Thread Alitalia / Etihad - Parte II


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Perfetto, come dal più prevedibile copione: definiscono tutti gli espetti tecnici dell'operazione e del debito entro il 24 maggio, tranne la questione del personale che naturalmente verrà affrontata dopo le elezioni.
 
Com'è possibile che il debito flotta sia di 600 milioni? Siamo ai livelli di transizione CAI-LAI, solo che nel frattempo parte delle ipoteche sulle macchine di proprietà dovrebbe essere stata rimborsata e, anche in caso di nuova ipoteca, ci sono 5 anni di svalutazioni e phase out / vendita di macchine di proprietà.
 
(WAPA) - Un importante passo in avanti nella trattativa tra Etihad ed Alitalia per l'ingresso della compagnia di Abu Dhabi nella struttura societaria del principale vettore aereo italiano è stato fatto nelle scorse ore.

Secondo indiscrezioni, le banche creditrici di Alitalia avrebbero infatti accettato la rinegoziazione del debito della compagnia, un aspetto che era considerato fondamentale da Etihad. Com'è noto la linea aerea medio-orientale continua a chiedere garanzie sulle condizioni poste per accettare di investire sia alla compagnia (tagli di personale, riduzione dei costi, ristrutturazione del debito) che al Governo (liberalizzazione dell'aeroporto di Milano-Linate, riduzione dei vantaggi delle low-cost).

Le banche avrebbero quindi accettato di cancellare un terzo dei 400 milioni di Euro di debiti, convertendo in capitale di Alitalia i rimanenti due terzi.

Un'operazione di questo tipo implica che si vada avanti con l'ipotesi della newco, che prevede una nuova compagnia partecipata al 100% da Alitalia, priva di debiti, nella quale Etihad dovrebbe acquisire il 49% delle azioni con un aumento di capitale dedicato: l'investimento del vettore di Abu Dhabi potrebbe arrivare sino a 560 milioni di Euro. Allo stesso tempo andrebbe creata una bad company, che dovrebbe assumersi la "Zavorra" del debito e degli esuberi.

Un altro tassello del puzzle è andato al suo posto , e adesso anche il Governo italiano sta spingendo perché si arrivi ad una conclusione della trattativa: "Il Governo, gli azionisti e le banche creditrici hanno convenuto che la trattativa con Etihad dovrà proseguire e condurre ad un esito positivo. Si tratta infatti di una grande opportunità di sviluppo di un importante marchio italiano e per il Sistema Paese. Nei prossimi giorni ci saranno nuovi importanti contatti tra le due compagnie, Alitalia ed Etihad", si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi. (Avionews)
 
Tutto fa pensare che il matrimonio andrà in porto: le banche, con la moral suasion del governo, aprono a Etihad. Entro sette giorni sarà preparata e inviata una nuova lettera dei soci italiani in risposta alle richieste di Abu Dhabi. C’è chi utilizza la parola svolta, chi invece resta cauto. Ma tra ottimismo e pessimismo prevale la tesi che tra Alitalia e la compagnia araba alcuni fondamentali passi avanti nella trattativa siano stati fatti. E tra questi c’è un atteggiamento più flessibile delle banche: insomma hanno accettato di accollarsi circa la metà del debito. «Si è vicini alla quadra», assicurano fonti del governo.

Dopo il tavolo convocato ieri dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, la strada sembra tracciata: non lasciare cadere l’opzione offerta dalla compagnia di Abu Dhabi e chiudere la trattativa. Governo, vertici e banche creditrici hanno esaminato i differenti aspetti del negoziato e delle richieste di Etihad, alla luce «delle positive indicazioni espresse da parte degli azionisti e delle banche». Ancora qualche limatura, ma l’accordo con gli istituti sulla rinegoziazione del debito appare in dirittura d’arrivo. Perciò al 90% le richieste arabe verranno soddisfatte, mentre si lavora per mettere a punto un meccanismo di garanzia per i sacrifici chiesti alle banche. Poi saranno convocati i sindacati, per trovare una soluzione all’altro passaggio delicato del «salvataggio»: quello degli esuberi.

Per andare incontro a Etihad (che chiede garanzie sulle pendenze passate della compagnia), Alitalia ha messo a punto la proposta di costituire una newco, dove far confluire business e attività e dove far entrare il partner emiratino con una quota del 49%: un investimento fino a 560 milioni. «Siamo un Paese industriale e a vocazione turistica, il trasporto aereo è fondamentale: non bisogna disperderlo né regalarlo a zero euro a chi ha scommesso sul fallimento», ribadisce il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, senza precisare di chi parla. Il riferimento, secondo i detrattori, è al rischio (nel caso andasse in fumo l’ipotesi Etihad) di un ritorno sulla scena di Air France-Klm, a quel punto per mettere le mani su una compagnia pressoché in saldo.

Altre novità in chiave Etihad sono attese dal prossimo Consiglio dei ministri, che col Piano nazionale degli aeroporti punta ad approvare una norma sulla liberalizzazione di Linate. Infine gli esuberi: Etihad ne ha chiesti 1.500-2.500. Si è stabilito di far ricorso al fondo nazionale del trasporto per finanziare la cassa integrazione. Una volta inviata la lettera di risposta di Alitalia, la road map prevede la redazione di una lettera d’intenti non vincolante da sottoporre e far sottoscrivere alle parti. Su questa base, poi, andrà preparato e sottoscritto il contratto che sarà vincolante solo se verranno rispettate alcune condizioni, tra cui il via libera della Commissione Ue che però è in scadenza e ciò potrebbe allungare i tempi. Solo allora potrà avvenire la transazione. In settimana, concludono fonti del governo, «ci saranno nuovi importanti contatti tra le due compagnie».
 
Chiedo;
a quando la prossima crisidi liquidita per AZ?
Quante lettere settimanali puo permettersi ancora CAI?
Chi mettera' i prossimi capitali per sopravvivere?
Ferrovie? Potrebbe essere venduta come una grande sinergia: AZ, Poste, FS
Che ne pensate?
 
Alitalia, nota Chigi esprime pensiero Intesa SP-Messina 13/05/2014 12:01 - RSF

MILANO, 13 maggio (Reuters) - La nota emessa ieri da Palazzo Chigi su Alitalia riflette anche la posizione di Intesa Sanpaolo (ISP.MI) sulla vicenda.

Lo ha detto Carlo Messina, Ceo della banca, azionista e creditrice di Alitalia, amargine della presentazione del censimento dei luoghi del cuore del Fai giunto alla settima edizione.

"Il Governo ha fatto un comunicato chiarissimo, non fatemi aggiungere nulla rispetto a quanto detto da loro", ha spiegato Messina.

Ieri c'è stato un vertice tra governo, azionisti e creditori di Alitalia al termine del quale le parti hanno convenuto che la trattativa con Etihad deve continuare e condurre a un esito positivo.

Ieri Federico Ghizzoni, Ceo di Unicredit (UCG.MI), altro azionista e creditore di Alitalia, ha dichiarato, mentre il vertice era in corso, che la banca è disposta a fare il possibile ma non tutto per aiutare la trattativa.

"Io a differenza di Ghizzoni ero all'incontro. Quindi se hanno fatto uncomunicato stampa esprimono anche quello che era il mio pensiero, magari tra qualche giorno avrete più dettagli", ha detto Messina.


(Gianluca Semeraro)
- Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia
 
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Sei sicuro di voler sapere cosa penso di quello che hai scritto?
 
Alitalia-Etihad, nel fine settimana la risposta di Abu Dhabi

di Gianni Dragoni13 maggio 2014

La risposta ad Abu Dhabi dovrebbe essere pronta nel fine settimana. Le banche e i maggiori soci di Alitalia stanno definendo la risposta da inviare a Etihad Airways per far ripartire la trattativa. Nel vertice di ieri a Palazzo Chigi è stato concordato uno schema che prevede la rinuncia delle banche a un terzo dei crediti verso Alitalia che Etihad giudica in eccesso.

Debiti da sforbiciare tra 400 e 565 milioni
Si parla di un totale di almeno 400 milioni di euro. A questo conto potrebbero però aggiungersi ulteriori 165 milioni: sono i prestiti che Alitalia ha ottenuto dalle banche dopo l'aumento di capitale per 300 milioni di euro completato in dicembre. Dopo l'incontro con il sottosegretario Graziano Delrio e il capo segreteria tecnica del ministero dell'Economia, Fabrizio Pagani, il vertice di Alitalia, i soci e le banche stanno lavorando per tradurre in pratica e nei dettagli quella che, secondo Palazzo Chigi, è un'intesa per arrivare a un accordo con il vettore degli Emirati Arabi Uniti.

Le posizioni di Intesa Sanpaolo e Unicredit
«Il governo ha fatto un comunicato chiarissimo. Non fatemi aggiungere nulla rispetto a quello che hanno detto loro», è il commento di Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, che ha precisato di essere stato presente al vertice con Delrio, mentre non c'era l'ad di Unicredit, Federico Ghizzoni. «Io a differenza di Ghizzoni c'ero all'incontro, quindi se hanno fatto un comunicato stampa esprime anche quello che era il mio pensiero», ha spiegato Messina, aggiungendo: «Magari tra qualche giorno avrete più dettagli». Il lavoro di definizione della proposta formale da trasmettere a Etihad non è privo di incognite. Potrebbero sempre emergere imprevisti, da quanto emerso lunedì c'è una disponibilità degli istituti a fare rinunce, anche se non c'è una convergenza al 100% delle banche su tutti gli aspetti, come ha fatto capire anche l'ad di Unicredit, Ghizzoni. «Siamo disposti a fare quello che è possibile, ma non tutto, per aiutare alla definizione di questa trattativa», ha detto Ghizzoni. I rappresentanti di Unicredit hanno ricordato a Palazzo Chigi che la loro esposizione verso Alitalia è composta soprattutto di finanziamenti per factoring, per 140 milioni, cioè anticipazioni che secondo la banca non potrebbero essere oggetto di sacrificio come gli altri tipi di prestiti. La banca più esposta con Alitalia è Intesa Sanpaolo, con almeno 280 milioni di crediti, inoltre è il primo azionista della compagnia con il 20,59% del capitale. Nel libro soci ci sono quindi Poste (19,48%), Unicredit (12,99%), l'Immsi di Roberto Colaninno (10,19%) e la società autostradale dei Benetton, Atlantia (7,44%). Poi c'è Air France-Klm (7,08%), che segue con attenzione la partita anche se non è coinvolta direttamente, ma sta trattando con Etihad un rafforzamento della collaborazione commerciale sui voli tra la Francia e Abu Dhabi.

L'incognita adesso è cosa dirà Etihad
Una fonte autorevole che ha partecipato all'incontro precisa che c'è la consapevolezza che la proposta mesa a punto non soddisfa per intero le richieste di Etihad. La compagnia araba ha chiesto la cancellazione di 400 milioni di debiti e non di un terzo di questa somma. La proposta di mediazione italiana prevede che gli altri due terzi vengano convertiti dalla banche in capitale di Alitalia. Questo passaggio andrà verificato con James Hogan, l'amministratore delegato di Etihad. Si tratta di vedere anche come sistemare i 165 milioni di prestiti ulteriori che Alitalia ha avuto dopo la ricapitalizzazione, 70 milioni ciascuno a carico di Intesa e Unicredit, gli altri 25 milioni divisi tra Mps e Popolare di Sondrio. Se Etihad non accetterà questa controproposta, il governo dovrà riconvocare le banche per farne un'altra.

Confermata la "newco" Alitalia
Da parte italiana è confermato lo schema della costituzione nuova Alitalia, la "new company" scorporata dall'attuale Alitalia-Cai, nella quale resteranno il contenzioso e tutte le pendenze legali con il passato, dal 2008 a oggi. Il governo esclude che la Cai possa diventare una bad company come la vecchia Alitalia pubblica, liquidata nell'agosto 2008 per far nascere la Cai dei Capitani coraggiosi o "patrioti", come li definì Silvio Berlusconi. Ma adesso la vecchia Cai è arrivata al capolinea, il progetto dei Capitani coraggiosi è fallito. Etihad, se si farà l'operazione come vuole il governo, metterà i suoi soldi, da 400 a 550 milioni di euro, solo nella nuova Alitalia. In cambio la compagnia degli Emirati avrebbe una quota tra il 40 e il 49%, non può avere la maggioranza azionaria perché è un soggetto extra-Ue, ma sarebbe comunque l'azionista che comanda. Sempre che Bruxelles non faccia obiezioni.

http://www.ilsole24ore.com/art/fina...risposta-abu-dhabi-131152.shtml?uuid=ABRa1qHB
 
Sei sicuro di voler sapere cosa penso di quello che hai scritto?[/QUS

Si!
Anzi ribadisco i miei dubbi:
a quando la prossima crisi di liquidita' di CAI?
E come pensate verra' risolta?
L'ultima volta, prima che entrasse Poste, si parlava di Ferrovie. Nn mi sto inventando niente!
Ciao
 
Ultima modifica:
Anzi ribadisco i miei dubbi:
a quando la prossima crisi di liquidita' per CAI?
E come pensate sara' affrontata?
L'ultima volta, prima che entrassero Poste si era parlato di Ferrovie...nn mi sto inventando nulla!
 
Anzi ribadisco i miei dubbi:
a quando la prossima crisi di liquidita' per CAI?
E come pensate sara' affrontata?
L'ultima volta, prima che entrassero Poste si era parlato di Ferrovie...nn mi sto inventando nulla!
M ti stai dimenticando di guardare il calendario.
PS Ovvio che o AZ trova un partner esterno (nome carino per dire che viene integrata in un grande gruppo) o non è destinata ad avere vita facile, anche con tutti i risparmi di DT , ma da di qui ai messaggi "terroristici" ce ne passa, e non poco.
 
M ti stai dimenticando di guardare il calendario.
PS Ovvio che o AZ trova un partner esterno (nome carino per dire che viene integrata in un grande gruppo) o non è destinata ad avere vita facile, anche con tutti i risparmi di DT , ma da di qui ai messaggi "terroristici" ce ne passa, e non poco.

La mia domanda, se qualcuno vuol rispondere, e' quanta autonomia ha AZ senza tale patner che 'sganci'?
And really??
Terrorismo ? :cool:
 
Beh...più volte abbiamo letto che , terminata la vendita dei biglietti relativi alla stagione estiva, ci potrebbero essere problemi di liquidità. Non per niente in passato , parecchi fallimenti di compagnie hanno avuto proprio questa tempistica
 
13 May 2014

ETIHAD REGIONAL MARKS START OF DIRECT ZURICH-TURIN SERVICE


Etihad Regional has commenced a three-times-per-week service from Zurich, Switzerland, to Turin, the capital of the Piedmont region of Italy.

The airline officially celebrated the occasion today when flight F7498, operated by Etihad Regional’s newly branded 50-seat Saab 2000 aircraft, touched down at Turin Airport at 8:40am local time.

Turin is a major cultural and business centre located in northern Italy, close to the Alps and the border with France. Its airport serves a region of more than 4.5 million people.

Maurizio Merlo, Chief Executive Officer of Etihad Regional, said: “Etihad Regional is proud to be the first airline to offer a direct air link between Zurich and Turin.

“The new route will extend our presence in the Italian market, where we already operate to Rome, Florence and Bolzano, and where soon we will also fly to and from Verona.

“Both business and leisure travellers will benefit from the new service, further facilitating the already strong trade and tourism ties between Switzerland and Italy.

“Today demonstrates our strategy to continue building a strong regional airline network linking European cities and towns, which also connects to the global network of our partners, including Etihad Airways and airberlin.”

Welcoming the launch, Roberto Barbieri, Chief Executive Officer of Turin Airport, said: “We are delighted that Etihad Regional has commenced operations here, which will boost the regional economy, and offer the airline’s passengers a convenient new entry point to Italy through our modern and efficient facility.”

Beyond linking Turin and Zurich, the new flights will also offer travellers a convenient way to connect on Etihad Airways’ upcoming services from Zurich to Abu Dhabi.*

Flights beyond Abu Dhabi, offered by Etihad Airways and its equity partners, Jet Airways and Virgin Australia connect well with destinations in the Middle East, Indian subcontinent, Asia and Australia.


About Etihad Regional, Operated by Darwin Airline
Etihad Regional is the new European brand operated by Swiss-based regional carrier, Darwin Airline, founded in 2003. It serves a range of key secondary markets in Europe and offers long-haul and international destinations across Europe, Australia, Asia, Middle East, Africa and the Americas through its future 33.3 per cent shareholding equity and codeshare partner, Etihad Airways. The airline currently operates two-class flights with a fleet of eight 50-seat Saab 2000 turboprop aircraft to a network stretching from southern Italy to the UK. The airline’s major hub is the Swiss city of Geneva. For more information, please visit www.etihadregional.com

For more information contact:
Massimo Boni,
Head of Corporate Communications
Via alla Campagna 2a
6904 LUGANO
Dir: +41 (0) 91 612 45 25
Email: massimo.boni@etihadregional.com


http://www.etihadmediacentre.com/file.php?f_ID=5103
 
Etihad-Alitalia pare un passo più vicina dopo il ventilato assenso che “fonti autorevoli” citate dalla stampa italiana hanno segnalato essere stato raggiunto su uno degli aspetti più critici, la cancellazione fino a un terzo (circa 400 milioni) del debito dell’ex compagnia di bandiera italiana, che da cinque anni chiude in rosso i bilanci (contrariamente alle speranze della cordata di “imprenditori patrioti” che nel 2009 l’aveva rilevata e fusa con Air One, preannunciando un ritorno all’utile entro fine 2011) avendo bruciato oltre un miliardo di euro in tutto. I rimanenti due terzi (circa 800 milioni) dovrebbero invece essere convertiti in capitale dato che Ethiad non intenderebbe procedere ad alcun accollo del debito pregresso.


Parlando però all’assemblea degli azionisti di Unicredit (che nei confronti di Alitalia vanta 140 milioni di euro di crediti oltre ad essere socia al 12,99%) il numero uno del gruppo, Federico Ghizzoni, ha messo le mani avanti ricordando come le discussioni siano ancora in corso e come resti “difficile dire come finiranno, vedremo nei prossimi giorni o settimane”, anche perché “occorre vedere se con una proposta industriale seria, come quella di Etihad, è possibile il rilancio di Alitalia”. In questo caso, ha aggiunto Ghizzoni, “è obbligo nostro valutarla e valutare se sia in grado di accelerare la ristrutturazione” della compagnia o meno. Altrimenti inutile far ulteriori sacrifici, par di capire.


Più possibilista sembra la posizione di Intesa Sanpaolo: la banca, all’epoca guidata da quel Corrado Passera poi divenuto ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti del governo Monti, aveva rivestito il doppio ruolo di advisor del Tesoro (e come tale elaboratore del “piano Fenice” che separò la “vecchia” Alitalia in una Newco poi rilevata da Cai e fusa con Air One e una “bad company” posta in liquidazione) e creditore di Air One. Ora il numero uno Carlo Messina rivestendo, come Ghizzoni, il doppio ruolo di azionista (col 19,48%) e creditore (con circa 280 milioni) della compagnia, ha ribadito che il “comunicato chiarissimo” del governo sulla vicenda riflette anche la posizione della banca da lui guidata. E per meglio chiarire ha aggiunto: “io a differenza di Ghizzoni ero all’incontro. Quindi se hanno fatto un comunicato stampa esprimono anche quello che era il mio pensiero”, concludendo che magari tra qualche giorno ci saranno “più dettagli”.


Un distinguo che nel vellutato mondo delle banche italiane sa di reazione quasi stizzita alla freddezza del collega e dunque conferma che tra i soci-creditori di Alitalia non c’è ancora piena identità di vedute, anche se i segnali positivi colti nella trimestrale di Unicredit (che per la prima volta dal 2008 ha visto un calo dei crediti deteriorati) potrebbero consentire di trovare a breve una quadratura del cerchio che dovrebbe passare per l’ennesima “bad company” a cui lasciare le pendenze del passato e una “Newco” a cui farebbero capo la flotta e le attività di volo e nella quale entrerebbe (con una quota inferiore al 50% per rispettare i vincoli Ue) Ethiad, si dice attraverso un aumento di capitale fino a 550 milioni di euro.




In attesa che le banche (e gli altri soci tra cui oltre a Poste Italiane, socia al 19,48%, vi sono Immsi, 10,19%, Atlantia, 7,44%, e Air France-Klm, tuttora azionista al 7,08% e per nulla interessata a sborsare altri quattrini per ritrovarsi socio di minoranza di un vettore controllato da un concorrente come Ethiad) si mettano del tutto d’accordo Ethiad, la più piccola dell’agguerrito terzetto di compagnie del Medio Oriente (con Emirates e Qatar Airlines) non sta con le mani in mano: proprio oggi una nota stampa ha annunciato che Etihad Regional “ha dato inizio ai voli diretti tra Zurigo e Torino”, operati tre volte a settimana, rotta che amplia la presenza geografica del vettore all’interno del mercato italiano, dove già opera verso Roma, Firenze e Bolzano e presto anche da e per Verona come ha confermato il Ceo di Etihad Regional, Maurizio Merlo.


Una mossa che sembra testimoniare la voglia di recuperare in qualche modo il terreno perduto nei confronti degli altri due vettori medio orientali, cresciuto molto in questi ultimi cinque anni: se nel 2009 Ethiad serviva poche località in meno rispetto a Qatar e Emirates oggi quest’ultima opera un 27% di voli in più rispetto a Qatar ovvero il 115% in più di Etihad, per di più con aerei mediamente più capienti: sia la flotta di Emirates sia quella di Ethiad comprendano veivoli dal piccolo A320 al gigantesco A380, ma nel caso di Ethiad su 10 macchine ordinate solo una è già entrata in esercizio, così come è per ora entrato in servizio solo un B787 su 70 ordinati, mentre Emirates schiera già 39 A380 e ne ha ordinati altri 50, oltre ad avere più di 90 B777-300ER con molti altri esemplari in fase di consegna. Da questo punto di vista, anzi, riuscire a concludere un matrimonio con Alitalia (e rafforzare la presa di Air Berlin) è vitale più per gli emiri che per gli “investitori patrioti” di Cai che, non a caso, sembrano sperare in qualche contromossa dell’ultima ora da parte di Air France-Klm, che finora ha sborsato 320 milioni di euro per non concludere nulla pur essendo stato per quasi un quinquennio il socio di maggioranza relativa (col 25% prima dell’ultimo aumento da 300 milioni a cui non hanno partecipato) della compagnia.


Sarà la compagnia francese interessata a sborsare nuovi quattrini per rimanere in sella assieme a Unicredit e Intesa ed in coabitazione con Ethiad, peraltro suo partner commerciale in Europa? C’è chi dice che l’ipotesi non è così inverosimile, anche se da Parigi continuano a dire che dopo aver accumulato 3,8 miliardi di perdite, con 5,35 miliardi di debiti bancari a fine 2013 che rischiano di essere convertiti in azioni se non caleranno come previsto sotto i 4,5 miliardi entro fine 2015, l’ultima cosa che vogliono fare è raddoppiare la posta su una scommessa che per ora non ha portato fortuna.


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«E’ arrivato il momento delle decisioni perché l’intesa con Etihad è davvero a un passo e tutti, dai soci privati alle banche, sono chiamati a fare la loro parte per far decollare l’alleanza. E’ serio e credibile i piano industriale della compagnia di Abu Dhabi su Alitalia. Punta tutto sullo sviluppo e non possiamo perdere un’occasione simile». Maurizio Lupi va dritto al punto. Non vuole che l’accordo salti in extremis. «Perché – spiega in questa intervista al Messaggero – non ci sono alternative».
Ministro, che cosa manca per far decollare subito l’alleanza? Da quel che dice sembra che lei abbia letto nei dettagli il piano.
«Si tratta di un piano che ha grandi potenzialità per rilanciare Alitalia al livello che gli spetta. Trasformandola da una compagnia a tre stelle ad una grande compagnia a cinque stelle, puntando su eccellenza e qualità. Con una flotta più ampia, nuovi aerei e rotte internazionali a lungo raggio. In un mondo del trasporto aereo che cambia, l’Italia, grazie a Etihad, ha la possibilità di assumere un ruolo predominante, centrale. E il rilancio di Alitalia significa il rilancio di tutto il settore aeroportuale, del turismo, dell’intero Paese».
Insomma, passiamo dal piano di difesa immaginato da Del Torchio alla fase di sviluppo?
«Questo è l’obiettivo».
Ma gli arabi chiedono garanzie su debiti, esuberi, sistema aeroportuale.
«Abbiamo già scritto nero su bianco nel piano trasporti che l’alta velocità arriverà a Fiumicino, Malpensa e Venezia. Saremmo dei pazzi se non lo avessimo previsto. Malpensa sarà l’aeroporto strategico per il Nord Ovest, Fiumicino il nostro hub, Venezia un polo di rilievo».
E la liberalizzazione delle rotte per Linate?
«Ci sarà anche quella nel quadro delle opportunità legate all’Expo. Stiamo lavorando al decreto che arriverà dopo l’intesa».
E gli esuberi? Etihad non vuole contratti di solidarietà, ma tagli secchi.
«Mi lasci dire che i sindacati hanno fino ad ora avuto un grande senso di responsabilità se si pensa che solo a ottobre la compagnia era a un passo dalla legge Marzano, dal fallimento, con il rischio di lasciare a casa 14 mila dipendenti. Noi siamo in linea con i numeri indicati nel piano Del Torchio, circa 2.600 esuberi, e per quanto ci compete abbiamo già varato a fine anno un decreto che rifinanzia il Fondo speciale per il trasporto aereo fino al 2018. Per cui grandi problemi non ne vedo».
Gli arabi sembrano però stanchi di aspettare per colpa dell’indecisione delle banche.
«Guardi che se l’intesa si farà, si deve decidere subito, chiudere in settimana. I soci, e lo abbiamo ribadito nel vertice di Palazzo Chigi, devono sbrigarsi. Il rischio che Etihad cambi idea resta sempre sullo sfondo. E in tanti all’estero se lo augurano».
Sarebbe il tracollo?
«Non ci voglio pensare. L’arrivo di Etihad avrebbe invece un effetto eccezionale, un detonatore di positività, la dimostrazione che si torna a credere al nostro Sistema-Paese. Ripeto, la palla ora è in mano ai soci».
Fino a che punto le banche tireranno la corda? Ieri Intesa è sembrata più disponibile.
«Le banche stanno facendo la loro parte ed è legittimo che sollevino dubbi. Hanno degli azionisti a cui rispondere. Ma se poi l’alleanza dovesse svanire non vengano a piangere sul latte versato. Credo sia anzitutto loro interesse puntare su una grande compagnia internazionale in grado di macinare ricavi e utili».
Lo dica, state chiudendo.
«C’è senso di responsabilità e sul debito si troverà la mediazione. Del resto, il tempo è ormai scaduto. La scelta non è tra la fucilazione e la corda, ma tra sviluppo e un nuovo orizzonte di crescita. Le banche lo sanno bene».
Poste aderirà all’aumento di capitale? Se Etihad è pronta a investire fino a 600 milioni, i soci dovrebbero invece sborsare circa 200 milioni (100 per il fondo perdite e 100 per il rischio contenzioso del passato): lo faranno?
«Spetta loro decidere, è una trattativa tra privati. Poste, credo, farà la sua parte alla luce del piano di Etihad che, lo ripeto, esiste, è credibile e ha una grande prospettiva. Non dobbiamo perdere questa occasione».

passionetecno
 
. Maurizio Lupi va dritto al punto.
Certo che a parlare di sviluppo ed esuberi quasi nella stessa frase poteva riuscirci solo Lupi. Del resto si sta giocando il risicatissimo 6% del suo neo partito.
Per chi volesse farsi due risate, ecco che diceva questo signore nel 2008 http://www.radioradicale.it/scheda/262062/intervista-a-maurizio-lupi-sulla-vicenda-alitalia.
Sette anni dopo il suo credibile piano di rilancio, viene a dirci le stesse identiche cose.
 
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