Thread Alitalia / Etihad - Parte II


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Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
«E’ arrivato il momento delle decisioni perché l’intesa con Etihad è davvero a un passo e tutti, dai soci privati alle banche, sono chiamati a fare la loro parte per far decollare l’alleanza. E’ serio e credibile i piano industriale della compagnia di Abu Dhabi su Alitalia. Punta tutto sullo sviluppo e non possiamo perdere un’occasione simile». Maurizio Lupi va dritto al punto. Non vuole che l’accordo salti in extremis. «Perché – spiega in questa intervista al Messaggero – non ci sono alternative».
Ministro, che cosa manca per far decollare subito l’alleanza? Da quel che dice sembra che lei abbia letto nei dettagli il piano.
«Si tratta di un piano che ha grandi potenzialità per rilanciare Alitalia al livello che gli spetta. Trasformandola da una compagnia a tre stelle ad una grande compagnia a cinque stelle, puntando su eccellenza e qualità. Con una flotta più ampia, nuovi aerei e rotte internazionali a lungo raggio. In un mondo del trasporto aereo che cambia, l’Italia, grazie a Etihad, ha la possibilità di assumere un ruolo predominante, centrale. E il rilancio di Alitalia significa il rilancio di tutto il settore aeroportuale, del turismo, dell’intero Paese».
Insomma, passiamo dal piano di difesa immaginato da Del Torchio alla fase di sviluppo?
«Questo è l’obiettivo».
Ma gli arabi chiedono garanzie su debiti, esuberi, sistema aeroportuale.
«Abbiamo già scritto nero su bianco nel piano trasporti che l’alta velocità arriverà a Fiumicino, Malpensa e Venezia. Saremmo dei pazzi se non lo avessimo previsto. Malpensa sarà l’aeroporto strategico per il Nord Ovest, Fiumicino il nostro hub, Venezia un polo di rilievo».
E la liberalizzazione delle rotte per Linate?
«Ci sarà anche quella nel quadro delle opportunità legate all’Expo. Stiamo lavorando al decreto che arriverà dopo l’intesa».
E gli esuberi? Etihad non vuole contratti di solidarietà, ma tagli secchi.
«Mi lasci dire che i sindacati hanno fino ad ora avuto un grande senso di responsabilità se si pensa che solo a ottobre la compagnia era a un passo dalla legge Marzano, dal fallimento, con il rischio di lasciare a casa 14 mila dipendenti. Noi siamo in linea con i numeri indicati nel piano Del Torchio, circa 2.600 esuberi, e per quanto ci compete abbiamo già varato a fine anno un decreto che rifinanzia il Fondo speciale per il trasporto aereo fino al 2018. Per cui grandi problemi non ne vedo».
Gli arabi sembrano però stanchi di aspettare per colpa dell’indecisione delle banche.
«Guardi che se l’intesa si farà, si deve decidere subito, chiudere in settimana. I soci, e lo abbiamo ribadito nel vertice di Palazzo Chigi, devono sbrigarsi. Il rischio che Etihad cambi idea resta sempre sullo sfondo. E in tanti all’estero se lo augurano».
Sarebbe il tracollo?
«Non ci voglio pensare. L’arrivo di Etihad avrebbe invece un effetto eccezionale, un detonatore di positività, la dimostrazione che si torna a credere al nostro Sistema-Paese. Ripeto, la palla ora è in mano ai soci».
Fino a che punto le banche tireranno la corda? Ieri Intesa è sembrata più disponibile.
«Le banche stanno facendo la loro parte ed è legittimo che sollevino dubbi. Hanno degli azionisti a cui rispondere. Ma se poi l’alleanza dovesse svanire non vengano a piangere sul latte versato. Credo sia anzitutto loro interesse puntare su una grande compagnia internazionale in grado di macinare ricavi e utili».
Lo dica, state chiudendo.
«C’è senso di responsabilità e sul debito si troverà la mediazione. Del resto, il tempo è ormai scaduto. La scelta non è tra la fucilazione e la corda, ma tra sviluppo e un nuovo orizzonte di crescita. Le banche lo sanno bene».
Poste aderirà all’aumento di capitale? Se Etihad è pronta a investire fino a 600 milioni, i soci dovrebbero invece sborsare circa 200 milioni (100 per il fondo perdite e 100 per il rischio contenzioso del passato): lo faranno?
«Spetta loro decidere, è una trattativa tra privati. Poste, credo, farà la sua parte alla luce del piano di Etihad che, lo ripeto, esiste, è credibile e ha una grande prospettiva. Non dobbiamo perdere questa occasione».

passionetecno
Il piano Del torchio prevedeva 2600 esuberi?
E anche il Ns Onorevole Ministro dice che il tempo e' scaduto'', percio' continuo a chiedermi: nella malaugurata ipotesi che io abbia ragione, cioe' che Etihad si tiri indietro, quale sara' il piano b?
 
Nazionalizzazione attraverso enti a controllo statale. UE permettendo. Dio ce ne scampi.
 
Nazionalizzazione attraverso enti a controllo statale. UE permettendo. Dio ce ne scampi.
Grazie Belumosi,
sono totalmente d'accordo...ma la mia domanda fondamentale rimane: quanto tempo puo' CAI/AZ ancora operare senza nuove emissioni di capitale?
Chiedo perche' nn so', ma sospetto poche settimane!
E come andra' questa estate con tutta la nuova concorrenza in casa (VY, V7, FR, EZ+)?
Inoltre chiedo a tutti gli estimatori di G. Del Torchio; cosa ha fatto di buono?
In un precedente post lo ho definito un "contadino", intendendo che era totalmente fuori dal suo ambiente! Mi scuso se ho offeso.
Ma qualcuno puo smentirmi e indicarmi come ha migliorato la situazione AZ?!
Ciao and
Fly safe!
 
Tagliando il costo del lavoro per 128 mln anno...
@ Mauro, mi sai dire come e' stato raggiunto?
Chi ne ha pagato lo scotto?

@ Billypaul: me lo auguro che succedera', pero' almeno che nn hai uno scoop, non e' successo!
Io leggo ancora le stesse 'chiacchiere' di 6 mesi fa'.
Ricordo il ministro Lupi dire a novembre/dicembre (2013) che l'accordo andava fatto entro Natale!
Io immaginavo dello stesso anno ;)
 
@Azairbus
Per quello che si può vedere da fuori, mi sembra che DT non abbia lavorato male. Con la situazione economica di AZ, due gatti attaccati ai maxoni come politici e sindacati, nonché con una compagine sociale che è tale controvoglia, non ci si potevano certo aspettare miracoli, ma un paziente lavoro "di fino" che mi pare DT stia portando avanti bene. E con il clima che ha intorno, non deve essere facile.
Imho ha sbagliato clamorosamente quando si è prestato a fare lo pseudo piano-industriale con richiesta di elemosina finale per sopravvivere...
Ironicamente i soldi sono anche arrivati in quantità maggiore, ma ben poco è cambiato.
D'altra parte se a rimuovere certe incrostazioni fatica persino Hogan che pure ha in mano le chiavi della salvezza di AZ, non si vede come avrebbe potuto incedere in profondità un semplice AD, per quanto capace.
 
A me sembra che abbia fatto poco o nulla...sempre a memoria mi sembra sia stato messo come AD per traghettare AZ in una alleanza. Si parlava ancora di AF.
Non mi sembra abbia avuto gran successo, a tutt'oggi :sconfortato:
 
Quanto pesa oggi Air France all'interno di CAI?Potra in futuro governare Alitalia insieme ad Etihad? Le loro azioni danno diritto di voto nel cda, oppure sono azioni di tipo B con delle limitazioni?!
 
A me sembra che in questa lunghissima trattativa si stia parlando di tutto: esuberi, ristrutturazione del debito, struttura societaria ma finora non si è capito quale sia il piano industriale di Etihad per Alitalia, ovvero flotta, rotte, destinazioni, frequenze che a me pare la parte piu' interessante e decisiva per valutare lo sviluppo futuro di Alitalia
 
Ultima modifica:
Aerei e finanza. Alitalia-Etihad, Lupi: "È arrivato il momento di decidere"
Roma, Italia - Pronto il decreto per liberalizzare l'aeroporto di Linate

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(WAPA) - La trattativa tra Alitalia ed Etihad per l'ingresso della compagnia di Abu Dhabi nella struttura societaria del principale vettore aereo italiano sta andando avanti ormai da molti mesi, e la conclusione dei negoziati non sembra essere vicina, nonostante le rassicurazioni aziendali ed istituzionali.

Com'è noto la linea aerea medio-orientale continua a chiedere garanzie sulle condizioni poste per accettare di investire sia alla compagnia (tagli di personale, riduzione dei costi, ristrutturazione del debito) che al Governo (liberalizzazione dell'aeroporto di Milano-Linate, riduzione dei vantaggi delle low-cost).

Anche per questo motivo il ministro dei Trasporti e elle Infrastrutture Maurizio Lupi ha invitato tutte le parti in causa ad accelerare per arrivare ad un esito positivo: "È arrivato il momento di decidere, perché l'intesa con Etihad è davvero a un passo e tutti, dai soci privati alle banche, sono chiamati a fare la loro parte per far decollare l'alleanza".

Il ministro ha definito il piano industriale di Etihad "Serio e credibile perché punta tutto sullo sviluppo: non possiamo perdere una simile occasione e non ci sono alternative. Se salta l'accordo nessuno venga poi a piangere", ha affermato Lupi, aggiungendo che "Dopo l'intesa arriverà il decreto per liberalizzare Linate, ed esiste già il fondo per gli esuberi".

Per quanto riguarda gli aspetti finanziari, secondo indiscrezioni nelle scorse ore le banche avrebbero accettato di cancellare un terzo dei 400 milioni di Euro di debiti, convertendo in capitale di Alitalia i rimanenti due terzi. "Le discussioni sono ancora in corso, difficile dire come finirà, vedremo nei prossimi giorni e settimane. L'obiettivo è capire se la proposta di Etihad dia la possibilità di accelerare il rilancio di Alitalia", ha spiegato Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit, banca che insieme ad Intesa Sanpaolo è sia azionista che creditrice della compagnia italiana. (Avionews)
 
Da ansa:

"Il tempo delle risposte" da parte dei soci di Alitalia "penso sia ormai scaduto, poi ognuno si prende le sue responsabilità, non si può tirare all'infinito". Così il ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi che aggiunge come dopo "la missiva" di Alitalia la parola debba passare ad Ethiad che "dovrà dire se le risposte sono soddisfacenti". Intervistato dal Messaggero il ministro aveva già esortato i soci a fare la loro parte: "L'intesa con Etihad è davvero a un passo e tutti, dai soci privati alle banche, sono chiamati a fare la loro parte per far decollare l'alleanza. È serio e credibile il piano industriale della compagnia di Abu Dhabi su Alitalia, punta tutto sullo sviluppo e non possiamo perdere un'occasione simile''. Dopo l'intesa, ha anche annunciato, ''arriverà il decreto per Linate''.

A margine di un convegno di Ncd sul Tpl a chi gli chiedeva se la lettera dei soci di Alitalia per Etihad fosse già stata inviata, il ministro dei trasporti Maurizio Lupi ha risposto con una battuta: "Se non è partita spero che stia prendendo l'aereo". E ha aggiunto: "Al di la delle battute gli incontri che abbiamo fatto sono stati buoni incontri, che hanno corresponsabilizzato i soci". Il governo, ha sottolineato "ha fatto, e non può fare altro, ciò che è di sua competenza". In particolare, ha evidenziato, "abbiamo chiesto l'accelerazione dei tempi". Infatti, ha proseguito il ministro, quel che "preoccupa è l'indeterminatezza" perché "crea tensione e incertezza" proprio quando "i primi mesi sono in linea con il piano di Del Torchio".

A chi gli chiedeva di eventuali difficoltà da parte dei soci di Alitalia, Lupi ha osservato: "Mi sembrano giustamente prudenti". Quanto agli esuberi, il ministro ha chiarito: "Sono e rimango al piano industriale di Del Torchio che non aveva numeretti ma un numero relativo alla riduzione del costo del lavoro, a fronte di cui c'erano diverse possibilità". Sui tempi per l'apertura per un tavolo con i sindacati, il ministro ha spiegato di augurarsi che "prima delle elezioni europee ci sia la risposta di Etihad" così da tenere "subito dopo" il confronto con le organizzazioni dei lavoratori. D'altra parte Lupi ha auspicato che già "questa possa essere una buona settimana".

''Senza un accordo con Etihad penso che vi sia assolutamente un rischio fallimento per Alitalia. Non da oggi i piloti ritengono che questa intesa possa essere la soluzione valida e definitiva per traguardare un futuro nel quale l’Alitalia venga definitivamente rilanciata e l’occupazione diventi stabile e non, come avviene ogni 2 o 3 anni, sempre in pericolo di nuove crisi, di nuovi tagli, di nuovi licenziamenti'': così, a margine del convegno dedicato a Fiumicino alla sicurezza del volo, si è espresso il comandante Giovanni Galiotto, presidente dell’ANPAC, la maggiore organizzazione sindacale dei piloti italiani. Quanto al problema esodi (si parla tra le 2.000 e le 3.000 persone, ma Galiotto dice che cifre ufficiali ancora non sono state fornite), ''bisognerà capire quanti sono i dipendenti coinvolti, quali garanzie possano essere fornite, quali protezioni assicurate, per esempio tramite la stessa compagnia di bandiera degli Emirati. Speriamo in soluzioni eque per tutti e che nessuno sia lasciato a casa. Oggi non ci siamo dimenticati che, 5 anni fa, 10 mila dipendenti hanno perso il lavoro in Alitalia, per cui ogni posto che viene a mancare è sicuramente una sofferenza per tutti, senza distinzione tra personale di terra e di volo''. Ma l’accordo lo vede vicino? ''In realtà – ammette il presidente ANPAC – nelle ultime settimane si è sempre parlato di 'domani succederà qualcosa'. Sono, però speranzoso che vada in porto.

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