



A un certo punto...



...compaiono dei piedi! La tensione è alle stelle. Non si tratta però dell’impero del male infiltrato per sabotare la corazzata nemica, bensì di semplici turisti Americani che delizio con un po’ di sano random mumbling, sfoggiando gran conoscenza della lingua d’Albione. Li stremo e sparisco.









Vive la capitaine, che se la godeva bien:







Fantascienza d’altri tempi:























In qualità di informatico, godo di bestia e vedere sta preistoria.

Proseguo poi in plancia:





Sto tipo non lo invidio:



Cosa darei per montarli sul cofano dell’auto e fare un giro in circonvalla all’ora di punta:



Si possono visitare anche zone meno guerraiole come la mensa (ben divisa tra soldati e ufficiali), el barbée e la lavatrice / stireria:









E c’è pure questo alla fine: che ganzo. Anzi, che togo, che fa molto anni 80. Chiedo di usarlo per tornare al di là del ponte ma mi oppongono un secco rifiuto:



Avvicinandosi le 18, la temperatura si fa più accettabile; non sentendo più i piedi da circa due giorni, decido quindi di dargli il colpo di grazia e torno a piedi passando per il solito ponte. Ora che arrivo nei paraggi dell’hotel è ora di cena: mi concedo il consueto burger con birra in un locale buio e fumoso e sinceramente evitabile, e crollo nel letto.

Viviamo in un mondo veloce, ed è già finita. Alazate le zinturre (©PappaECiccia) che si parte!